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Autore: Cruel Heart    09/07/2013    1 recensioni
“Avril! Avril!”
Eccolo, lo sento.
“Sei qui…” mormoro appena.
“Sì, amore, sono qui, sono qui…”
“Ti amo…” ho solo la forza di dirgli.
Poi, finalmente, il buio cala su di me.
*********
Una ragazza con una corazza forte e menefreghista, ma con un'anima fragile e bisognosa d'amore, si trasferirà in una città che odia, con la madre di cui non ha notizie da dieci anni, e il nuovo patrigno.
Le sue giornate saranno una battaglia continua, sia a casa, ma soprattutto a scuola.
Cosa succederà, se incontrerà un antipatico testardo e strafottente?
Cosa succederà, se quel ragazzo capace di tenerle testa, sarà un biondino con uno skate?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecchice qua(?)

Pronti per il nuovo capitolo? J

Ci sarà una piccola sorpresa verso la fine del capitolo...non andate a sbirciare però.

Al prossimo capitolo ;)

 

Pov Avril

 

Afferro al volo la mia piccola Stella e scendo da Alberello stando attenta a non farmi male.

Non so se dovrei andare in un reparto psichiatrico per essere riuscita a scendere da un albero senza procurarmi qualche livido,o se per la mia mania di dare soprannomi a destra e a manca

Io opterei per tutte due le cose.

 

Per la mia prima fuga,ho indossato un paio di shorts di jeans trovati nell’armadio,una semplice canotta bianca e le mie adoratissime Converse.

In più,ho preso qualche dollaro,che può sempre essermi utile.

 

Sto per uscire allo scoperto,ma faccio appena in tempo a scorgere una limousine tutta tirata a lucido,sorvegliata da...una speciedi pinguino.

 

Oh no,e adesso che faccio?

Mi nascondo?

Gli vado incontro?

Mi sotterro in una voragine che si aprirà proprioadesso?

 

No,per mia doppia sfortuna,la voragine non fa la sua comparsa,e in più vengo beccata anche dal pinguino.

 

Nascondo prontamente lo skate dietro la schiena.

Nonostante non sia di certo una gigante con il mio 1,55m di altezza,spero solo che sia più scemo di quanto appaia già da non accorgersene.

 

“Buongiorno signorina Avril” mi saluta gentile,con un cenno del capo.

 

“’Giorno. Lei è..?” chiedo,in evidente imbarazzo

 

“Oh,che sbadato,non mi sono presentato per primo. Piacere,io sono Paul,e sarò il suo autista personale addetto ad accompagnarla in qualunque posto lei desideri visitare con questa” mi dice,indicandomi la limousine.

 

“Conquesta?!” chiedo con gli occhi fuori dalle orbite.

 

“Si,esatto. Il signor Phil e la signora Judy mi hannoehmchiesto di accompagnarla ovunque lei vada perevitare spiacevoli incidenti” mi dice,con un sorriso falsissimo.

 

Traduzione:cerca di non mettermi nei casini,perché non voglio essere buttato fuori per le tue cazzate.

 

Bene. La stronza e il cetriolone mi hanno messo anche il cane da guardia.

Vediamo un po’ di ravvivare questa giornata!

 

“Oh,capisco. Beh,ora che me lo dice,avrei pensato di fare un giro in centro,savetrine,negozi,shopping” dico,tremando alla sola idea di vedere vetrine luccicanti piene di robe inutili e costose.

 

“Ma certo,signorina,io sono a sua completa disposizione. Prego,si accomodi” mi dice,andandomi ad aprire la portiera.

 

No,così si accorgerà dello skate

 

“Oh no,non c’è bisogno di essere cosìgalanti. Faccio da sola,grazie” dico,bloccandolo,e aprendomi la portiera dei sedili posteriori.

 

Lui annuisce,e per fortuna si siede al posto del guidatore,senza accorgersi minimamente del fatto che ho sistemato il mio skate sotto il suo sedile.

 

La limousine parte,e appena ci immergiamo nelle strade californiane, subito il pinguino PPanon mi ricordo già più,inizia a parlare a macchinetta di Los Angeles,del turismo,e di quanto io sia fortunata ad abitare qui.

 

Io annuisco e gli sorrido affabile,non capendo in realtà un cazzo di quello che sta dicendo.

 

Mi sudano le mani e l’adrenalina mi scorre nelle vene per l’agitazione.

Non so se sia per il senso di libertà che tra poco si scatenerà in me,o se per la soddisfazione di giocare un brutto tiro a Judy e a Phil.

 

“Si fermi un attimo,per favore” chiedo all’autista,che mi guarda accigliato dallo specchietto.

 

“Si...subito” mi risponde.

 

Appena lo sento frenare e sento la macchina ferma,afferro velocemente il mio skate,apro la portiera,scendo e busso al finestrino del pinguino.

 

“Torno da sola,grazie! Oh, dica pure a mia madre che sarò a casa in tempo per la cena,grazie e addio!” dico,saluntandolo con una mano e iniziando a correre sul mio skate.

 

Dio,se ripenso alla faccia con cui l’ho lasciato,mi verrebbe quasi voglia di ritornare indietro e di fargli una bella fotografia. Quasi.

 

Corro sul mio skate, con tutti i capelli al vento e con la brezza leggera che mi accarezza il viso.

Sono libera di correre, e questa è la cosa più importante.

Non mi interessa fare niente di spettacolare o pericoloso, in questo momento mi interessa solo correre veloce, veloce come non lo sono mai stata.

 

Dopo un’oretta e passa di corsa,capisco che mi devo fermare per riprendere un po’ di fiato.

Sono capitata neanche senza volerlo,nel centro di Los Angeles,a Downtown.

Tutti questi grattacieli mi mettono in soggezione talmente sono imponenti e maestosi,non sono abituata -villa del cetriolone a parte- a tutte queste dimostrazioni di potere e soldi.

Per non parlare poi di tutte le vetrine delle boutique che espongono capi famosi e all’ultima moda.

 

Come se ne cercassi un’ulteriore conferma, capisco ancora una volta che tutto questo non fa per niente parte del mio mondo.

 

Riprendo a correre veloce.

Voglio e devo allontanarmi da lì o mi mancherà il fiato per il senso di inadeguatezza che mi sta travolgendo velocemente.

 

Continuo ad andare con lo skate lungo un muro in una via poco lontano da Gucci e Prada.

Voglio andare lontano dai negozi con i completi eleganti di Armani,lontano dai negozi che espongono scarpe Hogan, lontano da quella ricchezza che stona persino con se stessa.

 

Lontana da questo mondo a me totalmente sconosciuto, il mio cuore normalizza il suo battito e il mio respiro smette di essere affannoso.

 

Forse è meglio che mangi qualcosa.

Ho fatto attività fisica con nello stomaco solo la colazione, forse non sono solo le grandi marche a farmi venire i capogiri.

Per fortuna poco lontano da me c’è un bar e ringrazio quel Santo che mi ha dato l’illuminazione stamattina di prendermi qualche spicciolo.

 

Sto per avvicinarmi al chioschetto,quando i miei occhi vengono attratti da qualcosa...adesso si che rischio lo svenimento!

Anzi,secondo me sono già svenuta!

 

Uno skateboard “Antiz Serie Vampire” fa bella mostra di se dall’altro lato della strada.

Improvvisamente il bar e la prospettiva di assumere zuccheri passa in secondo piano.

Mi avvicino, voglio vedere da vicino questa meraviglia.

Non credevo di poterlo ammirare dal vivo, l’ho sempre visto su internet, ma non c’è paragone tra le foto e trovarselo davanti.

 

Chissà chi lo avrà comprato.

Sarà costato una fortuna.

Ma dopotutto non me ne devo stupire così tanto, con tutti i soldi che ha qui la gente è logico che appena schiocchi le dita, ottenga quello che vogliono.

 

Ne osservo rapita tutti i particolari.

La tavola,le ruote,le decorazioni…

Se qualcuno mi vedesse adesso penserebbe che io sia un’assatanata, ho addirittura gli occhi lucidi per l’emozione. 

 

Mio Dio,chissà chi l’ha compr-

 

“Ehm ehm

 

Sono così presa dallo skate che salto in aria quando sento qualcuno schiarirsi la voce. Mi giro e

 

E...? Chi sarà la persona misteriosa?

Questo è lo skateà  http://www.brolive.org/photo_gallery/les-tests-skateboards3/antiz_skateboard_julien_Bachelier_Antiz_Serie_vampire.jpg

   
 
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