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Autore: BiVa    09/07/2013    0 recensioni
"L'avevo visto ballare una sera, in una di quelle feste organizzate dal quartiere, amava mettersi in mostra, ma lo faceva con garbo, senza dare nell'occhio. Tutti guardavano il modo in cui roteava i fianchi, che per essere un giovane ragazzo non era poi così usuale. Io, io guardavo gli occhi. Riuscivo a sentire il profumo anche a distanza, tra la folla che mi spingeva per comprare l'ultimo zucchero filato. Ed io ero lì, e ci sarei rimasta tutta la sera, immobile, a guardarlo danzare, perché, forse mi sbagliavo, ma ogni volta che faceva quel giro, ero sicura, cavolo se ero sicura, per una frazione di secondo, lui mi guardava. E in quello sguardo io ci vedevo tutto: passione, sentimento, nostalgia, amore. Io ci vedevo noi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Prego, entrate pure”.

All'interno della sala da ballo, ad aspettarle, c'era una ragazza sulla trentina, con un vestito stretto che le fasciava i fianchi, nero lucido. Era molto bella, i suoi capelli brillavano di un biondo intenso e il suo sorriso emanava pacatezza. Le due ragazze entrarono intimorite e goffe.

“Questa è la prima lezione di salsa per tutte voi, quindi state tranquille, nessuno vi giudicherà”.

Questo è quello che pensi tu si ripeteva Bea, che si guardava intorno e si sentiva osservata da tutte quelle ragazze-copertina che volevano imparare a ballare solo per poter far colpo su qualche ballerino, magari d'estate sulla spiaggia col falò. Bea guardò male ognuna di loro, compresa Elisa, che però non era come loro, era molto più in carne e più formosa, meno “in” ma sicuramente più umana di qualunque altra specie femminile si trovasse lì dentro.

“Bene, inizieremo da qualche passo base, nelle lezioni successive impareremo sempre qualcosa di più e diventerete bravissime, ve lo assicuro.”

Bea sapeva ballare molto bene, da piccola la mamma l'aveva iscritta a mille corsi di danza diversi e aveva imparato a muovere il suo corpo discretamente. Quando andava in vacanza, spesso la sera ballava, anche da sola, la faceva sentire libera e unica. Riceveva sempre tanti complimenti, da persone sconosciute, ma si sentiva soddisfatta. Dentro di se, sapeva che avrebbe fatto un buon lavoro quel giorno, ma si vergognava ad ammetterlo.

“Dunque, vi presento un ragazzo che lavora con me da qualche mese, che come voi anni fa frequentò questo corso ed ora è il mio assistente. Ballerete con lui a turno e vi aiuterà tantissimo, non siate timide. Emh, Federico? Federico, dove sei? Scusate ma non riesco mai a trovarlo..”

“Eccomi, sono qui!”

Dal lato sinistro del bagno, in una porticina con su scritto “PERSONALE” uscì Federico, non era molto alto, ma aveva uno sguardo così intenso e un sorriso così sincero che Bea non riuscì a non notarlo. “Ebbene, cominciamo pure. Seguite noi, un passo avanti e uno indietro..un due e tre, quattro cinque sei.. un due tre, quattro cinque sei..”

Il ragazzo le stava davanti, Bea non sapeva se guardare lui o i suoi passi, le sue mani o le sue labbra. Era come incantata da un ballerino straordinario con uno sguardo ammaliante. Elisa la guardò con aria sospetta, le fece l'occhiolino indicandolo con la testa e sorridendole.
Bea la guardò e storse la bocca, facendo no con la testa. Quando la musica si fermo, l'insegnante disse che avrebbero dovuto formare delle coppie e prese Elisa per mano. Si girò per cercare qualcuna alla quale unirsi, ma si conoscevano tutte e si disposero in coppie lasciandola sola. Federico, la cercò, la trovò, la guardò e la prese per mano dicendo “Tu, allora, balli con me”.
Le mani di Bea cominciarono a sudare e più sudavano più pensava chissà che penserà di me. La musica ricominciò, muoveva quel bacino in un modo così seducente che Bea non riusciva pensare ad altro. Lui era attraente, e lo sapeva. Lei anche lo era, e sapeva che se ne sarebbe accorto, prima o poi. Un po' impacciata, riuscì a dare il meglio di sé, quando la musica terminò. Le mani si allontanarono le une dalle altre, lui la guardò e le sorrise, ma non con un sorriso di circostanza, quello che si fa alla vicina di casa che si incontra nell' ascensore, lui le sorrise davvero. L'insegnante terminò la lezione affermando “Carissime, la lezione di prova è terminata, se vi è piaciute e avete voglia di continuare, ci vediamo qui tutti i venerdì!”

Federico la guardò e le chiese “Allora, ti iscrivi?”, Bea ci pensò su e infine maliziosamente rispose “Forse.” E se ne andò. Uscendo Elisa la rincorse e la fermò, mentre ancora doveva allacciarsi le scarpe, le disse:”Allora? Mi vuoi ancora uccidere?”.

“No” Le rispose Bea: “Mi sono iscritta.”

  
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