Udì i passi della madre su per le scale,avvicinarsi alla sua camera fino a sentire il legno vecchio della porta scricchiolarle sotto le sue dite affusolate. La mamma entrò con cautela,mentre i tacchi bassi delle sue scarpe picchiettavano sul pavimento a seguito dei suoi passi svelti. Cory alzò un sopracciglio al quale seguì la semi apertura di un occhio.
"Mamma,chiudi la tenda?" chiese gentilmente il ragazzo.
"Si,tesoro. Oggi non hai nessuna lezione?" rispose la madre intenta ad esaudire la richiesta del figlio.
"Si." fu la risposta secca e annoiata.
Cory era sempre stato un alunno modello,non era mai stato assente ad un regolare giorno di scuola se non in casi estremi come febbre o il morbillo,preso l'anno precedente.
Era un timido ragazzo diciannovenne nella piena crisi esistenziale dove le uniche domande sono: "io chi sono veramente?" o "cosa mi riserva la vita?". Quest'anno aveva iniziato l'università di Lettere e Filosofia,il suo sogno era sempre stato quello di diventare uno scrittore,fin da bambino. La madre glielo raccontava sempre. Nelle fredde e pungenti sere d'autunno,i due stavano ore seduti davanti al camino a ricordare il passato.
Forse per un ragazzo così giovane non è un bene avere un legame stretto con ciò che lo ha preceduto,ma lui aveva bisogno di sapere sempre di più. Aveva un profondo senso di vuoto,come se gli mancasse una parte di se stesso.
Si alzò faticosamente dal letto,scostando le lenzuola azzurro pallido e si trascinò fino al piccolo bagno vicino alla sua camera. Alzò la leva della doccia quando ne fu dentro e un getto di acqua fredda gli arrivò sulla pelle nuda,ancora calda. L'acqua iniziava a riscaldarsi e Cory affondava nei suoi pensieri. Era sempre stato così,durante il momento rilassante della doccia mattutina si rifletteva su tutto. Insaponò il corpo alto e snello e i capelli lunghi e biondi,mentre un po' shampoo faceva arrossire i suoi occhi azzurro cielo.
Quando si rivestì,scese in cucina per fare colazione. Sperava che dopo una notte di buon riposo,finalmente quella stupida sensazione di vuoto lo avesse abbandonato,ma niente,continuava a perseguitarlo. Mentre la madre versava un po' di latte nella sua tazza,lui stava seduto silenzioso davanti a lei.
"Mamma,tu non mi nasconderesti mai niente,vero?" chiese ad un certo punto il giovane.
La madre ebbe un tremito nelle mani e un po' di latte andò fuori dalla tazza.
"No. Perché me lo chiedi?" chiese lei a sua volta con voce tremante.
"Non c'è un motivo,mi è passato per la mente e te l'ho chiesto." rispose un po' arrabbiato per la reazione della madre.
Bevve assorto nei suoi pensieri,mentre la donna evitò di proferire parola.
Strofinò la sedia sul pavimento e lasciò cadere la tazza nel lavandino poi si avvicinò alla guancia della madre lasciandole un bacio umido.
"Vado a lezione,ci vediamo dopo" disse prima di sparire dietro la porta all'ingresso,senza penna,senza borsa,nè appunti. Solo lui e i suoi pensieri varcarono quella porta. Quella breve conversazione lo aveva turbato e andò via con più domande di prima.