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Autore: thleosw    09/07/2013    0 recensioni
"Mi rendo perfettamente conto che questi discorsi possano presentarmi come una brutta persona, in effetti nessuno mi ha obbligata ad entrare qui: è stata una decisione di Simone. Io avrei potuto oppormi, dire che non ne avevo voglia, però stasera è il suo compleanno, e se non ci fossi andata mi sarei mostrata davvero come una brutta persona..."
Tutto parte da un compleanno in discoteca, si potrebbe definirla una serata come tante...ma in realtà non lo sarà per niente!
Genere: Demenziale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si chiama “Principio di non compenetrazione dei corpi solidi”, e anche se non è mai stato formalizzato per iscritto, la sua comprensione dovrebbe essere abbastanza semplice. Anzi, il fatto che non sia mai stato enunciato in una forma rigorosa e scientifica potrebbe essere la dimostrazione del fatto che è talmente immediato e banale che i grandi scienziati del passato non si sono neanche scomodati a formalizzarlo e dimostrarlo, presi com'erano a dimostrare cose molto più sensate e utili per l'umanità. Tu non puoi passare attraverso di me o attraverso qualsivoglia persona/animale/corpo solido in generale a causa dei forti legami molecolari che intercorrono tra le particelle che compongono i nostri rispettivi corpi. E ti assicuro, la rottura di questi legami non sarebbe per niente una bella cosa, se davvero accadesse farebbe passare in secondo piano lo stramaledetto motivo per il quale tu e i tuoi simili vi ostinate a invadere il mio spazio vitale.
Eppure, a quanto pare la gente che il venerdì sera va a ballare al Mariposa non conosce questo principio. Anzi, solitamente scelgono come tragitto per i loro spostamenti il sentiero con la maggior densità di popolazione. E poi, spostamenti per andare dove? Che la musica la senti uguale in qualunque posto tu sia, e per la musica che mettono è fin troppo. Mi fa davvero schifo sta musica, commerciale e banale...adesso tutti a ballare queste canzoni come se fossero la cosa migliore mai prodotta, poi dopo due mesi martellamento mediatico in radio e in discoteca possono succedere due cose: la saturazione, con conseguente odio, oppure l'oblio.
Caso 1: la canzone prende la gente per sfinimento. Mesi di martellamento per fare in modo che una musica semplice e sull'allegro andante accompagnata parole spesso prive di senso (o in una lingua incomprensibile) inizi a piacere, fino a quando non si raggiunge lo scopo prefissato: tutti la ascoltano, la scaricano, la condividono su facebook, creano balletti. Salvo poi stufarsi, abbastanza in fretta. Reazione della gente all'ennesimo ascolto: -Ancora questa canzone? Dai cazzo bellissima, però ormai è uscita l'estate scorsa, ha fatto la sua storia.
Caso 2: i primi mesi seguono uguali alla situazione precedente, ma in questo caso l'abbandono della canzone è silenzioso e indolore, tanto che se per caso si ritrovano ad ascoltarla se ne escono con un -oh, ma questa di quanto tempo fa è??non me la ricordavo più...
e si parla sempre di canzoni uscite l'anno prima.

Mi rendo perfettamente conto che questi discorsi possano presentarmi come una brutta persona, in effetti nessuno mi ha obbligata ad entrare qui: è stata una decisione di Simone. Io avrei potuto oppormi, dire che non ne avevo voglia, però stasera è il suo compleanno, e se non ci fossi andata mi sarei mostrata davvero come una brutta persona.
Simone in queste feste ci sguazza. Per lui sono un territorio di conquista fertile. Ecco un'altra cosa che non capisco, la gente che vede le serate in discoteca come una “caccia”...no basta, non devo ricominciare a vaneggiare, devo divertirmi, o almeno far vedere che ci sto provando.

-Cosa fai lì ferma, dai balla!

Mi scuote uno degli amici di Simone, anche lui perfettamente integrato con l'ambiente. E tu chi cazzo sei? Chi ti conosce? Il mio primo impulso è quello di tirargli un pugno in faccia, per fortuna Vittorio me lo legge negli occhi e mi ferma prima che possa succedere l'inevitabile.

-Siga??

Sì, direi che l'accensione di una sigaretta mi obbligherà a uscire per almeno 5 minuti, con conseguente raffreddamento degli animi. E tra l'altro, riesco anche a dimostrare empiricamente che è possibile spostarsi da un luogo ad un altro in questa discoteca senza per forza calpestare qualcuno. Dai, è facile: basta cercare gli spazi vuoti.

-Gliel'avresti spaccato il naso a quello lì eh?

Chiede Vittorio, tirando una boccata dalla sua Marlboro. Vedi la gente che lavora. Io studio, e posso permettermi solo il Drum. In periodi particolarmente floridi arrivo al Golden.

-Ah neanche tu sai come si chiama? Pensavo di essermene dimenticata come al solito.

-Si chiama tipo Marcello, o forse Massimo.- interviene Francesca -si è presentato prima mentre venivamo in qua dopo aver posteggiato.

-eeeh attenta, adesso sei ufficialmente una preda...

Sogghigna Paolo. Poi, prevedibilmente, si gira verso di me: -è inutile che cerchi di resistere, parlo anche per te. Vi siete fatte un nuovo amico stasera.

-Non c'è pericolo, sono troppo antipatica per avere amici, e lo sai benissimo.

Gli rispondo io.

-Dai non dire così, povero Marcello-Massimo-Maurizio-come si chiama...anzi, d'ora in poi per facilitarne l'identificazione sarà “il vostro amico”. Che lo vogliate o meno.

-Che serata fortunata!- dice Francesca, alzando gli occhi al cielo -anche se secondo me neanche lui vuole propriamente essere nostro amico...madonna quanto mi fanno schifo le persone così.

Anche a me in effetti. E lo so che non è bello generalizzare così, però a giudicare dal primo impatto l'impressione è quella. Dovrei imparare a seguirlo di più l'istinto.

-Vi è mai venuto in mente che forse siamo noi quelli sbagliati?-Intervengo io dal nulla, finendo finalmente di girarmi il drummino -cioè dai, stasera siamo chiaramente fuori posto...

Come al solito, ho iniziato a parlare convinta di tirar fuori un discorso interessante, per poi rendermi conto dopo 4 parole di non esserne per niente in grado. E non ho neanche ancora preso la consumazione.

-È il posto che è sbagliato, non noi.

Risponde Paolo incrociando le braccia con posa da duro. Adoro quando risponde così.

-La gente che popola questo posto- rettifico io -come location è da brividi.

In effetti, a livello paesaggistico è uno spettacolo, in questa vallata sperduta in mezzo al nulla e a due passi dal fiume, con le luci che si riflettono nelle montagne attorno. Che spreco.

-Veramente, usarlo per ste serate è un insulto a madre natura- interviene Francesca, e quanto mi spaventa il fatto che spesso mi tolga le parole di bocca. A volte la pensiamo troppo uguale.

So quello che sta per succedere. E infatti succede: Vittorio inizia a svarionare sui possibili usi che farebbe lui di un posto come questo. La cosa più divertente è quando abbandona il condizionale per l'indicativo, e quasi sembra che l'effettiva apertura del suo locale sia questione di settimane.

Quando arriva al momento di assoldare dei sicari della mafia russa come security e come mascotte/misura di sicurezza ulteriore un'anaconda decidiamo che è giunto il momento di fermarlo.

-Ci spariamo la consumazione?

Propone Francesca. E che consumazione sia. Già pregusto l'animalesca lotta davanti al bancone contro le forme di vita che popolano questo posto per ottenere il tanto ambito bicchiere. Che bello, quanto amo le persone.

Anche perché la sfigata che fa la coda sono sempre io, di solito in compagnia di Paolo che però è ha una grandissima faccia tosta e trova sempre il modo di saltarla. Io credo che in coda sarei in grado di iniziare a odiare i miei stessi genitori, figuriamoci se posso non odiare dei perfetti sconosciuti che tentano in tutti i modi di passarmi davanti.

Finalmente iniziamo le procedure per allontanarci vittoriosi dalla bolgia con i bicchieri pieni in mano, o almeno, è quello che penso io. Mentre sto muovendo i primi passi verso l'aria aperta, mi arriva addosso una cascata di quello che per odore ha tutta l'aria di essere un long island. Sì, è proprio un long island. E la bestia che me l'ha appena versato addosso sembra troppo impegnato ad incazzarsi con la bestia che l'ha spinto e che gli ha fatto sprecare prezioso alcool per pensare anche solo di chiedere scusa. Bestemmia, e gli rovescia quello che resta del suo bicchiere addosso, ghiaccio compreso. L'altro, per non stare con le mani in mano, gli rovescia addosso il suo cocktail, e in tutto questo lava anche me che come una deficente sono rimasta lì dietro a guardarli con espressione truce e scazzata per vedere se si accorgono di me. Ovviamente, e lo sapevo dal principio, non se ne accorgono, presi come sono dalla loro lotta tra maschi alfa. E per fortuna che c'è Paolo che mi prende e mi trascina via, prima che io abbia la possibilità di vanificare dieci minuti buoni di coda per il drink.

Tra l'altro fa bene, perché quei due stanno proprio scatenando una rissa, e vengono portati via dai buttafuori. Che stile, ste due montagne umane arrivano, mettono i guanti, e senza dire bah prendono i due litiganti per le braccia e li portano via come se niente fosse.

-Dai che forse chiudono qui e ci andiamo a mangiare un panino con la salsiccia dal camion qui fuori!

Dice Paolo. So che l'ha notato e puntato mentre stavamo entrando. L'ho fatto anche io. Purtroppo però, la serata non viene interrotta, e sembra proprio destinata ad andare avanti ancora per un bel po'. Così arriviamo da Vittorio e Francesca, che ci stanno aspettando con aria impaziente e ci chiedono spiegazioni sull'accaduto.

-Panino con la salsiccia?

Domanda speranzosa Francesca. Purtroppo, la informiamo, la sua è una speranza vana.

Assaggio il mio cocktail, e mi rendo conto con orrore che il mio gin tonic è stato contaminato dal long island dei due litiganti. Ci mancava solo questa, che serata di merda. Vabbè che magari così succede qualche reazione strana tra i due tipi di alcool che mi consente di ubriacarmi e di arrvare indenne alla chiusura. Speriamo.

-Sai che ci vorrebbe in serate come queste?Un bel cannone. Sarebbe l'unico modo per uscire indenni- dice Paolo -e senza denunce penali a carico.

Aggiunge guardando la faccia schifata con cui bevo il mio ormai long gin tonic island, e le occhiate di puro odio che lancio al luogo dove il mio cocktail (e anche i miei vestiti, se andiamo a vedere) sono stati rovinati.

-Aspetta, aspetta...-dice Francesca inizando a cercarsi nelle tasche- devo averne un paio qui.

Così ci fermiami tutti e tre a guardarla in adorazione e aspettativa, fino a quando lei non ci delude. -Credo di averla lasciata a casa- dice -non volevo rischiare che ci fermassero per strada. Scusate se vi ho illusi.

In effetti, la sua Punto gialla viene sempre fermata ai posti di blocco, chissà come mai.

-Mannaggia a te, alla tua macchina da Tony Tarallo e a noi che la usiamo sempre. Per il tuo compleanno facciamo colletta e ti compriamo l'Slk, almeno non ti fermano.

Le dice Vittorio.

-Stocazzo che guido un Slk- dice lei -piuttosto ritiratemi la patente sulla Yellowpoint car.

Ebbene sì, la sua macchina ha anche un nome. Decisamente, non può cambiarla, con un Slk poi. Tra l'altro ce la vedo, i piercing i tatuaggi il dreadlock che scende sulla spalla sinistra alla guida di un Mercedes. Sarebbe molto più realistica su un unicorno.

-E comunque- aggiunge -possiamo sempre cercare.

-Qui???

Chiedo io incredula.

-Tanto peggio di così non può andare no?- Risponde lei.

-Già. Io proverei a chiedere al vostro amico. Almeno sfruttate le conoscenze no?

-Questo farebbe di noi delle gran brutte persone, sfruttare il nostro amico per i nostri secondi fini- dico io, con il mio migliore ghigno malefico -me gusta!!

Ed è vero, sono una brutta persona, e adoro esserlo.

  
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