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Autore: smarsties    09/07/2013    8 recensioni
Sono passati due giorni dalla fine del reality e la parola d'ordine è "dimenticare". Piuttosto difficile se trovi lavoro nello stesso quartiere in cui abitano il tuo ex e la ragazza con cui ti ha tradita.
Spinti dal rancore, Duncan e Courtney daranno il via a un'intensa e a lungo andare ridicola sfide tra coppie, coinvolgendo rispettivamente Gwen e John, collega di lei. La demenzialità della situazione, però, potrebbe fornire la giusta spinta per maturare e, chissà, forse anche pedonare.
***
Dal settimo capitolo:
La ragazza venne sbattuta qua e là come una bambolina di pezza, per poi cadere – per pura coincidenza – sul petto di Duncan. Si aggrappò con forza alla sua maglietta, per evitare di cadere… peccato che a terra ci finirono entrambi.
Si ritrovarono stesi sul suolo, lui sotto e lei sopra. La situazione era alquanto critica.
Avrebbe voluto tanto rimanere accoccolata per un po’ sul suo petto, come ai vecchi tempi.
***
Non tiene conto dei fatti successivi ad A Tutto Reality: il Tour.
Genere: Demenziale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia inversa: quando tutto va come non dovrebbe'
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Sono passati due anni dalla fine del reality.
Gwen è tornata da Trent e Courtney è felicemente fidanzata.
Duncan è rimasto solo, a deprimersi e ricorda, con nostalgia, i vecchi tempi passati assieme alla sua principessa …
Nah, ma stiamo scherzando? Questa è la storia inversa!
Ad essere sinceri, mi sarebbe piaciuto vedere il nostro “caro” punk nelle vesti del depresso, un’altra volta.
Rifacciamo tutto.
Sono passati due giorni dalla fine del reality.
Dimenticare. Ecco l’obbiettivo di tutti. Dimenticare quello stupido show e alcuni lo desiderano più di altri.
Gwen e Duncan stanno - ovviamente e purtroppo - ancora insieme e Courtney è sola ed è tornata ai suoi studi.
 

***
 

 

Domenica

 

Courtney se ne stava nella sua camera a studiare per l’esame di ammissione all’università.
Il suo libro era ormai pieno di segni indelebili gialli.
Ripassava per l’ennesima volta la stessa cosa; voleva avere la certezza di ricordarsi tutto.
Il prossimo passo sarebbe stato quello di fare una breve sintesi o, perché no, uno schema riassuntivo.
Prese un foglio dalla pila accanto a lei ma, quando mise la mano nel portapenne, si accorse che non aveva nessun utensile per scrivere.
Scattò in piedi e si mise alla ricerca di una penna o di qualsiasi altra cosa potesse scrivere, sfasciando gran parte della camera.
Possibile che non ci sia nulla?
Non poteva averle perse tutte, lei era così ordinata!
Alla fine, sotto il cuscino del letto, trovò una penna blu.
-Sì!-esclamò soddisfatta.
Tornò a sedere, ma quando provò a scrivere …
-Oh ma dai, è scarica!-
Buttò la penna che, per puro caso, finì fuori dalla finestra, provocando un buco nel vetro.
-Grande, ora mi toccherà chiamare anche il vetraio! E non ci sono nemmeno penne!-constatò Courtney ringhiando.
Afferrò al volo la borsa e controllò velocemente il denaro.
Cinque dollari. Buono.
Prese le chiavi di casa, appoggiate su un mobile di vetro all’ingresso e uscì di casa.

 

***
 

Sinceramente, non sapeva dove andare. I negozi, di domenica, erano tutti chiusi.
O almeno, era quello che pensava.
Si dovette ricredere quando vide, dall’altro lato della strada, una cartolibreria aperta.
Questo sì che è un colpo di fortuna.
Courtney spinse la porta a vetro per entrare ma fu costretta a fermarsi non molti metri dopo.
La scena era questa.
Alla cassa c’era già una vecchietta e il cassiere, un ragazzo dai capelli bruni che gli coprivano gran parte del viso, stava quasi per esplodere.
-Glielo dico per la centesima volta, qua non ci sono le dentiere!- urlò scocciato.
-Ah, davvero?-
La cliente cacciò dalla borsa una lista.
-Mi scusi, avevo sbagliato. Mi servirebbero delle matite … delle matite? Ma ce le ho già a casa. Mio nipote è veramente sbadato … no, aspetta. Sono i fogli di carta che ho già. O forse erano gli appunta matite?-
Il ragazzo era sul punto di esplosione.
Come biasimarlo!
Sparì per un secondo dietro al bancone, per poi tornarne con le braccia piene di oggetti.
-Sa una cosa? Le regalo una fornitura gratis di tutto per dieci anni. L’importante è che se ne vada via, non si deve mai più fare vedere!-
Imprecando qualcosa di indecifrabile, iniziò a lanciare di tutto e di più verso l’uscita.
Beh, la porta era andata!
La vecchietta corse – e dico corse – a recuperare tutti gli oggetti.
-Ingrato!-bofonchiò prima di sparire dietro un angolo.
Data la sua eterna fortuna, Courtney pensò di andare a trovare un’altra cartolibreria.
-Dove vai? Non ti serve nulla?-la bloccò una voce.
Si voltò ed incrociò per un attimo lo sguardo del cassiere.
-Ehm, ecco io … e al diavolo, sì!-
Era già nero di suo, inutile trovare scuse.
-E se non vuoi fare la stessa fine di quella signora, ti conviene darti una mossa.- la minacciò quasi.
Ma puntando lo sguardo verso il basso, si accorse che il denaro era già lì.

***
 

Courtney si incamminò verso casa con in mano una bustina di plastica.
Facile corrompere uno stupido ragazzo con la storia della ragazzina debole e incapace.
Come se lei lo potesse essere veramente …
Una volta dentro l’atrio del suo palazzo, ritirò la posta.
Solo una lettera.
La afferrò e prese l’ascensore.
Le portiere la inghiottirono e la lasciarono libera una volta sul pianerottolo del terzo piano.
Infilò la chiave nella toppa e, con uno scatto, spalancò la porta.
Doveva ammettere che la lettera la incuriosiva.
Mollò tutto sul divano e la aprì, grazie all’aiuto di un taglierino.
Una volta letto il contenuto, si congelò.
 Era una bolletta per pagare l’affitto della casa.
Come diamine faccio ora?
Era completamente al verde, senza ricordare che non aveva vinto il montepremi di quell’assurdo reality.
Certo, non poteva chiedere ai suoi genitori.
A parte che abitavano ad Ottawa, era già tanto che gli pagavano gli studi!
Se gliel’avrebbe chiesto, di certo non sarebbe vissuta.
La soluzione era una sola: trovarsi un lavoro.
Sapeva che non ne avrebbe mai trovato uno alla sua altezza, ma in futuro le sarebbe tornato utile.

 

***
 

Courtney era davanti al suo computer portatile, regalatole per Natale, sorseggiando una tazza di tè.
Stava navigando su un sito di annunci, alla ricerca di un qualcosa di decente.
-Perfetto.- sussurrò cliccandone uno.
Avrebbe lavorato in un bar, a dieci minuti da casa sua. Se l’avessero assunta, avrebbe dovuto prendere l’autobus ogni mattina.
Non era il massimo ma, almeno, poteva contare su un buon salario.
Lesse l’indirizzo.
Victory Street, 55.
Sarebbe andata lì, l’indomani mattina.

 

Era solo l'inizio della sua carriera.
Sentiva così vicino ormai il suo obiettivo, anche se non lo era affatto.

Finita l’università, si sarebbe concentrata solo su se stessa e avrebbe puntato alto.

Nessuno poteva fermarla, niente e nessuno.
Non poteva contare sugli altri, era sola. Ma non ci pensava.
In quel momento, era l’ultimo dei suoi pensieri.
 

Si incamminò verso la cucina, per poggiarvi la tazza ma, quando uno spiffero d’aria la fece rabbrividire, si ricordò di un piccolo particolare. Il vetro era ancora rotto.
E lei che sperava di andarsene a dormire prima!
Doveva apparire in forma, per domani.
Prese il suo palmare e compose un numero sulla tastiera …

 

***
 

Erano sempre i soliti, Gwen e Duncan.
Per il loro ritorno, avevano organizzato una festa con i loro amici più stretti. Nessuno di quei babbei – come li chiamavano loro - del reality.
In pratica, una ventina di persone in uno squallido appartamentino di periferia.
Il salotto era, ormai, quasi del tutto distrutto.
Rimasto intatto solo il tavolino con le cibarie e il mobile dove poggiava la radio, accesa e che sparava musica punk a tutto volume.
Si stavano dando un gran da fare. Fin troppo.
Qualcuno suonò al campanello. Andò ad aprire il punk.
Si materializzò, davanti a lui, un uomo sulla cinquantina dai folti capelli neri, simili al parrucchino di una persona che li aveva torturati per tre stagioni, alias Chris. Solo che, diversamente da lui, questo aveva degli occhi verdi che, in quel momento, stavano lanciando delle stilettate.
-Cos’è tutto questo caos?- chiede quasi ringhiando.–E’ mezzanotte passata e qui state dando una festa? Possibile che non ci sia un secondo di pace con te, razza di scostumato? Spegnete la radio!-
Duncan fece finta di non sentirlo.
-Come scusi? Vuole che alziamo il volume? Ehi ragazzi, musica a tutto spiano!-
-Sei duro d’orecchi? Abbassa il volume!-
-Più alto gente, più alto!-
-Mi piacerebbe tanto conoscere i tuoi genitori. Almeno, ci penserebbero loro a te.-
Ghignò.
-Forse non mi conosce bene … ora, diamoci dentro!-
Gli sbatté la porta in faccia e se ne tornò dal resto della banda.

 

L’aveva vinta, di nuovo.
Da quando si era trasferito in quel palazzo, aveva levato la vita a quel signore.
Lo stesso che, un paio di volte, aveva chiamato la polizia, per qualche suo scherzo innocente.
In fondo, si era solo infiltrato in casa sua e aveva dato fuoco alle sue riviste, causando un incendio.
Ed ora che c’era anche Gwen …
Forse lo stava istigando un poco al suicidio … ma chissene frega!
Lui era Duncan, se ne infischiava di tutto e di tutti e nessuno poteva comandarlo a bacchetta.
Tantomeno lei, la ragazza di cui si era perdutamente innamorato e la stessa che, neanche un mese prima, aveva tradito per un’altra.
Ehi, voleva cambiarlo!
Si era semplicemente ribellato ed ora era molto più felice.

 

-Chi era?-gli chiese Gwen vedendolo tornare da lei.
-Nessuno di importante.-
E tornò tutto come prima.
Come se non avesse suonato nessuno.
Come se non fosse successo nulla.
 
 
 
 


 

Angolo della pazza:
La mia terza long *w*
Una cosa totalmente nuova, se mi è concesso dirlo.
Fortunatamente, mi è concesso ^^”
Tranquilli, non ho abbandonato le mie altre storie ma questa dovevo ASSOLUTAMENTE postarla!
Allora che ne pensate?
Avete capito chi è il cassiere?
E chi è la vecchietta?
Chi ha letto A Tutto Reality: Il College, sa chi sono :D
Ho ricontrollato e sono più che sicura che non ci siano errori … spero.
Questa storia è corta quindi, per il momento, mi concentrerò su questa.
Ci si vede, gente.

Solluxy <3
 

  
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