Anime & Manga > I cinque samurai
Segui la storia  |       
Autore: SoltantoUnaFenice    09/07/2013    3 recensioni
Touma aveva una busta in fondo al cassetto del comodino. Era una busta di carta gialla, un po' ruvida, e conteneva qualche decina di fotografie. Per prenderla bisognava spostare un po' di cose – la scatola che conteneva l'orologio di suo padre, un blister di compresse per il mal di testa, un quadernetto nero tutto sgualcito e anche due o tre caramelle mezze sciolte che avevano troppi anni per essere ancora commestibili. - ma non era importante, perchè non gli capitava di tirarla fuori molto spesso.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Svoltarono l'angolo della casa, e finalmente trovarono il cortiletto piastrellato che si vedeva dal terrazzo. Touma era immobile al centro, gli abiti strappati in più punti, il sangue che cominciava a intridere la stoffa dei jeans e della camicia. Si chinarono attorno a lui, stando ben attenti a non toccarlo. Nonostante il pallore spettrale e le labbra scure, era ancora vivo. Emetteva leggeri suoni soffocati, come rantoli. Si stavano formando diversi ematomi, attraversati da graffi più o meno profondi. Appena sotto il ginocchio sinistro l'osso si era spezzato, lacerando la pelle.
Seiji cercò di recuperare la freddezza, doveva capire come stava e doveva intervenire prima possibile.
Quando aveva scoperto di possedere poteri curativi, anni prima, aveva cominciato ad agire guidato dall'istinto, canalizzando fuori di sé l'energia positiva che gli veniva dalla luce e dal proprio cuore.
Per ferite semplici o visibili dall'esterno era più che sufficiente, ma col tempo aveva capito che in condizioni più gravi aveva bisogno di un metodo, una sorta di immagine in cui tradurre ciò che percepiva.
Chiuse gli occhi, allungò la mano destra davanti a sé, e cercò di visualizzare lo stato in cui versava Touma. Il corpo del suo Nakama gli apparve come un oggetto nero, opaco, attraversato in più punti da crepe rossastre, o bianco dorate, da cui filtrava una luce pulsante. Le interpretò come fratture, ma nessuna di esse sembrava più grave di quella visibile sulla gamba. C'erano però due chiazze rossastre che lo misero in allarme. Una si allargava dalla tempia destra, l'altra occupava metà del petto. Si concentrò ancora di più, e percepì una forte pressione, insieme alla sensazione di qualcosa di umido e gorgogliante. Capì che si trattava di un polmone. Due costole si erano spezzate, perforandolo, e stava collassando. Si concentrò sulle costole. Spinse su esse la propria energia, fino a riportarle nella loro posizione originale. La luce bianca che stava immettendo nel corpo di Touma crepitò lungo le due ossa, rinsaldandole. Poi cercò di sanare la lesione del polmone. Cominciava a sentirsi stanco, sentiva nelle ossa gli strascichi dell'attacco subito poco prima, e la testa cominciava a pulsargli. Ma non poteva ancora fermarsi. Visualizzò il sangue che si era riversato nel polmone, e cercò di imprimergli una spinta verso l'esterno. Posò la mano sul petto di Touma e pensò intensamente “Vai.”
Il sangue risalì la gola e si riversò fuori dalla bocca di Touma, che si contorse in uno spasmo. La stessa spinta con cui aveva espulso il sangue gettò Seiji fuori dalle proprie percezioni. Sbattè gli occhi più volte, cercando di mettere a fuoco. Vide davanti a sé Shin che teneva Touma tra le braccia. L'aveva sollevato nel momento in cui si era contorto per espellere il sangue, e lo osservava con apprensione. Seiji percepì anche un paio di braccia attorno al proprio petto. Era Shu, che lo stava sostenendo alle sue spalle. Si accorse di essere coperto di sudore freddo, e privo di equilibrio.
“Come sta?” chiese Ryo.
Seiji scosse la testa. “Non ho ancora finito.”
Cercò di nuovo la concentrazione, e si immerse nell'immagine rosso scuro che percepiva sul lato destro della testa. Cera un danno, ma non riusciva a crearne una immagine logica. Forse era un trauma cranico. Cercò di visualizzare qualcosa che lo guidasse, ma sentiva solo confusione e malessere, e la sensazione di essere schiacciato sotto una pesante coltre. Cominciava a sentire le forze venire meno, così cercò di farsi guidare dall'istinto. Richiamò tutta l'energia che potè, e la riversò su Touma. La vide agitarsi e contorcersi all'interno della testa. Quando non riuscì più a contenerla, la lasciò fuggire lungo tutto il corpo. Usò le ultime energie per uscire da lì, poi non sentì più nulla.
 

- o -

 
Ryo era seduto alla scrivania della camera da letto, a cavallo della sedia, in modo da poggiare i gomiti sullo schienale e poter osservare il letto su cui avevano adagiato Touma. Pochi minuti dopo che Seiji aveva perso i sensi si erano raggruppate nuvole nere e dense, e aveva cominciato a piovere fortissimo. Quello che agli altri abitanti della città poteva apparire come un improvviso temporale, per loro era chiaramente collegato alle misteriose forze da cui erano stati attaccati. C'era qualcosa di elettrico in quella pioggia, che li faceva sentire deboli.
L'energia liberata da Seiji sembrava aver guarito molte delle ferite di Touma. Solamente quella al ginocchio era ancora visibile, anche se meno scomposta, e avevano cercato di steccarla. In altre condizioni avrebbero aspettato conoscere meglio le condizioni dei compagni prima di arrischiarsi a spostarli, ma erano certi che fosse pericoloso rimanere lì fuori, esposti a quella pioggia ed a possibili altri attacchi, così erano tornati in casa, senza sapere cosa aspettarsi.
Shin entrò nella stanza, portando una bacinella piena di acqua ed alcuni asciugamani bianchi. Si sedette sul bordo del letto, facendo attenzione a muovere il materasso il meno possibile, e cominciò a lavare via il sangue incrostato di polvere dalla pelle pallidissima del compagno. Ryo osservava entrambi, come ipnotizzato dalla delicatezza dei tocchi con cui pian piano stava facendo scomparire ogni traccia di sporco.
Accanto al letto, su uno dei futon presi dalla camera degli ospiti, giaceva Seiji.
Seduto a terra accanto a lui, Shu gli accarezzava distrattamente i capelli, sovrappensiero. Avvicinò le labbra alla sua fronte, un gesto che aveva visto fare a sua madre mille volte.
“Ha un po' di febbre.”
“E' molto debole... forse dovremmo dargli qualcosa.”
“Non so...  - Shu si allungò a prendere una delle salviette sul letto – vado a bagnare questa.”
Shin guardò Ryo. Da quando erano rientrati non aveva ancora detto una parola. “Dovresti riposare”
“Dovremmo farlo tutti. Ma non voglio lasciarli soli.”
“Non ti preoccupare. Resterò io qui con loro. Quando sarò stanco vi chiamerò.”
“Certo, come no! - Sbuffò Shu, rientrando nella stanza e cominciando a tamponare la fronte di Seiji con la salvietta fresca – Shin, tu non farai il primo turno.”
“E perché no, scusa?”
“Perché ti conosco, e so che alla fine ci lascerai dormire e non riposerai nemmeno un minuto.”
“No, io...”
“Tu andrai di là a stenderti un po' con Shu, – Lo interruppe Ryo – qui resterò io. Ho tanta di quell'adrenalina in corpo che non riuscirei comunque a chiudere occhio.”
“Ma...”
“Avanti, filate di là. Giuro solennemente che tra un paio d'ore vengo a chiamarvi.”
Prima che Shin potesse obiettare ancora, Shu lo sollevò per un braccio e lo spinse verso la camera degli ospiti.
 

- o -
 

Quando Shu uscì dal bagno, Shin era in piedi davanti alla finestra. Aveva ancora i capelli bagnati di pioggia, e sembrava immerso nei propri pensieri.
“Avanti, vieni a stenderti un po'.”
“Forse... forse dovrei andare a controllare se la febbre di Seiji è cresciuta.”
Shu sollevò gli occhi al cielo. “C'è Ryo. E tu hai promesso che avresti riposato. – Gli sfilò la maglietta bianca, intrisa dell'acqua che gocciolava giù dalla zazzera. – Andiamo.”
“Vai tu, Shu. Io non riesco...”
“Shin! Possibile che ogni volta ti si debba obbligare ad occuparti di te stesso?!” gli buttò un asciugamano in faccia, ma lui si limitò a prenderlo tra le mani, senza usarlo. Shu si avvicinò a grandi passi, lo fece inginocchiare sul futon e cominciò a strofinargli i capelli con vigore. “A volte mi chiedo come tu possa sopravvivere quando nessuno di noi ti tiene d'occhio!”
“Smettila...”
Voleva essere una risposta seccata, ma si rese conto che, come sempre, la tensione alla fine stava avendo la meglio su di lui. Shu gli infilò dalla testa una maglietta pulita, e Shin si rese conto che di quel passo non sarebbe riuscito a trattenere oltre le lacrime. Odiava piangere, ma le attenzioni di Shu  erano la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Quando qualcuno si occupava di lui, soprattutto se si trattava di uno dei suoi Nakama, si sentiva ancora più debole e vulnerabile. Era come dover ammettere di aver bisogno degli altri, e ne era terrorizzato.
Si premette una mano sulla bocca, cercando inutilmente di non singhiozzare.
Shu si limitò ad abbracciarlo alle spalle, senza dire nulla, e posò la fronte sulla sua nuca.
“Mi dispiace...”
“E di cosa?”
“Lo sai. Vorrei essere più forte di così, ma...” Vedere i suoi nakama in queelle condizioni era l'aspetto peggiore di quella loro strana esistenza, e Shin faceva sempre più fatica ad attingere alla propria virtù.
“Shin, siamo stati attaccati da qualcosa che non conosciamo, Touma e Seiji stanno male, non sappiamo cosa aspettarci... cosa c'è di male ad essere tesi? Lo siamo tutti”
“Già. Ma voi non vi sciogliete in lacrime come faccio io!” Più che sciogliersi, Shin le stava già ricacciando indietro, e Shu strinse le labbra con disapprovazione.
“Stronzate! Ognuno reagisce a modo suo. Io ho le mani che mi prudono talmente tanto che uscirei là fuori per fare una strage di qualsiasi cosa ci aspetti, e Ryo è di là immobile da mezz'ora e si sta sicuramente macerando in chissà quali angosciosi pensieri... avanti, perché non la smetti di dire sciocchezze e non ti stendi un po' qui con me?”
Shin sospirò, ma non si mosse.
Shu si buttò all'indietro, trascinandolo con sé, poi coprì entrambi. Lo fece girare in modo che poggiasse la testa sulla sua spalla. Rimase ad ascoltare il suo respiro che pian piano tornava regolare, concentrandosi solo su quello per riuscire a riposare un po'.
 

- o -
 

Ryo girò il collo per scioglierlo un po'. Era immobile e teso da così tanto tempo che le spalle gli facevano male. Controllò la fronte di Seiji, e fu contento di trovarla più fresca. Anche Touma aveva un colorito meno cinereo, anche se sotto gli occhi erano comparsi due segni scuri e scavati.
Voltò il palmo della mano destra verso l'alto, e lasciò che vi si materializzasse la sfera della Yoroi. Il kanji della virtù pulsava di una luce debole e sfocata. Presto sarebbe stato di nuovo il momento di combattere.
L'ultima volta che avevano dovuto indossare le armature era stato un anno e mezzo prima, il giorno del terribile terremoto che aveva sconvolto il loro paese. Il pensiero di tutti loro era subito corso a Sendai, ma avevano sentito dopo poco che Seiji era vivo e stava bene, nonostante tutta la rabbia e lo sconcerto che potevano percepire attraverso il loro legame.
Dopo poche ore, però, avevano sentito tutti il fortissimo impulso di correre là. Era stato facile capire che si trattava di un impulso dettato dalle armature. Avevano corso di notte, lungo le strade interrotte e tra le case distrutte. Avevano fatto violenza a loro stessi per non fermarsi ad aiutare, il rintocco delle Yoroi che ripeteva loro che era un altro il compito che gli spettava.
Si erano fermati sulla costa: era tutto talmente irriconoscibile che credevano non avrebbero mai trovato Seiji, ma all'improvviso si erano riuniti tutti, senza sapere nemmeno dove. In un largo spazio aperto, forse un piazzale per lo scarico delle merci, avevano saputo perché erano lì.
Nel terreno si era aperta una voragine enorme, che vomitava Spiriti della Terra. Uscivano a decine, vorticando e sibilando così forte che l'aria era torbida e irrespirabile. Si nutrivano della paura e della disperazione delle persone, aleggiando sulle macerie.
Unendo i loro poteri i Samurai erano riusciti a ricacciarli da dove erano venuti, e Shu era riuscito a liberare un Gen Tessai talmente potente che aveva richiuso la terra, riempiendo la voragine e lasciando al suo posto un enorme cratere profondo pochi metri che era apparso inspiegabile a chi aveva lavorato per ricostruire l'area.
Ryo sobbalzò al tocco di una mano su una spalla.

“Shu. Non dovevi riposare un po'?”
“Ho sonnecchiato per due ore. Ora vai un po' a stenderti tu, ok?”
“D'accordo. In realtà ho anche un po' fame.”
“A questo penso io!”
Shu si diresse in cucina, l'idea di uno spuntino era già qualcosa per tirarsi su il morale. Aprì il frigo e rovistò nei vari box che la madre aveva preparato per lui e i suoi amici. Nel vedere tutte quelle squisitezze gli venne un po' di magone. Era partito da casa soltanto il giorno prima, ed erano successe così tante cose che gli sembrava già un passato lontano. Ma Shu era un carattere positivo e ottimista, così afferrò un po' di cose buone, se ne cacciò in bocca una e si disse che se la sarebbero cavata anche quella volta, e quel passato lontano sarebbe tornato ad essere il suo presente.
 
 

- o -
 
 

Ryo si avvicinò alla finestra. Continuava a piovere forte, le nuvole erano così fitte e così nere che sembrava quasi notte. Il cielo cominciò ad essere scosso dal rimbombo di tuoni così forti e vicini che i vetri delle finestre tintinnarono. Si accorse subito che stava di nuovo cambiando qualcosa. Sentì il rintocco della Yoroi farsi sempre più forte e veloce, e con la coda dell'occhio avvertì presenze sfuggenti fuori dalla casa. Sembravano ombre che si allungavano sulle facciate dei palazzi circostanti, divenendo più nitide e spaventose ad ogni lampo che illuminava il cielo.
Capì che erano attirate dalle loro armature. Il sogno di quella mattina gli fece pensare che cercassero la sua in particolare. Guardò Touma e Seiji, e seppe che doveva allontanarsi da lì.
Indossò l'undergear. Corse in sala e da lì nella terrazza. Saltando da un balcone all'altro fu a terra in pochi istanti, poi prese a correre lungo la strada, cercando di mettere più distanza possibile tra sé e la casa.
Si fermò in un largo spiazzo, un parco in cui Touma li aveva portati diverse volte. L'undergear nera come la pece, la pelle scura e i capelli intrisi d'acqua e lucidi come ali d'uccello lo facevano sembrare una creatura della notte.
Sentì che stavano arrivando, e si preparò ad indossare l'armatura, ancora una volta...
 
 
 
 
Un paio di note, di cui una aggiunta mooolto dopo:
0) Quando ho scritto questa storia, ormai 3 anni fa, non conoscevo così a fondo questo anime e tutti i risvolti derivanti da libri, drama cd, etc. Avevo trovato in giro la tradizione fandomica del potere di guarigione di Kourin, e l'ho adottato nella trama. Ho chiesto in giro, ma non sono riuscita a tisalire al nocciolo della questione. Ed essendo un tipo un tantino impaziente, non me ne sono preoccupata più di tanto, perché ancora non avevo idea della forma che avrebbe preso il mio universo narrativo. A dire il vero, non immaginavo che avrei finito con lo scrivere tutte storie appartenenti allo stesso universo, e che quindi avrei fatto i conti con questa scelta anche nelle mie storie successive. Quando ho scoperto che questi poteri curativi in realtà non sono canon, avrei voluto eliminarli dalla storia (sì, sono un po' pignola), ma l'avrebbero modificata davvero troppo, e ho dovuto rinunciare. Ma il pallino m'è rimasto, ed alla fine ho trovato una soluzione a modo mio. Perciò ho deciso che questi poteri si siano manifestati dopo la distruzione della Kikoutei (e dopo smillanta capitoli e varie ff ho spiegato anche il perché), e ho finito col toglierli a momento debito (se andrete avanti a leggere le mie storie, scoprirete come. ^__-)
Ed ora, torniamo alle note originali:
1) Ho cercato di documentarmi un po' a proposito dell'opera di “guarigione” di Seiji. Resta il fatto che di medicina capisco poco, quindi se per caso ho scritto delle fesserie, siete caldamente invitati a farmelo notare!
2) Sono stata indecisa all'infinito se inserire o meno l'attacco degli spiriti della terra. Il fatto è che continuavo a chiedermi se parlare di una tragedia come il terremoto del Giappone in una cosa ludica come una fic potesse essere di cattivo gusto. Spero di non essere stata superficiale nel parlarne, ai lettori l'ardua sentenza...
Grazie a tutti! ^___^
 
 
 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > I cinque samurai / Vai alla pagina dell'autore: SoltantoUnaFenice