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Autore: niky999    09/07/2013    3 recensioni
" Mi vuoi dire come mai hai così tanta difficoltà ad amare? "
Io rimasi in silenzio per qualche secondo. No, non avevo nessuna difficoltà a farlo, o almeno era quello che credevo.
" Perché nulla si dimentica. La ferita scompare, ma la cicatrice rimane! " sbottai, alzando il tono della voce.
" Tu non hai ancora capito che ti amo! Ti amo Gwen, ti amo follemente! E' difficile da capire? "
A quella dichiarazione rimasi paralizzata, come se qualcuno avesse improvvisamente bloccato lo scorrere del tempo. " E' questo il punto! Ti ostini a non capirlo! " mi si avvicinò pericolosamente, poi giocherellò con un mio ciuffo di capelli, mi accarezzò la fronte, scese alle tempie, alle guance e poi alla bocca. Il mio respiro si arrestò all'improvviso.
" E' bello sapere che ogni volta smetti di respirare a causa mia. " mi sorrise dolcemente.
Farfalle nello stomaco, vista annebbiata, cuore infiammato e incredibile voglia di gettarsi fra le sue braccia: chiari sintomi di quell'amore che, seppure impossibile, tenti sempre di raggiungere. Di quell'amore per cui saresti pronta a morire pur di preservare.
" Voglio te Gwen, voglio solo te. " mi sussurrò all'orecchio, poi si piegò leggermente e mi baciò.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Voglio solo te




 
 
“Ok Gwen, hai ragione. E’ uno stronzo. “ 
“ Non me ne parlare .. “ singhiozzai.
“ Però, prima di parlare di questo, volevo approfondire il discorso di quel simbolo. Posso vederlo? “
“ Certo. “ scostai leggermente la canottiera e glielo mostrai.
“ Non toccarlo! Potrei avere un’altra vertigine! “ Ellen stava per sfiorarlo ma glielo impedii categoricamente.
“ E’ strano … non ho mai visto nulla di simile. Potrei fare qualche ricerca ma .. non credo di trarne qualche risultato. L’unica soluzione sarebbe parlarne con Jeson “ disse, scrutandolo attentamente e mettendosi a sedere.
“ Non voglio neanche sentirlo nominare Ellie, te l’ho già ripetuto dieci volte! “ esclamai spazientita, con ancora il trucco tutto colato.
“ Ok, ok, come vuoi! Ma se non gli parli tu gli parlo io. “ 
“ Sei matta? Non ha voluto dirmi niente e dovrebbe farlo con  te .. “ le risposi, voltandomi di scatto.
“ Tentar non nuoce Gwenda, ricordatelo! Comunque se vuoi sfogarti .. sono qui. “ mi fece un sorriso apprensivo.
“ Vedi, io pensavo che quel bacio fosse vero, che non avesse alcuna intenzione di rendermi in questo stato, invece eccomi qui. E poi non ci capisco niente. I simboli, le vertigini .. e quel bacio. Subito dopo le due incisioni sono scomparse … “ dissi, tra un singhiozzo e l’altro.
“ E’ veramente molto strano, ma credo che qui l’unico a capirne qualcosa sia proprio lui. Cercherò di parlargli e se necessario avrà un bel coltello giapponese alla gola! “ mi rassicurò lei, tirandomi una pacca sulla spalla.
“ Speriamo .. digli che comunque non voglio più vederlo! E soprattutto che è un lurido stronzo. Soltanto questo! “ le gridai, prima che uscisse come un razzo.
Da quando ero arrivata a casa sua mi ero rannicchiata in angolo e non avevo avuto più intenzione di uscirne. 
Mi trovavo in uno stato .. critico. Era come se qualcuno mi avesse tirato su da una buca e poi buttata dall’Everest.
Quel ragazzo … ancora faticavo a chiamarlo per nome. 
Perché non mi ero accorta fin dall’inizio che mi avrebbe solo provocato sofferenza? Perché ero stata così stupida?
E poi, se davvero avesse voluto curarmi da quei simboli, non avrebbe potuto dire: “ Ehi, un piccolo bacio e tutto guarirà. “ Ma certo che no, ha dovuto fingere in quel modo, farmi credere chissà cosa e piantarmi in asso!
Quanto lo odiavo! Se mi avessero dato da scegliere tra lui e Rey, avrei scelto sicuramente Rey! Almeno si era scusato e poi non aveva fatto sceneggiate.
Ma perché doveva capitare tutto a me? Perché? Cosa avevo fatto di male per meritarmelo? Non riuscivo proprio a capire …
La suoneria di “Diamonds” interruppe le mie riflessioni.
Afferrai il cellulare; numero sconosciuto.
“ Pronto? “ cercai di nascondere la voce singhiozzante di un attimo fa.
“ Gwenda, sono Rey. “ 
Io tacqui per qualche secondo.
“ Come cavolo hai avuto il mio numero? “ gli domandai sorpresa.
“ Non preoccuparti, me l’ha dato tu fratello. Senti, ti va di uscire stasera? Posso venirti a prendere tra cinque minuti. “ 
Rimasi in silenzio. In fondo, un’uscita non mi avrebbe fatto male. Forse sarei anche riuscita a distrarmi un po’.
“ Mmmh …. ok, però ora sono da un’amica. Puoi venire al parco? Sono proprio qui di fianco. “ proposi.
“ Certo, qualche minuto e sono lì. “
“ Bene e … in quest’uscita chi c’è? “ gli domandai speranzosa.
“ Io e te. Ma se vuoi puoi invitare qualcuno come posso farlo anch’io. “
“ No, va bene così, a dopo! “ 
Non appena attaccai, spiegai per telefono la situazione a Ellen, che mi disse che ancora non era arrivata da lui, per fortuna.
Mi alzai di scatto dal mio angolino, presi la mia roba e uscii di casa di corsa.
Fortunatamente, durante il breve tragitto, non incontrai nessuno.
Non avevo voglia di parlare con nessuno, ad esclusione di Ellie e Rey. Ero ancora in depressione per quello appena accaduto.
Non pensavo che il primo bacio con la persona che amavo così follemente divenisse tanto traumatico.
Cercai di riscuotermi da quei pensieri, chiusi gli occhi, feci un gran sospiro e continuai a camminare. 
Non potevo continuare così, dovevo assolutamente dimenticarlo.
Finalmente raggiunsi il parco e mi sedetti su una panchina.
L’acqua della fontana guizzava qua e là, e a volte mi giungevano alcune gocce.
Il piccolo soffio del vento e il lieve frusciare delle foglie mi calmò lentamente. Sembrava di essere a una lezione di yoga! 
“ Ciao Gwen. “ sentii qualcuno che mi stampò un bacio sulla guancia.
Mi voltai di scatto, era Rey. I suoi occhi zaffiro mi travolsero così come il suo rassicurante sorriso. Lo salutai con un cenno, ma per mia sfortuna non avevo tolto bene il mascara che mi era colato, e lui lo notò.
“ Hai pianto? “ mi chiese preoccupato, tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
Accettai il suo aiuto e mi pulii velocemente.
“ Scusami, preferirei non parlarne .. “ ecco che mentivo di nuovo. Avrei voluto parlarne invece, ma forse era meglio non rovinare quella serata.
“ Come vuoi tu. Dove vogliamo andare? “ mi chiese, cingendomi un braccio sulla spalla.
Io rimasi in silenzio. Dove cavolo saremmo potuti andare? Escludendo le discoteche e i locali .. in giro per la città? Troppo noioso, ma sarebbe andato bene comunque.
“ Andiamo verso la piazza? Poi vediamo. “ proposi sorridendogli.
Il primo sorriso dopo tutta quella disperazione!
“ Certo Gwen! “ 
 
“ Scusa se ti faccio questa domanda, non vorrei essere impertinente ma .. com’è morto tuo padre? “ gli chiesi, voltandomi verso di lui. 
Rey abbassò lo sguardo.
“ E’ morto di cancro. Come ti ho detto oggi pomeriggio, avevo solo sette anni. Ero davvero .. disperato. Per la mia piccola età ho sofferto molto la sua mancanza e ancora la soffro. La cosa che più mi ha dato sui nervi è che mia madre me lo ha tenuto nascosto per molto tempo … diceva che stava facendo un viaggio di lavoro che sarebbe durato tanto tempo, ma .. cavolo! Avevo sette anni! Non ero mica scemo! Questo è stato quello che mi ha fatto più soffrire! Io non ho potuto salutarlo! “ i suoi occhi erano pieni di lacrime.
Per un po’ ci fu un gran silenzio.
“ Mio padre … è morto in circostanze sconosciute.  E’ stato nove anni fa, è uscito di casa e non è più tornato. “ tagliai corto. “ Ora ho superato la cosa ma.. è brutto non sapere che fine ha fatto. “ spiegai.
“ Ti capisco. “ mi disse, con tono rassicurante.
“ Anch’io. “ 
Era bello avere qualcosa in comune con qualcuno, soprattutto con Rey, perché riuscivamo a capirci a vicenda. Non che Ellie non lo facesse, ma provandolo sulla tua pelle riesci comunque a capirne di più.
Finalmente tolse la mano destra sulla mia spalla! No, mi faceva piacere e anche molto, ma avevo la spalla surriscaldata! Il problema fu che me la cinse alla vita e così sfiorò con la punta dell’indice l’incisione.
La vertigine mi colpì di nuovo, ma molto più lievemente. Feci per svenire ma un braccio muscoloso mi afferrò appena in tempo.
Mi massaggiai dolorante le tempie.
“ Tutto bene? “ mi chiese preoccupato.
Solo ora mi accorsi che la mia schiena era completamente appoggiata al suo ventre e sempre e solo ora mi accorsi del suo fisico da pelle d’oca!
No, non solo ora. Avevo avuto modo di conoscerlo anche oggi pomeriggio, ma quella sensazione sembrava rinnovarsi ogni volta.
“ Sì, penso di sì, era solo un mancamento. “ lo rassicurai, portandomi una mano al viso e strofinandomi gli occhi.
A un certo punto vidi passare il gruppetto di ragazze più … noiose, fastidiose, invidiose, vanitose, piene di ragazzi della scuola.
“ Ok, possiamo ripartire. “ mi diede un altro bacio sulla guancia. A quella reazione, loro si avvicinarono con sguardo indecifrabile.
“ Un nuovo ragazzo, Gwenda? “fecero le siamo-le-più-belle-del-mondo, rivolgendo occhiolini e sorrisetti attraenti a Rey.
“ Dovrebbe riguardarvi? “ aggrottai la fronte.
“ Ehi Montrose, prenditi un calmante! Volevamo solo avvertire questo gran figo di riguardarsi da te. Quelle come voi  non hanno mai resistito a una storia d’amore per più di .. dieci minuti. “
“ Andiamo Rey, queste qui non sanno fare altro che le invidiose. “ feci, più acida che potei. Gli presi la mano e ci allontanammo, ma feci in tempo a sentire parole tipo: “ che gran figo! “ e “ tutti che ronzano intorno alla Montrose! “.
Avevo colto nel segno: invidiose.
“ Chi erano? “ mi chiese perplesso.
“ Troiette della mia scuola, lasciamole perdere … e poi su quello che hanno detto .. “
Mi mise un dito sulle labbra.
“ Shh, pensi che gli creda? “ fece Rey, che improvvisamente mi diede un altro bacio sulla fronte. Quando stavo con lui … non so, era come se ci fosse una stufa affianco al mio cuore. Ed era l’unico a trasmettermi queste emozioni!
Lo abbracciai più forte più che potei. Non seppi dire il motivo della mia reazione .. ma sentii l’assoluto bisogno di farlo.
Lui ricambiò il gesto stringendomi forte a sé e notai compiaciuta che le siamo-le-più-belle-del-mondo ci fissavano esterrefatte e come sempre … invidiose.
“ Gwen, voglio solo te “ mi guardò con i suoi color oceano, in cui tanto amavo disperdermi.
“ Vale lo stesso per me. “ gli sorrisi come meglio potei.
Pian piano i nostri corpi si fecero più stretti.
Ecco che il mio e il suo respiro si accorciarono all’improvviso. Mi accarezzò le guance con il suo solito, dolce sorriso e notai che fissava insistentemente la mia bocca. E poi di nuovo. Di nuovo le sue labbra sulle mie. Di nuovo quel calore che mi avvolse. Di nuovo quell’attimo meraviglioso che per un momento riusciva a farmi dimenticare tutto.
Mi mise le mani sulle guance cercando di spingersi il più possibile a me e cercò la mia lingua.
Mi sembrava che il tempo si fosse fermato all’improvviso e che tutto ciò che si trovava attorno a noi fosse improvvisamente scomparso.
Il suo amore faceva questo. Mi faceva dimenticare tutto e mi obbligava a pensare solo, unicamente a lui.
  
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