Le stelle paiono diamanti, da quanto brillano. Non è una novità, perché a Hoenn il cielo è sempre immenso e limpido nelle notti d'estate, uno spettacolo che le metropoli possono solo sognare. Le onde s'infrangono sulla sabbia creando un sottofondo soffuso, come un mormorio. È un cliché che infonde un siero di serenità negli animi dei due Coordinatori. Sono seduti sulla scalinata che conduce alla spiaggia di Porto Selcepoli, proprio dove s'incontrarono per la prima volta. Avvenne per caso, per via delle semplici scelte di prendere una boccata d'aria fuori dall'albergo e di allenarsi ancora con l'attacco Ventargenteo.

Con la coda dell'occhio Drew osserva Vera, che sta ammirando il panorama in silenzio. Abbandona il peso contro alla sua spalla perché è un po' stanca, nonostante abbia insistito per rimanere lì fino a mezzanotte. Gli viene da sorridere al ricordo di quella ragazzina di dieci anni, che prima saltava con finta grazia per prendere al volo i frisbee e poi gli imprecava contro, con la faccia tonda tutta rossa di rabbia: “Se ti va puoi prendere in giro me quanto ti pare, ma non ti azzardare a prendere in giro il mio Pokémon!” Come se fosse scoppiata una bolla di sapone, con un battito di ciglia ritorna al presente. Non è cambiato nulla, tranne una ciocca spettinata di troppo che la brezza ha fatto finire sulla fronte della rivale. Si sporge per sistemarla delicatamente, così lei si volta, sorpresa.

Sì, perché stava pensando al ghigno di quel ragazzino, il più arrogante che avesse mai visto, mentre con voce altezzosa diceva: “Per favore, non c'è paragone.” Quella mano che in passato l'ha bloccata come un insignificante e minuscolo Cutiefly, ha appena compiuto un gesto davvero dolce. Sorride spigliata e così, senza preavviso, lo bacia.

Non è la prima volta e nemmeno sarà l'ultima, eppure Drew ha un attimo di sussulto, dove il suo cuore fa un balzo. La Coordinatrice ridacchia sulle sue labbra fini, compiaciuta per quella reazione, sentendosi avvolgere istantaneamente i fianchi. Poi si ritrae di pochi millimetri e fa sfiorare le loro fronti, per guardarlo da vicino con i suoi vivaci occhi azzurri. «Buon anniversario» gli sussurra.

«Anche a te, principessa» le risponde lui all'orecchio, sfacciato ma anche soave. Come i petali della rosa che le porge poco dopo, conservata in attesa del momento giusto. Perché, in fondo, le vecchie abitudini non si perdono mai.