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Autore: Lachelle Winchester    10/07/2013    2 recensioni
Da una parte la vita normale, dall'altra la caccia: come si possono conciliare due tipi di vite così diverse? Quale vita prevarrà sull'altra? Può un cacciatore abbandonare definitivamente la caccia?
Seguito di La caccia continua
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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9-There's Something About Lachelle

Kansas

Le giornate scorrevano veloci e frenetiche per i Winchester, arrivati ormai a due giorni prima del matrimonio tra Sam, che continuava con gli studi e gli esami di giurisprudenza ed Emma ,che continua a fare la mamma a tempo pieno.
Lachelle in questi ultimi giorni era stata risucchiata dalla famiglia, da una miriade di parenti che neanche conosceva.
<< La famiglia non si sceglie, ti capita e devi tenertela così. >> disse Emma alla sorella mentre percorrevano il viale soleggiato, di ritorno dal negozio di scarpe dove la sorella minore aveva deciso di comprare l’ennesimo paio per il matrimonio.
<< Sarà, ma la famiglia per me è quella con cui cresci. >> rispose pensando a Bobby, Sam, Dean e Cass.
<< Comunque non è male uscire con te. >> proseguì la donna bionda che ogni tanto si accarezzava la pancia; Lachelle spostava lo sguardo ogni volta che lo faceva, ma capiva che non lo facesse apposta, anche lei lo faceva sempre con BobbyJohn. << Non che voglia criticarti, ma potresti vestirti più elegante qualche volta. >> aggiunse, ma la sorella si limitò a sorridere.

Quando arrivarono a casa di Muriel, l’Impala era parcheggiata avanti al garage e Dean era seduto al volante, immerso nella lettura del diario del padre.
<< Posso fare qualcosa per lei?. >> scherzò Lachelle raggiungendolo e affacciandosi dal finestrino.
<< Sono qui in città per degli affari di lavoro top secret, non posso parlarne. >> rispose lui alzando lentamente lo sguardo dal diario.
<< Siete dell'FBI? >> continuò a giocare lei, guardando gli occhi verdi che la scrutavano come se non la vedesse da tempo.
<< Non dovrei dirlo ma sto indagando su un caso strano. Ci sono due uomini e una donna, apparentemente non sembrano esserci collegamenti, ma tutti e tre sono morti nelle loro rispettive case e non ci sono tracce di assassini né segni di un tentativo di suicidio. >> spiegò lui ricapitolando quello su cui stava indagando da due giorni da solo, senza l’aiuto della cacciatrice che era molto impegnata con la famiglia.
<< E perché ti incuriosisce? >> gli chiese e lui le mostrò un foglietto bianco su cui era rappresentata una figura scura, robusta, con un grosso capo con due corna rosse, dello stesso colore della coda.
<< Un toro? >> si buttò ad indovinare mettendo a fuoco la figura.
<< Ho trovato lo stesso simbolo sul petto di tutti e tre i corpi che ho controllato. >> le spiegò mentre lei ascoltava interessata.
La voce roca di Muriel rimbombò dalla finestra e la Winchester fu costretta ad allontanare lo sguardo dal foglio per guardarla.
<< La Shelliii!! >> urlò con tono spaventato. << Corri, presto. >> aggiunse e i due si precipitano di corsa nella stanza di sopra. Quando arrivarono, spaventati che le fosse successo qualcosa, la trovano nascosta dietro la tenda con un giornale impugnato come una spada.
<< C’è qualcosa che si muove dietro la televisione. >> li avvertì indicando un mobiletto verde di vetro. I due si avvicinarono e sentirono il ronzio di un’ape, intrappolata in un calzino verde a strisce nere, che si muoveva a malapena fino a che non la lasciarono uscire.
<< E’ un’ape. >> disse quasi isterica Lachelle; erano giorni che Muriel la chiamava non appena aveva un secondo libero, così si costrinse a respirare lentamente e a non dire cose troppo avventate.
<< Avevo paura che fosse un topo, vuoi lasciare una povera vecchia indifesa? >> chiese guardandola con gli occhioni verdi e lo sguardo ingenuo, forse perché le dispiaceva di averli fatti spaventare in quel modo.
La donna non disse nulla e scese di corsa le scale per scaricarsi ed uscire di nuovo in giardino.
<< Però è strano. >> constatò Dean seguendola e prendendo posto accanto a lei, che si era appoggiata al cofano dell'Impala. Lachelle cominciò a lamentarsi di Muriel ma l’uomo la fermò.
<< No, dicevo che è strano che un’ape sia entrata in un calzino di Sam e non sia soffocata per la puzza. >> scherzò facendola ridere.

Dopo aver ragionato un po’ sul caso che Dean stava seguendo, Rose li raggiunse in giardino.
<< Dean, metti la firma della moglie del marito? >> chiese sventolando un foglio bianco tutto spiegazzato e mostrandogli gli occhietti dolci. Dean la guardò avvilito; erano giorni che lo seguiva con quel foglio pieno di scarabocchi, così prese la penna rosa e glitterata che gli stava porgendo e scarabocchiò qualcosa.
<< Non ne posso più di cose rosa e luccicanti e neanche di essere intrappolato in questo remake di Tutti pazzi per Mery. >> le confessò stanco.
<< Andiamocene, cerchiamo la nostra strada. >> gli propose la donna accarezzandogli la guancia, cercando di iniziare a fare un discorso serio, ma Muriel li interruppe di nuovo.
<< La Shelli, mi porti una cipolla si o no? >> gridò ancora una volta dalla cucina. La cacciatrice gli fece cenno di seguirla e prima di entrare in casa si fermò a cercare qualcosa in un cestino azzurro ma Dean sorrise, le si avvicinò e le tolse dalle mani il sacchetto che aveva preso. << Quello è l’aglio. >> la avvertì ridendo prima di entrare.

La caccia doveva essere un modo per riprendersi ma era anche un’opportunità per pensare al loro futuro, a cosa avrebbero deciso di fare; i Winchester avevano cacciato per tutta la vita e anche se desideravano una vita normale, avrebbero trovato sempre un motivo per continuare perché salvare le persone li faceva sentire meglio, grazie a loro altre famiglie potevano continuare a godersi la serenità che loro non avevano avuto. Dopo aver cenato ed aver promesso di occuparsi di Rose ancora per una notte perché i genitori non erano ancora tornati, salirono a bordo dell'Impala e tornarono a casa di Sam, stremati. La donna mise a letto Rose facendola addormentare pettinandole i capelli, poi quando finalmente si addormentò raggiunse Dean in salotto, scendendo lentamente le scale per non fare rumore. Il cacciatore era seduto sul divano col pc sulle gambe, immerso di nuovo nella ricerca del simbolo del toro dalle corna rosse.
<< L’hai presa a pugni? >> ironizzò lui vedendola scendere così presto.
<< Perché non rimandiamo le ricerche a domani? >> gli chiese parlando a bassa voce mentre gli si avvicinava con passo felpato, spostandogli il pc dalle gambe e prendendo il suo posto. Il Winchester fece resistenza, così Lachelle prese a massaggiargli le spalle, stringendo più forte le gambe avvinghiate ai suoi fianchi. Sussurrandogli all’orecchio gli promise di aiutarlo il giorno dopo col caso a patto che fossero andati a letto molto tardi.
Lui le sorrise alzando lievemente il labbro superiore, uno di quei sorrisi che facevano cadere Lachelle ai suoi piedi, un misto di stupore e malizia, dolcezza e complicità.
<< Cosa posso fare per farmi perdonare dell’assenza di questi giorni? >> gli chiese parlando molto lentamente, a voce molto bassa, trascinando la mano dai pettorali fino alle gambe.
<< Avrei qualche idea. >> la stuzzicò l’uomo, accarezzandole le cosce, salendo per l’addome fino ad insinuarsi sotto la canotta per accarezzarle i seni, causandole un brivido lungo la schiena.
L’orologio segnava le dieci passate quando Dean, solo con i boxer addosso, portò su per le scale la donna, a cui era rimasto solo un perizoma rosso col pizzo nero, che Dean non vedeva l’ora di portare via come aveva fatto col resto. Senza fare rumore raggiunsero la camera da letto in punta di piedi, entrando senza accendere la luce e lasciandosi cadere sul letto, ma proprio mentre il Winchester sta per sfilarle lo slip con foga, ansimando dall’eccitazione, avvertirono una presenza sotto le lenzuola.
<< C'è un'intrusa. >> gli sussurrò la donna all'orecchio, bloccandosi e cercando i suoi occhi nel buio e il proprio incubo si materializzò non appena lui accese la luce: Rose, sdraiata al suo posto, accanto ad un pupazzo enorme di Hello Kitty e il solito foglio pieghettato sul cuscino di Dean.
<< Tu sei intrusa. >> disse indicandola minacciosa col ditino minuscolo. << Questa è la mia stanza, adesso Dean è il marito della moglie. >> continuò sventolando ancora il foglio.
<< Fantastico, quindi ora siamo sposati? >> sbottò l'uomo prendendo il foglio indecifrabile a cui solo in quel momento riuscì a trovare un senso, guardando Lachelle fuggire per recuperare qualcosa da mettersi, concentrandosi sull’idea che mancasse poco prima che quest'incubo finisse. 

Il mattino seguente la cacciatrice si alzò molto presto per preparare la colazione ed aiutare Dean nella ricerca, dopo aver indossato dei calzoncini e una camicia al volo. Scese in salotto e cercò il foglietto col simbolo e quello con i nomi delle vittime e dopo una breve ricerca su internet scoprì che uno di questi, Johnny Cooper, era ricercato da settimane dalla polizia, indagato per omicidio, così come la donna, Chloe Evans, responsabile dell'omicidio del padre, Thomas Evans. Tutte le vittime erano di Lawrence e anche gli assassini, ma non trovava nulla che li collegasse all'altro uomo, Gerard Meson, la cui fedina penale era pulita.
<< Quindi stiamo dando la caccia a qualcosa o qualcuno che uccide criminali? >> ricapitolò Dean verso le nove, quando si svegliò e la raggiunse in salotto.
<< L'altro uomo non ha fatto nulla o almeno non è stato mai indagato. >> gli fece notare la donna rileggendo gli appunti trascritti sul foglio.
<< Altri collegamenti? >> chiese l'uomo, prendendo il solito caffè nero e lei lo guardò alzando le spalle. << Sono di Lawrence. A proposito, è a più di 3 ore e mezza da qui, come ci sei capitato? >> gli chiese. Dean posò la tazza del caffè sul tavolino e si sedette sul divano, con le gambe divaricate e i gomiti poggiati sopra, lo sguardo fisso a terra.
<< Io avevo già giurato a me stesso che non ci sarei più tornato e invece ci sono andato con Sam, poi quei maledetti angeli, nel passato e in paradiso… >> cominciò a spiegare, con la voce flebile, appena percettibile.
<< A casa tua? >> gli chiese dolcemente Lachelle, sedendosi accanto a lui per rassicurarlo; conosceva quell'espressione, quella tristezza e voleva fare qualcosa per non farlo sentire solo nell’affrontare qualsiasi cosa stesse affrontando.
<< Non voglio che la vendano per costruirci una nuova attività. >> sussurrò, deglutendo; in bocca aveva ancora il sapore del caffè misto all'amaro del dolore che in quel momento provava, mentre riviveva i ricordi della notte in cui aveva perso la madre, il fuoco, il calore, lui che portava Sam fuori dalla casa.
<< E’ casa tua, non c'è bisogno di aggiungere altro. >> lo consolò lei, percependo dove volesse andare a parare. Lo guardò fisso negli occhi, tristi e malinconici, intenti a scavare nel passato, così gli accarezzò il viso per riportarlo alla serenità del presente.
Il cacciatore propose di continuare le ricerche e dopo qualche ora Lachelle trovò qualcosa che sembra interessarle, così lo spintonò col gomito per svegliarlo perché si era addormentato sul divano.
<< Credo si tratti di uno spirito Aatxe, o meglio noto come Etsai. >> lesse ma lui la interruppe.
<< Noto, certo. Che cosa sono? >> chiese confuso.
<< E' uno spirito malvagio della mitologia basca identificato con la dea Mari. Un mutaforma, abitante delle caverne che assume sembianze umane per confondersi tra le persone, spesso appare come toro rosso e di notte attacca criminali, ladri, bugiardi e blasfemi. >> continuò a leggere ad alta voce.
<< Indipendentemente dal tipo di mutaforma c'è un solo modo per ucciderlo:una pallottola d'argento nel cuore. >> concluse Dean. << Sul toro ci siamo e anche sui criminali ma l'ultimo uomo, Gerard Meson, non ha nessun collegamento. >> le fece notare.
<< Andiamo a parlare con i familiari e diamo un'occhiata alla casa. Vengo con te, così siamo finalmente un po’ soli. >> gli propose la cacciatrice spegnendo il pc. Lui allungò il braccio e le fece segno di passarglielo, poi lo appoggiò sul tavolino accanto al divano e la guardò.
<< Finché Hello Kitty dorme siamo soli. >> sottolineò con sguardo peccaminoso, girandosi verso di lei. Gli occhi puntarono alla scollatura della camicia poi verso i suoi occhi, alzando leggermente il sopracciglio per ammiccare deciso a comunicarle le sue intenzioni.
<< Lachelle, mamma arriva oggi. >> la voce di Rose dal piano di sopra infranse ancora una volta le barriere che si erano innalzate intorno a loro, che li aveva isolati dal mondo per qualche minuto. << Devi farmi il bagno e lavarmi i capelli. >> continuò imperterrita mentre Lachelle guardava Dean avvilita. << Lachelle, vuoi venire? >> gridò alla fine.
<< Se solo me ne dessi il tempo. >> rispose lei alzandosi controvoglia dal divano, tra uno sbuffo e l'altro.
<< E’ la peggiore che tu abbia mai detto. >> le fece notare Dean, sempre più indeciso su chi dei fosse effettivamente meno pronto ad essere genitore. << Mi lasci ancora una volta da solo? >> scherzò.
<< Niente affatto. >> disse lei prendendogli la mano e conducendolo per le scale, costringendolo ad aiutarla.
Dopo aver lavato e profumato la bambina ed allagato tutto il bagno, la portarono da Muriel dove finalmente la consegnarono alla madre, ennesima parente di cui Lachelle non ricordava niente e non avrebbe più voluto vedere nella vita. In fretta si diresse fuori per  raggiungere l’uomo in macchina, pronta per allontanarsi per un po' da quel caos soprannaturale ed immergersi con Dean in quella che per loro era la vita normale: la caccia.

   
 
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