Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Ovis_Chan    10/07/2013    3 recensioni
Avete mai visto uno di quei soliti film ambientati nelle scuole più prestigiose d’America? Immaginate di trovarvi lì dentro. E’ bello, vero? Tutto alla norma, uniformi stirate con cura, ragazzi e ragazze da mozza fiato ogni metro cubo. E’ un vero e proprio paradiso per voi, non è vero? Ok. Adesso immaginatevi ME lì dentro. Un ragazzo 17enne, punk, che odia il mondo e che desidera solo tornare nella sua vecchia scuola, dove veniva completamente ignorato e non era la vittima giornaliera dei bulli. L’inferno per me è iniziato proprio quel giorno di autunno, quando mia madre ha deciso di mandarmi in quella fottuta scuola.
Primissima FF sui My Chemical. Vi prego, so che fa schifo, ma non uccidetemi! ToT
Genere: Demenziale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1. Welcome to the hell.

La sveglia suonò alle sette e come al solito, con il suo suono assordate, mi fece rincoglionire già di prima mattina. Con tutta la forza che avevo raccolto in quei dieci secondi, schiacciai il bottone per spegnerla, evitando di farmi venire un’emicrania.

Fanculo. Che bel modo di iniziare la giornata. Aprii gli occhi ancora mezzo assonnato e come ogni mattina contai  fino a dieci prima di alzarmi dal letto e di spaccare quella fottutissima sveglia.  Sospirai e iniziai a contare mentre scrutavo la mia stanza. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci. Mi alzai di scatto e andai in bagno per lavarmi la faccia. Mi guardai allo specchio, cavolo, avevo un aspetto così orribile! Aprii l’acqua gelida e me la buttai tutta di colpo sulla faccia. Adoravo quella sensazione di freddo, mi calmava e riuscivo a stendere i nervi. Dopo essermi asciugato la faccia scesi le scale e andai in cucina, come al solito non c’era nessuno. Aprii il frigo e vi trovai un piatto di pancakes, lo presi e mi voltai per prendere anche la bottiglia di sciroppo d’acero, ma notai che mia madre aveva lasciato un bigliettino attaccato sopra di essa. Lo staccai e lo lessi.

“Buon giorno tesoro. Oggi è il tuo primo giorno nella nuova scuola, perciò non fare troppo tardi. L’autobus passa alle 7.45, non perderlo mi raccomando. La divisa l’ho già stirata io sta mattina quindi devi solo infilarla (la trovi fuori dal tuo armadio). Buona fortuna e mi raccomando, non conquistare troppe ragazze, capito? Baci Mamma.

P.S. Sono sicura che ti farai moltissimi amici, ricorda, devi essere solo te stesso. In bocca al lupo.”


Sorrisi, moltissimi amici eh? Chi mai vorrebbe essere amico di un ragazzo punk e asociale come me, specialmente in una scuola piena di figli di papà? Sarebbe stato come nella vecchia scuola, dove tutti mi ignoravano e non si accorgevano nemmeno della mia esistenza. Anche se, a dirla tutta, preferivo essere ignorato che circondato da persone ipocrite. Guardai l’orologio, segnava le sette e un quarto, potevo prendermela con calma.

Mentre mangiavo mi ricordai che era già metà Ottobre, tra pochi giorni sarebbe stato il mio compleanno! Aspettate, metà Ottobre... Cacchio! Mio padre mi doveva ancora inviare l’assegno per gli alimenti! Come al solito era in ritardo e mia madre era costretta a sfacchinare e a fare due lavori ogni giorno. Che vita di merda. Per lo più ora lei lavorava ancora di più per supportare le spese della nuova scuola, per farmi avere una formazione brillante. Ma chi cazzo voleva prendere in giro? Io, che a scuola avevo tutte F? Ma per piacere! Con i soldi che ha investito per quella scuola poteva benissimo comprarsi delle cose per lei, invece di spenderli per me. Mi alzai dal tavolo e misi il piatto nel lavandino, lasciando perdere i mie pensieri. Andai in camera mia e accesi lo stereo mettendo la musica al massimo. Cavolo, quanto adoravo far spaventare i vicini a suon di Rock! Iniziai a canticchiare le note della canzone, avevo una bella voce. Magari in futuro avrei potuto cantare o fare la seconda voce in una band molto famosa. Andai in bagno, buttai i boxer e la maglietta sul pavimento e mi infilai sotto la doccia.

Restai lì per una decina di minuti, quando mi accorsi che erano già le sette e mezza. Chiusi l’acqua e con molta fretta iniziai a vestirmi. La divisa era composta da una camicia bianca, con sopra una giacca blu scuro con il simbolo della scuola, che riprendeva i colori della cravatta a strisce rosse e blu, sotto, per  completare l’orrendo quadro, dei pantaloni da vecchio, grigi, con delle scarpe (sempre da vecchio) di pelle nera. Dio che schifo. Infilai il tutto con cura e mi guardai allo specchio. Sgranai gli occhi, quello non ero io! Cioè, sì che ero io, ma se non fosse stato per i dilatatori alle orecchie e il taglio asimmetrico, nessuno mi avrebbe riconosciuto conciato in quel modo! Mi passai una mano tra i capelli e sospirai, facevo veramente schifo. Prima di uscire mi guardai di nuovo allo specchio, presi la matita nera e ne misi un’enorme quantità nella lima interna degli occhi. Presi la borsa e uscii. Appena chiusi la porta e mi voltai, vidi l’autobus bianco con lo stemma della mia nuova scuola sfrecciarmi davanti.

E no cazzo! Cominciai a correre più veloce che potevo e notai dentro l’autobus i soliti cretini che prendevano in giro il nuovo arrivato. “Cazzo! Ti vuoi fermare!” Urlavo, cercando di farmi sentire dal conducente, che dopo dieci minuti di corsa si fermò per farmi salire.
“Scusami, ho saltato la tua fermata. Colpa mia” disse lui con un sorriso da ebete stampato in faccia. Beh, grazie pezzo di stronzo. Camminai per il corridoio cercando un posto libero, mentre tutti mi fissavano ridendo sotto i baffi. Odiavo essere fissato. Ne trovai uno alla terza fila di sedili sulla destra e mi sedetti accanto al finestrino. Ad un certo punto mi sentii colpire la testa da qualcosa. Mi girai e vidi un gruppo di ragazzi che stava ridendo. Non gli diedi troppo peso e mi rigirai. Pochi secondi dopo sentii altre cose colpirmi la testa e, dal rumore che facevano, dovevano essere delle palline di carta. Mi rigirai verso i miei aggressori.

“Cosa cazzo volete?!” giuro che li avrei presi a calci nel sedere se avessero continuato. Si ammutolirono tutti e fissarono colui che forse doveva essere il loro capo che ghignò.
“Hai tutta la matita colata, FROCIO!” Mi girai notando che l’intero autobus rideva, eccetto tre ragazzi seduti alle prime file. I ragazzi dietro di me cominciarono a fare uno stupido coretto. “PANSY, PANSY, PANSY, PANSY!” Frugai nella mia cartella dopo circa un minuto di coretti strazianti. PERFETTO! Avevo dimenticato l’MP3 a casa. Era in programma, una lunga, lunghissima giornata di scuola
.

                                                                                              ***


Finalmente! Giuro che appena uscii dall’autobus, baciai per terra. Decisi che il giorno dopo sarei andato con lo skate a scuola, e chi ce la faceva a sopportare quegli idioti dietro di me?! Fissai l’enorme scuola, interamente bianca, con un enorme giardino intorno. La guardavo con aria scocciata, davvero, non me ne fregava una beata piantagione di cavoli di essere lì. Il mio allarme “QUALCUNO MI STA GUARDANDO” scattò e mi voltai sulla mia sinistra per vedere chi fosse. Un ragazzo alto, dai capelli neri, mi fissava come se volesse leggermi l’anima. Era uno di quei tre che non avevano riso nell’autobus. Ci fu un contatto visivo tra i suoi occhi verdi e i miei nocciola, lui mi sorrise e poi staccò gli occhi da me. Dovevo essergli simpatico. Mi voltai anche io e mi diressi verso l’ entrata principale della scuola. Arrivai nel corridoio principale e camminai verso la segreteria per ritirare l’orario e il lucchetto del mio armadietto.

Una signora anziana mi rivolse un grossissimo sorriso che io ricambiai volentieri, non sembrava, ma ero un tipo educato, se una persona mi sorrideva,  io ricambiavo. “Sei nuovo, caro?” Annuii con energia “Mi puoi dire il tuo nome, per favore?” Mi sorrise di nuovo.
“Frank Iero” risposi. Lei si illuminò e cominciò a cercare qualcosa in un ammasso di fogli svolazzanti. Sembrava che le piacesse il suo lavoro, dai suoi occhi potevo capire che era una donna molto sola e che faceva ancora quel lavoro per avere un po’ di compagnia. Come facevo a saperlo? Nei miei anni di solitudine ho imparato ad osservare le persone e a cogliere la loro anima oltre la maschera che portavano tutti i giorni.
“Ecco a te, dolcezza” mi fece l’occhiolino, ah ah la mia prima conquista. “la tua aula è l’ultima in fondo al corridoio del piano di sopra e il tuo armadietto è quello che vedi alla mia sinistra” mi indicò un armadietto senza lucchetto. Ringraziai l’anziana signora e mi avviai verso il piano successivo, più tardi avrei sistemato i libri, ma adesso dovevo correre a lezione, prima di incontrare quei coglioni dell’autobus. Entrai nell’aula e notai ,con mio rammarico, che tutti i coglioni erano lì.

“Ciao, PANSY” un coro con urletti e schiamazzi fece da colonna sonora alla mia entrata, stavo per sbottare, ma per fortuna entrò la prof. Stavo per andarmi a sedere quando lei mi prese per il braccio, facendomi voltare.
“Tu sei quello nuovo?” Annuii. Dalla sua voce non sembrava una dona molto socievole, anzi. Era una donna sulla quarantina, non molto alta, tant’è che un nano come me riusciva a superarla di qualche centimetro. I capelli marroni erano accuratamente raccolti in uno chignon disordinato e fatto frettolosamente. Era una bella donna, ma da come mi guardava sembrava che non amava chi era... come me.
“Bene ragazzi, lui è Frank Iero. Mi raccomando siate clementi con lui e non trattatelo male solo perché è nuovo” Mi sentivo abbastanza offeso dalle sue parole, non ero mica un mostro! “Bene Frank vai a sederti lì di fianco a Way.” Guardai nella direzione dove lei stesse indicando e vidi un posto libero vicino a... vicino al ragazzo che prima mi aveva sorriso. Mi avviai verso quel posto, accompagnato da un brusìo di sottofondo davvero molto fastidioso. Giurai che avrei ucciso tutti quelli che stavano commentando, uno a uno. Mi stavo quasi per sedere quando la strega mi fermò.
“Anzi no. Way, accompagna Iero  a fare un giro per la scuola, forza.”

Uscimmo fuori dall’aula, il corridoio era completamente deserto. Il ragazzo si girò verso di me e mi sorrise.
“Piacere! Io sono Gerard” Era un tipo socievole e non mi sembrava stronzo come il resto delle persone lì dentro, così decisi di stringergli la mano. Aveva una stretta molto decisa, lo scrutai attentamente. Era molto più alto di me, come vi ho già detto, io ero un nano. I capelli erano lunghi e ribelli, gli arrivavano alle spalle e andavano dove volevano. Doveva avere la mia stessa età, ma aveva il viso di un bambino. La carnagione era molto chiara, che si contrastava con le sue labbra sottili e rossicce e i suoi occhi da cerbiatto erano di un verde molto intenso mischiato al marrone-nocciola. Obbiettivamente, era un bel ragazzo.
“Frank, piacere mio” Sfoggiai uno dei sorrisi più sgargianti che avevo, mi stava simpatico! Davvero, almeno lui non aveva riso nell’autobus e chiamato Pansy.
“Allora -dissi mentre ci incamminavamo verso il laboratorio scientifico- sono tutti come quegli imbecilli in questa scuola?”
Lui sospirò “Sì, ma non tutti tutti. Io, mio fratello Mikey e Ray siamo nella tua stessa situazione”
“Ah, bene” ammisi con un po’ di vergogna, abbassando gli occhi. Gerard dopo due passi si fermò e si voltò verso di me, sorridendomi. Quel sorriso non prometteva niente di buono.
“Benvenuto all’inferno, Iero” 


Angolo autrice:
S-salve a tutti °° io sono Ovis e questa è la mia PRIMISSIMISSIMA Fan Fiction sui My Chemical Romance. Vi chiedo solamente di non uccidermi troppo con le recensioni negative, sono una presona sensibile u.u Ok, siccome non so cosa cappero scrivere farò un lista del perchè ho scelto Frank come protagonista, invece di Gerard, Mikey e Ray. 

20 MOTIVI DEL PERCHE' FRANK E' IL PROTAGONISTA DELLA MIA FF:
1. E' puccioso :3
2. Insomma, l'avete visto? Come non si fa a non amarlo?
3. Si ispira a Billie Nano Joe Armstrong.
4. Frank Iero is my Hero :3
5. E' una fottuta prinipessa!  
http://weheartit.com/entry/16690511/via/bringmethehorizonbitch
6. Ha un sorriso fantasmagorico!
7. Ama Gerard.
8. Gli fotterò presto Pansy.
9. Il suo Make Up nella Revenge Era è stupendo! (quello con le X :3) 
10. Per questa frase:  

"Uhm, vorrei solo dire…che qualsiasi cosa stia succedendo qui, smettetela, okay? Questo é un posto che appartiene a tutti, dove tutti si divertono. Quindi, niente scontri, niente stronzate, é un fottuto posto dove non c’é elitarismo. Va bene? Apparteniamo tutti a questo posto. Quindi qualsiasi cosa stia succedendo, fatela finita e divertitevi, chiaro?" 

(dopo che una rissa era scoppiata ad un concerto dei My Chem ad Houston)
11. Ama i cani.
12. Per quest'altra frase: 

"Tutto quello che abbiamo fatto è stato scrivere queste canzoni e metterle lì fuori nel mondo. Ti fa rimanere senza parole quanto universale la musica sia. 

Quanto può cambiare la vita di una persona. Penso che quando i fan dicono ‘Ci avete salvato la vita’ non si stanno dando abbastanza merito.

Penso che le persone che amano questa band sono fortissime e sono persone sorprendenti. Noi eravamo lì a fare da colonna sonora e forse vi abbiamo dato un po’ di conforto ma siete voi quelli che vi siete salvati la vita."

13. Ogni volta che firma autografi ai suoi Fan, ha sempre quel bellissimo sorriso e deve sempre arrivare la Security per portarlo via con la forza.
14. Chiama i fan "i nostri ragazzibambini" ("Our Kids")
15. Suona nelle pose più assurde.
16. FRERARD :3
17. FREARD **
18. FREARD *Q*
19. FREARD! <3
20. Amo i suoi tatuaggi :3


Bene, recensite e non odiatemi ToT 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Ovis_Chan