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Autore: HoshiUzumaki    10/07/2013    2 recensioni
"Mi chiamo Emily, Emily Orange, sono una studentessa delle scuole superiori con una vita tutt’altro che normale, o almeno non da quando è successo il fattaccio"
Questa storia tratta di una teenagers 'problematica' e dei suoi amici, se volete sapere altro, vi basta leggere!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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 Chapter 2

♦ Alexia


Siamo amiche da molto tempo ormai, e io non riuscirei ad immaginare un futuro senza di lei, non più.

«Emy, allora, come vanno le cose con Matt?» mi sorrise lei;
«Ahh, ad essere sincera non lo nemmeno io! Il giorno prima le sue attenzioni sono rivolte completamente a  me, e il giorno dopo non mi degna nemmeno di uno sguardo» ribattei io, demotivata «Non riuscirò mai a capire cosa passi per la testa dei ragazzi a quest’età!»
«Vedrai che in futuro le cose andranno meglio!» rispose «Anche se, fino a che ti vesti in modo così mascolino non puoi pretendere di riuscire a conquistare un ragazzo» disse, per poi scoppiare in una fragorosa risata;
«Alex, come puoi dirmi certe cose? Sai che sono suscettibile a riguardo!»
«Ti dico solo la verità, amica mia, sei troppo mascolina! Avresti bisogno di un cambio di stile per avere qualche possibilità con un ragazzo popolare come Matt, insomma, dovresti essere più carina delle ragazze che solitamente gli ronzano intorno, capisci?» mi rimproverò lei «In modo da farti notare!»

Io in cuor mio sapevo che aveva ragione, ma allo stesso tempo pensavo che non sarebbe stato giusto cambiare per piacere a Matt, perché si sarebbe invaghito di una persona diversa da quella che sono in realtà.

«Alex, tu cosa faresti se fossi nella mia situazione?» gli domandai;
«Cosa farei io?» si mise a pensare «Molto probabilmente proverei a vestirmi in maniera diversa per vedere la reazione di Matt a riguardo!»
«Il problema è che io non me ne intendo proprio quando si tratta di queste cose! Vestiti, scarpe, borse, non ne vedo l’utilità!» esposi, amareggiata dal mio essere così poco femminile;

In quel momento un'altra persona si intromise nel nostro discorso, una persona che non avrebbe dovuto pronunciare parola.

«E figuriamoci, non mi aspettavo altro da te!»

Io e Alexia lo guardammo in cagnesco.

«Duncan, nessuno ha chiesto la tua opinione!» lo aggredì Alexia;
«Io lo dico per il tuo bene, è uno spreco di tempo provare a rendere femminile una ‘ragazza’ come lei» gli rispose, indicandomi;

Io non proferii parola, perché, in fondo, sapevo che in quel frangente, Duncan aveva ragione.

«Beh? Non gli dici nulla?» mi chiese Alexia, sorpresa;

Mi limitai a volgere il mio sguardo altrove, rassegnata.

«Lo vedi? Anche lei sa di essere un caso perso!» rise Duncan;
«Sai cosa ti dico? Riuscirò a renderla femminile!» disse infuriata «Riuscirò a renderla la ragazza più carina che tu abbia mai visto, in modo che tu non abbia più nulla su cui ridire!»

Rimasi esterrefatta! Mi resi conto che la timida ragazza conosciuta due anni prima, era ormai solo un ricordo.

«Pensi davvero di riuscirci? Buona fortuna allora!» rispose lui prima di uscire dalla classe ghignando;

«Alex, sei sicura di quello che fai? Duncan ha ragione, non credo sia possibile rendermi femminile, o almeno non in modo da piacere a Matt..» gli dissi, abbassando la testa;
Alexia mi prese le mani, guardandomi con sguardo fiducioso «Matt non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso! E nel frattempo daremo anche una lezione a quel bulletto di Duncan! Devi solo fidarti di me, ok?»
«In questo caso, mi affido a te..»

Fu così che, alla fine delle lezioni, fui  trascinata da Alexia in un centro commerciale, per fare compere.

Era così grande che ci si poteva perdere, i negozi erano l’unico punto di riferimento per orientarsi, ma io non avevo un grande senso dell’orientamento, mi ci volle poco per perdermi.

Mi guardavo intorno cercando la mia amica, ma vedevo solo negozi e sconosciuti, nessun volto familiare. Ero nel panico.

Fortunatamente Alex fu più intelligente di me e mi chiamò per chiedermi dove fossi, mi chiede di descrivergli l’ambiente che mi circondava, e così feci, riattaccando poco dopo; mentre descrivevo scrupolosamente ogni centimetro nel mio raggio d’azione, mi soffermai su un negozio, un negozio che mi parve familiare, anche se, inizialmente, non ne capii il motivo; decisi di entrare mentre attendevo l’arrivo di Alexia.

Appena entrai, tutto mi fu chiaro! Quelle pareti rosa confetto, tutti quei vestiti così femminili, era tutto rosa, troppo rosa, lo stesso rosa che mi rimase impresso nella mente anche due anni prima.


«Emily, questo vestito ti starebbe d’incanto!» mi disse, tenendo in mano un vestito semplice, di un unico colore, rosa «Tu che puoi permettertelo con le forme che ti ritrovi dovresti almeno provarlo!»
«N-no, io veramente..» cercai di ribattere, ma, senza rendermene conto, ero già in camerino a provare quel vestito che andava contro i miei principi;

Lo provai, guardando la mia immagine riflessa in uno specchio all’interno del camerino; Alexia aveva ragione, mi stava davvero bene, se non fosse stato per il colore.

«Come mi sta?» gli chiesi, uscendo dal camerino;
lei rimase esterrefatta a guardarmi per qualche secondo, per poi rispondermi «Ti sta veramente bene! Ci conosciamo da poco più di due settimane e sinceramente non conosco ancora i tuoi gusti in fatto d’abbigliamento, ma per come ti vesti a scuola credo che vestiti del genere non siano proprio nel tuo stile.. s-senza offesa..» abbassò lo sguardo «Però questo vestito ti sta d’incanto, dico davvero, dovresti prenderlo!»

Io ovviamente, rifiutai, insomma, conoscevo appena quella ragazza e già mi faceva la predica per il modo in cui mi vestivo? 

Ci misimo a dare un'altra occhiata ai capi esposti e finalmente anche lei decise di provare qualcosa! Una maglietta molto carina e piena di colori, che su di me sarebbe stata orrenda, ma non su di lei; quella maglietta cosi piena di gioia le stata proprio bene, le calzava a pennello, ma soprattutto, la rendeva ancora più femminile di quello che effettivamente fosse!

In conclusione, decise di comprare quella maglietta, mentre io non acquistai nulla, era tutto troppo rosa per me.

Quell'episodio risaleva a due anni prima, fu la prima volta che andammo a fare compere insieme, avevamo fatto amicizia da poco, tutto questo dovuto al fatto che lei era diventata la mia vicina di banco, lasciando il suo posto accanto a Bonnie, fu grazie a quell’episodio che mi resi conto che le mie tesi su Alexia erano esatte e che non era una poco di buono come la sua ex compagna di banco.


«Emy..»
«Emy, ti sei imbambolata?»
«Eh? Io.. no, scusami!»
 gli risposi, sorridendo;
«A cosa stavi pensando?» mi chiese;
«Nulla in particolare, tranquilla, piuttosto, che si fa adesso?»
«Come che si fa? Giriamo i negozi fino a che non troviamo qualcosa di adatto a te!»
 disse, radiante;
«Non vuoi entrare in quel negozio?» gli domandai indicando il negozio pieno di rosa che nei miei ricordi lei amava tanto;
«Quello? Ma quel negozio è lo stesso negozio nel quale siamo state un paio di anni fa, ricordi? E non ricordi ti fosse piaciuto, anzi, ricordo perfettamente che tu non comprasti nulla! Oggi siamo venute qui per te, non per me!»

Si ricordava, si ricordava di quel negozio, si ricordava dell’episodio di due anni prima, si ricordava che non amavo quel negozio.

«Ai tempi non lo sapevo per certo, ma ora so quali sono i tuoi gusti e soprattutto so che non riesci a sopportare tutto quell’insieme di rosa!» eloqui, ridendo.

Non ebbi nemmeno la forza di ribattere, l’unica cosa che feci fu abbracciarla, stringerla forte.

«C-cosa..» lei non se lo aspettava;
mentre la stringevo, riuscii solo a dirgli «Scusami per tutte le volte in cui ti sembro superficiale, per tutte le volte in cui sottovaluto la nostra amicizia, nonostante tutto, io ci tengo davvero a te, sei la prima vera amica che io abbia mai avuto e se ti perdessi, io..» esitai per un momento «Non saprei come fare, mi sentirei persa..»

In quel momento anche lei mi strinse e per quanto le mie parole potessero essere stupide e non adatte al momento, lei si commosse, si mise quasi a piangere.

«Sai che per me è la stessa cosa, vero?» mi rispose;

In pochissimi anni siamo passate dall’essere sconosciute, all’essere ‘sorelle’, non di sangue, ma comunque sorelle; siamo passate dall’essere indifferenti l’una ai sentimenti dell’altra, all’essere dipendenti da quegli stessi sentimenti.


«Ora però sarà meglio sbrigarsi, si sta facendo tardi e dobbiamo ancora trovare qualcosa che mi renda femminile, anche se sarà una vera e propria missione!» risi io;
«Si, hai ragione, andiamo!»

Mi prese per mano, diretta chissà dove; anche se non capivo dove mi stesse portando  sembrava sapere dove stava andando, e infatti, dopo una decina di minuti passati a camminare, ci fermammo davanti ad un negozio; i miei occhi si riempirono di gioia.

«Mentre ti cercavo ci ho riflettuto, e ho capito che in fondo avevi ragione, non sarebbe giusto cambiare totalmente solo per avere l’approvazione di una persona, così ho capito che potevo renderti femminile senza mutare più di tanto il tuo essere!»

Io guardavo quel negozio, esterrefatta da ciò che Alexia mi aveva appena detto.

«Questo negozio dovrebbe essere specializzato in capi pieni di teschi, croci e cose un po’ gotiche, so che a te piacciono questo genere di cose, e anche questo tipo di abbigliamento è femminile, quindi non vedo quale sia il problema nel fare acquisti qui!»
«Grazie, hai davvero pensato a tutto..» dissi io «Non so cosa farei senza di te..»

Ci misimo poco a trovare ciò che stavamo cercando in un negozio di quel genere. Un vestito lungo fino a sopra le ginocchia, completamente nero, ornato da delle croci, braccialetti pieni di teschi, scarpe non troppo alte, ma che mi alzavano quanto bastava ed una collana a forma di chiave; ero pronta per sbalordirli, mancava solo un po’ di trucco e l’acconciatura adatta, ma a quello ci avrebbe pensato Alexia, appena arrivate a scuola!

Era finalmente arrivato il momento, ero pronta, e dall’espressione sul volto della mia amica dovevo stare bene con indosso tutta quella roba.

Ci dirigemmo in classe, e appena varcai la soglia dell’entrata della nostra classe ebbi gli occhi di tutti puntati addosso; non vedevo l’ora di vedere la reazione di Matt, così lo cercai con lo sguardo e lo vidi mentre stava parlando con Duncan, così decisi di avvicinarmi a lui.


«Ciao Matt, come va?» gli domandai, sicura di me;

Lui si voltò nella mia direzione, rimanendo allibito.

«E-Emy, sei proprio tu?» disse «No, cioè, volevo dire, oggi sei più carina del solito, non che tu di solito non lo sia! Stai veramente bene, sei bellissima!» mi sorrise lui «Posso offrirti qualcosa alle macchinette?»
«Certo!» gli risposi, piena di gioia, prima di dirigerci verso l’uscita;

Arrivammo alle macchinette e le attenzioni di Matt furono tutte rivolte a me! Molte persone provarono ad interagire con lui in quei pochi minuti, ma lui le liquidava in men che non si dica! Ero troppo felice.. eppure sentivo il bisogno di tornare in classe per rinfacciare a Duncan il fatto di essere riuscita a diventare molto più femminile di quanto si aspettasse.. perché? 

Quella voglia fu più forte di me e dopo qualche bel momento passato in compagnia di Matt, mi diressi in classe, dove vidi Alexia parlare con Duncan; mi nascosi in modo da riuscire a sentire ciò che si stavano dicendo.


«Allora? Che te ne pare? Direi che ho vinto, non credi?»
«Vinto?»
 rise lui «E tu quell’ammasso di croci, nero e teschi me la chiami femminilità?»

Alexia non proferì parola.

«Soprattutto su Emily! Rassegnati, quella ragazza non sarà mai femminile, sembra più che altro un emo disadattata conciata in quel modo» tornò a ridere «Inoltre tu mi avevi assicurato che sarebbe stata la ragazza più carina che io abbia mai visto, ricordi?»
«Ovviamente!» ribatte lei;
«Hai fallito anche in questo! Se quella è la ragazza più carina che io abbia mai visto, allora di ragazze carine non ne ho mai viste!»

Non ero abituata a portare scarpe alte, anche se di poco, così, inciampai, cadendo fragorosamente, e il mio nascondiglio fu scoperto.

«Emily!?» pronunciarono all’unisono;
«Quindi non sono carina, eh? Quindi sembro un emo, eh? E’ questo quello che pensi dopo tutta la fatica che ho fatto?» chiesi a Duncan con un espressione affranta sul viso;
«Non volevo dire questo..»
«Non volevi, però è proprio quello che hai detto!» risposi «Ma che importa? Dopotutto io ho fatto tutto questo per piacere a Matt, non di certo per piacere a te! Non m’importa di quello che pensi, Matt dice che sto molto bene, e questo mi basta!»

Non era vero, non mi bastava, per qualche strano motivo mi serviva l’approvazione di Duncan ancora di più di quella di Matt, ma non lo avrei mai ammesso, non davanti a lui.

Poco dopo le lezioni ripresero, e Alexia non faceva che fissarmi.

«Che c’è? Ho il trucco sbavato?» le chiesi;
«No, è che stavo riflettendo su una cosa» mi rispose «Non è che per caso in realtà provi qualcosa per Duncan? Insomma, sarebbe normale, è un bel ragazzo»
«Io e Duncan!? Ma non scherziamo» ribattei io;

Avevo smentito tutto, eppure sapevo che in parte quello che Alexia aveva detto era vero, forse provavo qualcosa anche per Duncan.

«Tranquilla, ti aiuterò, sia che tu scelga Matt, sia che tu scelga Duncan!» mi sorrise;
«N-no, hai capito male, io..» gli ulrai;

«Orange, non si urla durante le mie lezioni!» mi rimproverò la Wood;
«Scusi Prof., non succederà più!» mi scusai;

Le lezioni giunsero al termine e io ed Alexia ci stavamo dirigendo verso il bus, quando..

«Emy» una voce mi chiamo, e voltandomi vidi l’unica persona che in quel momento non volevo vedere, Duncan;
«Allora io vado!» disse Alex, facendomi l’occhiolino, o almeno provandoci, visto il fatto che non ne era capace;
«N-no, Alex, aspe-» ormai era troppo tardi, si era dileguata;

«Senti, riguardo a ciò che ho detto oggi..» mi disse «Non pensavo davvero quelle cose,anzi, devo ammettere che conciata così sei anche guardabile» continuò volgendo lo sguardo da un'altra parte, in preda all’imbarazzo;
«Oh.. grazie» risposi io sorpresa;
«Ora però non montarti la testa, capito!?»
«Si, ho capito..» risposi io, ridendo;

«Bene, ora direi che dobbiamo correre, se non vogliamo perdere il bus!»
«Si, hai proprio ragione!»

Ci mettemmo a correre e riuscimmo a prendere il bus, lo stesso di Alexia, che io rimproverai per avermi lasciata sola con Duncan.

Quel giorno imparai una grande lezione! Mai sottovalutare un amicizia, ma soprattutto, mai sottovalutare la potenza di un vestito e di un po’ di trucco!
 
 

 

 

 

 

 

 

  
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