Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: dana_    10/07/2013    3 recensioni
Lui: 26 anni. Aspirante scenografo professionista. Costretto a lavorare in un corso di recitazione scolastico. Misterioso e riservato.
Lei: 18 anni. Sogna da sempre una carriera da attrice. Frequenta il corso di teatro del suo liceo. Dolce e romantica, preferisce rifugiarsi in un libro di poesie che in una discoteca.
Dalla storia:
-Non dovresti essere qui.
-Lo so. Ma non mi importa. Allora? Perchè stai così? Ti da così fastidio l'idea di lavorare con me?
-No.
-So capire quando una persona mente. E tu stai mentendo.
Mi guarda come se volesse leggermi dentro.
-Il fatto è che ora ho perso il ruolo. E poi mi sono iscritta qui per recitare. Non fare l'aiuto scenografo.
Con il pollice mi toglie dal viso l'ultima lacrima.
-Ti assicuro che non sarà così terribile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic Capitolo 1

-Tu! ... Si si, tu, con gli occhiali. Si. Vai a prendere un microfono dietro il palco, altrimenti qui non mi ascolta nessuno.-
Se devo essere sincera, il nostro professore e regista dello spettacolo che metteremo in scena a fine anno mi incute non poco terrore: così estremamente alto e magro, vestito interamente di nero, dalla voce bassa e con uno sguardo da far venire i brividi. Scruta ogni centimetro di ognuno di noi: guarda quasi sconvolto la ragazza interamente vestita di nero con piercing sparsi per il volto, scettico la ragazza in minigonna e top e squadra anche me, ma non riesco a decifrare il suo sguardo.

Se non fosse per la presenza al mio fianco della mia migliore e forse unica amica Katherine oltre ad essere in soggezione a causa di quest’uomo sarei anche in imbarazzo non conoscendo nessuno in questa sala.

Hanno detto che questo non sarà un banale corso che avrà come unico scopo la recita di fine anno, o meglio, uno spettacolo ci sarà, ma per tre o quattro lezioni proveremo a fare esercizi che, in qualche modo, potranno dare a chi è del tutto principiante una base.

-Allora, saltando i convenevoli avendo molto lavoro da fare,iniziamo subito. Ci ritroveremo qui tre volte a settimana dopo la pausa pranzo. E vi dico già da ora, così che possiate prepararvi psicologicamente, che io e alcuni vostri insegnanti abbiamo deciso che l’opera che metterete in scena è “La sposa cadavere”, tratto dall’omonimo film di Tim Burton.- immediatamente un brusio si solleva nella stanza. Sono piacevolmente sorpresa da questa scelta. Non è mai stata messa in scena una cosa del genere e poi, personalmente, amo quel film.

-Silenzio! Iniziamo proprio male qui.- il Prof-senza-nome mi incute ancora più terrore di prima. –Mi rendo conto che non potrà mai venir fuori uno spettacolo come si deve, ma mi impegnerò affinché voi possiate lo stesso ricevere abbastanza applausi dal pubblico. E ora, iniziamo.-

Certo, non vedo l’ora di iniziare questo stupido corso che non migliorerà per niente le mie capacità con un professore di cui ancora non conosco il nome e che in più manda l’autostima di una persona letteralmente a quel paese.
Ma è l’unica cosa che posso fare ora. Un corso teatrale in grado di dare una preparazione completa costa troppo. Forse finito il liceo, pagando i corsi con i soldi messi da parte in questi anni, ne avrò la possibilità. Ma ora no. Quindi, mi accontento di questo Prof-senza-nome-pessimo-incoraggiatore.

-I ruoli vi saranno assegnati la settimana prossima, voglio prima rendermi conto delle vostre capacità in queste poche prime lezioni di preparazione ed esercizio.- continua il suddetto professore – se siete cosi poco preparati da non conoscere nemmeno la trama di ciò che andremo a mettere in scena, usate tutte quelle cose tecnologiche che avete voi oggi, almeno ne farete un buon uso.-

Stanca di questo atteggiamento, non posso fare a meno di ruotare gli occhi sbuffando silenziosamente, ma evidentemente questo professore ha un ottimo udito, dato che si volta immediatamente verso di me riservandomi un’occhiata truce.

Porca miseria.

-Signorina...-
-Emily-
-Il cognome, non mi importa il nome. -
Ed ecco che in un attico ho gli occhi di tutti i ragazzi presenti puntati su di me.
-Tunner. –
- Cos’ha? Già stanca?-
-No professore. –
- Lo spero. Non ammetto certi comportamenti. –
- Scusi. –
Dio mio, che figura. Il primo giorno poi!
- Vada a riportare il microfono dietro le quinte. E faccia attenzione a non inciampare. –
Vuole fare dell’ironia per caso?

Comunque, cercando di evitare gli sguardi dei presenti mi dirigo dietro il piccolo palco appositamente allestito per il corso.
Ma solo ora mi rendo conto che la frase del prof non era ironica. Effettivamente qui è pieno di scatole, scale, fili, ed è quasi inevitabile cadere, per una maldestra come me poi! Ci fosse almeno un po’ più di luce.
Ho finalmente raggiunto lo scaffale senza essermi rotto nulla.

-Cerchi qualcosa?- una voce maschile, dal tono basso, mi fa spaventare provocando un mio sussulto e, di conseguenza, una mia caduta in mezzo ad alcuni fili e, come se non bastasse, cercando di aggrapparmi a qualcosa, faccio cadere alcune scatole.

Peggio di cosi non può andare.

Immediatamente sento una presenza accanto a me e due mani che mi aiutano a sollevarmi e, quando mi giro, riesco a vedere bene il ragazzo di prima. Ma ciò che noto subito sono i suoi occhi.
No, non sono occhi. Sono due zaffiri. Due parti di oceano. Due parti di cielo. No, nemmeno. Sono tutte definizioni troppo banali per descriverli.

- Va tutto bene? Scusa, non volevo spaventarti.- ha una voce profonda. Capace di incantarti.
- Si.. No.. si, tutto ok. Tranquillo.- e continuo a guardarli, quelli occhi, fissi nei miei.
-Che succede qui?- la voce del mio “amato” professore suona dura e alta nello spazio e mi sveglia dalla trance in cui ero caduta e mi rendo conto che quegli occhi non sono più cosi vicini ai miei come prima.
-No scusi è che...- e ora?
- E’ colpa mia professore, cercavo dei teli da poter aggiungere alla scenografia ma sono inciampato e questa ragazza mi stava solo aiutando.-
- Va bene, ma stia attento la prossima volta, non vorrei cacciarla a causa della sua goffaggine.-

Mi ha letteralmente salvata. Uno sconosciuto mi ha salvata.

Prima di ritornare accanto a Katherine mi volto per rivolgergli un sorriso di gratitudine, ma lui è già andato via diventando un’ombra sottile.

***

La lezione passa velocemente nel migliore dei modi, anche se ogni tanto il mio sguardo è rivolto al palco, quasi come volessi vedere cosa, o chi, c’è dietro di esso.

Uscite dalla sala, Katherine viene immediatamente raggiunta dal suo storico ragazzo Matt. Storico perché sono insieme ormai dal primo anno di liceo.

Prese le mie cose dall’armadietto, sono decisa ad andare da una persona. Non sono mai stata una persona coraggiosa, ma questa volta è diverso. Voglio rivedere quel ragazzo. E i suoi occhi. E voglio ringraziarlo. E sapere perché era lì dietro quel palco.

-Emily, vieni con noi? Andiamo a fare un giro e poi magari passiamo al locale nuovo che hanno aperto. Dai, prometto che non faremo tardi! – questa è Katherine: una ragazza che ama le feste, divertirsi e non stare mai a casa. L’opposto di me.
-No grazie, sono stanca. Preferisco andare a casa,devo finire di leggere un libro. E poi devo tornare in sala di recitazione, ho dimenticato una cosa. Voi andate! –
-Ok, allora. A domani. Ciao Emily. –
-Ciao Matt! – gli rivolgo un sorriso sincero. Mi piace quel ragazzo, fa stare bene Katherine e questo è l’importante.
-Non mi nascondi niente vero?- lo sguardo accusatorio della mia amica mi fa sorridere.
- No, tranquilla, se ci sarà qualcosa da raccontare te la racconterò. Ti chiamo. –

Dopo averla salutata con un bacio sulla guancia, mi dirigo verso il mio obbiettivo, sperando che quel ragazzo non se ne sia già andato.

Quando arrivo vicino la sala noto un bidello intento a lavare a terra cosi, per evitare domande o un rimprovero, senza farmi notare entro silenziosamente. Nella stanza le luci sono tutte spente, vedo solo uno spiraglio di luce provenire proprio da dietro il palco.
Con cautela e trattenendo più volte il respiro per fare meno rumore possibile, arrivo dove proviene la luce facendo attenzione ai dannati fili e scatole sparsi qui in mezzo.

Ed ecco lui. E’ impegnato a riporre sugli scaffali delle scatole. Prendo coraggio e parlo.
-Scusami?- è più un sussurro, ma lui lo sente benissimo.
Una scatola cade a terra provocando non poco rumore. E lui si volta, allarmato, dandomi la possibilità di rivedere quei suoi occhi indescrivibili.
Mi guarda quasi arrabbiato per ciò che ho provocato.
-Perdonami, davvero! Aspetta, ti aiuto.- mi avvicino per raccogliere le scatole ma mi ferma.
-No tranquilla, faccio io. -
-Come mai sei ancora qui? Dopo sette ore di scuola dovresti correre a casa. – continua lui con un tono fin troppo lineare.
-Si, ma volevo prima ringraziarti.-
-Ringraziarmi? – si solleva lasciando la scatola a terra e posizionandosi di fronte a me. E mi guarda negli occhi. Sento le mie gote iniziare a colorarsi di rosso.
-Si... Sai, per prima... Mi hai letteralmente salvata davanti al professore prendendoti la colpa di tutto. Per una sconosciuta poi.-
-Figurati. E’ stato un piacere.-
-Grazie. Ma posso chiederti che ci fai qui? Sembri un po’ grande per essere un alunno.- cavolo, sto facendo la figura della ficcanaso. Ma tanto non ho niente da perdere.
-No, infatti. Sarò lo scenografo del vostro spettacolo.- non è di molte parole.
-Emily Tunner, comunque.- dico tendendogli la mano. Se mi vedesse Katherine non mi riconoscerebbe per questa mia improvvisa spavalderia.
-Victor Allen.- assurdo come riesca a non far trapelare nemmeno un’emozione.
-Allen? Come Woody Allen!- esclamo sorpresa.
-Si, esatto. Lo conosci?-
-Certo, è uno dei miei registi e attori preferiti. Sorpreso?-
Vedo un angolo della sua -stupenda- bocca sollevarsi. Era un sorriso quello?
-E’ stato un piacere conoscerti Emily.- e va via così, lasciandomi dietro quel palco, da sola, a farmi compagnia solo il fischiettio del bidello all’entrata della sala.




Salve a tutti!
Allora, che dire? Ecco il primo vero capitolo! E’ la prima storia che scrivo usando questo profilo e spero davvero che questo primo capitolo via sia piaciuto. Non so quando sarà il prossimo aggiornamento, forse ci metterò un pochino, ma arriverà! ;) DEDICO QUESTO CAPITOLO A 'APRILIA', E' ANCHE GRAZIE A LEI SE ORA POTETE LEGGERE QUESTI CAPITOLI.Ringrazio di cuore le persone che hanno recensito e chi ha inserito la storia nelle seguite e/o nelle preferite. Davvero, grazie!

Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: dana_