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Autore: PinkBubble    10/07/2013    3 recensioni
-... Se non fossi venuta a ficcanasare inutilmente, ora, non saremmo chiusi qui dentro!E togli quelle scarpe lerce dalla tavoletta del cesso!
Inginocchiata in equilibrio precario sopra il water lancio ad Harold Luke uno sguardo di pura insofferenza.
-Io? Colpa TUA. Tu Tarzan, io Jane, ok?
Harold ride, lanciandomi uno sguardo di pura sufficienza –Più che Jane, mi ricordi un po’ Cita, se proprio vuoi saperlo.
Mi sorprendo ad immaginarlo impiccato alla tenda della doccia. Ecco. COSI', mi piacerebbe decisamente di più. Razza di coglione.

Sidney Harrington è inglese, snobista, anticonvenzionale; ed è stata appena catapultata in un'Università che DETESTA. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riuscire a tornarsene a casa.
Harold Luke è mostruosamente bello, poco acuto e col cuore in pezzi. Il suo obiettivo è uno, ed uno soltanto: riconquistare il cuore dell'amata Ellen, che lo ha miseramente abbandonato.
E se la soluzione ai loro problemi fosse.......? Un 'bizzarro' contratto di mutuo soccorso?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Three hours earlier

-Sid, ti prego. Vuoi quantomeno farmi il piacere di FINGERE di divertirti?
Squadro Cassie da capo a piedi. Capelli rossi e lisci come spaghetti, pelle pallida spruzzata di lentiggini e algidi occhi verde acqua, sbavati di matita turchese e un po’ stralunati, a dire il vero. . Che è inglese glielo si legge in faccia: dato di fatto inequivocabile, almeno quanto quello che è ubriaca fradicia e si regge a stento in piedi, e quando non è impegnata a lanciarmi occhiate accusatorie sfruttando i barlumi di sobrietà che le rimangono, gorgheggia come un tacchino incitando quel gorilla del suo ragazzo a vincere l’entusiasmante match di beer pong che si sta tenendo a pochi passi da noi. Effettivamente, ha ragione.
Mi chiedo perché non abbiano ancora pensato di farne una disciplina olimpica, che diamine. E’ a dir poco incredibile che io non riesca a provare alcuno tipo di coinvolgimento emotivo per una branca di umanoidi che utilizzano il lancio di una pallina all’interno di giganteschi bicchieri di carta come alibi per potersi ubriacare da far schifo. E una volta, anche Cassidy l’avrebbe pensata come me, ne sono sicura: almeno prima che quel bonobo inevoluto di Albert Garner, militante nella squadra dei UCLA Bruins(eccelso team di football della nostra università) e studente di chimica con risultati imbarazzanti presso il distaccamento di Los Angeles la supplicasse di mettersi con lui sostenendo che il fascino britannico l’ha sempre attizzato a morte.
Proposta di fidanzamento molto romantica peraltro, se mi si permette di esprimere un ulteriore commento a riguardo.Oh, ma non perdiamo il filo del discorso!

Cassidy continua a fulminarmi. E’disperata all’idea che io non piaccia ai suoi amici, e, d’altronde non si può certo dire che, in una certa qual misura, io non la capisca.
Ha trascorso l’ultimo anno a cercare di farsi accettare a LA provandole tutte per compiacere quella mandria di volgari americanoidi che frequentano l’Università di Los Angeles, inabituati allo stile del “tutto particolare” di noi ragazzi inglesi: ma, per farlo, osservo amaramente fissando con disapprovazione il suo orripilante vestitino rosso pseudo inguinale, ha totalmente perso la propria identità, vestendosi come una troietta direttamente paracadutata dagli schermi di 90210 e fidanzandosi con individuo aberrante soltanto perché “center” dei Bruins. Quando ci ha presentati ufficialmente stasera dopo l’incidente con il Gatorade, a me, che già inarcavo il sopracciglio fissando perplessa quel marcantonio più simile ad un cubo di Rubick che ad un essere umano, ha sussurrato, arrossendo: “Esegue uno snap magistrale in campo, Sid. Lo vedrai alle partite. E la palla non è certo l’unica cosa interessante che abbia tra le gambe...”.
Insomma, spaventoso!Ed in quel momento, non solo ho definitivamente realizzato che mia sorella era, dopo soltanto un anno di università, divenuta irrecuperabile : ma Albert ha deciso di rendersi ancora più odiabile, sparandomi dritta in faccia l’insopportabile frase che mi sento ormai rivolgere da diciannove anni.

“Voi due non vi assomigliate per nulla. Sicure di essere veramente sorelle?”.

Già.Perché, tornando a me, c’è effettivamente da riconoscere che la mia nazionalità è totalmente incomprensibile quanto quella di mia sorella manifesta. Capelli castani chiarissimi medio-lunghi, mossi e scarmigliati; occhi nocciola, carnagione olivastra ed un neo sopra il labbro, ereditato dalla mia dolce mammina. Insomma: nell’immaginario collettivo, di inglese, nel mio fenotipo non c’è neppure lo strato corneo delle unghie. Se mia sorella somiglia vagamente ad una Lindsay Lohan svalvolata (perché, che si sappia, la regina delle Mean Girl è di origine italo-irlandese) mi sembra chiaro che la figlia del postino disgraziato debba essere io.
Oltretutto, che sia chiaro. IO non ho alcuna intenzione di abbandonare la mia “inglesità” per farmi spazio a LA come quella voltagabbana di Cassidy ha deciso di fare. Tanto è vero che, ora, mi ritrovo seduta sul bracciolo di una poltrona a braccia conserte, con una t-shirt con la stampa di Sid Vicious, che puzza di erba (e NON mi sto certo riferendo a quella che cresce comunemente nei prati..)addosso, skinny jeans e Vans alte da skateboard prossime alla putrefazione, mentre campanelli di ragazze seminude ed arrapate incitano i giocatori di football, divisisi in due schieramenti contrapposti, a condurre ad un esito l’appassionante beer pong in corso. Ed il sangue del mio sangue è tra loro!
Dei del cielo. Voglio andare a casa!

-Esiste, in questo Antro del Male............. un bagno?- Decido di domandare con aria sconfitta ad Albert che, quantomeno, essendo il fidanzato di mia sorella, è anche l’unico essere umano presente in questa stanza che si presume vincolato al dovere morale di mantenere un atteggiamento quantomeno decente nei miei confronti.
Il ruttante individuo si astiene, per l’appunto, dal digerire rumorosamente, considerato che il beer pong sta decisamente volgendo a suo favore e mi indica, col suo pompatissimo braccio destro, uno stretto corridoio.
-Per di là...- Bofonchia..- Ma non ti consiglio di entrarci. Wayne Martinez sta rimettendo anche l’anima..-
Le sopracciglia mi raggiungono, ora, praticamente l’attaccatura dei capelli.
-Grandioso.- Commento - Quindi, mi stai dicendo che QUI, per davvero, non esistono quattro, fottute pareti tra le quali possa rinchiudermi per espletare i miei bisogni fisici senza annegare in puzzolenti succhi gastrici?
Dalla faccia di Albert, deduco che deve star iniziando a comprendere con chi ha a che fare .

Sì.
Hai maledettamente ragione, caro.
Se mi ci metto, sono peggio di un’ernia ai testicoli.

-Per di là...-Capitola finalmente, indicando questa volta il piano superiore del dormitorio -...se qualcuno ti fa storie, dì che ti mando io. In realtà sarebbero i servizi privati dei Bruins, ma per la mia cara cognatina si può sempre fare un’eccezione...-
Ostentando un sorriso quanto mai finto, mentre penso a quanto suoni strano sentir dire “cognatina” ad un individuo che somiglia ad un taglialegna arrapato, vado a sbattere contro qualcosa di molto...molto alto che, a mia differenza, sta scendendo le scale anziché salirle.
-Ancora TU?- Squittisce prontamente Ellen,avvolta in un vestitino piumato rosa shocking intarsiato di perline che la fa sembrare la versione Burlesque dello Schiaccianoci, ed in equilibrio su un paio di trampoli che le permettono praticamente di lambire, con la sua testa ad arte piastrata, il lampadario di cristallo appeso al soffitto. -..Levati dai PIEDI.
E’ evidente che deve essere rimasta scottata dall’ultima volta....quando le ho dato del TRANS. E, con il suo sguardo che non ammette repliche, sembra decisamente risoluta a farmela pagare.
Discretamente me la filo su per le scale, senza rispondere, ben contenta di trovare finalmente, tra le quattro pareti di un bagno insospettabilmente pulito, la pace.
Ma le disgrazie non vengono mai da sole.
Ed il resto, è storia.


***

Ho già detto cheodio quel disgustoso essere di Harold Luke.
Ho già detto che, da mezz’ora, siamo chiusi dentro ad un cesso e che la mia sanità mentale, ad ogni secondo scandito dal ticchettio della pendolo a parete (a proposito: CHE COSA CI FA, UN PENDOLO, NEL BAGNO?) trascorso in sua compagnia, rischia di andare orrendamente a farsi benedire.
Quel che non ho ancora detto è che, invece, dopo qualche minuto di miracoloso silenzio, il bipede non ha ancora smesso di fissarmi con un bieco sorriso, è che la cosa non può che, quindi, a ragion veduta, inquietarmi sinceramente.

-Oh, ti si è opacizzato il cristallino?-Domando, seccata.
I suoi occhi color ambra compiono una vistosa giravolta all’indietro, come se lo stessi esasperando.

Questa è bella.
Esasperarlo .
IO.

- No. Ho semplicemente avuto un’idea.
-Un’idea? Gesù, ma è miracoloso. Da quanto non succedeva? Aspetta...........forse, da QUANDO hai avuto la mirabile IDEA di richiudere la porta con la stessa finezza di un saldatore turcomanno, spaccando la maniglia?
-Chiudi quella cazzo di bocca e stammi a sentire,ok?

Harold si appoggia con aria stanca alla specchiera del bagno, sistemandosi i folti capelli biondi. Mi fa una certa qual impressione realizzare, saltuariamente, che perfino lui sia in grado di affrontare un discorso semi-serio. Ha addosso una gigantesca canotta da basket che fa risaltare le sue spalle forti e il suo incarnato un po’ pallido ed i capelli gli ricadono, in un ciuffo scompigliato, sulla fronte.

Sì, è carino.
Ma anche un neonato in fasce il cui esile corpicino produce più escrementi che pensieri, lo è.
Ma non significa di certo che sarei pronta a sfornarne uno.

-Ok..- Concedo, vittima di un improvviso afflusso di pietà -...spara.
-Io e te vogliamo entrambi una cosa, giusto?
-Sbagliato. Io non miro ad accoppiarmi come un riccio ad intervalli regolari.
-Non QUELLA cosa, per Dio...- Riprende Harold, girando in tondo per la stanza a larghi passi come una tigre in gabbia -....tu vuoi tornare a casa, edio voglio riprendermi Ellen. Era questo, che intendevo.
Improvvisamente, penso di star iniziando a capire. -Continua...- Lo esorto, interessata.
-Potrei quindi proporti un equo scambio, se ti può interessare....- Harold ha appena assunto l’espressione di un gatto soddisfatto che si lecca i baffi.
ORA, mi fa paura.
- Tu mi aiuti a riconquistarla ed io farò di tutto perchè Cassie ti accordi il permesso di tornare a casa.
-E come?
Harold si stringe nelle spalle, con aria da sbruffone. ““”Un ‘aria” che gli appartiene di diritto.
-Ho i miei mezzi...- Risponde, evasivo - io e Albert siamo in grado di fare in modo che si trovi così bene, qui alla UCLA, da non avere più bisogno della sua .....”ADORABILE” sorellina guardia spalle.
-Luke, sappi che lo stupro di gruppo non è una strategia...-Cerco di oppormi, con sguardo serio.
In fin dei conti, benché Cassie mi abbia sottratta a Londra, mentito, tradito, esposto al pubblico ludibrio e costretta a partecipare ad una festa rivoltante in un rivoltantissimo dormitorio (diventando quindi, in modo collaterale, anche responsabile della mia reclusione forzata), è PUR sempre mia sorella, ed è dunque mio dovere tutelarla.
...O forse no?

-La tua ironia polemica inizia a seccarmi. Sul serio..- il mio convivente coatto riduce gli occhi a due fessure, iniziando a tradire evidenti segni di impazienza. -..allora, ci stai, oppure no?

Cerco di concentrarmi massimamente, nel tentativo di focalizzare al meglio la situazione. Dopotutto, sebbene deficienti come babbuini ed arguti come camelidi in avanzato stadio di disidratazione, mi sembra quantomeno evidente che Albert e Harold godono di una certa influenza qui alla UCLA, e sarebbero dunque sicuramente in grado di fare salire alle stelle le quotazioni di Cassie. Altrettanto lapalissiana, inoltre, è la disponibilità con la quale Luke si prodigherebbe volentieri nella nobile causa di levarsi ME dalle palle.
Tornare a casa non è forse ciò che più desidero al mondo? Alle serate alla KASBAH? Agli effluvi di Camden Town?

-Oh, e va bene, bipede..- Mi arrendo infine, stringendogli la mano..- Accetto. Un solo particolare, ancora, non mi è chiaro: come diavolo posso esserti utile nell’altissimo compito di fare tornare la cara ELLEN tra le tue palestrate braccia?

Harold mi guarda. Io lo guardo.
Ed è in questo preciso momento che si verificano, alla velocità della luce, tre eventi di non trascurabile importanza.

Numero uno. Wayne Martinez (ancora in visibile hangover) e Albert Garner riescono a sfondare, finalmente, la porta e restano, stupefatti, a guardarci dall’altra sponda “del Rubicone”.

Numero due.Realizzo con mio sommo orrore che, evidentemente, Harold, oramai posizionatosi a due centimetri dal mio naso, vuole dare dimostrazione pratica sia a me che a loro della sua discutibile strategia per ingelosire Ellen, tentando di entrare in collisione labiale con la mia faccia.

Numero tre.Di conseguenza, la prima cosa che Wayne Martinez e Albert Garner vedono, sono io che faccio piovere, per tutta risposta, un micidiale uppercut proprio sullo zigomo destro di Harold, che, dolorante e colto di sorpresa, si accascia imprecando tutti i santi su di un fianco.

-Porca Eva, ma non ero stato chiaro?
-NO. La prossima volta avverti, o ti entro a gamba tesa sulle gengive.

E’ evidente che, dalla faccia di Wayne, lo sfortunato giovane ispanico è altamente indeciso se considerare lo spettacolo a cui ha appena assistito un retaggio della sua intossicazione da Vermouth, oppure....realtà.

-Mi sono perso qualcosa?- Domanda, interdetto.

Non c’è che dire.
La nostra "vita di coppia" inizia BENE.







Salve a tutte ^,^ E con questo ci siamo riportati al punto di partenza, e la storia sta per entrare quindi nel vivo del suo svolgimentooooo >.< Che dire: grazie mille a tutte coloro che hanno avuto l'estremo cuore di leggere questo obrobrio: T_T. Se potessi quantificare la mia gratitudine (e non provo nemmeno a farlo, perchè con i numeri faccio abbastanza cagare xD) sarebbe a dir poco immensa.
Cosa aggiungere,ancora? Nel prossimo capitolo compariranno altri due personaggi di importanza vitale, per la nostra storia che, personalmente, adoro.....e...spero piaceranno anche a voi.

Un forte abbraccio e grazie ancora per l'estrema clemenza^^.

Mardy.

  
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