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Autore: OnlyOneBill    10/07/2013    1 recensioni
Il brano parla di una ragazza che scopre in tv che il suo amore, Bill Kaulitz, a causa di un grave incidente è andato in coma. Lei andrà in Germania da lui e farà di tutto per stargli vicino...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Io e papà eravamo davanti ad una porta chiusa. Papà aveva allungato la mano per aprirla. Io lo fermavo subito dicendo -Aspetta papà- e lui -Cosa c’è?- io lo guardavo e gli dicevo -Sono nervosa, non ce la faccio- papà mi sorrideva, poi mi diceva -Fai un respiro profondo e fatti coraggio-. Iniziavo a respirare profondamente, l’ansia mi era arrivata fino alla gola, avevo paura. Stavo per incontrare l’angelo che mi aveva cambiato la vita e che amavo da più di dieci anni ma lui non ne ha mai saputo nulla. E ora lo stavo per incontrare. Mi facevo coraggio e dicevo a papà -Ok…sono pronta. Entriamo-. E papà apriva la porta. Eravamo entrati e c’erano Georg, Gustav e Tom attorno al letto. Mi guardavano e io pensavo “Che figura di merda”. Tom mi chiedeva -Ehi tu, piccola! Chi sei? Una nostra fan per caso?- e io rispondevo tutta tremante -Si…- e Georg mi chiedeva -Cosa ci fai qui?- io rispondevo -Sono venuta a tenere anch’io compagnia a Bill…voglio stargli vicino…ho bisogno di lui- Gustav poi mi chiedeva -Da dove vieni?- e io -Italia- e lui -Quindi dall’Italia sei venuta qui in Germania per venire a trovare Bill?- io annuivo. Tom, sbalordito, esclamava -Wow…ci tieni tanto allora! Vieni, è qui-. I ragazzi si spostavano e vedevo Bill steso sul letto. Avevo già gli occhi pieni di lacrime. Mi avvicinavo a lui lentamente e mi sedevo sul bordo del letto affianco a lui. Lo guardavo. Iniziavo ad accarezzargli la guancia, poi gli accarezzavo tutta la faccia. Sussuravo -Bill…- ma non riuscivo a parlare perché iniziavo già a piangere ininterrottamente. Singhiozzando sussurravo -Bill, come puoi farmi questo? Non morire, ti prego…io ho bisogno di te, ho davvero bisogno di te…davvero!- poi mi mettevo su di lui e lo abbracciavo piangendo e singhiozzando. Intanto Tom mi accarezzava i capelli e Georg e Gustav mi guardavano teneramente. Mi alzavo e riempivo di baci la guancia di Bill. Poi Georg mi allontanava da lui e mi diceva -Dai, lascialo. Parlaci un po’ di te-. Intanto che parlavamo di me si erano fatte già le due. Tom diceva -Ragazzi, dobbiamo andare a mangiare. Andiamo al ristorante qua vicino- poi mi guardava e mi sorrideva dicendo -Vuoi venire anche tu?- e io lusingata rispondevo -No, grazie. Io resto qui-. Tom mi dava un bacio sulla fronte, poi andava a mangiare con Georg e Gustav. Intanto erano le quattro, il tempo passava in fretta. I ragazzi tornavano. Io ero stata tutto il tempo a piangere sulla spalla di Bill. Piangevo tantissimo, non credevo di avere così tanta acqua nel corpo. Georg ad un tratto mi chiedeva -Come mai ci tieni così tanto a Bill?- gli rispondevo e mentre mi facevano altre domande del genere si erano fatte le dieci e mezza di sera. Appena guardavo l’orologio sulla parete esclamavo -Oh mio Dio! Tra mezz’ora devo andare via!- e tornavo ad accarezzare Bill. Affianco al lettino c’era un marchingegno che segnava le possibilità di vita del paziente quando era in coma e quando suonava vuol dire che…il paziente era morto. Tra chiacchiere e carezze si erano fatte le undici meno un quarto. Avevo smesso di piangere e fissavo Bill…quell’espressione che aveva in viso lo rendeva ancora di più un angelo. In queste ultime ore mi ero innamorata di lui ancor di più di quando lo amavo prima. C’era un attimo di silenzio, quando il marchingegno affianco al letto suonò. I ragazzi si esasperavano e iniziavano a piangere. Io rimanevo in silenzio con gli occhi pieni di lacrime…poi iniziavo a piangere come non avevo mai fatto prima. Mi buttavo su di lui e iniziavo ad urlare piangendo -No! Bill, ti prego! No! Non farmi questo! No! No! No! Ti scongiuro! Non mi abbandonare, io ho bisogno di te! Tu sei l’essenza della mia vita! Tu sei l’angelo che da dieci anni ha dato un fottuto senso alla mia vita! E ora senza te che faccio? Chi riusciurò ad amare come amo te? È inispiegabile l’amore che provo per te! La mia vita è vuota!- mi calmavo per un momento, poi piangendo sussuravo -Io ti amo Bill- e lo abbracciavo. Erano passati cinque minuti, i dottori erano arrivati già da prima. C’erano stati due minuti di silenzio per ricordare Bill. Io tenevo il suo corpo stretto tra le mie braccia piangendo come non mai. Ora la mia vita era davvero vuota, non aveva più un senso. Neanche io avevo più voglia di vivere. Sussurravo a Tom -Ora che esco dall’ospedale mi suicido- e lui disperato diceva -No! Sara…- ma si era accorto che non lo ascoltavo per troppo che stavo piangendo. Siccome adesso tutto quello che facevo non aveva più niente, mi abbandonavo sul corpo di Bill tenendolo stretto. Ormai avevo finito anche le lacrime. Ora era finito tutto. Era davvero finito tutto. Mi sentivo accarezzare i capelli, io avevo gli occhi chiusi quindi non riuscivo a capire chi era. Ma di sicuro era Tom. Poi sentivo una voce che mi diceva -E tu chi sei piccola?- io, pensando che uno dei ragazzi si fosse totalmente rincoglionito, alzavo il viso bagnato dalle lacrime e mi trovavo Bill che mi abbracciava e che mi sorrideva. Io iniziavo ad urlare -Bill! Mio dio, Bill sei vivo!- i ragazzi si mettevano tutti addosso a lui abbracciandolo e anche io lo abbracciavo, ma stavolta senza piangere. Tom e gli altri spiegavano a Bill di me: chi ero, perché ero qui, cosa avevo fatto e cosa avevo detto loro. Bill era rimasto scioccato e ripeteva sempre -Davvero?- quando i ragazzi gli parlavano. Era mezzanotte ormai ed eravamo fuori dall’ospedale. Bill mi continuava a fissare, io ci godevo ma non lo dimostravo. Poi mi veniva vicino e mi abbracciava dicendo -Grazie per essermi stato vicino. È stato grazie a te che sono rinvenuto, è stato grazie all’amore che mi trasmettevi. Io lo sentivo, davvero. Tra me e te c’è un legame che non sono mai riuscito ad avere con nessun’altra ragazza- io mi sentivo una dea a queste parole. Poi Bill mi accarezzava i capelli dicendo -Dopo ventisette anni ho finalmente trovato la ragazza perfetta. Non m’importa quanti anni hai, non m’importa se sei brutta o altro, cosa che tral’altro non è vera, ma io sento nella mia anima che tu sei la mia anima gemella. Dov’eri quando avevo bisogno di te? Ma non importa, finalmente ora ti ho trovato- rimaneva un momento in silenzio, poi continuava dicendo -Vuoi restarare al mio fianco per sempre?- io rimanevo in silenzio scioccata. Poi lo abbracciavo stringendolo con tutta la forza che avevo nel corpo rispondendogli -Si, si Bill. Lo voglio-
  
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