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Autore: A f u r o    10/07/2013    6 recensioni
Per quanto le sue risposte fossero piene di sarcasmo, Minaho Kazuto adorava Manabe e il suo modo strano di basare la vita su dei calcoli matematici. Forse perché in fondo erano entrambi due ragazzi strani, con delle prassi e degli atteggiamenti fuori dal comune, e ciò li aveva costretti a parecchia solitudine nella loro vita. Ora però si erano trovati, forse nel momento sbagliato, sicuramente in una situazione parecchio assurda, ma nulla sarebbe riuscito a dividerli da lì in poi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La fanfiction è ambientanta nell'episodio otto, durante la giornata di vacanza dei giocatori dell'Inazuma Japan.  È la scena mancante di come Minaho e Manabe hanno passato il pomeriggio mentre i compagni di squadra uscivano a divertirsi. 1142 parole secondo world-kun. Hope you like it ~

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Strange boys ;


Qual è il senso di questa messa in scena?

Un ragazzo era sdraiato sul letto della sua stanza, nell’alloggio provvisorio dei rappresentanti della Shinsei Inazuma Japan. Le lenzuola profumavano di bucato.

Perché proprio io?

Due iridi smeraldine scrutavano il soffitto analizzandone con perizia ogni centimetro, alla ricerca di risposte che certamente non sarebbero arrivate. Una macchia a forma di cerchio faceva capolino proprio al di sopra della porta scorrevole.

Può essere muffa. Può darsi che ci siano perdite d’acqua qui intorno.

Assottigliò i grandi occhi e fissò il punto delimitato dall’alone grigiastro, portandosi distrattamente la mano destra sotto al viso per poi strofinarsi il mento con fare pensante.

Ma da quanto ne so non vi sono tubature che passano qua sopra, quindi l’ipotesi è da escludersi.

Si alzò placidamente dal giaciglio, avvicinandosi a quel lato della stanza dove vi era la soglia, sovrastata dalla macchietta che non avrebbe arrecato danno a nessuno se avesse continuato a stare lì per i fatti suoi.

È chiaramente sporco. Come ci sia finito lì è un mistero. È un posto inusuale per quel tipo di alone, è come se qualcosa fosse stato lancia-

Lentamente la macchia si allontanò dalla sua vista fino a che non fu sicuro di starla osservando dal pavimento, per di più con un peso morto che gravava sul suo petto. Non ebbe nemmeno tempo di chiedersi come ci fosse finito in quella posizione, gli bastò guardare la figura dall’aria dolorante distesa sul suo corpo.

«Manabe, qual è il principio matematico per il quale una persona non dovrebbe bussare?»
Non gli ci era voluto molto a capire che il ragazzo con gli occhiali era entrato senza nemmeno bussare, travolgendolo con la sua foga di varcare la soglia.
«Sinceramente non mi sarei mai aspettato che una persona mentalmente stabile stesse in piedi davanti alla porta senza apparente motivo.»
«In realtà io stavo… ah, ma cosa te lo spiego a fare. Non stavi dormendo?»
«Ho calcolato che per ripristinarmi efficacemente basteranno diciannove ore e quindici minuti di sonno, divise da un intervallo di quarantacinque minuti ogni cinque ore e sette minuti. In questo modo sarò efficacemente riposato al 97% delle mie possibilità.»
«Sì, sì, come dici tu. Ora potresti gentilmente alzarti? Stai impedendo al 97% del mio apparato respiratorio di respirare efficamentente.»
«Non credo che questo sia possi--»
«MANABE, SPOSTATI.»

Il ragazzino dalle iridi color nebbia-malva si alzò goffamente, lasciando che il suo compagno si liberasse dalla morsa del suo corpo. Le guance si dipinsero di un lieve color pesca.
Minaho si alzò a sua volta, scrocchiandosi il collo. Ulteriori interrogativi balenavano nella sua intricata mente.
«A cosa devo la piacevole visita?» Lo scrutò, portando nuovamente la mano destra sotto al mento. Era un vizio che non riusciva a togliersi quando indagava su qualcosa.
«Sono in quella fase di veglia tra le cinque ore e sette minuti di riposo.»
«…E a cosa devo la piacevole visita?» alzò un sopracciglio, interrogandolo.
«Sono tutti usciti ed ecco, il wifi è molto lento qua dentro, e mi annoiavo…»
«Così hai pensato bene di placcarmi sulla porta e venire ad importunarmi, giusto?»

Per quanto le sue risposte fossero piene di sarcasmo, Minaho Kazuto adorava Manabe e il suo modo strano di basare la vita su dei calcoli matematici. Forse perché in fondo erano entrambi due ragazzi strani, con delle prassi e degli atteggiamenti fuori dal comune, e ciò li aveva costretti a parecchia solitudine nella loro vita. Ora però si erano trovati, forse nel momento sbagliato, sicuramente in una situazione parecchio assurda, ma nulla sarebbe riuscito a dividerli da lì in poi.

«Beh, scusa se volevo farti compagnia, se vuoi me ne vado.» Sul suo viso si dipinse un broncio tra l’irritato e l’implorante, contornato da un leggero arrossamento sulle gote.
Non voleva ammetterlo, ma la sua pausa era volta principalmente a passare del tempo da solo con Minaho, dato che gli allenamenti e le partite occupavano gran parte del loro tempo. Esultò interiormente quando scoprì la concessione di un giorno di ferie in mezzo all’estenuante attività della squadra.

«…Stavo scherzando, siediti.» Sorrise, per poi raggiungere il letto e sedervisi insieme al compagno di squadra.
«Che stavi facendo prima, davanti alla porta?»
«Guardavo quella macchia grigia. Non capisco da cosa possa derivare.»
«Evidentemente, i precedenti inquilini vi hanno tirato un oggetto circolare sopra, ed esso, essendo sporco, vi ha lasciato l’alone. Non credi?»
«Penso di sì. Ma perché lo ha fatto?»
«Ti è davvero così vitale saperlo?» Manabe lo guardò negli occhi, interrogativo.
«Non credo, ma pensare alle piccole cose mi aiuta a distrarmi da quelle grandi.» Il  contatto visivo si spezzò, quando le grandi iridi verdi di Minaho si posarono sul pavimento color tortora.
«…Stai pensando a questa situazione assurda, vero?»
«Sì. Non riesco davvero a capire perché sono stato scelto nella squadra nazionale di uno sport al quale non ho mai giocato. Non si può dire che non abbia tutti i buoni motivi per stare qui, ma…»
«Ma se non hai tutte le risposte al mondo non sei soddisfatto, giusto?»
«Penso di sì.»
«Ti capisco.»

I loro occhi si incontrarono di nuovo con un contatto più intenso, quasi cercassero reciprocamente le risposte alle loro domande nelle pupille del compagno. Non si accorsero di quanto vicini fossero i loro visi, della tinta rosata che si era impadronita delle loro gote e dell’alone grigiastro che li sovrastava solenne appena sopra la porta.
In quell'istante il tempo si era fermato, non vi erano né per la Inazuma Japan, né per il loro allenatore, né per qualunque altra persona avesse richiesto la loro presenza in quel frangente. Per un attimo entrambi si dimenticarono delle loro domande, nell’esatto momento in cui chiusero gli occhi lasciandosi trasportare dal timido incontro delle loro labbra e dalle loro dita esitanti che si intrecciarono tra di loro, come due rampicanti su uno spendindo muro di mattoni rossi.

Il loro contatto durò qualche secondo, dopodiché si staccarono, rossi in viso. Ci fu un momento di silenzio che durò qualche minuto, durante il quale i due cercarono di limitare l’imbarazzo fissando punti diversi della stanza, lasciando che le loro mani diventassero l’unica connessione tra i due.
Dopo il momento di smarrimento, Manabe si girò verso Minaho e prese parola.
«…Immagino che tu ora abbia ben altre domande.»
Minaho lo guardò, con sguardo assente.
«Sinceramente? Al diavolo, mi va bene così.»
L’arancione si lanciò nuovamente sulle labbra del viola, questa volta approfondendo il timidio bacio in qualcosa di ben più passionevole.

Non c'erano per nessuno, e le domande non avevano più tanta importanza: non erano più soli adesso, non erano più due semplici ragazzini incappati in qualcosa di grosso. Molto grosso. Ma che non li avrebbe divisi per nulla al mondo, né ora né mai.

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Questa fanfiction è stata scritta
in un lasso di tempo che va dalle due
del mattino alle cinque e mezza, quindi
mi scuso in anticipo per eventuali errori
grammaticali o di attinenza all'arco
temporale nel quale ho inserito la storia c:
La MinaMana merita più amore, /OTP/
Lasciate una recensione, sono bene accette le
critiche dato che non sono molto esperta
~

Salem69

  
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