This Girl.
(6)
I promise.
Niall e Conor
erano appena ritornati a casa dopo lo spiacevole incontro.
Il biondo non aveva aperto bocca per tutto il tragitto, da quando la ragazza che
avevano incontrato, Savannah, non era scappata via
dopo aver guardato negli occhi Niall. Non riusciva a capire cosa fosse
realmente successo, anche se ci stava provando in tutti i modi. Sapeva solo che
quei due ragazzi erano shoccati da quell'incontro,
tanto quanto lo era lui e presumeva anche l'altro ragazzo che era lì con loro.
Guardava fisso il suo amico, immobile sulla poltrona e lo sguardo assente e privo di quella luce che lo riempiva
quotidianamente.
Stava rimettendo a posto quelle poche cose che avevano comprato, ed era
intenzionato ad andare in camera sua, così Niall avrebbe
potuto riflettere senza che lui gli fosse d'intralcio.
Stava pensando a quella ragazza mora, bella ed innocente. Pensava alla sua
pancia prorompente, e al ragazzo che l'accompagnava.
Forse era il suo fidanzato, suo marito.. ma non gli
importava.
Bellezza come quella non ne aveva mai viste prima, e
ne era stato accecato.
Stava per rintanarsi nella sua stanza, quando una voce lo
fermò.
"Conor", disse solamente. E lui, da buon amico, fece retrofront
e si avviò verso il biondo.
"Niall", rispose. Era di fronte alla poltrona su cui il biondo era
seduto, in piedi, e stava aspettando una risposta, una richiesta da parte sua.
Niall non emise nessun vocalizzo, ma semplicemente si gettò fra le braccia del
suo migliore amico finalmente piangendo. Conor lo
strinse al suo petto, cercando di consolare il ragazzo fra le sue braccia. Solo
che non poteva, non poteva consolarlo. Niall piangeva,
piangeva perchè non sapeva che altro fare. In quel momento voleva solo
piangere, perchè era l'unica cosa che sapeva fare.
Aveva cercato e ricercato quella ragazza per tre mesi e mezzo, e quando si era
rassegnato all'idea di non poterla trovare, l'aveva trovata. Per
caso, in un supermercato, grazie a Conor e al suo
sorriso.
L'aveva trovata, l'aveva vista, l'aveva spaventata, l'aveva
fatta scappare.
E non aveva avuto la forza di andarle dietro per
chiederle scusa.
Aveva paura, e quella paura l'aveva trasmessa a quella ragazza.
Savannah.
"Conor",
ripetè fra le lacrime.
E finalmente Conor capì.
Dall'espressione del biondo capì, capì che quelle lacrime erano per la ragazza
che avevano incontrato quel pomeriggio, erano per ciò
che lui le aveva fatto; e lo shock era dovuto al fatto che solo una settimana
prima Niall si era arreso alla ricerca di quella ragazza. Tutte quelle lacrime,
tutto quel silenzio, era per lei.
Per Savannah.
"E' lei?", chiese
all'amico.
"Sì, è lei.", rispose Niall, scostandosi
dall'abbraccio del rossiccio.
"Che hai intenzione di fare?"
"Di cercarla, di chiederle scusa e di aiutarla in qualunque modo.",
disse asciugandosi le lacrime col dorso della mano.
"Te ne sei accorto?", chiese Conor
sedendosi sul divano.
"Di cosa?", ribattè confuso.
"Savannah è incinta!", spiegò.
Cosa? Cosa?
Non poteva esser vero, no. Non ci credeva.
Conor vide sbiancare l'amico, più di quanto già non
fosse.
"Ehi, Niall. Calmati. Respira.", gli ripetè più volte, ma questo sembrava non sentirlo. Era
immobile, pietrificato.
Lo scosse per le spalle, fino a che non se lo vide addosso
privo di conoscenza.
*
"Van,
parla.", ripetè ancora una volta Louis.
Lei era seduta sul letto, con lo sguardo fisso sul poster del suo attore
preferito. Era immobile, priva di ogni movimento.
"Savannah perfavore,
parlami!", alzò di un tono la voce. Sua sorella sussultò, ma non ci fece
caso. Voleva solo che gli dicesse cosa stava accadendo. Non riusciva a capire
il motivo della sua fuga. Stava rivivendo ogni istante di quel fottuto incontro che aveva ridotto in quel modo sua
sorella. Ma nonostante tutto, non riusciva a capire.
"Savannah!", sbottò urlando, alzandosi
dalla sedia che aveva posto davanti al letto della mora. Questa sussultò
nuovamente, cominciando a piangere.
"Parlami, ti prego, fallo! Sto impazzendo!",
continuò urlando Louis.
Non se ne stava accorgendo. Non si accorgeva che la
stava spaventando.
"Louis, smettila. Mi stai facendo paura.", sussurrò.
E quel sussurro fece calmare il ragazzo dagli occhi
blu.
Non voleva spaventare sua sorella. Non voleva, ma l'aveva fatto.
Si voltò veloce vero la porta della stanza, pronto ad andarsene. Arrivò ad un
passo dall'uscita, quando Savannah lo
richiamò.
"Non andartene!", disse.
Lo voleva accanto a sè, perchè era
l'unica persona in grado di capirla e di saperla confortare. Gli fece spazio
sul letto accanto a lei, e picchiettò la mano sul letto, in modo da richiamare
Louis vicino a lei.
Il ragazzo si avviò verso la sorella, sdraiandosi accanto al suo corpo.
"Mi dispiace.", le disse prima di racchiuderla in un abbraccio.
"Non è successo niente, tranquillo.", gli sussurrò
fra i suoi morbidi capelli castani.
"Vuoi dirmi quello che è successo prima?"
"Ne sei sicuro?", rispose.
"Sicuro.", rispose il moro deciso.
La mora si accomodò per bene fra le braccia del fratello, e cominciò a
raccontare.
"Hai presente quei due ragazzi che abbiamo
incontrato oggi al supermercato?"
Louis annuì, incitando la mora ad andare avanti.
"Quello con i capelli biondo-rossi mi stava sorridendo. Era carino e ho
risposto al suo sorriso. Poi quello che stava con lui si è girato verso di me,
mi ha guadata negli occhi e..", si interruppe.
"E? Ti piace più l'altro?", sorrise, prendendola in giro.
"No.", rispose seria, fulminando con lo sguardo.
"E allora?"
"E' il ragazzo di Dicembre.", disse tutto d'un fiato.
"Cosa?", Louis si alzò di scattò dal letto, guardando confuso la
sorella.
"Il ragazzo biondo è il ragazzo che mi ha violentato a Dicembre.",
spiegò calma, senza farsi prendere da attacchi di pianto isterico.
"Io lo ammazzo. Prima lo cerco, e poi l'ammazzo!", il ragazzo camminava
su e giù per la stanza, gesticolando come un pazzo.
"Louis, calmati!", gli andò dietro la mora.
"No! Lui ti ha fatto del male, e deve pagare!", urlò.
"Non l'ho voluto denunciare, e non voglio nemmeno che tu gli fai
del male.", ribattè lei.
"Ma lui ne ha fatto a te!", abbassò il tono di voce.
"Lo so, ma ora è passato. Non lo rivedremo più, e tutto tornerà a
posto."
Non avrebbe dato ascolto alle parole della sorella.
Avrebbe cercato quel ragazzo, e gli avrebbe dato una lezione.
Tanto basta per fargli capire il dolore che aveva provocato a Savannah.
L'avrebbe fatto, era una promessa che aveva fatto a se
stesso.
My
Space:(poco sfleshate insomma,ahahahah)
Saaaaaaaaalvee! ♥
Eccoci qua con il sesto capitolo che, indivinate un
po’, mi piace!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
Seriamente, è un capitolo pieno, e stranamente è uscito come lo volevo, e
quindi boh.. spero vi paccia! :)
Ora mi dileguo che ho fretta, sperando che qualcuno lasci un parere ;)
Grazie per le bellissime recensioni, e per le preferite/seguite/ricordate.
Siete dolcissimee ♥
Un bacione stra enorme,
Marialuisa. ♥