DAD, WHICH UNCLE FRED IS ?
Il
bambino dalla pelle color caffelatte attraversò velocemente la porta e se la
chiuse alle spalle con un tonfo, il respiro affannato dalla corsa.
Doveva
nascondersi per un po’ in un posto sicuro, almeno finché la nonna non avesse
smaltito un po’ di rabbia… o avrebbe fatto una brutta fine.
Inghiottì
rumorosamente al pensiero dell’ultima volta che Molly lo aveva acchiappato e, istintivamente,
si massaggiò il fondoschiena.
Con uno
scatto della testa scacciò via quei ricordi poco rassicuranti e si guardò attorno:
ora che ci faceva caso, notò che era sbucato nella vecchia camera di suo padre
e suo zio.
Suo zio
non lo aveva mai conosciuto, era morto alcuni anni prima che lui nascesse, ma
sapeva che era il gemello del padre e che aveva il suo stesso nome: Fred.
La camera
da letto era quella più curata e ordinata di tutta la casa; sua nonna
permetteva raramente a lui e ai suoi cugini di entrarci e la spolverava
minuziosamente tre volte alla settimana, forse anche più.
Le pareti
erano ricche di vecchi poster e di stendardi rosso-oro, mentre le mensole
pullulavano di portafoto dai quali suo padre e suo zio gli sorridevano con un
ghigno.
Si
avvicinò ad una piccola libreria appoggiata alla parete destra: un volume
marrone spiccava tra i libri di scuola per ampiezza. Sul suo dorso, in lettere
dorate, era incisa la parola Album.
- Altre foto! – pensò, e stranamente gli
venne l’istinto di prenderlo.
Con un
po’ di fatica riuscì, mettendosi sulle punte dei piedi, ad afferrarlo, e per
poco non ne fu schiacciato dal peso. Lo issò fino ad uno dei due letti, si
sedette e lo aprì.
Sulla
pagina iniziale vi erano altre lettere dorate; una dedica.
Nel ricordo del nostro adorato
Fred, morto da eroe.
Rabbrividì
lievemente nel vedere il suo nome accostato alla parola ‘morto’, e lentamente
voltò pagina.
Un
ragazzo tale e quale a suo padre da giovane, ma con tutte e due le orecchie, faceva
inchini solenni nel presentare il suo album, per poi scoppiare in sguaiate
risate.
Voltò
ancora: due identici neonati frignavano tra le braccia di una nonna Molly molto
più giovane e snella. Accanto a lei c’era un sorridente nonno Arthur e tre
bambini; gli zii Bill, Charlie e Percy, che osservava torvo i due pargoli.
Nei
successivi dieci minuti il bambino si ritrovò così intento a sfogliare da non
rendersi conto che la porta si era aperta di nuovo.
- Ecco
dov’eri finito - disse piano George, spaventando a morte il figlio. – Tua nonna
ti sta cercando da un pezzo, e anche io. -
Benché il
padre non sembrasse arrabbiato, Fred un po’ di paura ce l’aveva comunque.
- E’
ancora arrabbiata? -
- Ci puoi
giurare - commentò George, nascondendo un sorrisetto. – E’ nera: quando sono
tornato per riprendervi mi ha assalito dicendo che dovrei decidermi a punirti
per bene. -
Fred lo
guardò preoccupato ma George continuò: - Devi piantarla di dare fastidio a
Roxanne. La prossima volta che la ritrovo in lacrime per colpa tua finisci nei
guai veramente! –
Fred lo
fissò con tanto d’occhi non solo perché era molto raro che suo padre lo
rimproverasse ( di solito questo compito era affidato al lato femminile della
famiglia...), ma anche perché aveva rifilato a Roxanne uno dei suoi prodotti... ovviamente
sgraffignato.
Non vedeva
l’ora di provarlo su qualcuno e sua sorella era l’unica disponibile: le aveva offerto
una comunissima lattina e, dopo pochi secondi, il viso le era diventato viola
scuro e i capelli verde pisello scaduto…
Probabilmente
perché si sentiva complice del misfatto, George cambiò tono. – Come sei
scappato? – chiese, guardandolo con la coda degli occhi.
-
Detonatori Abbindolanti. -
L’uomo
sorrise impercettibilmente e, mettendosi le mani in tasca e allungandosi verso
il figlio, gli chiese: - Cosa stavi facendo? -
- Stavo
guardando queste vecchie foto – rispose, indicando una pagina ingiallita. – Tue
e dello zio Fred. -
George si
irrigidì per un secondo, ma poi si rilassò e annuì, anche se quella del figlio
non era stata una domanda.
- Papà -
domandò l’altro dopo un attimo di esitazione, - qual è lo zio Fred? - Gli
mostrò una foto in cui due bambini sui sette anni continuavano a passarsi
l’orsacchiotto di un terzo, più piccolo, che piagnucolava lì accanto.
Il padre
gli si sedette vicino e ne indicò uno. – Era un po’ più cicciotto di me ed era
quello che si divertiva maggiormente nel rompere le scatole a zio Ron – spiegò.
- Come me
con Roxy? -
- Molto
peggio. -
- E la
nonna non diceva niente? -
- Sii
realista, ragazzo – replicò, lo sguardo in tralice. – Quella volta ci inseguì
con la scopa - concluse abbozzando un sorriso.
- La sua
specialità – commentò divertito l’altro, prima che il padre gli scompigliasse
affettuosamente i capelli.
Osservando
di nuovo l’espressione del gemello nella foto, George scoppiò in una fragorosa
risata che lasciò il bambino di stucco. – Pa’, che ti prende? -
Ma quello
continuò fino a che entrambi non sentirono dei passi affrettati dirigersi verso
di loro.
- Oh no!
La nonna…! –
- Adesso
sì che le prendi! – scherzò George.
- Dai, smettila!
- esclamò spaventato Fred. – Certo che sei proprio uno strano padre… -
Prima che
la porta si aprisse, George si alzò in piedi e, piantate le mani sui fianchi, urlò:
- … GUAI A TE SE RIPROVI A FARE UNA COSA DEL GENERE! E ORA FILA GIU’ A CHIEDERE
SCUSA A TUA SORELLA! -
Fred
sbatté le palpebre stupito… ma mai quanto Molly, che era entrata giusto per
assistere alla sfuriata.
- Oh
George, basta così… - sussurrò preoccupata. – Scommetto che ha imparato la
lezione. -
- Prima
deve chiedere scusa a Roxy, ma’… - dichiarò l’altro fingendosi irremovibile.
- Beh, hai
ragione… -
E mentre
nonna Molly dava loro le spalle, George ammiccò al figlio, che ammiccò a sua
volta, e lanciò un ultimo sguardo alle foto del gemello: Fred scuoteva il capo,
sogghignando.
Fine
Nota
Ed eccomi
di nuovo qui a scrivere le note finali di un’altra fic sui figli dei nostri personaggi
preferiti…
Beh,devo
dire che ultimamente non fanno che venirmi idee e non posso fare a meno di
scriverle sul mio amato computer… anche perché il vedere Harry,Ron,George,ecc
nei panni di genitori mi intriga XD.
Se vi va
fatemi sapere che ne pensate!
Alla
prossima!