Capitolo
9
Entro
trafelata in redazione visto che avrei dovuto essere qui circa 20 minuti fa; maledetto
traffico! Il caos che c'è nelle strade alla mattina è una delle poche cose che
odio di New York. Sono rimasta un'ora bloccata tra le auto, solo perché ho
avuto l'idea malsana di venire al lavoro in macchina e non in metro come faccio
di solito. Credo che non ripeterò mai quest'esperienza assai snervante.
Dato
che il capo deve ancora arrivare mi dirigo verso l'ufficio di Nicole che seduta
davanti al pc è intenta a scrivere un articolo battendo con velocità
impressionante sulla tastiera.
Probabilmente
sta scrivendo su una delle band che ha intervistato la settimana scorsa; il
capo infatti ci ha dato del lavoro di squadra da fare: io ho fatto i vari
photoshoot alle band e lei si è occupata delle interviste o semplicemente delle
recensioni.
Almeno
sul lato lavorativo, sto avendo delle soddisfazioni; dopo il famoso Warped Tour
infatti mi sono dedicata anima e corpo al giornale e il capo, contento del
lavoro che avevo svolto, mi ha assegnato dei servizi fotografici con band
importanti e le mie foto sono quasi sempre in copertina o sui siti della band.
Proprio
stamattina, sono stata convocata dal boss perché, parole sue, deve "darmi
una notizia importantissima". Sono eccitata e al tempo stessa nervosa per
quello che dovrà dirmi, dato che non ho la più pallida idea di che cosa posso
trattarsi. Lui stesso sembrava al settimo cielo al telefono.
Meglio
che non ci pensi troppo però.
"Che
ti ha fatto di male quella povera tastiera?" chiedo sorridendo alla mia
amica.
Senza
levare gli occhi dalla schermata che ha davanti, mi risponde che le manca solo
qualche riga e poi sarà tutta per me.
Intanto
faccio come se fossi a casa mia e prendo posto sulla sedia di fronte a lei e mi
guardo intorno, soffermandomi sulla varie foto che ha appeso al muro.
Ce
ne sono alcune di me e lei insieme, lei con una delle sue band preferite e
infine, noi due con i my chemical romance al gran completo.
A
guardarla mi sta venendo un nodo alla gola; per fortuna che la mia attenzione
viene catturata da Nicole che trionfante mi comunica che ha finito.
Mi
volto verso di lei, cercando di mantenere un certo contegno. Già so che appena
mi vedrà in faccia inizierà a fare domande a raffica, da brava giornalista.
"Allora
come va, Meg?" mi chiede sorridendo ma vedo che il suo sguardo indugia
sulle terribili occhiaie che mi ritrovo.
"Abbastanza
bene" replico, secca.
Sa
benissimo in che situazione mi trovo; nonostante siano passate tre settimane,
durante le quali Bob non ha chiamato, ancora non riesco a capacitarmi che lui
mi abbia mentito quel giorno in aereoporto e che tutto sia finito.
Dentro
di me ho ancora quella piccola speranza che mi fa andare avanti, e credere che
prima o poi Bob chiamerà.
Forse
sarò una stupida credulona piena di false speranze ma sinceramente, non mi
importa finchè quel piccolo barlume di speranza mi dà la forza di alzarmi la
mattina e continuare la mia vita.
Per
fortuna Nicole cambia discorso e ci ritroviamo a parlare degli ultimi gossip
riguardanti Britney Spears; come siamo arrivate a questo punto, non lo so
nemmeno io.
"Mi
dispiace interrompere questa conversazione di vitale importanza, Nic ma devo
andare dal boss. Dice che ha qualcosa di importante da dirmi"
Nicole
mi guarda entusiasta e aggiunge, con un ghigno, "Tanto so già tutto".
Le
faccio una linguaccia e esco dalla stanza.
-
- -
"Sai
che sono assolutamente fiero del lavoro che hai fatto ultimamente, nonostante
sappiamo bene tutti e due che c'è qualcosa ti turba…"
Spero
solo che non voglia farmi la predica pure lui; è come un padre per me e accetto
sempre volentieri le sue critiche, i suoi consigli ma ora non mi va proprio di
sentirlo parlare dei miei problemi.
Sto
per interromperlo quando esclama una parola che mi fa balzare il cuore in gola.
"…per
questo pensavo che ti meriti proprio una promozione e dato che la nostra
rivista ha appena aperto una piccola, come posso dire, succursale in Finlandia
pensavo che meriteresti un posto lì come fotografa. Che ne dici?"
Che
ne dico? Penso che il mega sorriso che mi si è stampato in faccia sia molto più
che eloquente.
"grazie
capo, non so che dire. Sembra troppo bello per essere vero"
Cavolo,
la Finlandia. Ho sempre sognato di andarci, anche solo in vacanza, e adesso si
parla addirittura di trasferirsi. Non vedo l'ora di partire.
"Sono
felice che tu accetta questa proposta. Oltre a meritarlo davvero, sono sicura
che questo cambiamento ti gioverà parecchio. Anche perché ho già un lavoretto
per te" dice sorridendomi incoraggiante e riprende il discorso, non appena
i suoi occhi incrociano il mio sguardo curioso.
-
- -
"A
che ora hai l'aereo?"
"Alle
15!" rispondo a Nicole, che si è offerta di accompagnarmi in aereoporto
visto che tra meno di 3 ore sarò in viaggio per Helsinki.
E'
passata esattamente una settimana da quando sono venuta a conoscenza di questo
mio trasferimento; ho fatto in tempo solo a preparare i bagagli e raccattare le
cose più importanti da portare con me e non ho idea di come farò lì.
Il
capo mi ha avvisato che mi ha già trovato un appartamento vicino alla redazione
ma cavolo, non ci sarà nulla dentro.
Mi
sto lasciando prendere dal panico e Nicole, come al solito, se ne accorge.
"Che
c'è? Agitata per il viaggio?"
Faccio
segno di no con la testa e le espongo i miei dubbi, sperando che abbia qualche
risposta in grado di tranquillizzarmi.
Ascolta
attentamente quello che le dico per poi mettersi a ridere.
"Ma
pensi veramente che il capo ti avrebbe mandato lì, in una casa vuota, senza
mobili, cibarie, niente di niente?" risponde tra le risate.
Riflettendoci
un attimo, sono stata una stupida a crederlo
visto che il capo mi ha detto più volte che ha pensato a tutto lui e che
l'unica cosa di cui dovrò occuparmi quando sarò arrivata a destinazione è di
non morire assiderata, visto che in Finlandia il clima è tremendamente freddo.
Annuisco
più serena adesso e mi lascio cullare dalla musica che esce dall'impianto
stereo finchè non arriviamo all'aereoporto.
Guardo
l'ora. Siamo arrivate perfettamente in orario.
"Abbi
cura di te! E chiamami ok?" mi dice Nicole, stringendomi a sé poco dopo.
E' commossa ma vedo che è felice per me.
"Potrei
telefonarti talmente tanto da costringerti a cambiare numero" replico,
sogghignando e abbracciandola a mia volta.
Ci
separiamo, interrotte dalla voce metallica che richiama i passeggeri del mio
volo, per poi guardarci negli occhi e sorridere insieme.
La
saluto un'ultima volta e mi allontano.