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Autore: She is made of glass    10/07/2013    2 recensioni
Respiro.
Apro gli occhi, non ci sei.
Dove sei?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un'arcobaleno nero, un abitante delle nuvole.
Un fiore sul fondale dell'oceano, una spina in un occhio.
Mi sento così.
Qualcosa di profondamente sbagliato.

 

Diciassette, venti-tre, trenta-quattro.
Mi accarezzo i polsi e conto i respiri che faccio.
Con le dita disegno qualcosa che con la mente non riesco neanche a immaginare.
Mi fermo, devo guardarlo.
Cosa c'è di meglio delle sfumature del cielo mi chiedo.

 

Le ruote stridono forti sulle rotaie.
Trattengo il respiro per così tanto che quando riprendo fiato ho l'affanno.
Mi bruciano i polmoni e lo sento che qualcuno si è seduto sulla cassa toracica.
Sento la cartilagine lacerarsi e i muscoli contrarsi.
Mi tocco il viso, le braccia, i fianchi, le gambe.

 

Ho gli occhi che vanno di fretta, voglio vederti.
Ti cerco, respiro, ti ricerco.
Dove sei?
Mi alzo e annego in mezzo al profumo di tutta questa gente.
Mi sento sbagliata, di troppo.
Le braccia, le spalle, gli occhi di tutte queste persone mi arrivano addosso, ma non mi vedete?
Son qua, non mi schiacciate.

 

Mi arrivi addosso e mi invadi.
Con le mani, con il naso, con il corpo sento quello che da una vita aspettavo.
Mi lascio ferire, lacerare da te.
Mi stringi addosso alla tua cassa toracica e mi accarezzi la schiena.
Ti guardo per la prima volta.
Il viso, le labbra, le guance, la barba.
Ti regalo una carezza leggera, un soffio mentre piano annego nei tuoi occhi.

 

Sono qua, sono qua mi ripeti centinaia di volte affianco all'orecchio ma io a staccarmi non riesco.
Sono qua e mi baci il collo. L'attaccatura dei capelli, la fronte.
Sono qua e mi respiri, mi vivi.

 

Camminiamo veloci in questa città che mi ha sempre vista sola.
Ti parlo di casa mia, delle mie vie, della mia gente.
Piano mi sorprendo di avere ancora delle parole da dire.
Mi sorprendo di sentire ancora la mia voce.

 

Sfiliamo lungo piazza Maritiri e ti racconto che ogni pietra per terra ha una storia.
C'è il duomo, il castello dei Pio, chiesa San Nicolò, San Francesco, il museo.
Davvero sei qua per questo?
Davvero sei qua per vedere qualcosa che resterà altre mille nostre vite?

 

E' una giornata triste, nuvolosa.
Mi fermo.
Mi rendo conto solo ora, tornando a tenere il conto dei miei respiri che non ti ho mostrato una delle cose più belle.
Il cielo.

 

Il cielo, il cielo mi grido in testa e mi metto a correre.
Sento i tuoi passi pesanti starmi dietro, e pensando al cielo sono già mille miglia più lontana.
Oltre le macchine, oltre le vie, oltre il rumore.

 

Sento il profumo del parco, vedo il grande viale che lo taglia a metà.
Attraverso la strada di corsa, i clacson suonano potenti.
Loro non lo sanno, nessuno lo sa.
Questa non è rischiare, è solo forte voglia di morire.

 

Mi investe.
Il cielo mi arriva addosso, mi schiaccia, mi sovrasta.
I sassi mi entrano nei capelli. L'asfalto è duro sotto il mio corpo affannato, contratto dallo sforzo.
Respiro veloce.
Cinque, otto, dodici.

 

Ti sdrai accanto a me e sento che per le sfumature di questo cielo ne è valsa la pena correre.
E' bello dico piano.
Da morire, per una volta nella vita mi sento capita per davvero.

 

E' questo che mi è sempre mancato, incomincio.
Mi è sempre mancato poter guardare il cielo insieme a te. Andare in giro e farti vedere com'è che vivo la mia vita. Farti vedere il mio mondo, la mia gente, le mie abitudini. 
I tuoi occhi son la cosa che mi è mancata di più. Sai quante tonalità di azzurro ci sono? Sai quante volte ti ho cercato? Quante volte ti ho aspettato ti chiedo.
Tu respiri piano e io svanisco.

 

Il cielo, l'unica mia cosa privata, sono riuscita a rovinarla.
Nessuno ho mai voluto a guardare il cielo insieme a me.
Ho sempre voluto essere solo io.
I miei occhi e il cielo.
Un respiro, un secondo, una vita stavamo a guardarci.
Il mio cielo, il pezzo più intimo di me.
L'infinito che ha accolto i miei pensieri, che ha cullato i miei fragili respiri.

 

Sai com'è aspettare qualcuno senza vederlo mai arrivare ti chiedo e io vedo solo il cielo.
Ho il tuo viso davanti, ma io vedo il cielo. Sempre.
Ti fai spazio tra le mie braccia, invadi la mia testa che quella tua voce.
Sembra che tu non riesca a capire che i miei occhi cercano il cielo.
Il cielo.

 

Ora sono qui, ora sono qui reciti come se fosse una preghiera.
Sono qui, guardami.
E il cielo dov'è mi chiedo
Dov'è che hai il cielo tu?

 

Mi baci il collo.
La mandibola, una guancia.
Mi sali addosso e mi schiacci, mi togli il respiro.
Mi accarezzi i capelli mentre piano soffoco.
Stringi il mio corpo tra le tue gambe.
Non posso scappare, non posso respirare.


Mi fa paura il tuo corpo piegato su di me.
Mi si spezzano le costole a pensarti mentre vai via.
A pensarti mentre ti aspetto.
Fai correre le mani lungo le mie spalle, mi accarezzi le braccia, i polsi.
Mi stringi le mani e con la bocca mi baci il naso, la fronte, gli occhi.
Mi baci gli occhi e il cielo mi piomba addosso.
Mi respiri sulle labbra.
Respiri piano e io conto.
Uno.
Due.
Tre.
Stai sulle mie labbra una vita senza baciarle.
Quindici.
Sedici.
Diciassette.
Respira mi dici.
Ti respiro addosso allora e ti invado.
E mi baci.
Mi baci.

 

Sento il cielo nei tuoi tocchi, non mi permetti mai di aprire gli occhi per guardalo.
Ho paura, che guardandolo potresti amare più lui che me mi confessi.
Allora amo te.
Ti amo forte, con ogni organo.
Mi lascio baciare, respirare, scopare.
Mi sale l'amore dalle dita ogni volta che ti tocco, ogni volta che ansimo.
 


Vieni dentro di me dico e tu lo fai.
Apro gli occhi e le sfumature che ho sempre cercato nel cielo le ritrovo in te.
Nei tuo occhi.
Allora ti amo, ti amo forte.

 

Respiro.
Apro gli occhi, non ci sei.
Dove sei?

 

Guardo il cielo e immagino forte.
Vedo i tuoi occhi tristi assistere la mia follia.
Il rame stride cercando di frenare il cavallo meccanico in corsa, ma la morte mi arriva addosso veloce.
Apro gli occhi e son felice.
Il paesaggio che mi viene proposto sono le striature del cielo.
E nelle mille sfumature finalmente annego.
Lontano dal mondo, lontano dai pensieri riesco a trovare pace.
Regalo il mio ultimo respiro al cielo, e piano scompaio.

 

 

 

 

  
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