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Autore: Some_problems    10/07/2013    11 recensioni
Cassidy Carter sta facendo uno stage presso una nota compagnia fotografica, nella speranza di realizzare i suoi sogni di diventare un’affermata fotografa. Quando finalmente ottiene la sua grande occasione, un servizio fotografico tutto suo, lei finisce per scattare foto alla più famosa boyband del momento, i One Direction. Ma ancora non sa quanto a stretto contatto ‘lavorerà’ con loro, o a quanti guai combinerà.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Uno

Mentre camminavo, no scusate mi strascinavo, per le strade affollate di Londra, con le braccia piene di buste di cibo e qualche vestito, sospirai tra me e me. Le gioie di uno stage, pensai. Stavo lavorando per una compagnia fotografica, mentre continuavo i miei studi all'università, non era affatto facile, e anche se non era come me lo aspettavo, mi ripetevo che fosse un'esperienza che nessuna università e nessun corso mai avrebbe potuto darmi.

La fotografia era da sempre la mia passione. Iniziai a scattare fotografie all'età di cinque anni. Mi ricordo della mia prima macchina fotografica, era una di quelle per bambini che era un'impresa rompere. Però non c'era motivo di preoccuparsi che io rompessi la mia, mi ero presa molto cura di essa, la rimettevo sempre nella sua custodia quando avevo terminato gli scatti. Ricevetti la mia prima macchina fotografica digitale a nove anni. Era rosa, con uno zoom digitale 3x. Non ne ero completamente colpita o soddisfatta, ma la usai come meglio potei fino a quando ne ricevetti una nuova a tredici anni. Da allora iniziai a collezionare macchine fotografiche come uno di quei negozi per fotografi amatoriali.

Arrivai allo studio stanca e senza fiato. Era stata una pessima idea uscire per Londra a quell'ora, alle nove di mattina, tutti si preparavano per il lavoro. Posai le buste sopra un tavolo, poi da esse tirai fuori una scatola piena di ciambelle assoritite e gli ordini dei caffé di tutti gli stilisti. Personalmente, pensavo di essere una brava stagista. Ero più di una semplice assistente se volevo essere onesta, facendo avanti e indietro, aspettando pazientemente il mio successivo ordine ogni volta. Se ero fortunata avrei avuto il tempo di sedermi e guardare il set fotografico, magari poi anche osservare il fotografo che attentamente curava gli scatti. Quella era la parte che però odiavo, vedere i modelli trasformarsi in persone innaturalmente perfette. Avevo sempre pensato che fosse sbagliato.

Oggi non era diverso, anche se mi sembrò di essere più impegnata come se era un gran giorno e quello era un set importante. Andai a prendere delle bevande rinfrescanti e degli spuntini regolarmente, per poi correre avanti e indietro per lo studio principale, che era fondamentalmente una stanza piena di oggetti come un magazzino, attrezzi per la cura dei capelli come phon e pettini, trucchi e abiti appesi apposta per un set definito. Quello che odiavo particolarmente erano i set fotografici per le riviste, i modelli erano maleducati e mi ordinavano cose come se io fossi a loro disposizione tipo una serva, come se fossi lì solo per esaudire i loro desideri. E questa mi dava seriamente sui nervi. 

Mentre andavo strascicando le gambe verso un'ufficio, per consegnare alcune cose a qualche arredatore del set, fui chiamata dalla segretaria del mio capo che mi disse che egli voleva parlare con me. Deglutii nervosamente, dando rapidamente la consegna a Mick, l'altro stagista presso la compagnia. Camminai rapidamente verso l'ufficio del capo assicurandomi di essere presentabile prima di bussare e essere invitata ad entrare.

Una volta seduta ordinatamente sulla sedia di fronte alla sua scrivania, lui chiuse il suo computer e mi guardò con occhi curiosi. Non gli avevo più parlato dal breve incontro avuto appena ero arrivata. Il signor Baites era un uomo spaventoso, nei suoi abiti color carbone e i suoi capelli striati di grigio. Ma era rispettato, essendo stato uno dei fotografi più talentuosi e di successo del mondo. Anche se ormai era vecchio e gestiva una compagnia per fotografi.

'Ciao. Cassidy, vero?' il signor Baites mi chiese con tono monotono e piatto. Annuii, giocherellando con una ciocca dei miei capelli biondi che era scappata dalla mia coda di cavallo che avevo rapidamente fatto quella mattina. Speravo non mi licenziasse. Pensavo al mio stage in questa compagnia, e non riuscivo a trovare nulla che non andava bene in me. Mi stavo scervellando, ancora. 'Quanti anni hai, Cassidy?'

'Ne ho diciotto, signore' risposi educatamente, chiedendomi dove voleva parare con quella domanda. Lui annuì, borbottando qualcosa tra i denti.

'Ho un lavoro in arrivo. Ho bisogno di qualcuno che sappia gestirlo e nessuno dei miei fotografi è disposto a farlo in quanto non è un lavoro impegnativo, solo un set per un famoso giornalino per ragazzi' annunciò Baites. Il mio cuore accelerò. Stavo per ricevere il mio primo shoot? 'Ora, ho sentito parlare molto bene di te. Mi hanno detto che hai molto talento. E quindi vorrei assegnare a te questo incarico' disse. Il mio corpo esplose di gioia. Ho appena ricevuto il mio primo e vero lavoro! Farò il mio proprio shoot! Da sola!

'Oh g-grazie mille signor Baites! Non la deluderò, lo giuro!' dissi con entusiasmo, alzandomi in piedi. Baites annuì.

'Spero proprio di no. Riceverai un'e-mail dalla mia segretaria July, in questi giorni con i dettagli. Ora sciò, ho una riunione che mi aspetta' disse ancora con la voce piatta e monotona. Annuii e corsi via dall'ufficio, il viso raggiante di gioia. Avevo un lavoro vero!

Qualche settimana dopo mi ritrovai fuori dallo studio dove avrei fatto il set. Era un'edificio vecchio, non c'era molto da vedere. Ma sapevo che all'interno avrei avuto più spazio per lavorare, con i miei attrezzi. Nonostante il ridicolo tempo che c'era quella mattina, ero ancora viva e pronta ad entrare. Mandai le squadre di stilisti nel capannone, verso i temporanei camerini allestiti fuori dal vecchio edificio esclusivamente costruito per me, amavo quella sensazione di potere.

Guidai il mio team dentro l'edificio per iniziare a montare tutto. Fui aiutata da Adam, un designer del set, a montare il set fotografico per quello che potevo dato che ero presa a pensare al fatto che avrei fatto il mio primo set fotografico.
Entrai nello spazioso edificio e vidi la mia attrezzatura in ordine proprio come doveva essere. Sarei stata più felice con il background, infatti Adam mi aiutò con esso. Avevo optato per uno di quelli semplici, un background bianco, a cui avevo chiesto di aggiungere degli schizzi di vernice colorata. Ora era decorato con una vasta gamma di colori, dal verde al rosso e poi al viola. Sorrisi guardandolo.

Passammo ore a controllare che tutto fosse a posto per quando fossero arrivati le persone che dovevo fotografare. Che ci crediate o non non avevo la più pallida idea a chi avrei dovuto fare degli scatti. Mi avevano detto che erano delle persone famose, che erano molto popolari in questo momento. Avevo saputo che era un gruppo, quello era l'unica cosa di cui ero certa, ero molto emozionata, non mi importava di chi fossero sinceramente. 

Alle sette di mattina (sì, ero arrivata molto presto, probabilmente verso le cinque) sentimmo un van spegnere il motore, erano arrivati. Presi un respiro profondo e uscii andando da loro.

Intravidi un gruppo di ragazzi uscire dal suv nero prima di essere portarti ai camerini.
C'era un piccolo gruppo di ragazze appicicate alla porta, che accedeva all'edificio, urlando freneticamente per i ragazzi che erano usciti dal van. Mi misi a sorridere, nel vedere la loro dedizione per chi a poco avrei fotografato. Di sicuro non era stato facile, quelle ragazze avranno girato un sacco di tempo prima di trovare il luogo e si saranno svegliate molto presto solo per vederli per un secondo.

Mi ripresi dal mio stato di trance e mi diressi verso i camerini per vedere i miei soggetti. Una guardia del corpo era fuori dal camerino e osservava in giro, assicurandosi che nessuno non autorizzato entrasse. Mi fermò come posai una mano sulla porta.

'ID?' mi chiese. Gli mostrai il mio cartellino e lui cortesemente spostandosi mi fece entrare. Nel momento in cui misi piede nella stanza un pettine provò a colpirmi, ma feci in tempo a scansarmi per un pelo, il pettine colpì la maniglia, che nell'attimo dell'impatto si frantumò essendo di plastica. Guardai con orrore il pettine a pezzi sul pavimento. 
Ma che diavolo era appena successo?

'Harry! Scherzi a parte, questi sono costosi' disse arrrabbiata Lauren, una talentuosa parucchiera. Alzai gli occhi e notai che la stanza era nel caos più totale. Ma notai anche cinque ragazzi molto attraenti, che riconobbi dai numerosi giornalini per teenagers che avevo sfogliato nelle ultime settimane in cerca di ispirazione per questo giorno. I cinque, dannatamente affascinanti e nonché molto distruttivi erano la più famosa boyband nel mondo del momento. Erano i One Direction.








traductor's corn
eccomi con una nuova fanfiction, lo so magari non è il massimo, ma giuro che è stupenda in inglese se non vi ha colpito è solo perché ho tradotto da schifo hahahaha allora questa fanfic l'ha trovata una mia amica, mi annoiavo così tanto.
Ho chiesto il permesso all'autrice che è stata gentilissima e non ha opposto resistenza, se avessi dovuto l'avrei pregata in ginocchio ahahah su Twitter si chiama: @Kira_Danielle98 sappiatelo ahahha

Ditemi se vi incuriosisce, se vi piace, vorrei sapere dato che ci ho messo due giorni a tradurre, non perché era lunghissima lo ammetto, ma perché non avevo voglia di scrivere. 
Per eventuali errori avvisatemi, mi raccomando.
Se volete il link dell'originale (in inglese) chiedemi per messaggio o sul mio Twitter: @xharoldssoul
Ora vi saluto sciau.
Ps. dato che sono una persona fottutamente sarcastica e introversa se avete l'occasione di leggere l'originale potete notare qualche piccola differenza, non ho resistito ad aggiungere qualcosa di mio, sorry.




   
 
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