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Autore: ShadyT    11/07/2013    0 recensioni
Blaine Anderson è un ragazzo promettente, con tutte le carte in tavola per diventare qualcuno, ma purtroppo sappiamo tutti che la vita non va mai come noi la programmiamo….
Dal testo:
“Il destino è sempre differente da quello che ci aspettiamo, nonostante cerchiamo di pilotarlo come noi vogliamo, perché il destino non è la volontà di una persona sola, ma l’insieme delle decisioni prese da ogni singola persona del mondo in ogni singolo istante. Ci sono volte in cui lo ami, e volte in cui vorresti morire piuttosto che continuare a lasciarti trasportare da esso, in qualsiasi caso, al destino, la cosa non interessa perché continua il suo decorso ignaro del dolore e della felicità che lascia dietro di sé, perché nessuno può immaginare quanto le proprie azioni possano influire sulla vita altrui.”
Ispirata al film “Segui il tuo cuore”, tratto dal romanzo di Ben Sherwood “The Death and Life of Charlie St. Cloud”.
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Sam Evans | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lemon, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ciao a tutti!

Eccomi con un nuovo capitolo, ci vediamo in fondo!

Capitolo 2: Sopravvivere

 

Blaine si svegliò Qualche giorno dopo in ospedale, ancora dolorante e livido. Al suo fianco c’era sua madre, distrutta e stanca.

- Hey tesoro, ti sei svegliato! – Lo accolse con sollievo la donna.

- Mamma… Ac-Acqua… - Cercò di chiedere e lei lo intuì al volo essendo un’infermiera, così dissetò subito il figlio.

- Mam… Cooper! Dov’è Cooper, mamma? L’hanno aiutato vero? Quindi dovrebbe stare bene anche lui, no? Mamma? – Chiese stravolto, ma l’unica risposta che ricevette fu un singhiozzo soffocato e una lacrima che bagnava le proprie lenzuola.

- Non è possibile… - Quella risposta lo colpì molto più forte di un tornado, facendogli perdere i sensi nuovamente per il dolore.

 

 

Cinque anni dopo…

 

 

Blaine stava svolgendo le sue mansioni al cimitero dove lavorava. Dopo tutto quello che era successo non aveva voluto partito per Yale, ma era rimasto nella sua piccola cittadina a vegliare sulla tomba del fratello, mentre la madre si era trasferita. Qualcuno lo considerava un folle, altri lo compativano, altri ancora lo guardavano con ribrezzo, ma nessuno comprendeva come un ragazzo così giovane potesse buttare via la propria vita in un cimitero. Sembra una cosa folle, per chi aveva il mondo ad aspettarlo, ma per Blaine non lo era. Lui era restato lì per il patto fatto con suo fratello Cooper, era rimasto per non lasciarlo solo in quel posto, senza nessuno che lo amasse. Quando Coop era tornato in città, lo aveva abbracciato e gli aveva detto, stritolandolo in un abbraccio, “visto? Sono tornato fratellino! Il nostro patto è sempre valido, non ti lascerò mai solo!” e ora lui non voleva spezzarlo.  Aveva capito la decisione della madre di trasferirsi e la approvava, ma lui non si sarebbe mosso da quel posto. La promessa era più importante della sua vita. Nessuno gli avrebbe creduto se gli avesse detto quanto quella promessa fosse ancora rispettabile, nemmeno il suo collega Finn, un tontolone buono come il pane fidanzato con una brava ragazza di nome Rachel. Perché il patto lo faceva scappare nel boschetto dietro il cimitero ad ogni tramonto, esattamente nel punto in cui non si poteva essere visti se non dalle imbarcazioni di passaggio. Lo faceva correre col cuore pieno di gioia perché in quella porzione di terra, per poco tempo, poteva stare di nuovo con suo fratello. A volte bisogna attaccarsi alle piccole cose che si ha per poter sopravvivere.

 

 

Un colpo di cannone, ecco il segnale che stava aspettando. Chiuse di fretta la baracca in cui tenevano le scartoffie del cimitero e corse in quel boschetto più veloce che poté, fino a quando non sentì una voce accoglierlo.

- Diamine B non riesci mai ad essere puntuale! – Lo schernì il fratello. Cooper era seduto su un grande tronco abbattuto, con una palla da football in mano.

- Io ho un lavoro, sai com’è! – Gli rispose sorridendo.

- Già, non sei più il mio piccolo Schizzetto! Ora sei un uomo impegnato, un uomo che dovrebbe vivere la propria vita ma la spreca per stare con me… - Lo fissò negli occhi con uno sguardo penetrante, ma sapeva già come sarebbe finita.

- Allora iniziamo ad allenarci? – Chiese il ricciolino distogliendo lo sguardo. Il più grande poteva vedere le lacrime ai bordi dei meravigliosi occhioni del fratello e gli si strinse il cuore a vederlo così ma, del resto, non poteva sparire spezzandolo definitivamente. “Capirà un giorno, quando sarà pronto…” si disse fra sé e sé.

 

 

I giorni di Blaine trascorrevano sempre allo stesso modo: si svegliava, andava a fare colazione al bar sul porto per vedere le barche a vela, lavorava al cimitero con Finn, stava un’oretta con Cooper e poi prendeva il sonnifero per cercare di dormire, oppure decideva di annegare un po’ di pene nell’alcol.

Una mattina, facendo colazione al barettino del porto, mentre passava la vista con nostalgia sulle innumerevoli barche a vela che costeggiavano la riva, la sua attenzione venne attirata da un gruppetto di uomini e donne che, disposti a semicerchio, stavano ascoltando un ragazzo biondiccio parlare. Il moro decise così di pagare la colazione e passare con indifferenza di fianco a quelle persone per capire cosa stessero dicendo.

- La barca a vela può dare delle emozioni che le altre imbarcazioni non possono dare, quindi se siete interessati sarò lieto di insegnarvi prima della mia partenza. – Stava spiegando con voce angelica il ragazzo. Blaine rimase incantato da quella voce e dal volto del giovane. Aveva dei lineamenti fini e particolari, quasi fanciulleschi, con dei capelli biondi perfettamente sistemati nonostante il venticello, e due occhi azzurri che riflettevano agni più bella sfaccettatura del mare. Rimase imbambolato a guardarlo e non si accorse di essere il solo.

- Allora, anche tu sei interessato alle lezioni? – Chiese cortesemente il ragazzo, puntando le sue iridi marine negli occhioni del moro.

- Ah… Ehm… Io so andare in barca grazie. – Rispose tentennante.

- Allora sali dai, volevo fare un giro nei paraggi di prova per vedere se questa vela è da cambiare. – Lo invitò cordiale.

- No, grazie… Io… Sono anni che non vado in barca a vela e va bene così. Inoltre attacco a lavorare fra trentacinque minuti. – Gli rispose.

- Oh, beh okay. Allora ci si vede. – Disse smollando la corda dall’ormeggio e iniziando a navigare. Blaine si sentì uno stupido a non aver accettato ma erano cinque anni che lui non toccava più una barca a vela, perché con suo fratello se n’era andata anche tutta l’emozione che gli dava quello sport, inoltre doveva andare davvero a lavoro. Così, con una sensazione strana nello stomaco si avviò a lavoro.

 

 

- Sei pensieroso Schizzo – Gli disse Cooper preoccupato.

- Va tutto bene. – Rispose poco sicuro.

- Avanti! Sono tuo fratello l’ho capito che quella è la tua faccia da “sono un povero cucciolo abbandonato con un groviglio di pensieri terribili, vi prego sgarbugliatemeli”! – Quelle parole lo fecero ridere sonoramente.

- No, davvero Coop non è nulla, mi ha solo invitato in barca un ragazzo e io gli ho detto di no, ma la cosa mi ha lasciato una strana sensazione. – Spiegò al fratello.

- Chi ti ha lasciato le farfalle nello stomaco? Il ragazzo o la barca? –

- Entrambi credo… - Rispose corrucciato.

- Blaine, vai la fuori domani e sali in barca con quel ragazzo. – Gli disse serio. – Datti una maledetta possibilità di essere felice! –

- Sono felice, tu sei qui. – Rispose sorridendo.

- Si certo, e io nel frattempo sono diventato una donna! Andiamo fratellino dovrai rifarti una vita prima o poi… -

- Allora sei diventato un mollaccione, la lanciamo questa palla? – Chiese Blaine scattando in piedi.

- Blaine… - Lo ammonì il maggiore.

- Cooper sto aspettando il tuo lancio! – Gli urlò con un falso sorriso. Con un sospiro sconsolato il fratello si preparò al tiro, pregando con tutto sé stesso che questo ragazzo rapisse il cuore di Blaine.

 

 

Blaine non sapeva come si fosse fatto convincere da Finn e Rachel ad andare alla loro festa per il loro anniversario nel pub in città, sta di fatto che ora si trovava, con una birra in mano, ad assistere alla distruzione del karaoke da parte di quei due un po’ alticci. Quando Rachel scese dal palco, cercò di trascinarlo verso qualche uomo, ma a lui sembravano tutti viscidi e alticci, così lasciò la ragazza al suo compagno e fece per uscire, quando si scontrò con un paio di ragazzi che erano in squadra di football con lui al liceo.

- Hey Anderson! Come stai? – Chiese uno di loro. Con un finto sorriso il moro si girò a salutarli e a chiedergli le solite cose di circostanza.

- Allora Anderson, hai già riportato in vita tuo fratello o il voodoo non funziona? – Chiese sbeffeggiandolo uno dei due. Blaine perse il controllo e lo attaccò al muro.

- Hey, hey lascialo, non ne vale la pena mettersi nei guai per un coglione! – Lo trattenne Finn.

- Hai ragione, scusa Carl. – Disse al ragazzo strattonato. – Allora. lavori ancora per quella multinazionale? Ho sentito che ci sono stati problemi…  

- Si, certo, hanno effettuato molti tagli, ma hanno deciso di tenermi. – Rispose borioso.

- Bene, quindi hai tenuto tutti i privilegi immagino, no? Assicurazione sanitaria e dentistica completa, auto aziendale, etc no? – Chiese fintamente interessato.

- Ovviamente! – Rispose l’altro.

- Bene. – Fu l’unica cosa che disse Blaine prima di colpirlo con un pugno in pieno volto, mandandolo al tappeto. Del resto, l’unico hobby che gli era rimasto era la boxe.

Uscì velocemente dal locale per prendere una boccata d’aria, così s’incamminò al molo.

- Ci rivediamo. – Una voce angelica lo destò dai propri pensieri.

- Ciao. – Rispose al ragazzo.

- Bella scazzottata dentro, fai boxe? – Chiese il biondo.

- A volte, lo faccio come hobby. – Rispose con naturalezza. Si fermò a studiare quel meraviglioso ragazzo che, sotto la luce della luna riflessa dalle acque, sembrava davvero un angelo. – Non ti ho mai visto qui. – Disse curioso.

- Sono venuto qui da poco, sto raccimolando con le lezioni di vela gli ultimi soldi per partire e fare il giro del mondo in barca a vela. – Gli spiegò con aria sognante.

- Beh, in bocca al lupo allora. Ci si vede. – Lo salutò prima di andare a casa. Doveva allontanarsi da quel ragazzo, era una tentazione continua, ma allo stesso tempo dentro di sé una vocina gli urlava “resta!”. Scosse la testa e proseguì verso la sua dimora.

 

Quella notte non prese il sonnifero e non si infilò subito a dormire, ma dopo cinque lunghi anni, finalmente si rimise a disegnare degli adattamenti che avrebbero reso la barca del ragazzo dagli occhi del mare più stabile. Forse un giorno avrebbe anche avuto il coraggio di mostrarglieli.

Angolo di Shady:
Eccoci alla fine di questo capitolo. Cosa ne pensate? sta diventando accettabile la storia?
Grazie alle due persone che seguono la mia FF! Spero di aggiornare il più presto possibile.
Al prossimo capitolo!
   
 
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