37. TEIRM
Iniziò ad attraversare
la Grande Dorsale, per
percorrere tutta la costa, che si presentava certamente in maniera
più sicura,
schermata dall'imponente catena montuosa.
Quelli che seguirono furono giorni
tormentati per Liz.
Non era più abituata a
stare sola e a volte aveva quasi
voglia di fermarsi in qualche villaggio di passaggio solo per
incontrare
qualcuno a cui poter rivolgere la parola. Ogni tanto incontrava per
strada
qualche viaggiatore, ma normalmente erano in gruppo, sempre cauti e
spaventati,
volevano solo star lontano da tutto e da tutti.
La solitudine le stava consumando
anche l'anima e non
riusciva a distrarsi abbastanza.
Non riusciva a non pensare a lui,
la sua mancanza la
stava letteralmente facendo impazzire.
Era pazza quando lo vedeva in sella
a Tornac, cavalcare
di fianco a lei.
Era pazza quando sentiva
costantemente la sua voce.
Era pazza quando si guardava
intorno, per controllare
se ci fosse davvero.
Ma soprattutto era pazza quando lo
sognava ogni notte.
E ricorreva sempre lo stesso
incubo, solo con una diversa
fine per il ragazzo.
A volte riusciva a fuggire, a volte
no.
C'era ancora una minuscola speranza
che ce la facesse.
Liz aveva grande fiducia in lui, nella sua abilità, nella
sua forza. Ma temeva
più di tutto l'astuzia di Galbatorix.
Difatti il re non era mica un
ingenuo: avrebbe
sicuramente mandato le sue guardie migliori a sequestrare il ragazzo, e
questo
Murtagh lo sapeva. Lo aveva saputo fin dall'inizio.
Ed ecco che d'improvviso Liz
aprì gli occhi
all'evidenza.
Lui le aveva mentito.
Lui sapeva benissimo che ci voleva
una gran fortuna
per sfuggire al potente sovrano.
Lui l'aveva ingannata col suo tono
duro e autoritario.
L'aveva costretta a fuggire, a
mettersi in salvo, a
lasciarlo in balìa di quel mostro.
E lei ci era cascata, si era
lasciata convincere
facilmente ad un solo sguardo del giovane, uno sguardo che mai aveva
visto in
lui: dietro quelle iridi nerissime si scorgevano insieme preoccupazione
e
dolcezza, autorità e supplica. E quando lei aveva
acconsentito ogni parte di
lui aveva rivelato la gioia per quella notizia.
Sapeva di averlo reso felice con la
sua scelta. Eppure
non riusciva a perdonarselo ugualmente.
Alcune gocce d'acqua le sfiorarono
il viso,
riscuotendola dai suoi pensieri.
Alzò il mento, per
osservare sopra di lei dei nuvoloni
scurissimi, presagio d'un gran temporale. Si guardò intorno:
nessuna traccia
d'un rifugio dove ripararsi, solo alberi e piante a circondarla,
pessimo riparo
per i fulmini.
Subito allora incitò il
cavallo ad accelerare, nella
speranza di trovare qualche rifugio più in là.
In pochi minuti i suoi vestiti
furono completamente
fradici, così come anche i capelli, che le si appiccicarono
sul viso.
Un improvviso fulmine
squarciò il cielo, seguito in
brevissimo tempo da un rimbombo potente, segno che il fulmine era
davvero
vicino.
Il cavallo, spaventato,
impennò di colpo, e quasi la
disarcionò se non si fosse ben tenuta alle redini.
Cercò di calmarlo e quando
lo stallone si fu tranquillizzato partì ancora
più veloce, affidandosi quasi
totalmente alla sua guida visto che la nebbia era diventata in poco
tempo così
fitta che a quella velocità era davvero impossibile riuscire
a scorgere
qualcosa davanti a sé.
Non si rese conto si essere
arrivata proprio sulla
sponda di un fiume in piena se non per l'arresto brusco del cavallo,
proprio al
limitare di esso.
Sarebbe stato impossibile saltarlo,
e non aveva tempo
per mettersi a cercare un ponte con cui attraversarlo.
Cercò di sforzarsi per
ricordare mentalmente la mappa
di Alagaesia.
Quello davanti a lei doveva essere
un fiume importante
vista la portata. Ma Liz non riusciva a ricordare che fra la
città di Narda e
Teirm ci fosse qualche fiume. A meno che... A meno che si trattasse del
fiume
Toark, immediatamente dopo Teirm.
Ciò voleva dire due
cose: o aveva già passato Teirm
senza accorgersene, oppure il fiume per l'eccessiva pioggia aveva
cambiato il
suo corso. Poichè la seconda ipotesi risultava quasi
impossibile in così poco
tempo, optò per la prima, facendo inversione e tornando
indietro, stando più
attenta a eventuali cartelli o bivi.
Poi improvvisamente lo vide: un
vecchio cartello
scolorito che indicava la strada per la famosa città
portuale.
Spronò il cavallo ad
andare ancora più veloce e per
fortuna dopo pochi minuti la vide.
Vide i cancelli, chiusi.
<< Maledizione!
>>imprecò ad alta voce,
<< ci dev'essere un'altra entrata! >>.
Tutta questa difesa e sicurezza
ovunque le dava sui
nervi, dov'era finito lo spirito di carità degli abitanti?
Fu costretta a fiancheggiare
l'intero perimetro,
attenta ad ogni piccolo particolare.
Mentre il vento freddo le faceva
anche battere i
denti, ecco che finalmente avvistò un punto dove
arrampicarsi per poter passare
dall'altro lato. Infatti la cinta muraria era lievemente crollata e
offriva un
ottimo passaggio.
L'unica accezione negativa era il
fatto di dover
abbandonare il cavallo.
Ancora una volta lei si salvava,
ancora una volta
stava per abbandonare il suo compagno...la storia si ripeteva.
Ma Liz sapeva di aver fatto la cosa
giusta allora, e
seppe di fare la cosa giusta anche adesso: non c'erano altre entrate e
mentre
lo stallone poteva sopravvivere alla tempesta, per lei poteva essere un
po' più
difficile, soprattutto per il suo piccolo.
Dopo queste ultime riflessioni e
gli ultimi addii, con
non poca difficoltà si arrampicò in cima, dove
un'impalcatura di legno gli
offrì una base di appoggio prima di gettarsi dall'altro lato
con un salto.
Atterrò bruscamente sul
terreno molle per la
fanghiglia e quasi si slogò una caviglia se non si fosse
gettata a terra sostenendosi
con le mani.
Oltre che inzuppata adesso i suoi
vestiti erano anche
sudici e ricoperti di fango, non avrebbe potuto certamente chiedere
asilo a
qualcuno conciata in quel modo.
L'unica speranza era trovare una
tettoia dove
ripararsi almeno dalla pioggia se non dal vento gelido.
Tremando per il freddo pungente, si
accucciò infine
vicino ad una casa diroccata, che offriva un punto dove ripararsi.
Forse non
era sicuro entrare nella casa che a prima vista sembrava pericolante,
quindi si
limitò a sedersi sotto una piccola tettoia.
Si tolse lo zaino dalle spalle e
con amarezza constatò
che ogni cosa dentro era zuppa di acqua. E quella fu la goccia che fece
traboccare il vaso. Non che fosse un vero motivo per piangere,
però la ragazza
si sentiva talmente tanto frustrata che non poté farne a
meno. Non aveva mai
pianto da quando era partita da Carvahall. Aveva represso le lacrime
così tante
volte che adesso sembravano non finire più.
Forse questo sfogo era dovuto alla
gravidanza, o forse
stava davvero impazzendo.
Appoggiò la testa sulle
ginocchia, raggomitolandosi su
sé stessa, cercando di schermarsi dal freddo.
Non riusciva neanche a riprendere
il fiato tra un
singhiozzo e l'altro.
Pianse fino a sfinirsi
completamente, fino ad esaurire
totalmente quel poco di forza che ancora possedeva.
Pianse per il freddo,
perché se ci fosse stato Murtagh
l'avrebbe riscaldata con il calore di un suo abbraccio.
Pianse per la solitudine,
perché se ci fosse stato
Murtagh anche quel momento poteva diventare piacevole.
Pianse per la stanchezza,
perché se ci fosse stato
Murtagh l'avrebbe portata in braccio e accudita.
Pianse perché Murtagh si
sarebbe preso cura di lei in
quel momento.
Pianse perché le mancava
da morire.
Tutte le esperienze brutte della
sua vita si riversarono
sulla sua memoria come una valanga. Voleva ricacciarle dentro, voleva
rimuoverle, semplicemente non voleva che il suo cuore si squarciasse
ancora di
più.
Ma l'unico risultato che ottenne fu
un grido disperato
che uscì dalle sue labbra senza alcun preavviso.
E gridò fin quasi ad
esaurire il fiato, fino a
strapparsi anche i capelli.
Urlò con tutta la voce
che aveva in corpo anche quando
si accorse che lì, accoccolato di fianco a lei,
nell'oscurità della notte, un
paio di occhi rossi la fissavano.
Quando i suoi occhi appannati si
focalizzarono meglio
su quella figura misteriosa ecco che riconobbe semplicemente la sagoma
di un
gatto.
Si ritrovò a fissarlo,
mentre l'improvvisa paura
provata aveva fatto smettere i singhiozzi disperati. Era il gatto
più strano
che avesse mai visto: era molto, molto più grosso del
normale e anche le zanne
sembravano più grandi e appuntite. Non capiva
perché ma provava un certo
timore, vista la curiosità con cui esso la scrutava.
Tirò su col naso.
<< Ehi
micetto...anche tu sei solo e non hai una
casa dove ripararti? >>sussurrò con tristezza
<< Bene, siamo in
due, tanto ci stiamo entrambi qui sotto
>>constatò.
Poi si mise a frugare nello zaino
in cerca di qualche
avanzo annacquato.
<< Hai fame?
Prendi... >>disse
avvicinandosi e tendendogli la mano con il cibo.
L'animale però gli
rivolse solamente un'occhiata, poi
tornò a fissarla con quegli occhi indagatori.
Ma insomma, si stava facendo
mettere in soggezione da
un gatto??
Quando anche lei prese a fare lo
stesso, assottigliando
gli occhi e avvicinando il viso, ecco che si alzò dritto
sulle zampe,
voltandosi e iniziando a correre fiero ed elegante, finché
non scomparve.
Liz ridacchiò. Che
singolare incontro...
Certamente era servito a distrarla
un po', e in fondo
adesso si sentiva completamente svuotata.
Nel frattempo che la sua mente si
affollava di
pensieri confusi, il sole sorgeva da dietro una casa: finalmente la
tempesta
era terminata.
Si alzò dal suo
giaciglio, sgranchendosi le gambe dopo
la lunga notte in bianco.
Intanto doveva assolutamente
trovare un posto dove
alloggiare per la notte, poiché non aveva intenzione di
muoversi tanto in
fretta visto quanto era sfinita. Un paio di giorni, se non addirittura
qualche
settimana.
Poi aveva voglia di riposarsi,
conoscere qualcuno,
duellare con la spada, rifornirsi, ricomprare un cavallo...
Insomma le cose da fare erano
davvero tante, e
l'avrebbero tenuta occupata da altri momenti di crollo psicologico come
quello
di quella notte.
Era un'esperienza che Liz si
prefiggeva di non dover
ripetere mai più.
Mai più. Si
impose a sé stessa.
Quel pomeriggio, dopo aver
noleggiato una stanza, aver
riposato un po' ed essersi data una ripulita,
decise di farsi un giro nella piazza principale, affollata
e piena di
bancarelle e mercanti di ogni genere.
C'erano soprattutto pescatori, con
pesce di vario tipo
appena pescato, ma anche tante altre cianfrusaglie. Si
incuriosì avvicinandosi
ad una bancarella che vendeva collane e amuleti, dai più
semplici ai più
sfarzosi, per non parlare della quantità di boccette con
filtri d'amore e altro
genere di pozioni per gente superstiziosa.
<< Bella damigella!
>>la chiamò il
mercante, spalancando gli occhi attento << Guardate
com'è bella questa
collana e si intona perfettamente al vostro colore degli occhi
>>disse
lusinghiero, mostrandole una collare talmente tanto ricco di perline e
pietruzze che le girarono gli occhi solo a vederlo.
La ragazza scosse la testa, ma
prima che potesse
parlare per rifiutare l'offerta il mercante parlò di nuovo:
<< No avete
ragione...voi siete un tipo molto più semplice
>>constatò rivolgendo
un'occhiata attenta al suo vestiario.
<< Non si disturbi a
prendere altra roba...le
collane non mi interessano >>disse secca.
<< Mmmm
>> si mise una mano sotto il
mento, carezzandosi la barba, come in concentrazione <<
so io di cosa
avete bisogno voi, giovane anima sola che si strugge per l'amante non
è così?
>>
Liz sussultò a quelle
parole, ritrovandosi la gola
secca.
<< Vi do questo
filtro d'amore che lo farà
cadere immediatamente ai vostri piedi >>disse facendole
l'occhiolino
<< anche se con la vostra bellezza non avete certo
bisogno di ricorrere a
tali trucchetti! >>
La ragazza declinò
subito l'offerta, scuotendo il
capo:<< No, no avete proprio sbagliato >>
<< Allora
com'è che posso aiutarla? La vedo così
triste e stanca! >>continuò ancora quello,
cercando di convincerla e non
perdendosi d'animo.
La ragazza sospirò.
Era vero, era triste, ma alla
tristezza non poteva
mica porvi rimedio.
E poi era anche stanchissima. Se
solo i suoi riposi
non fossero costantemente interrotti da incubi...
<< Mi dispiace non
credo possiate aiutarmi a
meno che non abbiate qualcosa per far svanire gli incubi...
>>
L'uomo si rabbuiò.
<< Non credo di
potervi aiutare... >>
disse massaggiandosi le tempie con le dita.
All'improvviso spalancò
gli occhi:<< A meno
che... >>poi si rivolse a Liz, afferrandogli un braccio e
tirandola un
po' a sé per sussurrarle qualcosa silenziosamente.
<< Aspettate
signorina... >>si guardò intorno
<< vi mostrerò una pozione talmente
rara che se la vedessero gli altri venditori manderebbero sicuramente
qualcuno
a rubarla >>. Detto ciò si infilò
nella tenda, alla ricerca della famosa
pozione.
Subito dopo che l'uomo su entrato,
una donna le si
avvicinò:<< Signorina mi dia retta, non
perdete tempo con questi mercanti
privi di scrupolo e contafrottole. Se volete davvero provare qualcosa
contro
l'insonnia basta andare da Angela l'erborista, non c'é mica
bisogno di pozioni
segrete! >> e detto questo, si allontanò,
ridendo tra sé.
Visto che il mercante non era
ancora tornato decise di
ascoltare il consiglio della donna. In fondo anche a lei era sembrata
tutta una
messinscena la parte della pozione rarissima.
Bene, andare da un'erborista adesso
le sembrava
davvero la soluzione più opportuna. Perché
diavolo non ci aveva pensato prima?!
Chiese ad un passante dove potesse
trovare questa
Angela, fortunatamente la conoscevano in molti, e non ci furono
problemi per
arrivare al suo negozio. Doveva essere abbastanza famosa, forse era
l'unica erboristeria
della città. Inoltre questa Angela doveva essere anche molto
ammirata dalla
gente.
<< Sì,
sì, è proprio questa >>disse
l'ultimo, fermatosi davanti ad una vetrina impolverata.
Liz lo ringraziò, per
poi entrare.
Non appena spalancò la
porta il suono di uno
scacciapensieri riecheggiò nell'intero negozio.
Liz era perplessa, e
restò immobile sulla soglia:
quella non sembrava affatto un'erboristeria, anzi tutt'altro. Non vi
erano
piante e nell'aria non vi era diffuso un odore di menta o qualsiasi
altra
fragranza, invece vi erano ancora più cianfrusaglie di
quelle che si trovavano
al mercato.
Forse la proprietaria era
un'accanita collezionista, e
aveva voluto "abbellire" il negozio con quegli oggetti strani.
Il suo sguardo, dopo aver
attraversato in fretta
l'intera stanza si soffermò sul bancone, vuoto.
<< Scusate??
C'è nessuno?? >>chiese per
educazione, avanzando poi con cautela.
Nessuna risposta.
Dopo un altro tentativo decise di
curiosare un po' in
giro.
Alcune avevano qualcosa di
misterioso, quasi macabro.
Uno strano oggetto
attirò la sua attenzione: una
piccola sfera di cristallo impolverata.
Non appena si fu avvicinata un po'
di più ecco che
qualcosa dentro la sfera prese a vorticare, per poi fermarsi
all'improvviso. Dentro
la sfera si venne a formare una sorta di nuvola di fumo nero.
Liz si avvicinò sempre
di più, ed ecco che quel fumo
si trasformò, o meglio assunse le sembianze di qualcuno. La
figura che ne
emerse era spaventosa: un grosso drago nero con le fauci spalancate,
dalle quali
uscì ben presto una vampata di fuoco. Ed ecco che da quel
fuoco emerse un'altra
figura: Murtagh.
Liz, terrorizzata da quella
visione, gettò un grido e
poi indietreggiò di colpo, finendo a sbattere contro la
parete attrezzata
dietro di lei.
La figura era adesso svanita, ma
dietro di lei una
marea di oggetti, messi in equilibrio precario, dopo l'urto caddero a
terra,
generando un gran trambusto. Liz cercò goffamente di
bloccarli ma ormai il
danno era fatto.
<< Ma che sta
succedendo qui? Non posso nemmeno
allontanarmi un secondo che già succede un casino?!
>>sbraitò una giovane
donna comparsa improvvisamente dietro al bancone.
Aveva i capelli castani con soffici
boccoli che
ondeggiavano e portava un anello al naso.
<< M-mi scusi, prima
ho chiamato, ma nessuno mi
ha risposto >>balbettò mortificata.
<< Ah ed è
per questo allora che ti sei messa a
curiosare e hai combinato questo manicomio. Ma non sai tenere le mani a
posto
ragazzina? >>disse adirata, avvicinandosi e raccogliendo
degli oggetti
che erano caduti.
Liz abbassò lo sguardo,
vergognata:<< Non era
mia intenzione...il fatto è che dentro quella sfera...
>>deglutì, non
seppe più continuare.
Lo sguardo della donna si
addolcì un po':<< Beh
stai tranquilla, poi sistemo tutto... >>
<< No, no lo faccio
io >>contestò Liz,
abbassandosi e iniziando a raccogliere tutto.
<< Piacere, io sono
Angela, scusa se sono stata
un po' sgarbata prima, e che credevo potesse essere entrato qualcuno
con
cattive intenzioni >>
<< Oh no,
è normale, anzi sono io che dovrei
scusarmi umilmente >>le rivolse un sorriso
<< comunque il mio nome
è Elizabeth, meglio Liz però >>
Le due donne si strinsero la mano.
<< Comunque, cosa
desideravi? >>chiesa la
negoziante riponendo l'ultimo oggetto e avvicinandosi al bancone.
<< Mi avevano
consigliato di venire qui
per...una pozione o qualcosa del genere contro gli incubi
>>
La donna rise facendo ondeggiare i
lunghi boccoli:
<< Oh tesoro non c'è mica bisogno di una
pozione...qui ci vuole solo una
tisana contro l'insonnia! >>
L'altra arrossì
:<< Beh sì, insomma, qualsiasi
cosa, ma basta con questi incubi... >>
<< Oh ecco
perché hai l'aria così disperata!
>> appoggiò i gomiti al bancone
<< di che si tratta? >>chiese
tranquillamente.
Liz rimase a bocca aperta non
sapendo cosa dire.
<< Mmm fammi
indovinare...c'entra una ragazzo?
>>chiese indagatoria.
<< E' una c-cosa
piuttosto personale mi
spiace... >> abbassando gli occhi al pavimento.
<< Certo, certo
>>alzò le spalle
l'erborista, poi le porse una scatolina << ecco prendi
questa, non ti
posso garantire che funzionerà pienamente...in fondo dipende
da quanto sono
brutti questi incubi >> pronunciò rivolgendole
gli occhi scuri così
indagatori.
Quella donna la metteva un po' in
soggezione, con quei
comportamenti così
naturali e allo
stesso tempo così misteriosi.
<< Grazie mille, ci
rivedremo presto >> le
rivolse un sorriso.
<< A presto Liz
>> le sorrise a sua volta.
Stava per voltarsi quando la donna
la chiamò di nuovo.
<< Posso sapere cosa
hai visto nella sfera di
cristallo? >>
Liz era indecisa se dirglielo o no.
Ma in fondo moriva
dalla voglia di scoprire cosa significasse, e forse lei le avrebbe
potuto
fornire la risposta.
<< Beh, ho visto del
fumo nero, dal quale poi si
è materializzato un drago nero... >>si
fermò un attimo, pensierosa.
<< E poi il ragazzo
che non ti fa dormire la
notte... >>continuò Angela come se fosse la
cosa più naturale del mondo.
Ancora una volta Liz rimase a bocca
aperta.
<< Come ho fatto a
capirlo? >> si domandò
Angela stessa << Beh non è difficile per chi
sappia leggere nel pensiero
di alcune persone >>dichiarò l'erborista con
un sorriso, lasciando la
ragazza con quella stupida espressione stampata in faccia.
Liz fece qualche passo indietro,
sempre più inquieta.
Ma chi era davvero questa donna?!
Angela rise ancora una
volta:<< Ma noi dai, ti
stavo prendendo in giro >>ammise << in
realtà la sfera rappresenta
le tue paure più grandi. Ecco perché ho
indovinato che fosse lo stesso dei tuoi
incubi >>
<< M-ma allora come
hai fatto a capire che si
trattava di un ragazzo? >>chiese ancora perplessa.
<< Ma ho tirato a
indovinare no?! >> la
schernì la donna << di che altro si sarebbe
potuto trattare per una
ragazza come te? >>
<< Perché
secondo te io non avrei altre
preoccupazioni per la testa oltre al fidanzato?! >> le si
accanì Liz.
<< Beh, la sfera
parla chiaro... >>disse
<< il drago nero sarebbe Shruikan, il drago di
Galbatorix...quindi
suppongo che il tuo amico sia prigioniero di Galbatorix... non
è stato
difficile ragazzina >>affermò ancora una volta
l'erborista, sicura di sé.
Liz si girò per
andarsene, quando vide di fronte a sé
gli stessi occhi rossi che l'avevano fissata il giorno prima. Si
bloccò di
colpo, sussultando.
Ancora una volta Angela
parlò come se gli leggesse
nella mente: << Vedo che hai già conosciuto
Solembum >>disse
indicando il gatto come se fosse una persona.
<< Oh
sì...beh, non poteva essere che il tuo
gatto >> disse pensando a quanto fossero strani entrambi.
<< Lui non
è il mio gatto, lui viene a farmi
visita ogni tanto perché gli piace la mia compagnia
>>
Liz annuì, poco
convinta:<< Bene, allora vado,
buona giornata Angela, e buona giornata anche a te...ehm...Solembum
>>li
salutò per poi uscire all'aria aperta.
Appena fu fuori prese un bel
respiro. E sperò tanto
che la tisana funzionasse, perché doveva essere in forma
quando avrebbe sfidato
qualcuno a duello. Finalmente aveva l'occasione di sfogarsi un po'.
Sorrise a quella prospettiva,
dimenticandosi per un
secondo tutto il resto, liberandosi per un secondo di tutti i pesi che
le
opprimevano il petto, impedendole quasi di respirare in modo naturale.
Certamente sarebbero ritornati come prima, al loro posto, ma Liz
intanto
sorrideva, rincuorata. Era pazza di sicuro: troppi sbalzi d'umore,
troppi.
O forse erano gli ormoni??
Non lo sapeva neanche lei, l'unica
cosa di cui fosse
certa era che le piaceva. Le piaceva sorridere. Le piaceva essere
felice, anche
solo per un secondo.
A volte anche le piccole cose
possono farti tornare il
buonumore.
L'arena
di
combattimento in città corrispondeva perfettamente ai
desideri di Liz.
Ne aveva sentito parlare in locanda
da alcune persone
che discutevano sulle scommesse e i debiti e si era avvicinata
incuriosita.
La cosa che l'aveva lasciata
più sdegnata era il fatto
che i soli partecipanti ammessi erano gli uomini.
Proprio per questo era uscita di
casa vestita con
abiti prevalentemente maschili, fin troppo grandi per lei, e un
cappello a
coprirle l'enorme massa di capelli, legati in una crocchia.
Arrivò ansiosa in questa
famosa arena, dove ogni
giorno decine e decine di uomini si sfidavano a duello. La delusione fu
tale da
farle crollare le
braccia: un pezzo di
terra fangosa recintato da una staccionata.
In quel momento uno dei combattenti
crollò a terra,
imbrattandosi nel fango, e la folla esplose in urla di acclamazione e
fischi.
Il vincitore alzò le braccia in aria, accogliendo con
piacere gli applausi e le
congratulazioni, mentre il perdente strisciava fuori leccandosi le
ferite.
Liz arricciò il naso,
disgustata di fronte a quella
vista. Sembravano tanto un branco di animali. Ma non era venuta fin
lì per poi
cambiare idea, era venuta per combattere. E avrebbe combattuto, in
qualsiasi
modo, anche quello più squallido.
D'altronde lei non sarebbe mica
finita del fango, anzi
ci avrebbe fatto finire il bestione al centro dell'arena.
<< Chi sa usare la
spada qui? >>disse
all'improvviso, facendo voltare tutti.
Alcuni uomini sussurrarono fra loro
quando estrasse la
sua spada, altri ridacchiarono.
Infine quello al centro:
<< Qui si fanno solo
combattimenti da uomo, combattimenti da duri >> con un
ghigno di sfida.
Chissà perché
Liz aveva già immaginato la risposta.
<< Bene, bestione,
facciamo così. Se qui non c'è
nessuno in grado di utilizzare una spada... >> ripose la
spada nel
fodero, poi la gettò a terra << ...vuol dire
che useremo i pugni.
>>
A quelle parole la folla esplose in
fragorose risate
:<< Ragazzino, vedi che questi sono giochi pericolosi, la
mamma lo sa che
sei qui? >>diceva qualcuno, << Non ti
conviene, giovanotto, Mark ti
ridurrà a pezzi >>commentava qualcun altro,
poi altri ancora:<< Si
accettano scommesse! >>
L'omone iniziò a
scoccare le ossa del collo,
successivamente quelle della mano, sempre con quel
ghigno:<< Stai
tranquillo, visto che sei un ragazzino non ti farò troppo
male...al massimo
qualche osso fratturato >>. Poi rise, una risata
assimilabile ad una
ragliata di un asino, pensò Liz sorridendo fra
sé.
Entrò nel recinto e si
limitò a stirarsi un po'.
Quando iniziò il
combattimento entrambi non mossero
un muscolo, intenti a studiarsi a
vicenda.
Qualcuno del pubblico
urlò:<< Scommetto 50
monete d'oro sul ragazzo >>.
Ci fu un bisbiglio generale fra la
folla, ma Liz non
ebbe il coraggio di voltarsi per vedere chi fosse, altrimenti avrebbe
offerto
all'avversario un valido pretesto per attaccare e coglierla
impreparata,
saltandole addosso come un rinoceronte.
Dopo ancora un po' di tempo speso a
fissarsi ecco che
l'uomo attaccò per primo, sferrando un pugno diretto al
torace, potente ma
ampiamente prevedibile. Riuscì ad evitarlo con
facilità.
In sequenza ne partirono altri,
tutti ugualmente
innocui per lei.
Il suo obiettivo era farlo
innervosire, in modo da
concedersi un po' più di divertimento, e concederlo anche al
pubblico.
Cominciò a
provocarlo:<< Che c'è, bestione? Non
ci vedi bene oppure non riesci a colpirmi? >>
Stavolta il suo aggancio fu
più lesto, e riuscì ad
evitarlo all'ultimo secondo. Ma non era ancora giunto il momento di
contrattaccare. Intorno regnava il silenzio, erano tutti allibiti e col
fiato
sospeso. Quelli che avevano scommesso su un' immediata vittoria
dell'omone
avevano già perso.
Continuò con le
provocazioni:<< Anche la tua
testa è piena di muscoli oppure è completamente
vuota? >>insistette
ancora la ragazza, con un ghigno. Questo l'avrebbe sicuramente fatto
infuriare.
E difatti provocò l'effetto previsto.
Si lanciò come una furia
contro di lei che,
spostandosi all'ultimo lo fece finire con la faccia sulla sabbia.
Si sollevò una risata
generale che l'uomo non digerì
affatto:<< Vieni qui e affrontami, invece di ricorrere a
questi
trucchetti e scappare come una femminuccia! >>
<< Come vuoi
>>pronunciò la ragazza prima
di sferrargli un veloce e violento pugno allo stomaco.
Avrebbe voluto colpirlo in pieno
viso, ma l'uomo era
troppo alto per lei.
Dopo qualche attimo di stordimento
l'uomo si riprese,
giungendo nuovamente all'attacco.
E la storia si ripeté
ancora. Gli attacchi di Liz
erano sicuramente meno frequenti, ma erano molto più
incisivi.
Ad un certo punto, stufa di
schivare tutti gli
attacchi dell'uomo decise semplicemente di pararlo. La mossa le
riuscì alla
perfezione ma la violenza del colpo era stata tale da scaraventarla
comunque
all'indietro.
La ragazza perse l'equilibrio e
finì a terra, perdendo
il cappuccio e scoprendosi il capo.
Ci fu
stupore e
scalpore tra le varie persone del pubblico, e anche il suo avversario
rimase a
bocca aperta. Liz invece rideva. Dire che aveva fatto spettacolo era
dire poco.
Forse aveva fatto male ad attirare su di sé tutta quella
attenzione, ma per un
attimo le sembrò di essere ritornata l'invincibile e
misteriosa dama di
ghiaccio. Contemplò con rimpianto quegli anni, ma poi
scacciò subito il
ricordo, concentrandosi ancora sulla lotta.
Ma l'uomo intanto si era voltato
per andarsene. Lo
afferrò velocemente, bloccandolo:<< Non puoi
tirarti indietro...non è
cambiato nulla >>disse in tono severo, fissandolo coi
suoi occhi
impenetrabili.
<< Non sarebbe un
combattimento alla pari
>>rispose quello<< perché io non
riuscirei a colpirti, mentre tu mi
massacreresti >>dichiarò infine, porgendogli
la mano.
Liz capì che il duello
era finito, lui si era
ritirato, aveva in un modo o nell'altro ammesso la sua
superiorità. Con un
sorriso soddisfatto gli strinse la mano.
Si girò verso il
pubblico per ricevere gli applausi e
i complimenti, ma soprattutto per vedere chi fosse l'uomo che aveva
scommesso
su di lei una tale cifra. Non doveva essere uno sprovveduto, anzi,
aveva avuto
occhi laddove tutti erano rimasti accecati di fronte alla stazza e alla
potenza
dell'omone suo avversario.
Appena incontrò lo
sguardo compiaciuto dell'uomo le si
gelò il sangue il vene.
Lei quel uomo l'aveva
già visto: colui che tanti anni
prima aveva sconfitto Morzan, uccidendolo senza pietà.
Per tanti giorni era stata con la
sua immagine fissata
in testa, con l'obiettivo di vendicare il padre del suo amico.
L'avrebbe
riconosciuto fra tutti gli uomini di Alagaesia, tanto era stata la sua
paura.
Adesso che lo vedeva di fronte a
lei però le sembrava
solamente un povero vecchio. Molto abile, certo, ma sicuramente poco
pericoloso
dall'aspetto.
<< La sfido ad un
duello con la spada
>>pronunciò senza pensarci, rivolgendosi a lui
con tono autoritario.
L'uomo la guardò,
visibilmente sorpreso. Anche tutti
gli altri erano allibiti, e tutti i fischi e i boati erano cessati di
colpo.
<< Non crederai mica
che un vecchio come me
sappia come usare una spada >>ridacchiò,
suscitando anche l'ilarità di
tutto il pubblico.
Liz continuò a
scrutarlo. In effetti era un po'
invecchiato dall'ultima volta, ma Liz l'avrebbe smascherato. Prima o
poi ci
sarebbe riuscita.
Non provava più odio per
lui o voglia di vendetta. Era
solo estremamente curiosa di confrontarsi con lui, per provare la sua
abilità.
Non avrebbe mai dimenticato come si era sentita debole e inutile in
confronto a
loro, e forse adesso era giunta l'ora di scoprire se erano davvero
persone
fuori dal normale lui e Morzan.
Però quello non era
certamente il luogo più adatto per
affrontare una discussione del genere e metterlo con le spalle al muro:
era pur
sempre un nemico dell'Impero.
Lo lasciò andare via insieme ad un ragazzo che non riuscì a vedere bene, ma una cosa era certa: non finiva qui.
Ehilàààà!!
Piaciuto il capitolo? Vi avevo promesso che avrei aggiornato il prima
possibile, ed eccomi qua!
La storia si infittisce sempre di più...e ci sono nuovi
personaggi interessantiiiiii! Angela, Solembum...e poi...beh chi
l'avrebbe mai detto che proprio in quel momento Brom e Eragon fossero a
Teirm?!
Li incontreremo un'altra volta? Liz avrà il "piacere" di
confrontarsi con lui?
Beh, aspettate e vedrete :) stavolta non posso garantirvi che
aggiornerò prestissimo, anche perché i capitoli
stanno diventando sempre più lunghi e complicati...Un
bacione a tutte ;)