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Autore: jasmine94    11/07/2013    4 recensioni
Se amate le storie ricche di avventure e soprattutto ricche di fantasia, questa FF fa al caso vostro.
Non per nulla infatti è incentrata sul fantastico mondo di Alagaesia, però con un protagonista del tutto nuovo: una ragazza, il cui destino si intreccerà inesorabilmente con quello dei protagonisti del Paolini, in un mondo sempre più magico e misterioso, in cui verranno svelati particolari inediti che ogni fan della saga di Eragon vorrebbe conoscere.
Se vi incuriosisce sapere cosa accadeva nel castello di Galbatorix prima che il nuovo Cavaliere trovasse il suo drago, allora iniziate a leggere questo primo capitolo...buona lettura :)
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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37.  TEIRM

 

 

Iniziò ad attraversare la Grande Dorsale, per percorrere tutta la costa, che si presentava certamente in maniera più sicura, schermata dall'imponente catena montuosa.

Quelli che seguirono furono giorni tormentati per Liz.

Non era più abituata a stare sola e a volte aveva quasi voglia di fermarsi in qualche villaggio di passaggio solo per incontrare qualcuno a cui poter rivolgere la parola. Ogni tanto incontrava per strada qualche viaggiatore, ma normalmente erano in gruppo, sempre cauti e spaventati, volevano solo star lontano da tutto e da tutti.

La solitudine le stava consumando anche l'anima e non riusciva a distrarsi abbastanza.

Non riusciva a non pensare a lui, la sua mancanza la stava letteralmente facendo impazzire.

Era pazza quando lo vedeva in sella a Tornac, cavalcare di fianco a lei.

Era pazza quando sentiva costantemente la sua voce.

Era pazza quando si guardava intorno, per controllare se ci fosse davvero.

Ma soprattutto era pazza quando lo sognava ogni notte.

E ricorreva sempre lo stesso incubo, solo con una diversa fine per il ragazzo.

A volte riusciva a fuggire, a volte no.

C'era ancora una minuscola speranza che ce la facesse. Liz aveva grande fiducia in lui, nella sua abilità, nella sua forza. Ma temeva più di tutto l'astuzia di Galbatorix.

Difatti il re non era mica un ingenuo: avrebbe sicuramente mandato le sue guardie migliori a sequestrare il ragazzo, e questo Murtagh lo sapeva. Lo aveva saputo fin dall'inizio.

Ed ecco che d'improvviso Liz aprì gli occhi all'evidenza.

Lui le aveva mentito.

Lui sapeva benissimo che ci voleva una gran fortuna per sfuggire al potente sovrano.

Lui l'aveva ingannata col suo tono duro e autoritario.

L'aveva costretta a fuggire, a mettersi in salvo, a lasciarlo in balìa di quel mostro.

E lei ci era cascata, si era lasciata convincere facilmente ad un solo sguardo del giovane, uno sguardo che mai aveva visto in lui: dietro quelle iridi nerissime si scorgevano insieme preoccupazione e dolcezza, autorità e supplica. E quando lei aveva acconsentito ogni parte di lui aveva rivelato la gioia per quella notizia.

Sapeva di averlo reso felice con la sua scelta. Eppure non riusciva a perdonarselo ugualmente.

Alcune gocce d'acqua le sfiorarono il viso, riscuotendola dai suoi pensieri.

Alzò il mento, per osservare sopra di lei dei nuvoloni scurissimi, presagio d'un gran temporale. Si guardò intorno: nessuna traccia d'un rifugio dove ripararsi, solo alberi e piante a circondarla, pessimo riparo per i fulmini.

Subito allora incitò il cavallo ad accelerare, nella speranza di trovare qualche rifugio più in là.

In pochi minuti i suoi vestiti furono completamente fradici, così come anche i capelli, che le si appiccicarono sul viso.

Un improvviso fulmine squarciò il cielo, seguito in brevissimo tempo da un rimbombo potente, segno che il fulmine era davvero vicino.

Il cavallo, spaventato, impennò di colpo, e quasi la disarcionò se non si fosse ben tenuta alle redini. Cercò di calmarlo e quando lo stallone si fu tranquillizzato partì ancora più veloce, affidandosi quasi totalmente alla sua guida visto che la nebbia era diventata in poco tempo così fitta che a quella velocità era davvero impossibile riuscire a scorgere qualcosa davanti a sé.

Non si rese conto si essere arrivata proprio sulla sponda di un fiume in piena se non per l'arresto brusco del cavallo, proprio al limitare di esso.

Sarebbe stato impossibile saltarlo, e non aveva tempo per mettersi a cercare un ponte con cui attraversarlo.

Cercò di sforzarsi per ricordare mentalmente la mappa di Alagaesia.

Quello davanti a lei doveva essere un fiume importante vista la portata. Ma Liz non riusciva a ricordare che fra la città di Narda e Teirm ci fosse qualche fiume. A meno che... A meno che si trattasse del fiume Toark, immediatamente dopo Teirm.

Ciò voleva dire due cose: o aveva già passato Teirm senza accorgersene, oppure il fiume per l'eccessiva pioggia aveva cambiato il suo corso. Poichè la seconda ipotesi risultava quasi impossibile in così poco tempo, optò per la prima, facendo inversione e tornando indietro, stando più attenta a eventuali cartelli o bivi.

Poi improvvisamente lo vide: un vecchio cartello scolorito che indicava la strada per la famosa città portuale.

Spronò il cavallo ad andare ancora più veloce e per fortuna dopo pochi minuti la vide.

Vide i cancelli, chiusi.

<< Maledizione! >>imprecò ad alta voce, << ci dev'essere un'altra entrata! >>.

Tutta questa difesa e sicurezza ovunque le dava sui nervi, dov'era finito lo spirito di carità degli abitanti?

Fu costretta a fiancheggiare l'intero perimetro, attenta ad ogni piccolo particolare.

Mentre il vento freddo le faceva anche battere i denti, ecco che finalmente avvistò un punto dove arrampicarsi per poter passare dall'altro lato. Infatti la cinta muraria era lievemente crollata e offriva un ottimo passaggio.

L'unica accezione negativa era il fatto di dover abbandonare il cavallo.

Ancora una volta lei si salvava, ancora una volta stava per abbandonare il suo compagno...la storia si ripeteva.

Ma Liz sapeva di aver fatto la cosa giusta allora, e seppe di fare la cosa giusta anche adesso: non c'erano altre entrate e mentre lo stallone poteva sopravvivere alla tempesta, per lei poteva essere un po' più difficile, soprattutto per il suo piccolo.

Dopo queste ultime riflessioni e gli ultimi addii, con non poca difficoltà si arrampicò in cima, dove un'impalcatura di legno gli offrì una base di appoggio prima di gettarsi dall'altro lato con un salto.

Atterrò bruscamente sul terreno molle per la fanghiglia e quasi si slogò una caviglia se non si fosse gettata a terra sostenendosi con le mani.

Oltre che inzuppata adesso i suoi vestiti erano anche sudici e ricoperti di fango, non avrebbe potuto certamente chiedere asilo a qualcuno conciata in quel modo.

L'unica speranza era trovare una tettoia dove ripararsi almeno dalla pioggia se non dal vento gelido.

Tremando per il freddo pungente, si accucciò infine vicino ad una casa diroccata, che offriva un punto dove ripararsi. Forse non era sicuro entrare nella casa che a prima vista sembrava pericolante, quindi si limitò a sedersi sotto una piccola tettoia.

Si tolse lo zaino dalle spalle e con amarezza constatò che ogni cosa dentro era zuppa di acqua. E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non che fosse un vero motivo per piangere, però la ragazza si sentiva talmente tanto frustrata che non poté farne a meno. Non aveva mai pianto da quando era partita da Carvahall. Aveva represso le lacrime così tante volte che adesso sembravano non finire più.

Forse questo sfogo era dovuto alla gravidanza, o forse stava davvero impazzendo.

Appoggiò la testa sulle ginocchia, raggomitolandosi su sé stessa, cercando di schermarsi dal freddo.

Non riusciva neanche a riprendere il fiato tra un singhiozzo e l'altro.

Pianse fino a sfinirsi completamente, fino ad esaurire totalmente quel poco di forza che ancora possedeva.

Pianse per il freddo, perché se ci fosse stato Murtagh l'avrebbe riscaldata con il calore di un suo abbraccio.

Pianse per la solitudine, perché se ci fosse stato Murtagh anche quel momento poteva diventare piacevole.

Pianse per la stanchezza, perché se ci fosse stato Murtagh l'avrebbe portata in braccio e accudita.

Pianse perché Murtagh si sarebbe preso cura di lei in quel momento.

Pianse perché le mancava da morire.

Tutte le esperienze brutte della sua vita si riversarono sulla sua memoria come una valanga. Voleva ricacciarle dentro, voleva rimuoverle, semplicemente non voleva che il suo cuore si squarciasse ancora di più.

Ma l'unico risultato che ottenne fu un grido disperato che uscì dalle sue labbra senza alcun preavviso.

E gridò fin quasi ad esaurire il fiato, fino a strapparsi anche i capelli.

Urlò con tutta la voce che aveva in corpo anche quando si accorse che lì, accoccolato di fianco a lei, nell'oscurità della notte, un paio di occhi rossi la fissavano.

Quando i suoi occhi appannati si focalizzarono meglio su quella figura misteriosa ecco che riconobbe semplicemente la sagoma di un gatto.

Si ritrovò a fissarlo, mentre l'improvvisa paura provata aveva fatto smettere i singhiozzi disperati. Era il gatto più strano che avesse mai visto: era molto, molto più grosso del normale e anche le zanne sembravano più grandi e appuntite. Non capiva perché ma provava un certo timore, vista la curiosità con cui esso la scrutava.

Tirò su col naso.

<< Ehi micetto...anche tu sei solo e non hai una casa dove ripararti? >>sussurrò con tristezza << Bene, siamo in due, tanto ci stiamo entrambi qui sotto >>constatò.

Poi si mise a frugare nello zaino in cerca di qualche avanzo annacquato.

<< Hai fame? Prendi... >>disse avvicinandosi e tendendogli la mano con il cibo.

L'animale però gli rivolse solamente un'occhiata, poi tornò a fissarla con quegli occhi indagatori.

Ma insomma, si stava facendo mettere in soggezione da un gatto??

Quando anche lei prese a fare lo stesso, assottigliando gli occhi e avvicinando il viso, ecco che si alzò dritto sulle zampe, voltandosi e iniziando a correre fiero ed elegante, finché non scomparve.

Liz ridacchiò. Che singolare incontro...

Certamente era servito a distrarla un po', e in fondo adesso si sentiva completamente svuotata.

Nel frattempo che la sua mente si affollava di pensieri confusi, il sole sorgeva da dietro una casa: finalmente la tempesta era terminata.

Si alzò dal suo giaciglio, sgranchendosi le gambe dopo la lunga notte in bianco. 

Intanto doveva assolutamente trovare un posto dove alloggiare per la notte, poiché non aveva intenzione di muoversi tanto in fretta visto quanto era sfinita. Un paio di giorni, se non addirittura qualche settimana.

Poi aveva voglia di riposarsi, conoscere qualcuno, duellare con la spada, rifornirsi, ricomprare un cavallo...

Insomma le cose da fare erano davvero tante, e l'avrebbero tenuta occupata da altri momenti di crollo psicologico come quello di quella notte.

Era un'esperienza che Liz si prefiggeva di non dover ripetere mai più.

Mai più. Si impose a sé stessa.

 

Quel pomeriggio, dopo aver noleggiato una stanza, aver riposato un po' ed essersi data una ripulita,  decise di farsi un giro nella piazza principale, affollata e piena di bancarelle e mercanti di ogni genere.

C'erano soprattutto pescatori, con pesce di vario tipo appena pescato, ma anche tante altre cianfrusaglie. Si incuriosì avvicinandosi ad una bancarella che vendeva collane e amuleti, dai più semplici ai più sfarzosi, per non parlare della quantità di boccette con filtri d'amore e altro genere di pozioni per gente superstiziosa.

<< Bella damigella! >>la chiamò il mercante, spalancando gli occhi attento << Guardate com'è bella questa collana e si intona perfettamente al vostro colore degli occhi >>disse lusinghiero, mostrandole una collare talmente tanto ricco di perline e pietruzze che le girarono gli occhi solo a vederlo.

La ragazza scosse la testa, ma prima che potesse parlare per rifiutare l'offerta il mercante parlò di nuovo: << No avete ragione...voi siete un tipo molto più semplice >>constatò rivolgendo un'occhiata attenta al suo vestiario.

<< Non si disturbi a prendere altra roba...le collane non mi interessano >>disse secca.

<< Mmmm >> si mise una mano sotto il mento, carezzandosi la barba, come in concentrazione << so io di cosa avete bisogno voi, giovane anima sola che si strugge per l'amante non è così? >>

Liz sussultò a quelle parole, ritrovandosi la gola secca.

<< Vi do questo filtro d'amore che lo farà cadere immediatamente ai vostri piedi >>disse facendole l'occhiolino << anche se con la vostra bellezza non avete certo bisogno di ricorrere a tali trucchetti! >>

La ragazza declinò subito l'offerta, scuotendo il capo:<< No, no avete proprio sbagliato >>

<< Allora com'è che posso aiutarla? La vedo così triste e stanca! >>continuò ancora quello, cercando di convincerla e non perdendosi d'animo.

La ragazza sospirò.

Era vero, era triste, ma alla tristezza non poteva mica porvi rimedio.

E poi era anche stanchissima. Se solo i suoi riposi non fossero costantemente interrotti da incubi...

<< Mi dispiace non credo possiate aiutarmi a meno che non abbiate qualcosa per far svanire gli incubi... >>

L'uomo si rabbuiò.

<< Non credo di potervi aiutare... >> disse massaggiandosi le tempie con le dita.

All'improvviso spalancò gli occhi:<< A meno che... >>poi si rivolse a Liz, afferrandogli un braccio e tirandola un po' a sé per sussurrarle qualcosa silenziosamente. << Aspettate signorina... >>si guardò intorno << vi mostrerò una pozione talmente rara che se la vedessero gli altri venditori manderebbero sicuramente qualcuno a rubarla >>. Detto ciò si infilò nella tenda, alla ricerca della famosa pozione.

Subito dopo che l'uomo su entrato, una donna le si avvicinò:<< Signorina mi dia retta, non perdete tempo con questi mercanti privi di scrupolo e contafrottole. Se volete davvero provare qualcosa contro l'insonnia basta andare da Angela l'erborista, non c'é mica bisogno di pozioni segrete! >> e detto questo, si allontanò, ridendo tra sé.

Visto che il mercante non era ancora tornato decise di ascoltare il consiglio della donna. In fondo anche a lei era sembrata tutta una messinscena la parte della pozione rarissima.

Bene, andare da un'erborista adesso le sembrava davvero la soluzione più opportuna. Perché diavolo non ci aveva pensato prima?!

Chiese ad un passante dove potesse trovare questa Angela, fortunatamente la conoscevano in molti, e non ci furono problemi per arrivare al suo negozio. Doveva essere abbastanza famosa, forse era l'unica erboristeria della città. Inoltre questa Angela doveva essere anche molto ammirata dalla gente.

<< Sì, sì, è proprio questa >>disse l'ultimo, fermatosi davanti ad una vetrina impolverata.

Liz lo ringraziò, per poi entrare.

Non appena spalancò la porta il suono di uno scacciapensieri riecheggiò nell'intero negozio.

Liz era perplessa, e restò immobile sulla soglia: quella non sembrava affatto un'erboristeria, anzi tutt'altro. Non vi erano piante e nell'aria non vi era diffuso un odore di menta o qualsiasi altra fragranza, invece vi erano ancora più cianfrusaglie di quelle che si trovavano al mercato.

Forse la proprietaria era un'accanita collezionista, e aveva voluto "abbellire" il negozio con quegli oggetti strani.

Il suo sguardo, dopo aver attraversato in fretta l'intera stanza si soffermò sul bancone, vuoto.

<< Scusate?? C'è nessuno?? >>chiese per educazione, avanzando poi con cautela.

Nessuna risposta.

Dopo un altro tentativo decise di curiosare un po' in giro.

Alcune avevano qualcosa di misterioso, quasi macabro.

Uno strano oggetto attirò la sua attenzione: una piccola sfera di cristallo impolverata.

Non appena si fu avvicinata un po' di più ecco che qualcosa dentro la sfera prese a vorticare, per poi fermarsi all'improvviso. Dentro la sfera si venne a formare una sorta di nuvola di fumo nero.

Liz si avvicinò sempre di più, ed ecco che quel fumo si trasformò, o meglio assunse le sembianze di qualcuno. La figura che ne emerse era spaventosa: un grosso drago nero con le fauci spalancate, dalle quali uscì ben presto una vampata di fuoco. Ed ecco che da quel fuoco emerse un'altra figura: Murtagh.

Liz, terrorizzata da quella visione, gettò un grido e poi indietreggiò di colpo, finendo a sbattere contro la parete attrezzata dietro di lei.

La figura era adesso svanita, ma dietro di lei una marea di oggetti, messi in equilibrio precario, dopo l'urto caddero a terra, generando un gran trambusto. Liz cercò goffamente di bloccarli ma ormai il danno era fatto.

<< Ma che sta succedendo qui? Non posso nemmeno allontanarmi un secondo che già succede un casino?! >>sbraitò una giovane donna comparsa improvvisamente dietro al bancone.

Aveva i capelli castani con soffici boccoli che ondeggiavano e portava un anello al naso.

<< M-mi scusi, prima ho chiamato, ma nessuno mi ha risposto >>balbettò mortificata.

<< Ah ed è per questo allora che ti sei messa a curiosare e hai combinato questo manicomio. Ma non sai tenere le mani a posto ragazzina? >>disse adirata, avvicinandosi e raccogliendo degli oggetti che erano caduti.

Liz abbassò lo sguardo, vergognata:<< Non era mia intenzione...il fatto è che dentro quella sfera... >>deglutì, non seppe più continuare.

Lo sguardo della donna si addolcì un po':<< Beh stai tranquilla, poi sistemo tutto... >>

<< No, no lo faccio io >>contestò Liz, abbassandosi e iniziando a raccogliere tutto.

<< Piacere, io sono Angela, scusa se sono stata un po' sgarbata prima, e che credevo potesse essere entrato qualcuno con cattive intenzioni >>

<< Oh no, è normale, anzi sono io che dovrei scusarmi umilmente >>le rivolse un sorriso << comunque il mio nome è Elizabeth, meglio Liz però >>

Le due donne si strinsero la mano.

<< Comunque, cosa desideravi? >>chiesa la negoziante riponendo l'ultimo oggetto e avvicinandosi al bancone.

<< Mi avevano consigliato di venire qui per...una pozione o qualcosa del genere contro gli incubi >>

La donna rise facendo ondeggiare i lunghi boccoli: << Oh tesoro non c'è mica bisogno di una pozione...qui ci vuole solo una tisana contro l'insonnia! >>

L'altra arrossì :<< Beh sì, insomma, qualsiasi cosa, ma basta con questi incubi... >>

<< Oh ecco perché hai l'aria così disperata! >> appoggiò i gomiti al bancone << di che si tratta? >>chiese tranquillamente.

Liz rimase a bocca aperta non sapendo cosa dire.

<< Mmm fammi indovinare...c'entra una ragazzo? >>chiese indagatoria.

<< E' una c-cosa piuttosto personale mi spiace... >> abbassando gli occhi al pavimento.

<< Certo, certo >>alzò le spalle l'erborista, poi le porse una scatolina << ecco prendi questa, non ti posso garantire che funzionerà pienamente...in fondo dipende da quanto sono brutti questi incubi >> pronunciò rivolgendole gli occhi scuri così indagatori.

Quella donna la metteva un po' in soggezione, con quei comportamenti  così naturali e allo stesso tempo così misteriosi.

<< Grazie mille, ci rivedremo presto >> le rivolse un sorriso.

<< A presto Liz >> le sorrise a sua volta.

Stava per voltarsi quando la donna la chiamò di nuovo.

<< Posso sapere cosa hai visto nella sfera di cristallo? >>

Liz era indecisa se dirglielo o no. Ma in fondo moriva dalla voglia di scoprire cosa significasse, e forse lei le avrebbe potuto fornire la risposta.

<< Beh, ho visto del fumo nero, dal quale poi si è materializzato un drago nero... >>si fermò un attimo, pensierosa.

<< E poi il ragazzo che non ti fa dormire la notte... >>continuò Angela come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Ancora una volta Liz rimase a bocca aperta.

<< Come ho fatto a capirlo? >> si domandò Angela stessa << Beh non è difficile per chi sappia leggere nel pensiero di alcune persone >>dichiarò l'erborista con un sorriso, lasciando la ragazza con quella stupida espressione stampata in faccia.

Liz fece qualche passo indietro, sempre più inquieta. Ma chi era davvero questa donna?!

Angela rise ancora una volta:<< Ma noi dai, ti stavo prendendo in giro >>ammise << in realtà la sfera rappresenta le tue paure più grandi. Ecco perché ho indovinato che fosse lo stesso dei tuoi incubi >>

<< M-ma allora come hai fatto a capire che si trattava di un ragazzo? >>chiese ancora perplessa.

<< Ma ho tirato a indovinare no?! >> la schernì la donna << di che altro si sarebbe potuto trattare per una ragazza come te? >>

<< Perché secondo te io non avrei altre preoccupazioni per la testa oltre al fidanzato?! >> le si accanì Liz.

<< Beh, la sfera parla chiaro... >>disse << il drago nero sarebbe Shruikan, il drago di Galbatorix...quindi suppongo che il tuo amico sia prigioniero di Galbatorix... non è stato difficile ragazzina >>affermò ancora una volta l'erborista, sicura di sé.

Liz si girò per andarsene, quando vide di fronte a sé gli stessi occhi rossi che l'avevano fissata il giorno prima. Si bloccò di colpo, sussultando.

Ancora una volta Angela parlò come se gli leggesse nella mente: << Vedo che hai già conosciuto Solembum >>disse indicando il gatto come se fosse una persona.

<< Oh sì...beh, non poteva essere che il tuo gatto >> disse pensando a quanto fossero strani entrambi.

<< Lui non è il mio gatto, lui viene a farmi visita ogni tanto perché gli piace la mia compagnia >>

Liz annuì, poco convinta:<< Bene, allora vado, buona giornata Angela, e buona giornata anche a te...ehm...Solembum >>li salutò per poi uscire all'aria aperta.

Appena fu fuori prese un bel respiro. E sperò tanto che la tisana funzionasse, perché doveva essere in forma quando avrebbe sfidato qualcuno a duello. Finalmente aveva l'occasione di sfogarsi un po'.

Sorrise a quella prospettiva, dimenticandosi per un secondo tutto il resto, liberandosi per un secondo di tutti i pesi che le opprimevano il petto, impedendole quasi di respirare in modo naturale. Certamente sarebbero ritornati come prima, al loro posto, ma Liz intanto sorrideva, rincuorata. Era pazza di sicuro: troppi sbalzi d'umore, troppi.

O forse erano gli ormoni??

Non lo sapeva neanche lei, l'unica cosa di cui fosse certa era che le piaceva. Le piaceva sorridere. Le piaceva essere felice, anche solo per un secondo.

A volte anche le piccole cose possono farti tornare il buonumore.

 

 

 

 L'arena di combattimento in città corrispondeva perfettamente ai desideri di Liz.

Ne aveva sentito parlare in locanda da alcune persone che discutevano sulle scommesse e i debiti e si era avvicinata incuriosita.

La cosa che l'aveva lasciata più sdegnata era il fatto che i soli partecipanti ammessi erano gli uomini.

Proprio per questo era uscita di casa vestita con abiti prevalentemente maschili, fin troppo grandi per lei, e un cappello a coprirle l'enorme massa di capelli, legati in una crocchia.

Arrivò ansiosa in questa famosa arena, dove ogni giorno decine e decine di uomini si sfidavano a duello. La delusione fu tale da farle  crollare le braccia: un pezzo di terra fangosa recintato da una staccionata.

In quel momento uno dei combattenti crollò a terra, imbrattandosi nel fango, e la folla esplose in urla di acclamazione e fischi. Il vincitore alzò le braccia in aria, accogliendo con piacere gli applausi e le congratulazioni, mentre il perdente strisciava fuori leccandosi le ferite.

Liz arricciò il naso, disgustata di fronte a quella vista. Sembravano tanto un branco di animali. Ma non era venuta fin lì per poi cambiare idea, era venuta per combattere. E avrebbe combattuto, in qualsiasi modo, anche quello più squallido.

D'altronde lei non sarebbe mica finita del fango, anzi ci avrebbe fatto finire il bestione al centro dell'arena.

<< Chi sa usare la spada qui? >>disse all'improvviso, facendo voltare tutti.

Alcuni uomini sussurrarono fra loro quando estrasse la sua spada, altri ridacchiarono.

Infine quello al centro: << Qui si fanno solo combattimenti da uomo, combattimenti da duri >> con un ghigno di sfida.

Chissà perché Liz aveva già immaginato la risposta.

<< Bene, bestione, facciamo così. Se qui non c'è nessuno in grado di utilizzare una spada... >> ripose la spada nel fodero, poi la gettò a terra << ...vuol dire che useremo i pugni. >>

A quelle parole la folla esplose in fragorose risate :<< Ragazzino, vedi che questi sono giochi pericolosi, la mamma lo sa che sei qui? >>diceva qualcuno, << Non ti conviene, giovanotto, Mark ti ridurrà a pezzi >>commentava qualcun altro, poi altri ancora:<< Si accettano scommesse! >>

L'omone iniziò a scoccare le ossa del collo, successivamente quelle della mano, sempre con quel ghigno:<< Stai tranquillo, visto che sei un ragazzino non ti farò troppo male...al massimo qualche osso fratturato >>. Poi rise, una risata assimilabile ad una ragliata di un asino, pensò Liz sorridendo fra sé.

Entrò nel recinto e si limitò a stirarsi un po'.

Quando iniziò il combattimento entrambi non  mossero un muscolo, intenti a studiarsi a vicenda.

Qualcuno del pubblico urlò:<< Scommetto 50 monete d'oro sul ragazzo >>.

Ci fu un bisbiglio generale fra la folla, ma Liz non ebbe il coraggio di voltarsi per vedere chi fosse, altrimenti avrebbe offerto all'avversario un valido pretesto per attaccare e coglierla impreparata, saltandole addosso come un rinoceronte.

Dopo ancora un po' di tempo speso a fissarsi ecco che l'uomo attaccò per primo, sferrando un pugno diretto al torace, potente ma ampiamente prevedibile. Riuscì ad evitarlo con facilità.

In sequenza ne partirono altri, tutti ugualmente innocui per lei.

Il suo obiettivo era farlo innervosire, in modo da concedersi un po' più di divertimento, e concederlo anche al pubblico.

Cominciò a provocarlo:<< Che c'è, bestione? Non ci vedi bene oppure non riesci a colpirmi? >>

Stavolta il suo aggancio fu più lesto, e riuscì ad evitarlo all'ultimo secondo. Ma non era ancora giunto il momento di contrattaccare. Intorno regnava il silenzio, erano tutti allibiti e col fiato sospeso. Quelli che avevano scommesso su un' immediata vittoria dell'omone avevano già perso.

Continuò con le provocazioni:<< Anche la tua testa è piena di muscoli oppure è completamente vuota? >>insistette ancora la ragazza, con un ghigno. Questo l'avrebbe sicuramente fatto infuriare. E difatti provocò l'effetto previsto.

Si lanciò come una furia contro di lei che, spostandosi all'ultimo lo fece finire con la faccia sulla sabbia.

Si sollevò una risata generale che l'uomo non digerì affatto:<< Vieni qui e affrontami, invece di ricorrere a questi trucchetti e scappare come una femminuccia! >>

<< Come vuoi >>pronunciò la ragazza prima di sferrargli un veloce e violento pugno allo stomaco.

Avrebbe voluto colpirlo in pieno viso, ma l'uomo era troppo alto per lei.

Dopo qualche attimo di stordimento l'uomo si riprese, giungendo nuovamente all'attacco.

E la storia si ripeté ancora. Gli attacchi di Liz erano sicuramente meno frequenti, ma erano molto più incisivi.

Ad un certo punto, stufa di schivare tutti gli attacchi dell'uomo decise semplicemente di pararlo. La mossa le riuscì alla perfezione ma la violenza del colpo era stata tale da scaraventarla comunque all'indietro.

La ragazza perse l'equilibrio e finì a terra, perdendo il cappuccio e scoprendosi il capo.

Ci fu  stupore e scalpore tra le varie persone del pubblico, e anche il suo avversario rimase a bocca aperta. Liz invece rideva. Dire che aveva fatto spettacolo era dire poco. Forse aveva fatto male ad attirare su di sé tutta quella attenzione, ma per un attimo le sembrò di essere ritornata l'invincibile e misteriosa dama di ghiaccio. Contemplò con rimpianto quegli anni, ma poi scacciò subito il ricordo, concentrandosi ancora sulla lotta.

Ma l'uomo intanto si era voltato per andarsene. Lo afferrò velocemente, bloccandolo:<< Non puoi tirarti indietro...non è cambiato nulla >>disse in tono severo, fissandolo coi suoi occhi impenetrabili.

<< Non sarebbe un combattimento alla pari >>rispose quello<< perché io non riuscirei a colpirti, mentre tu mi massacreresti >>dichiarò infine, porgendogli la mano.

Liz capì che il duello era finito, lui si era ritirato, aveva in un modo o nell'altro ammesso la sua superiorità. Con un sorriso soddisfatto gli strinse la mano.

Si girò verso il pubblico per ricevere gli applausi e i complimenti, ma soprattutto per vedere chi fosse l'uomo che aveva scommesso su di lei una tale cifra. Non doveva essere uno sprovveduto, anzi, aveva avuto occhi laddove tutti erano rimasti accecati di fronte alla stazza e alla potenza dell'omone suo avversario.

Appena incontrò lo sguardo compiaciuto dell'uomo le si gelò il sangue il vene.

Lei quel uomo l'aveva già visto: colui che tanti anni prima aveva sconfitto Morzan, uccidendolo senza pietà.

Per tanti giorni era stata con la sua immagine fissata in testa, con l'obiettivo di vendicare il padre del suo amico. L'avrebbe riconosciuto fra tutti gli uomini di Alagaesia, tanto era stata la sua paura. 

Adesso che lo vedeva di fronte a lei però le sembrava solamente un povero vecchio. Molto abile, certo, ma sicuramente poco pericoloso dall'aspetto.

<< La sfido ad un duello con la spada >>pronunciò senza pensarci, rivolgendosi a lui con tono autoritario.

L'uomo la guardò, visibilmente sorpreso. Anche tutti gli altri erano allibiti, e tutti i fischi e i boati erano cessati di colpo.

<< Non crederai mica che un vecchio come me sappia come usare una spada >>ridacchiò, suscitando anche l'ilarità di tutto il pubblico.

Liz continuò a scrutarlo. In effetti era un po' invecchiato dall'ultima volta, ma Liz l'avrebbe smascherato. Prima o poi ci sarebbe riuscita.

Non provava più odio per lui o voglia di vendetta. Era solo estremamente curiosa di confrontarsi con lui, per provare la sua abilità. Non avrebbe mai dimenticato come si era sentita debole e inutile in confronto a loro, e forse adesso era giunta l'ora di scoprire se erano davvero persone fuori dal normale lui e Morzan.

Però quello non era certamente il luogo più adatto per affrontare una discussione del genere e metterlo con le spalle al muro: era pur sempre un nemico dell'Impero.

Lo lasciò andare via insieme ad un ragazzo che non riuscì a vedere bene, ma una cosa era certa: non finiva qui.

Ehilàààà!! 
Piaciuto il capitolo? Vi avevo promesso che avrei aggiornato il prima possibile, ed eccomi qua! 
La storia si infittisce sempre di più...e ci sono nuovi personaggi interessantiiiiii! Angela, Solembum...e poi...beh chi l'avrebbe mai detto che proprio in quel momento Brom e Eragon fossero a Teirm?! 
Li incontreremo un'altra volta? Liz avrà il "piacere" di confrontarsi con lui? 
Beh, aspettate e vedrete :) stavolta non posso garantirvi che aggiornerò prestissimo, anche perché i capitoli stanno diventando sempre più lunghi e complicati...Un bacione a tutte ;)

  
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