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Autore: Lelusc    11/07/2013    3 recensioni
Selly è una ragazza,magra minuta e spigolosa,tutti la prendono in giro e lei nonostante il carattere forte non riesce a rispondere a tono,ma un giorno tutto cambia portando un ciondolo al suo leggittimo proprietario,il ragazzo più ambito della scuola e lui la trascina in un altro "mondo"pericoloso. Perchè quelli la chiamano sorella? e perchè..... Fatemi sapere cosa ne pensate,by Lelusc:D
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1300, residenza imperiale, India.
 
Mio signore ha bisogno d’altro? “No Sio, vai pure” come desidera, Sio chiude le pesanti e imponenti porte della stanza del principe e s’incammina lungo il corridoio. Quando si ferma e si gira in dietro. Dei rumori lo mettono sull’attenti e provengono dalla stanza del suo signore che ha lasciato due secondi fa, corre e spalanca con una spinta decisa la porta e si trova davanti alla portafinestra spalancata e le tende che si sollevano al ritmo del vento settembrino del crepuscolo e del suo signore, non c’è neanche l’ombra.

1303, valle erbosa e paludosa, ritrovamento di un cadavere ancora in buono stato con infilato al dito l’anello del figlio del maharaja, dopo alcuni minuti, già si è propagata la notizia della prematura scomparsa del figlio del maharaja.

2013 Italia, liceo Arciduca Ferdinando III.
“Ecco la sfigata”, dice una ridendo di me,mentre mi passa accanto con una sua amica diretta in classe. Lo so, sono minuta, pallida e spigolosa, ma questo non vuol dire che sono diversa da loro mi dico per farmi forza, mi volto e guardo le due ragazze entrare in classe mentre gli occhi mi diventano lucidi.
Sono Selly, ho diciotto anni e sono al penultimo anno di liceo e vivo in un appartamentino a Roma con mia madre pittrice, divorziata da sei anni e il mio solo amico Pulki, il mio coniglietto nero con una macchiolina bianca sull’occhio, è tenero e peloso e dalla lunga e morbida pelliccia nera, gli occhietti vispi o almeno mi sembrano così, di un bel verde, e lui è il mio solo e unico vero amico.
Prima che iniziano le lezioni vado al bagno e nonostante cerco di non guardarmi allo specchio, alzo lo sguardo e rimango sbalordita. Ogni volta che guardo il mio riflesso, non posso fare altro che essere d’accordo con Poi, la cinesina che mi ha preso in giro due minuti fa. Lei è perfetta, capelli scuri e lisci, occhi a mandorla scuri come la notte, ha un corpo invidiabile e suo padre è una persona importante in Cina,quindi è ricca e in più è molto popolare in tutta la scuola e ha molte amiche e io….

Mi guardo allo specchio nauseata, il mio visino ovale e gioviale e tutto ciò di bello che ho, ma con il viso non ci si fa molto. Quello che risalta del mio viso sono gli occhi di un marrone quasi rossiccio e infatti fanno impressione a molte persone, ma io li trovo bellissimi e sopratutto mi piacciono perchè circondati da lunghe e folte ciglia nere,il mio viso è pallido,anche se non ho problemi di salute e i capelli sono neri dai riflessi rossi e sono pieni di boccoli ribelli che mi fanno sembrare un barboncino e anche quelli mettono in agitazione le persone. Mia madre ha la mania di comprare al mercatino degli abiti per me per farmi una sorpresa e visto che non ho il coraggio di rifiutare o di dirgli di smettere di comprarli che mi fa andare in giro come un pagliaccio, li indosso, non riesco proprio a dirglielo ogni volta che la guardo in volto, nei suoi caldi e dolci occhi nocciola!

Mi guardo il vestitino verde chiaro che mia madre mi ha comprato proprio ieri, mi sta grande, infatti è una taglia in più della mia,le ballerine nere sono consumate e ne devo comprare altre,i capelli sono legati al capo con un fermaglio, ma i boccoli ribelli finiscono per liberarsi e farmi sembrare spettinata. Alzo un braccio per aprire il rubinetto per darmi una rinfrescata al viso stanco per il troppo studio e vedo le mie piccole e fragili manine e i miei piccoli polsi snelli e soprattutto le braccia ossute, sono brutta, faccio paura alla gente che mi sta accanto. Le amiche di mia madre mi credono brutta e parlano male di me alle sue spalle. Un giorno le ho sentite parlare, non credevo alle mie orecchie, ma non avrei mai potuto dirlo alla mamma, le sue colleghe sono le uniche amiche che ha.
La mamma è eccentrica, originale e pazzesca e le voglio molto bene, ma il suo genio non è capito né apprezzato, come si dice, un genio incompreso e tanto per cambiare è da un po’ che viene tardi a casa. Invece io non me la cavo per niente bene con le amicizie, sono silenziosa, timida e schiva con le persone che non reputo brave e credo volta faccia e così sono da sola.

Vado in classe e mi siedo al mio banco ad uno degli ultimi posti, dove accanto a me ho la finestra che mi serve per pensare a cose migliori e per farmi vedere ogni volta quant’è bella la primavera e la vita nonostante tutto e dall’altra parte, preferisco non guardare il posto vuoto e le occhiate ironiche che mi lanciano i miei compagni.
La professoressa entra e ci saluta, poi guarda me e mi sorride e so bene che quel sorriso è tutto per me, le rispondo anch’io con un lieve movimento delle labbra e abbasso il capo per guardare il banco spoglio, felice di sapere che qualcuno sa che esisto. La lezione comincia e dopo due ore d’italiano scopriamo che il professore della prossima ora è assente e che la professoressa deve rimanere anche per la terza ora, quella prima della pausa. L’insegnante prova a darci degli esercizi di matematica, ma viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta. Mitia la nostra bidella Indiana entra con il suo allegro sorriso vestita con le sue larghe e colorate magliette indiane e tante collane con ciondoli e medaglioni colorati e dalle figure a me incomprensibili che mi piacciono tanto. Purtroppo anche lei è presa in giro dalle alunne snob, ma non perché è magra. Mitia è stata adottata a dieci anni e ora è una romana pura e viene presa in giro perché praticamente è una matrona, ma è allegra simpatica e dolce e non so come fa,non si scoraggia mai per le prese in giro, ma ribatte alla grande,devo farmi dare delle lezioni. Dice qualcosa alla professoressa e prima di andare via mi lancia un’occhiata dolce e allegra, sicuramente per salutarmi, poi esce.

“Ragazze mi hanno appena avvertito che il professore è presente e ha fatto ritardo per preparare un filmato nell’aula video, quindi via matematica e andiamo”dice tranquilla. Sento voci allegre di chi è felice per il cambiamento di programma, ma per me non fa alcuna differenza, io sono una delle più brave in matematica, diciamo l’unica della classe e questo fa di me una studiosa e quindi sono presa in giro anche per questo.

In sala video cerco un posto il più lontano possibile dagli altri alunni e sopratutto dalle ragazze snob della mia classe che parlano parlano e non mi fanno sentire niente e hanno la mania di tirarmi palline di carta fra i capelli. Infantili e frivole. Vado agli ultimi posti, quando una mano mi si posa sulla spalla e alzo lo sguardo. “Selly, perché non vai insieme ai tuoi compagni?Lascia a noi professori gli ultimi posti” dice annuisco e di malavoglia mi alzo e vado all’unica sedia libera, ahimè, proprio accanto a Poi e la sua amica del cuore, cerco d’ignorale, ma purtroppo non passo inosservata. Desy cara ho qualcosa fra i denti,hai uno stecchino? “no, Poi, ma ne hai uno accanto”, dicono scoppiando a ridere. Sss, fa la professoressa e guardo davanti a me decisa a ignorarle.

Ehi hai visto Desy, quello è Mei, è il ragazzo più bello della scuola, se non sbaglio è indiano,nonostante si dica in giro sia paurosa la sua storia è lo stesso uno schianto,mi volto impercettibilmente verso Poi e ascolto. Si è vero si dice che la sua famiglia sia stata uccisa da qualcuno e ancora non si sa chi,e ora lui abita con suo zio e si dice anche che sia molte volte assente e che nella sua casa ci siano i fantasmi,che sciocchezza Desy,e ora mi dirai anche che ha due teste e la coda,ti prego evita di farlo sempre un mostro mitologico. Sss, dice la professoressa interrompendole e quando mi volto verso il diretto interessato che tanto per cambiare è davanti a me alla prima fila, rimango a guardarlo curiosa. Ha i capelli color cioccolato lunghi fino alle spalle, ma così mossi da farli sembrare corti fino al collo, i suoi occhi nocciola sono profondi, scrutatori e molte volte mi è capitato di vedere della sufficienza nel suo sguardo le rare volte che lo incrocio per il corridoio, ma infondo chi può avercela se non lui? Guardo il suo capo scuro e la sua schiena diritta, fino a che un compagno non si sposta nascondendomelo, faccio un sospiro e guardo la televisione e noto che alcuni minuti di video li ho già persi per rincorrere una fantasia, qualcosa d’irraggiungibile, è impossibile possa vedermi.

Il video finisce e vedo Mei passare accanto  a me diretto alla porta, cammina schiena dritta e testa alta. “Potrebbe fare il modello” sento dire da una della mia classe e trovo un gruppetto che lo guarda in maniera da disgustarmi. Sono una degli ultimi ad andare via, odio infilarmi nella folla, preferisco fare le cose con calma e avere il meno contatto possibile con i miei compagni di classe, dopo le diverse prese in giro, nessuno mi rivolge la parola e decidono di divertirsi con me, così io li ignoro e vivo lo stesso benissimo anche senza di loro. L’ultimo ragazzo è uscito e anche i professori. Sono sola in classe, mentre fuori c’è un chiasso terribile, il minimo, visto che è giunto il momento della pausa. Sto per andare via, ma il professore ha dimenticato di spengere la televisione per bene e così ci penso io e quando mi volto per andare alla porta trovo su una sedia una collana con un ciondolo a forma di sfera, grande quanto un nocciolo di albicocca e color rosso, cerco di capire a chi appartiene seguendo la fila delle sedie, forse ricordo e scopro che è di Mei, il ragazzo indiano tanto ambito dalle ragazze, ho la sfera rossa nel palmo della mano e la guardo curiosa, poi la metto nella sola e unica tasca del mio vestito ed esco dall’aula.

Fuori c’è un via vai di alunni che sono in gruppo, altri ragazzi di altre sezioni che parlano amichevolmente, i professori che fuori al fresco bevono un caffè, chiacchierano e fumano, cerco l’aula di Mei, devo restituirgli il ciondolo. Mi fermo davanti alla sua classe, io non ci sono mai stata, ma le ragazze non fanno altro che parlare di lui e quindi hanno detto anche dove trovarlo e per arrivarci ci ho messo tutta la mia decisione,ora devo solo bussare e ….Ma non ci riesco, guardo la porta di legno e mi sento svenire, io sono timida, non riesco neanche a chiedere quanto costa una maglietta al mercatino figuriamoci parlare con un ragazzo che è una leggenda a scuola, ma all’improvviso la porta si spalanca e mi ritrovo davanti Mei, proprio Mei con il viso agitato.

Lo guardo a mia volta e prendo di scatto il ciondolo dalla tasca. “Questo, è, tuo, vero?”chiedo, non so come ho fatto a parlare, nonostante la mia voce fosse un sussurro e incespicavo nelle parole. Mi guarda come se mi avesse visto solamente ora in tutti e tre gli anni di scuola e invece ci siamo incrociati in corridoio tante di quelle volte che ho perso il conto,ma come ho già detto, sono brutta e molti fichi della scuola neanche mi vedono.
Lascio penzolare il ciondolo mentre lui mi guarda immobile e dai suoi occhi mi sembra anche stupito. Mi prende il ciondolo dalle mani e se lo mette al collo, come se fosse una cosa di vitale importanza e i suoi gesti eleganti e delicati mi lasciano un tantino sorpresa “si,è mio,grazie”dice in tono freddo,annuisco e imbarazzata gli do le spalle e muovo un passo verso il corridoio,ma mi ferma per un polso. Mi giro di scatto e lo guardo stupita. “Tu, come hai fatto a…”ma come se stesse per dire qualcosa che non doveva, si ammutolì di colpo,lo guardo alzando un sopracciglio perplessa,poi mi lascia bruscamente “Niente,dice passandomi accanto e incamminandosi lungo il corridoio che stavo per percorrere io e lo guardo mentre se ne va.

Turbata da quello che è successo, sono da sola nel giardino della scuola seduta su un muricciolo di mattoni rossicci con in mano del latte e cioccolato e nell’altra un pacchettino di salatini presi dalla macchinetta in corridoio. Guardo in lontananza senza veramente guardare niente, fisso davanti a me mentre automaticamente mangio e penso a lui. Cosa stava per dirmi? E perché sembra così distante? Strano all’improvviso voglio conoscerlo bene, ma che sciocchezza dici Selly, lui neanche ti vede, dico stringendo il pacchettino di salatini per la frustrazione, per fortuna non l’ho fatto con il succo. La campanella suona e con due succhiate finisco il latte cioccolato e poi mi metto mangiare i salatini rimasti come una forsennata. Dentro scuola butto le carte e vado in classe, e scienze fu.

Due ore di scienze, tra cui l’interrogazione, la spiegazione di un nuovo capitolo da studiare e degli esercizi per vedere se abbiamo compreso tutto, ed ecco l’ultima ora,inglese. Mi guardo intorno, siamo tutti stanchi e nessuno segue la lezione e sembra che nemmeno alla professoressa importi qualcosa, tutti non vedono l’ora di andare a casa, la professoressa spiega due righe, ci fa fare degli esercizi veramente imbarazzanti per un alunno del liceo e poi si siede a sfogliare una rivista di moda e ci lascia tranquilli a fare gli affari nostri. Beh contenta lei, noi sicuramente lo siamo. Cerco di memorizzare il capitolo di scienze per poi essere libera e fare altro a casa, e non  ci metto tanto e chiudo,sicura di saperlo bene,poi prendo carta e penna e comincio a scarabocchiare un foglio in pura fantasia. Dopo diversi smail e dopo delle occhiate lanciate al telefonino, preparo la cartella e sto pronta al suono della campanella alle due, suona, metto lo zaino in spalla e controllo, hanno spaccato il minuto, tutti corrono fuori dall’aula come se fosse in fiamme ed io con calma, composta, guardo per un attimo l’aula abbandonata e faccio un sospiro, poi m’incammino lentamente lungo il corridoio ed esco.

Non c’è anima viva fuori. Il vialetto è deserto e vedo l’ultima macchina passare davanti al cancello, m’incammino lentamente, come se avessi tutto il tempo di questo mondo e vado verso l’alto cancello aperto che mi sprona a uscire e intanto mi guardo intorno. I soli due alberi del vialetto che poverini sono circondati da mattonelle bianche sono alti e rigogliosi e con entrambi un’ampia fronda verde, le aiuole sono piene di fiori colorarti e alcuni screziati e hanno lo stelo alto e la corolla che guarda il cielo e seguo il loro muto consiglio. Guardo il cielo primaverile di un terso azzurro senza una nuvola, il sole spende e riscalda alto in cielo e la brezza gentile mi accarezza il volto e mi culla spostando con il suo ritmo i capelli.

Ormai sono arrivata al cancello e lo passo, mi giro verso destra pronta per tornare a casa dove mi attende il pranzo di mia madre che cucina da dea, quando mi trovo davanti Mei, appoggiato al muretto del cancello con le braccia incrociate sul petto che mi guarda freddo. Rimango immobile e non so più che fare, se passargli davanti ignorandolo anche se l’ho visto o salutarlo, ma credo che lui non intenda solo salutarmi visto il suo sguardo. Rimango immobile indecisa su come comportarmi e guardo a terra. “Vieni con me”mi ordina e s’incammina precedendomi lungo il marciapiede. “Aspetta, dove mi porti”, ma non mi risponde, così lo seguo in silenzio e affrettando il passo per raggiungere il suo veloce e non preferisco più alcuna domanda. Dopo un po’ di cammino si ferma e manca poco che gli finisco addosso, ma i miei riflessi sono molto buoni. Guardo dove siamo e mi trovo davanti alla fermata dell’autobus. Lo guardo scettica sul da farsi.

Lo noto scrutarmi sottecchi e poi girarsi verso la strada, un autobus arriva subito e lui mi afferra per un braccio, come per non sentire repliche e a costringermi ad andare con lui. Saliamo sul novanta e mi porta a uno degli ultimi posti, ma basta stare in silenzio, voglio sapere dove mi porta,penso cominciando ad essere irritata da tutto questo mistero. Dove mi stai portando, gli chiedo guardandolo e non nascondendo neanche la mia irritazione. Mi guarda, ma non mi risponde, se non me lo dici alla prossima fermata, scendo, lo avverto, fa un sorrisetto beffardo (credi che non ne sia capace, beh, guarda)penso e quando l’autobus si ferma mi sporgo in avanti per alzarmi e dirigermi alla porta. Si aprono le porte automatiche e mi alzo, faccio il primo passo, quando lui mi prende per un braccio e mi tira al mio posto e proprio in quel momento le porte si chiudono. “Tanto è inutile, vorrà dire che scenderò alla seconda fermata e tu non mi potrai fermarmi” dico strattonando il braccio per farmelo lasciare. Mi lascia di sua spontanea volontà “la prossima fermata è la nostra”dice flemmatico, senza neanche guardarmi in faccia.

Mi sale una rabbia che neanche credevo di poter provare e mi siedo scocciata sul sedile, e noto che mi guarda con un sorriso ironico (mamma, gli mollo un ceffone, poi vediamo come ride) penso arrabbiata dai suo modi poco ortodossi e dai suoi ordini e dal fatto che alla fine ha vinto lui. Rimango con il broncio fino a che non mi riprende il braccio e mi fa scendere, ma per far ciò mi deve trascinare di peso perché io non cammino, giusto per fargli un dispetto e perché non voglio seguirlo. “se non cammini ti porto sulle spalle,sarebbe imbarazzate vero?”allora ancora più irritata lo seguo e non impunto più i piedi a terra.
Mi tira per un braccio verso un palazzo vecchio e fatiscente, ma non faccio in tempo a dire niente che mi ha già tirato dentro, mi tira con così tanta velocità sulle scale che riesco solo a notare il muro scrostato a cui servirebbe una mano di vernice e le piante secche. Le scale sono quelle antiche, alte e ripide e tanto per cambiare, credo che dove dobbiamo andare sia all’ultimo piano,quindi fortunatamente il quinto,ed infatti ci fermiamo al quinto. Le gambe non mi fanno male, ma ho il fiato leggermente alterato mentre lui è perfetto, vorrei strozzarlo. Suona il campanello e la porta con vetrata fa un clic di risposta, aprendosi. Qualcuno ha aperto dall’interno.

Entriamo. Dentro al contrario dell’ esterno è fresco e pulito, due finestre sono aperte e vedo vicino a me due divani color marrone rossiccio, separati da un tavolo di legno chiaro dalla superficie lucida e con accanto al divano un secchio con un portacenere pieno di cicche dall’altra un ficus alto e decisamente ben curato,ma non c’è nessuno.
Mei mi tira e sono costretta a guardare anche a destra. Vedo una scrivania di legno chiaro e dietro un mobile con un fax, stampante e un bel computer, il modello appena uscito. Trattengo un fischio d’ammirazione per la stanza molto bella e accogliente poi una porta si apre, mostrandomi l’interno dell’altra stanza, una biblioteca piena di scaffali ben fornita, visti i libri voluminosi e colorati che ho intravisto prima che si chiudesse. Mi trovo davanti un uomo roscio con capelli lunghi legati in un codino e due allegri occhi verdi,ma so che potrebbero essere anche molto severi e freddi. “Ah ciao Mei, chi ci hai portato, una nuova cliente?”chiede allegro sporgendosi sulla scrivania verso di me. Imbarazzata distolgo lo sguardo e arrossisco. “Oh, ma come siamo timidi, allora chi è?” Chiede ritornando a lui, serio questa volta.

È Selly Wiscerd, una ragazza della mia scuola, sezione B, ha toccato il ciondolo senza ustionarsi. Lo guardo di scatto sbalordita, sa il mio nome? E in che classe sto? E aspetta, aspetta, che vuol dire, ha toccato il ciondolo senza ustionarsi? Perché dovevo bruciarmi forse? Guardo perplessa Mei, poi l’uomo davanti a me e inclino il capo verso destra. L’uomo rimane a guardare attonito Mei, poi si volta verso di me e mi scruta sfacciato e mi mette ansia, come se dovessi aspettarmi una condanna e soprattutto a disagio, divento rossa e m’irrito. “Allora deve essere speciale, forse è…vediamolo subito”dice aprendo un cassetto e ne estrae un altro ciondolo uguale a quello di Mei, solo color cobalto, me lo porge, ma sto ferma. Su, tranquilla toccalo, non morde, dice l’uomo scherzoso. Avvicino lentamente la mano al ciondolo che s’illumina, scosto la mano di scatto e me la prendo con l’altra, poi guardo allarmata l’uomo che è sorpreso e tranquillo e ha una luce di consapevolezza negli occhi verdi.

Avvicino di nuovo la mano, l’uomo lascia la catenina e la prendo, comincia a diventare calda,calda  fin troppo e la lascio, ma non vuole scendere si è attaccata al mio palmo. “Bruci….”sto per dire, ma il ciondolo si stacca e cade sulla scrivania facendo un rumore secco e mi guardo la mano senza nessuna bruciatura. Com’è possibile, bruciava? Chiedo “Credo sia lei, dice l’uomo”. Perfetto dice Mei scocciato e che cosa potrebbe mai fare, guardala è magrissima e spigolosa, dice prendendomi un braccio e tirandomelo su.  Ehi! Non sono un manichino non trattarmi come un oggetto chiaro? Dico risentita. Però che caratterino, nessuno che io sappia ti ha mai parlato così,vero Mei?

Mei mi guarda silenzioso e mi lascia la mano che ricade lungo il mio fianco. Posso sapere che succede? Lei chi è? Il ciondolo perchè ha bruciato e si è illuminato? E di cosa si occupa quest’ufficio? “Ok, ti diremo tutto, ma prima devi passare un’altra prova” dice l’uomo, lo guardo contrariata. Su non fare quella faccia scura e contrariata, scommetto che sei più bella quando sorridi “le lusinghe non servono a niente, mi spieghi tutto, ora!” Ordino alzando la voce. Diventa di nuovo serio. Tutto a tempo debito Selly, dice prendendo un'altra cosa dal cassetto, prendi questo, dice mostrandomi un pugnale, lo rigira verso l’elsa impreziosita da pietre preziose e lo accontento, così mi spiegheranno tutto, l’afferro. “niente”dice Mei, già niente, forse non è lei, dice l’uomo. Prova questa, dice l’uomo porgendomi una pistola, niente e questa dice porgendomi. “Una katana” esclamo senza pensare. “la conosci?”chiede l’uomo “si, mio padre ne aveva una,o almeno è quello che ricordo”dico afferrandola e quella brilla poi si alza e s’infila in me,m’immobilizzo piena di terrore,ma non sento dolore e non esce sangue,la katana mi s’infila dentro sempre più giù fino all’elsa poi sparisce dentro di me.

Mei, ecco la tua partner dice l’uomo, alzo un sopraciglio e guardo prima l’uomo poi Mei. “Non è possibile, perché questa disgrazia doveva succedere a me, perché?” Chiede calmo, sospirando. Sono stanca delle offese e delle cose senza senso, così in un impeto di rabbia e paura sbatto le mani sulla scrivania e avvicino il viso all’uomo. Voglio sapere cos’è successo e perché una katana mi è entrata nel corpo,non è normale siamo in un sogno? È uno scherzo? Parlate, dico agitata l’uomo fa il giro della scrivania e viene verso di me,mentre Mei,glaciale e posato va a sedersi sul divanetto,l’uomo mi fa cenno di sedermi e io vado dalla parte opposta di quella di Mei,è  troppo maleducato per i mie gusti. L’uomo sorride, capendo al volo, si siede davanti a me posando la mani giunte sul tavolo e inchinandosi in avanti per essermi più vicino.

Allora Selly, da dove posso cominciare? “potrei farti delle domande e tu rispondere, visto che non sai da dove cominciare”dico con sorriso. Affare fatto. “ Il ciondolo che cos’è?O meglio, perché mi doveva ustionare?” Aspetta lascia che parli io,forse è meglio,ti dico la nostra agenzia di che cosa si occupa. Noi ci occupiamo di uccidere delle creature che nessuno sa che esistono, hai sentito da un po’ i telegiornali parlare di omicidi e di nessun arresto degli assassini, bene,non possono arrestarli perché non sono umani,e la polizia normale,non puoi fare niente e qui subentriamo noi,che siamo un agenzia che si occupa di uccidere,demoni,fantasmi e qualunque altro mostro.

Lo guardo incredula, ma la cosa che mi fa credere in ciò che dice e che mi fa venire paura è il suo sguardo sincero e serio. “Mi state dicendo che esistono delle creature, come i demoni, quelli dei racconti delle leggende?” Esatto,ora parliamo di Mei,dice indicandolo con i pollice. Mei, è morto. “Eh?”te lo giuro,ora lo vedi non morto perché ha il ciondolo che tu gli hai dato che non lo faceva trasformare in un cadavere,non so se mi spiego,ma il signorino qui presente,deve ricordarsi di mettere in tasca le mani,ha l’abitudine di giocarci,guardarselo per ore e poi dimenticarselo. Senza di esso, sarebbe diventato un morto. Digli tutto Ciarly,dice Mei,freddo e un po’ irritato. Si,beh,per fortuna abbiamo un altro modo per farlo sembrare umano,se si paga un tot di soldi,si hanno quatto pasticchette che arrestano momentaneamente la trasformazione da umano a morto,dice gesticolando,e lui ne ha presa una,quando ha sentito gli effetti,poi tu gli ha riportato il ciondolo e l’hai salvato.

Rimango ammutolita e a bocca aperta, e tutto senza senso, sembra uno scherzo, ma il tizio qui davanti, Ciarly è molto risoluto, non mi sembra scherzi, che sia vero? “e il ciondolo che non voleva staccarsi da me e che mi stava bruciano?” a giusto, dunque, Mei è uno dei nostri agenti che lavora per uccidere questi esseri e avere i soldi per riuscire a vivere di nuovo, ma questa è una storia che non t’interessa, interessa solo Mei, tu sei viva. Quello che devi sapere è che per combattere questi esseri sopranaturali a Mei serve un partner che lo aiuti, il ciondolo cobalto serviva a vedere se tu sei questa persona, perché se sei un semplice essere umano  il ciondolo che ti avrebbe bruciata all’istante e  non si sarebbe staccato dalla tua mano creandoti una bella ustione,ma si è staccato quindi vuol dire che ti ha scelto e che tu sei la probabile partner e la katana che ti è entrata dentro è un ulteriore prova, quella la potrai usare nel momento del bisogno,riuscirai a capire come più aventi,ora ti è tutto chiaro?

“Si,anche se è incredibile e senza senso,quindi io sarei come Mei ora, solo viva” Esatto,vedo che ser perspicace,ma tutto dipende da te,è una tua scelta non sei costretta e Mei,può lavorare da solo,come preferirebbe fare,guadagnare da se, e nel caso è in pericolo cavarsela da solo,dice guardandolo e anch’io a mia volta. Lui non si degna di uno sguardo, non mi vuole, beh non è una novità, ma su questa cosa sono d’accordo, è imprudente e mi sembra anche senza senso e pericoloso, immagino che quegli esseri possano uccidermi. “Mi spiace ma non intendo fare parte di questa cosa, come si toglie la katana dentro di me?” Chiedo indicandomi il petto inesistente.

Guardo il signor Ciarly e dietro di lui l’aria felice e il sorriso che fa Mei, mi fanno veramente male, ma non lo do a vedere. C’è un rito da fare, semplice che dura dieci minuti. “Non sarà il classico di film, sabbia, candele una stella sul pavimento e al buio” Ha noto che hai visto le streghe, no, ma è qualcosa di simile però. “A quando?”chiedo precipitosa. Accidenti ragazza che….ma qualcosa suona e va al computer, va a vedere, Mei è la CIA, ci ha mandato una nuova missione, dice serio. Mei annuisce sicuro. Comunque ritornando a noi Selly, facciamo così, prenditi del tempo per pensarci, alle otto vieni qui, tieni la strada per arrivare in ufficio e ti togliamo la katana,altrimenti vai in via Cento ottavi dove c’è una chiesa diroccata, Mei sarà lì, deve uccidere un non morto come lui,lo riconoscerai subito,e riconoscerai il nemico grazie alla katana dentro di te,questo naturalmente nel caso decidi di diventare al sua partner,ricorda,si potrebbe fare del male senza di te,dice. Annuisco spalanco la porta e vado via consapevole del loro sguardo su di me.

Casa non è molto lontana dall’ufficio, me ne accorgo solo ora. Prendo il sessanta sotto all’ufficio e mi porta dritta a casa. Salgo le scale del palazzo antico fino al quinto piano, il cinque mi perseguita e poi prendo le chiavi dallo zaino e apro la porta. La casa è silenziosa, il che è strano, guardo in cucina sul frigo c’è un foglietto tenuto da una calamita preferita di mia mamma, il delfini Pinki e sul foglietto c’è scritto: “sono andata a fare la spesa,mamma”annuisco e vado di sopra in camera mia,poso lo zaino sulla sedia e mi sdraio sul letto pensierosa,per tutte le cose incredibili che mi hanno detto,ma davvero la paura vince su il sapere che Mei potrebbe  essere in pericolo? Forse si,poi è rude e mi ha fatto capire che non mi vuole fra i piedi,che sono un peso,ma se cade in una trappola? Mi metto a sedere sul letto e cerco di scoprire come estrarre da dentro di me la katana, mi concentro chiudo gli occhi e penso a lei che esce dal mio corpo, sento qualcosa che si muove, e poi il rumore del mio stomaco, è vero ho fame. Mi alzo e preparo i libri di scuola per fare i compirti. Se mia madre non ritorna, non si mangia quindi tanto vale tenersi occupati.

Dopo un’ora, mia madre è ritornata, perché ho sentito la porta chiudersi ed io non ho risolto niente, ogni qual volta cerco di leggere o fare gli esercizi di matematica, mi ritorna in mente di nuovo quello che ho scoperto, Mei e le parole del signor Ciarly, è un’ossessione. Poso la matita sulla scrivania e mi è porto una mano sul volto, stanca. All’improvviso qualcuno bussa alla porta ed entra  mamma sorridente. “Tesoro è pronto il pranzo” dice, lancio un’occhiata alla sveglia sono le quattro e mezzo, ma poco male, dico alzandomi e c’incamminiamo insieme fino alla cucina.

Dopo aver mangiato sono le cinque e mezzo,o ancora un’ora e mezza per decidere,e perché dovrei? Ho già deciso di no, giusto, allora perché non mi do pace, io come potrei aiutarlo, non so usare niente, sarei solo una palla al piede. Comincio a camminare avanti e indietro per tutta la stanza come un’ossessa, senza riuscire a fare uscire l’arma nemmeno una volta, e sentendomi diversa, anzi, si,inutile ecco come mi sento, sto quasi per rinunciare quando vedo che sono le sette,arriverò tardi,ma vale la pena tentare,indosso in due minuti qualcosa di nero per mimetizzarmi nell’oscurità ed esco di nascosto. La mamma sta davanti alla televisione e non si accorge di nulla,il cuscino sta sotto la coperte al posto mio,il vecchio trucco e ringrazio il cielo che domani è sabato e vado alla fermata dell’autobus,nel ritorno mi sono fermata a controllare,so come andare all’ufficio sopranatural e al posto d’incontro.

L’autobus è vuoto, se non per un ubriacone a uno dei primi posti, ma scendo subito e mi trovo davanti ad un palazzo diroccato. Cammino lungo il marciapiede impaurita dall’oscurità e dai pochi lampioni che illuminano fiocamente e ad intermittenza ,fa freddo e il sole non si vede quasi più. Mi stringo forte le braccia al corpo, infreddolita, nonostante le maniche lunghe e attillate della maglietta nera. Cammino fino a che scorgo una croce nera davanti me. La chiesa distrutta. Mi fermo davanti alle sue porte nascosta dietro una delle due colonne d’entrata e mi guardo intorno, Mei non si vede. “Vedo che sei arrivata a darmi fastidio”sto per urlare ma mi costringo a stare zitta, o avrei avvertito della nostra presenza qualsiasi essere che c’è all’interno. Mi giro e vedo qualcosa di scuro scavalcare il muricciolo sgretolato e poi la figura atterrare agilissima, davanti a me, è proprio Mei. Lo guardo alzando un sopracciglio, anche lui in nero eh, almeno nell’abbigliamento ci ho azzeccato, mi dico compiaciuta.

Mi viene incontro “vedo che ora dovrò occuparmi di un’inetta come te”bene andiamo, dice entrando. Che rabbia che mi fa, penso seguendolo. Passiamo l’atrio ed entriamo in un lungo corridoio immerso nell’oscurità che mi mette i brividi, ma Mei accende una luce fioca che ci permette di camminare senza incespicare sui i mobili e di non farci scoprire dall’essere, è normale, chiunque saprebbe cosa fare. “Allora sentimi bene” dice sussurrando “vedi di non perderti e di non parlare molto, se hai paura, esci da qui e non intralciarmi chiaro?Non posso stare attento anche a te”… continua a dire, poi non udendo la mia risposta si gira. “cavolo, neanche ho fatto in tempo ad avvertirla, che palla al piede” dice irritato.

Apro gli occhi e mi ritrovo sdraiata su un freddo pavimento di marmo bianco, mi alzo stranita e mi guardo intorno:  il soffitto alto e gli affreschi, i mosaici colorati raffiguranti scene del vangelo, le più importanti e davanti  a me, sollevato da tre scalini, c’è un altare coperto da una tovaglia di raso bianca con rifiniture d’oro e davanti e in alto affisso al muro, una grande croce di legno intagliato con Gesù.  Mi trovo in una chiesa, mi dico guardandomi intorno, le colonne di marmo, le statue antiche, i decori sui muri, i quadri, è bellissimo,ma la mia domanda è ancora, dove mi trovo?

All’improvviso si spalanca il grande portone dietro di me e mi giro di scatto e mi trovo Mei davanti con una faccia irritata. Gli corro incontro, odio sentirmi spaesata e non saper che fare, ma una cosa è certa qualcuno mi ha portato qui. Mentre corro qualcosa da dietro mi passa un braccio intorno alla vita e mi stringe forte facendomi male, non ho il coraggio di girami, e cerco in tutti i modi di non tremare, di non mostrami spaventata davanti alla creatura. Poi tutto mi ritorna alla mente perfettamente nitido. Stavo seguendo Mei, quando qualcosa da dietro mi ha chiuso la bocca e mi ha trascinato nell’oscurità, è stato bruttissimo vedere Mei che si allontanava mentre mi faceva le sue stupide e ingiuste raccomandazioni.

L’irritazione e la collera mi pervadono “ah noto che mia sorella è arrabbiata con te, che le hai fatto, servetto della sopranatural company,eh? Chiede qualcuno
ad alta voce o è solo l’eco che si crea nella chiesa vuota e che mi fa accapponare la pelle, una donna mi tiene in ostaggio, perché mi ha chiamato sorella? Vedo Mei guardare l’essere con un sopracciglio alzato “perché l’hai chiamata sorella, lei è umana”dice “no,lei è come noi,non te né sei reso conto,è nostra sorella”, ma all’improvviso mi lascia e sento un verso di dolore “Esia parli troppo,dice qualcuno alle mie spalle,mi volto di scatto e vedo ai miei piedi una donna,ma non normale,ha la pelle esangue come Mei,ma è molto diversa, non saprei come descriverla,so solo che ha una spada infilata nel petto e gli occhi senza anima fissi a guardare il vuoto e il sangue che gli esce numeroso dalla ferita,poi alzo lo sguardo.

“Vedo che sei delicata di stomaco, sei diventata bianca come un cencio,dovresti guardarti allo specchio”dice il tizio e intanto indietreggio fino a Mei,non molto sicura di stare bene. Sbatto contro qualcosa dietro di me e girandomi noto che è Mei, gli vado dietro e guardo l’altra creatura: un maschio o meglio un ragazzo, capelli corti e ricci. due occhi color ghiaccio, vestito con un completo rosso acceso che mi fa ritornare in mente il sangue che ho già visto e mi fa venire la nausea che cerco di controllare. “che intendeva per sorella, lei è umana”chiede serio Mei. Non intendeva niente, parla troppo ed era fuori di testa,altrimenti non avrebbe catturato la tua partner dice guardandomi.
Ah, vedo che già sapete tutto “certo le notizie circolano, sappiamo tutto quello che è successo qualche ora fa”, non fare quella faccia, nessuna spia, lo sappiamo e basta, ora prego, fai quello che devi fare, farò le veci di Esia che ho ucciso io, sai lei ha ucciso le tre donne ritrovate e ne ha altre tre che sono nascoste da qualche parte, sai mangiandole rubava loro la giovinezza,ora prego, combattiamo,ah ho degli altri amici per  la tua partner,giusto Selly? Dice e la porta di spalanca, ed entrano altri demoni di entrambi i sessi, i muri cedono e ne fuoriescono demoni.

Mi circondano in un minuto, ma a Mei compare un’arma dal nulla e per un attimo penso possa salvarmi “è inutile che crei una pistola con l’ectoplasma, la tua partner come già sappiamo è alle prime armi, sarà già morta prima che tu possa sparare un colpo” dice indicando dietro. Vedo con la coda dell’occhio Mei voltarsi attento al tipo dietro di se, mentre io indietreggio attaccata da diversi demoni e zompi,quelli non li avevo visti, che schifo! Le mie spalle toccano il muro e sono spacciata. Vengo travolta e caccio un urlo. Non sento più niente fino a che percepisco del calore e qualcosa palpitare dentro di me, ho paura sono piena di terrore che mi sta assalendo. Mi passo una mano sul petto e mormoro “a me, Angiu”dico e una luce intensa si alza nel cielo e blocca gli esseri che stranamente non mi hanno ancora fatto niente se non qualche taglio con le unghie, la katana esce da dentro di me e l’afferro saldamente e colpisco alla rinfusa e  ne ferisco alcuni.

Ah, vedo che ha capito come usarla, dice il demone, lo sento distintamente, poi attacca Mei “Attento!”Gli urlo, ma Mei para con una spada il colpo del demone e cominciano a lottare mentre io cerco di ferire a morte i morti,si lo so è un contro senso,ma e così. Mi rimangono solo i Demoni, quelli m‘impensieriscono e mi creano molti problemi, se non erro, hanno dei poteri. Li guardo incerta e preoccupata, guardo a destra e a sinistra cercando di pensare a  una strategia, poi vedo la fontanella che una volta sarebbe stata piena di acqua santa e sperando di trovarcela, gli corro incontro,ma non c’è. “che cosa credevi di fare?L’idea è giusta, ma no”dice il demone che sicuramente è il capo distraendosi e così viene ferito da Mei “ti consiglio di non distrarti altrimenti farai una brutta fine”,dice Miei sardonico.
Guardo davanti a me, sono morta, i demoni incombono su di me e già li vedo sorridere vittoriosi, quando la mia arma si circonda di una luce arancione, non celeste come l’aveva prima, che sia qualche potere nascosto? Ma non è il tempo di pensarci, attacco nella mia maniera patetica, ma con un solo fendente uccidi un demone. Guardo la katana felice, mi piace è così molto più sicura di me, vado incontro a loro sterminandoli uno per uno. “ Naa, quella ragazza”,dice il demone maggiore che combatte contro Mei.

Mi guardo intorno, non c’è più niente che possa attaccarmi neanche a sorpresa e rimando con la katana davanti a me stretta con due mani a guardare Mei combattere contro il demone che esibizionista, salta da una parte all’altra come un grillo e mi fa venire un gran bel mal di testa,ma Mei non è da meno e non so come,forse prevedendo al sua mossa, lo ferisce ad un braccio,le gocce di sangue cadono a terra creando una stradina e stranamente non mi fanno più tanto effetto,nonostante se ne sia versato tanto e quindi si senta molto il suo odore pungente e forte. Sento il demone ridere e diventare più veloce e molto più cauto,chissà forse  ha sottovalutato Mei. Guardo il ragazzo irraggiungibile della scuola e allento la presa della spada e abbasso la guardia, sto con lui, lo conosco più di chiunque altro, è incredibile, farei invidia a qualsiasi ragazza della scuola, poi scuoto il capo energicamente, Selly, non pensare queste idiozie ora, stai in una missione per salvare delle persone e Mei sta combattendo, mi dico guardandolo, ma noto che il sangue non gocciola più, allora chi o cosa sta combattendo contro Mei?

“Mei, lui non è più…”urlo per avvertirlo, ma sento un lancinante dolore al petto. Mei si ferma e mi guarda infastidito, ma quando vede la scena, spalanca gli occhi e viene verso di me,che debole cado a terra. Sono stata ferita, questo lo capisco, mi tocco dove mi duole e sento qualcosa di liquido e caldo,so che cos’è ma meglio farsene una ragione così alzo le mani a palmo aperto e le guardo,sono tinte di rosso,sangue,le poso lungo i fianchi e volto lentamente la testa verso il rumore delle due spade che si colpiscono e vedo il demone sorridere, mentre compatte con Mei che sembra tranquillo,non gli importa niente,lui è solo qui per la missione e per i il pagamento  che poi seguirà,non gli importa che sto per morire,tossisco e qualcosa di caldo mi scivola dalla bocca fino al mento,so cos’è. Ma sono tranquilla, mi dispiace solo per mia madre e per essermi cacciata in qualcosa di più grande di me, vedo il demone infilzare il braccio di Mei con uno scatto veloce, faccio un rantolo, che doveva essere un’esclamazione,ma il solo muovermi e respirare mi fa male e tossire,dove mi ha presa,al polmone? Forse, perché se era al cuore sarei già morta all’istante oppure dissanguata.

Mi si sta appannando la vista, ma riesco a vedere Mei, ferire il demone e finirlo, è a terra,spero tanto sia il demone e non Mei. Chiudo gli occhi per un attimo ma li riapro subito,non intendo morire ,ancora no,ci sarà una cura,stiamo parlando di morte cose sopranaturali,avranno qualcosa. Una persona viene verso di me e vedo in lontananza, una stesa a terra; più che altro una macchia indistinta, ma è rossa, quindi Mei ha vinto, faccio un lieve sorriso alla macchia nera davanti a me, che mi prende fra le braccia procurandomi una fitta lancinante, faccio una smorfia per il dolore, poi mi sento leggera fluttuare fra le sue braccia,sono pronta  a chiudere gli occhi,ma una voce lontana me lo impedisce.

“Ehi! Non provare a morirmi davanti, perché m’incavolo hai capito,stupida che non sei altro,ma potevi stare più attenta,dico io”mi sgrida faccio un lieve sorriso,sento solo delle parole senza senso compiuto per quanto il mio cervello le capti lontane,ma credo di capire il senso. Rimango con gli occhi aperti a guardare Mei che mi porta suppongo all’ufficio e ogni tanto chiudo le pensanti palpebre per aprirle di scatto,impaurita nel caso non si riaprissero più.

“Che cos’è successo?” Sento, e forse la voce è del signor Ciarly, poi vedo davanti a me una chioma arancione e cerco di sorridere, ma è possibile che mi viene solo una smorfia? Ho freddo comincio a tremare. Vedo Mei mi passa delicatamente fra le braccia di Ciarly che mi posa sul divanetto. (Sono sporca di sangue e non sono una bambola da posare e passare di mano in mano) e questi pensieri compiuti mi fanno pensare che non sto poi così male,provo a muovermi, beh a parte il dolore incredibile ci riesco. Vedo La chioma o meglio la macchia arancione chiamare qualcuno al telefono mentre Mei ingerisce qualcosa che poi posa,ma non vedo dove e va dalla macchia arancione, comincio a tremare violentemente, che siano spasmi? Poi vedo Mei indicarmi e i due parlare,ma ahimè non sento più niente,allungo le braccia fuori dal divanetto e in qualche modo cado e mi trascino con il gomito fino al tavolo che solo ora rammento. So che la sopra ci sono le pillole, sono solo per i morti, ma qualcosa mi dice che potrebbero funzionare. Mi aggrappo al tavolo cercando di tirarmi fino a sopra e aggrappata faticosamente, allungo una mano e prendo una scatoletta nera che cerco di vedere bene, poi cado.

Non so se sentono il rumore del mio corpo che cade a peso morto a terra o altro, ma so solo che allungo la mano per prendere la scatoletta che mi è sfuggita e provo ad aprirla mentre Mei si avvicina e s’inchina, pronto a prendermele, che cosa? Vuole forse che io muoia? Mi chiedo, ma non è possibile, una persona non può arrivare a tanto dico, infatti, qualcuno lo ferma e io prendo una pasticca e la metto in bocca, la mastico e la ingoio poi mi metto supina sul pavimento e chiudo gli occhi con un sorriso.

Quando mi risveglio sento ancora dolore,ma neanche lontanamente come quello di prima,vedo nitidamente,ma mi sento stanca e affamata,mi guardo intorno e mi ritrovo sul divanetto,quindi qualcuno mi ha ripresa in braccio,beh,meglio che stare per terra,mi dico. Non mi accorgo di niente fino a che non vedo qualcosa muoversi, mi volto di scatto e guardo dopo il tavolo. Seduto sul divanetto, c’è un uomo dai capelli rossi e mossi e due occhi scuri che mi fissano mentre fuma una sigaretta. Lo guardo a mia volta e alzo un sopracciglio, mi fa un sorriso ironico e si alza. Vedo i suoi jeans blu strappati venirmi incontro, cavolo quant’è alto? Poi s’inchina di fronte a me, gira il capo per buttare via il fumo poi mi guarda.

“Ciao bambina,chi sei?”mi chiede. La partner di Mei, e tu? Chiedo, mi guarda irritato, Ian, Ian Ghelfi, cerco di mettermi a sedere sul divanetto e ci riesco. Sento i vestiti tirarmi e duri di sangue ormai raffermo e in alcuni punti ancora in coagulazione. Lo guardo molto meglio una volta seduta “sai dov’è il signor Ciarly e il tizio che a quanto pare non sopporti?” perché mi vorresti far credere che tu sopporti quel altezzoso e arrogante di Mei? Mi chiede. Oh, beh non lo disprezzo del tutto, anche se sono d’accordo con te. “Comunque sono dietro quella porta lì” dice indicandomela. “e tu?Mi fai la guardia? Chiedo ironica” mi fa un sorrisetto, più o meno,anche se non è che mi diverto a vedere un morto riaprire gli occhi,sai ci sono abituato.

“Sii felice allora, io sono del tutto umana”scoppia a ridere “che c’è da ridere?”chiedo irritata. Un’umana non potrebbe mai sopravvivere con una ferita del genere, mi dice fra le risate “beh, io ho preso una delle vostre pillole ed eccomi qui”dico indicandomi. “Impossibile, quelle sono solo per i morti, tu sei viva” Infatti è quello che non ci spieghiamo dice una voce alle nostre spalle ,ci giriamo contemporaneamente verso il signor Ciarly,uscito dalla, Bo? Forse biblioteca e seguito da Mei che ha le braccia al petto e un’aria gelida, faccio un sospiro e mi alzo come se non fossi mai stata ferita e un lieve dolore mi passa per tutto il corpo, ma lo ignoro. Vieni a me Angiu, dico e la katana molto dolorosamente esce da me. “perchè l’hai richiamata?”mi chiede Ciarly,per vedere se è tutto apposto,il demone mi ha colpito proprio dove l’arma esce,tutto qui. “Ah va bene allora” “comunque come posso tornare a casa vestita così e…Oh santo cielo,che ore sono?” quasi l’alba,mi dice tranquillo,comunque non ti preoccupare,ho chiesto a Ian di entrare di nascosto a casa tua e prendere degli abiti di ricambio.

Mi volto Grazie Ian “prego piccola,quindi è vero quello che mi dicevi,sei davvero umana”si Ian sono umana,o almeno che io sappia,dico ironica.
Vai a farti una doccia, è dietro quella porta. Annuisco e vado. Passo la porta e mi trovi in uno spazioso bagno con doccia e degli abiti che riconosco come miei sono poggiati sul lavandino e c’è anche un cambio intimo, divento rossa, apro l’acqua della doccia chiudo la porta a chiave e mi siedo sul water pensierosa. Mille domande si succedono nella mia mente ed ecco che ritorna il mal di testa. Perché quella mi ha chiamato sorella? Perché ero sicura che quelle pillole che sono solo per i morti, e ripeto solo per i morti mi avrebbero guarita se sono umana? E perché non sono morta subito, cavolo mi hanno infilzata?comincio a tremare,ho paura non ci capisco più niente e una lacrima mi cade sul abito verde orami rosso intenso macchiato dal sangue,sono decisa a non piangere.

Poco dopo sotto il getto dell’acqua calda appoggio le mani sporche di sangue secco sulle mattonelle fredde e bagnate del muro e guardo a terra, l’acqua colorata dal sangue che va via, giù dal buchino di scolo, i miei capelli appiccicati al collo e pieni di grumi di sangue che si lavano poco a poco e il mio copro sporco di sangue che diventa di nuovo bianco com’è sempre stato, poi mi guardo la ferita, è aperta e ogni goccia d’acqua che ci cade sopra mi produce dolore,ma lascio stare e penso a tutto facendomene una ragione e cercando di non odiare Mei che mi ha tirato dentro a tutto,io volevo solo portargli il ciondolo,tutto qui.

Poco dopo mi sono lavata con il bagno schiuma e i capelli con lo sciampo sono tutta pulita, mi avvolgo intorno al corpo secco e inesistente di seno, l’asciugamano e mi guardo allo specchio, sembro fresca, anche se ho molto sonno,mi asciugo i capelli,mi vesto e esco. Fortunatamente Ian ha preso i miei Jeans preferiti e la mia maglietta arancione a mezze maniche, praticamente quello che mi sta meglio addosso. Le scarpe anche, le mie ballerine bianche, perfetto penso. “oh come stai meglio! Ho fatto migliorare il trucchetto del cuscino sotto le coperte, ora la mamma non ti scoprirà di certo, dice Ciarly tranquillo, ha lei è Mira ti aiuterà per la ferita, vai e poi ritorna di qua per favore, annuisce. Mira mi porta in un'altra stanza passando in quella della libreria. Quando ritorno sono tutti seduti sul divanetto, Mei,Ciarly e Ian,il nuovo ragazzo che ho conosciuto che sta di nuovo fumando vicino al portacenere ecco perchè è pieno.

Mi siedo consapevole di quello che vogliono fare vicino a Ian, anche se so che m’intossicherà. Immagino vogliate sapere di me, della mia famiglia, perchè presumo che Mei abbia raccontato tutto l‘accaduto e abbiate domande da farmi, dico tranquilla anche se dovrei essere agitata e spaventata a morte,cavolo stavo per morire,o meglio dovrei già essere morta.
“Esatto perspicace come sempre la nostra nuova arrivata” dice Ciarly ironico cercando di attenuare l’aria tesa della sala, sorrido per lo sforzo. Be non c’è molto da dire, ho diciotto anni non ho un lavoro e abito come già sapete con mia madre in un appartamento poco distante da qua, mia madre è una pittrice ed è divorziata da sei anni,quando io ne avevo dodici. Ricordo poco di mio padre,ma sono sempre stata molto legata a lui,infatti tutt’ora mi fa male non averlo in giro per casa,altro? Chiedo zittendomi dopo aver parlato a vanvera senza mai fermarmi. Tutti mi guardano ammutoliti “no,hai anche detto di più di quello che volevamo”dice Ciarly. Bene felice di essere d’aiuto e questo lo dico seria non ironica,perché lo sono davvero.

Bene, Ian ti dispiace portarla a casa, scusa penso ti dia fastidio farle da balia, ma è ferita e le serve un aiuto per entrare in casa senza che la madre la scopre
“scusami tanto Ciarly, potrei pure farlo, dice interrompendosi per fare un tiro e poi buttare fuori il fumo, ma non è Mei il suo partner?” Si,ma preferirei che mi accompagnassi tu Ian, se non ti dispiace mi sei simpatico”come vuoi,così passo in un bar a comprarmi  delle sigarette le ho finite,dice alzandosi e buttando la cicca nel portacenere. Annuisco e mi alzo a mia volta, allora ci vediamo….. “alle otto se sei sveglia,ti faccio uno squillo io”dice Ciarly,annuisco e seguo fuori Ian,mentre noto Mei tranquillo,come il fatto d’aver detto che non lo voglio non lo sfioriasse nemmeno.

Fuori seguo Ian fino ad una moto,rossa fiammante “che bella non ci sono mai salita sopra”davvero? Ma che brutta cosa, su metti questo, e mi porge il casco dice salendo “e ora sali dietro di me,così rimediamo, “e ora che devo fare,allora tieniti a me,poi  fa un boato con il motore e parte e mi stringo a lui prendendolo alla lettera. Davanti al palazzo suona il campanello e io mi nascondo dietro al muro dove sono le scale. Mi scusi signora, abito momentaneamente sotto di lei, non ho lo zucchero potrebbe darmene un po’? “si certo” grazie e scusi il disturbo,dice e mi fa cenno di entrare,corro di sopra facendogli un sorriso,prende lo zucchero da mia madre e va via.

Scosto la tendina bianca in camera mia e lo guardo salire in moto e partire,poi mi cambio il più silenziosamente possibile e il più dolcemente per non farmi male
per la ferita e m’infilo a letto. Passa un’ora o poco più,lo vedo dallo spiraglio della coperta che mi sono tirata fino alla testa quando mia madre bussa alla porta e silenziosamente entra e si siede sul letto vivino a me,mi viene quasi da ridere,praticamente non ho dormito niente e non riesco a prender sonno. Tesoro,sono le nove è ora di alzarsi,dice mia madre accarezzandomi il capo da sotto al coperta,e ora è il momento di vedere quanto valgo come attrice. “Mamma ho mal di testa,vorrei dormire ancora un po’ per favore”dico con voce assonnata va bene,allora ti porto una pasticca per il mal di testa e poi ti lascio dormire ancora un po’. Ok, dico muovendomi lentamente da sotto le coperte, la sento chiudere la porta un po’ in colpa e mi addormento veramente tranquilla.

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Quindi è così, bene allora vorrà dire che gli do quello che effettivamente è loro,e vedremo che farà la  partner di Mei.

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ci metto un po’ per capirlo nel dormiveglia,poi mi alzo di scatto creandomi dolore per via della ferita che pensavo fosse solo un sogno e rispondo assonnata “Si parla Selly”. Mi sveglio del tutto, è vero mi doveva chiamare Ciarly “oh Ciarly stavo dormendo, infatti è strano di solito la mamma mi sveglia non mi lascia dormire, dimmi,che?.. cosa? Stai scherzando?Arrivo subito. Scosto le coperte e mi alzo, mi vesto con un paio di pantaloni neri e una camicetta color panna con i bottoni di madreperla e prendo il cellulare e lo infilo nella tasca dei pantaloni, rifaccio il trucco del cuscino e apro lentamente la porta, a passo felpato scendo di sotto, di mia madre neanche l’ombra così esco silenziosa alla ricerca di un autobus, ma prima mi prendo qualcosa da mangiare per strada, ho una fame!

Mangio agitata e per due volte mi stozzo,quello che mi hanno detto ha dell’incredibile,arrivo all’ufficio e suono il campanello,mi aprono. Ah ciao Selly. Mi dice Ciarly venendomi incontro, come stai? “bene,ma la chiamata è assurdo io…” sss,tranquilla vieni, vuoi un té? Faccio di no con il capo, voglio sapere tutto Ciarly, ora! “Ok,certo che hai davvero un bel caratterino”dice mentre va a bussare alla porta della biblioteca e subito ne esce Ian,Mei e una ragazza bellissima. È lei quella che crede di poter prendere il mio posto come partner di Mei,bene vediamo,dico pronta a combattere per il mio posto e mi trovo molto cambiata, stando con loro,ho più fiducia in me stesa,mi dico felice,ma quando si siede come se fosse la regina su uno di quei divanetti perdo già a lotta e comincio a sentirmi come con Poi,quella cinesina,insignificante e vulnerabile.

Allora, avete fatto le domande che volevate, chiede Ciarly “si,io si,logiche e giuste,invece questo tizio esoso sembrava estasiato della signorina quando parlava,pende dalle sue labbra,che schifo” Non è vero,non sai neanche quello che dici,si difende Mei freddo,mentre la ragazza lo guarda adorante. Stranamente il fatto m’irrita. “Ciarly li ha passati i test?” chiedo gelida “si,ad ottimi voti senza neanche bruciarsi un po’, come invece e successo a te all’inizio”lo vorrei prendere a schiaffi per aver detto una cosa simile davanti a lei,che ora mi guarda già vittoriosa e altezzosa e stranamente oltre a sentimi inadeguata davanti a lei,più bella di me e più decisa di me,mi sento anche carica,ma riuscirò a farmi valere a buttarmi nell’impresa ed essere io quella di cui Mei ha bisogno? Perché è questo che voglio,voglio che nessuno mi scansi più e soprattutto Mei,che smetta con quella faccia tanto dura e mi faccia un sorriso o un apprezzamento,e chissà perché sento che ne ho anche bisogno.

“Sentiamo ha detto da dove viene?”e qui tutti si rabbuiano,li guardo preoccupata,l’aria è tesa “si,è stata catturata dal creatore di quel non morto che ti ha quasi ucciso ed è riuscita a scappare,Amelia,ti dispiace “la ragazza annuisce e si tira su una manica per mostrare i segni delle catene. “capisco dico calma (e se fosse una trappola, viene dal nostro nemico)penso guardandola pensierosa. “Comunque visto che si stratta della tua partner,dimmi Mei,chi scegli fra le due?”chiede Ciarly,lo guardiamo tutti,ma è tranquillo come se fosse abituato “beh io avrei scelto Amelia,ci ha mostrato come spara con il nuovo potere,ci ha mostrato che non si brucia come invece in un primo mento è successo a Selly e credo sia più agile”dice calmo e serio.

Rimango paralizzata (perché non mi vuole nessuno, sono arrivata prima io) mi dico ferita. Va bene Ciarly, allora io ritorno a casa, quando posso togliermi la katana da dentro il corpo?” Mi guarda esitante poi annuisce “vieni domani alle otto,così potrai uscire tranquillamente,ti toglierò tutto e ritornerai alla tua normale vita” grazie,allora a domai,dico dirigendomi dritta alla porta sena girarmi e guadare in faccia nessuno dei presenti. Fuori mentre scendo le scale una lacrima mi scivola sulla guancia. Odio piangere, non sono per niente combattiva nonostante il mio carattere invulnerabile, di cosa ho paura? Mi chiedo.

Sull’autobus mi siedo triste all’ultimo posto infondo e un'altra lacrima mi riga il volto, l’asciugo con un gesto veloce e sprezzante e appoggio il capo al finestrino. Verso la fermata, prima della mia, sento una voce “non ti fidare di Amelia”alzo di scatto lo sguardo e vedo un uomo guardarmi sottecchi e farmi un lieve sorriso poi scendere. Ritorno a casa con ancora nessuna risposta alla mia domanda, chi era quell’uomo? Non lo so,è un dilemma,e se fosse il nostro nemico?  Ehi ragazza, mi volto di scatto verso le scale “Ian!” Come pensavi di entrare in casa,visto che sei uscita di nascosto,sei così ferita che non ci hai pensato vero?
Guardo a terra poi lo riguardo “certo che no,Mei può fare quello che vuole”dico guardando la porta d’entrata.

Forza ti do una mano dice e suona. Apre mia madre “mi scusi, lo so, la disturbo,ma visto che è stata tanto gentile,vorrei chiederle un altro favore, ha del caffè “si,ma di alla tua mamma di fare più attenzione alle cose che finiscono”sento dire da mia madre e poi andare in cucina. Passo accanto a Ian che mi posa una mano su una spalla per salutarmi e vado in camera, di sopra decido di non saperne più niente di Mei e di tutto, domani sarà l’ultima volta che li vedrò, che liberazione!Esclamo e comincio a fare i compirti che ancora devo incominciare e che normalmente finisco subito venerdì. Dopo un po’ bussano alla porta “ciao tesoro,sei sveglia come va?” bene,forse ero solo stanca “bene sono felice che ti senta meglio,vieni la cena è pronta”mi dice e vado a mangiare,poi quando ritorno mi cambio e vado subito a letto.


Il giorno seguente, faccio una bella e calorica colazione, un cornetto che mia madre ha comprato e del latte e cioccolato,mi sono messa davanti alle televisione per due ore,poi ho ripassato scienze e scoprendo di ricordare tutto alla perfezione, mi sono messa a sentire la musica mentre navigavo su internet. “Tesoro esco a fare la spesa” Vengo anch’io! Ritorniamo che sono  le quattro un ora d’anticipo,ma non importa. Ho detto a mia madre che voglio comprarmi una cosa e invece salgo sull’autobus che mi porta davanti all’ufficio.

 Sono davanti alla porta, ma non suono, non è chiusa, è accostata, do una leggera spinta ed entro. Mi avventuro dentro, oltre al bagno ho visto che la biblioteca ha molte porte che portano in molte altre stanze così, silenziosa, ci entro. Entro ed esco per le stanze, mi manca l’ultima, ma mi trattengo ancora vicino alla porta sento qualcuno parlare e avvicino l’orecchio e sto attenta a ogni parola. È Amelia e sta parlando al cellulare, ma con chi è che dice?
“Si,non ti preoccupare, hanno cacciato Selly,si,a quanto pare Mei non la reputa all’altezza di stare con lui ed io si,certo,farò in modo che lei non ritorni più,sono io ora la partner di Mei,non ti preoccupare,lo ucciderò presto in missione e lei non potrà fare niente,sai a quanto pare si è innamorata di lui,beh,non sono poi tanto differenti,si certo e poi….”

Angiu, vieni a me, dico a bassa voce irritata, fa il doppio gioco o meglio la spia e gli altri non l’hanno capito,che idioti e soprattutto Mei. Spalanco la porta e la
colgo di sorpresa, vado alla carica e non intendo fermarmi fino a che non la infilzo. In due secondi estrae la pistola, la sua arma e mi spara, ma non so come schivo il proiettile che s’infila nella porta, vado ancora all’attacco, ma schiva il mio corpo è veloce, e ammetto che è brava più di me, ma il fatto che è una spia non glielo perdono e soprattutto quello che ha detto di Mei.

Non perdo l’energia, sono così’ arrabbiata da non sentire la stanchezza, le sto sempre addosso e lei schiva come niente e mi spara ancora. Una pallottola mi sfiora il bracco che mi brucia, sicuramente mi ha ferito,ma i striscio,sarò un graffietto superficiale,ma ora tocca a me,per loro,per l’agenzia e per far  vedere a Mei che lei non è niente, polvere! Ma non riesco a combinare niente mentre lei mi ferisce alla gamba,questa volta il proiettile entra ed esce,alla fine le vado incontro e fingo di inciampare e cadere,invece è una tattica cado e sferro l’attacco, ma lei si scansa subito,anche se disorientata.
All’improvviso si spalanca la porta, ed entrano tutti trafelati Ciarly e Ian, mentre Mei è sempre impassibile e noioso, idiota! si c’è l’ho con te, dice l’occhiata che gli lancio prima di ricevere un’altra pallottola che mi entra ed esce dal braccio, non emetto neanche un verso nonostante il dolore faccio solo una smorfia e vado all’attacco e visto che ormai ho capito come combatte, le vado addosso e lei schiva, come già sapevo avrebbe fatto e so anche che mi va dietro così mi volto e velocemente la ferisco al braccio,un graffietto superficiale come il primo che mi ha fatto,ma l’ho toccata. “Ok basta che stare facendo!”Dice Ciarly fermandomi. Amelia s’incorpora la pistola e fa la sua scena. “Mi dispiace, non volevo, ma è entrata spalancando la porta e sguainando la spada, non ho potuto fare altro che difendermi”. Scoppio in una risata che non ho mai fatto ed estranea anche alle mie orecchie.

Si certo, fai scena, tu sei una spia, con chi stavi parlando al telefono? È “con mia madre, perché è proibito, chiede irritata “certo, come no, e sentiamo, il fatto che vuoi uccidere Mei durante una delle vostre missioni insieme”dico facendo le virgolette con le mani, immagino ora dirai che l’ho inventato vero, ti giuro finisci male e il fatto che tu tanto agile e brava a sparare non sia riuscita a scappare e addirittura ti sei fatta incatenare, non sembra strano,tu e la tua scena,sei una dannata spia,e a quanto pare al tuo capo interessa che io mi faccia da parte e perché mai? Immagino tu lo sappia, spiegamelo che centro io con il tuo signore e perchè i suoi morti viventi mi chiamano sorella? Sono stufa di essere messa da parte solo perché ho un corpo diverso, non sono stupida né tanto meno indifesa e riferisci al tuo caro capo che io ora mi siedo su uno di quei divani la fuori e non mi sposto neanche se viene la fine del mondo, sono stata chiara?

Ok visto che sei tanto determinata a stare con il tuo Mei,e quest’ inutile agenzia,fai pure io mene vado,dice andando verso la finestra “tu non via da nessuna parte,che hai fatto? Che hai visto? Immangino che ora andrai a parlare con il tuo capo, ma voglio che tu ci vada da cadavere, che ne pensi eh? Dico strattonandomi per farmi lasciare, senza riuscirci. “Si certo, guardati sei così inesistenti che ti tengono ferma come niente, nessuno ti vuole e nessuno ha interessa verso di te, l’uomo sull’autobus e il mio capo, spero tu l’abbia guardato bene, perché quando te lo troverai davanti, sarà la tua fine, cara la mia fasulla partner, perché sia chiaro, io sono la sua vera partner, ma ho decido di andare con qualcun altro più forte, invece di stare con il principino fallito e in questo palazzo, ciao sorella” dice uscendo dalla finestra.

Ciarly e Ian mi lasciano andare ed io mi volto furibonda con loro “sentiamo, perchè mi avete fermato?”chiedo con le braccia incrociate al petto mentre picchietto con il dito sul mio braccio, nervosa. “Perché sapevamo già tutto”dice Ciarly, lo guardo scettica e alzo un sopracciglio. “Davvero credevi che ci saremmo fatti prendere in giro così facilmente?”chiede Ian con un sorrisetto ironico (che fa, dopo che ho combattuto, mi prende anche in giro?) Quindi eravate in ascolto e avete sentito tutto quello che diceva? Si guardano a vicenda “no, questo no”dice Ciarly, ma sapevamo che era una dei cattivi, diciamo così, so per certo che è duro scappare dal posto in cui è stata imprigionata e poi come hai detto tu, era troppo agile, doveva essere stata addestrata per essere così brava e poi è impossibile che abbia sentito di noi dai subordinati mentre era rinchiusa.

“Comunque di che tizio stava parlando?”Chiede Ciarly “del tizio che mi ha detto di non fidarmi di Amelia a quanto pare lei sapeva che mi aveva parlato e a quanto pare lui è il capo di tutto,anche se…. “anche se?”No niente,fai come  se non abbia parlato. (cavolo ora che ci penso mi ricorda qualcuno,ma chi?) Allora Mei,la tua partner ritornerà  Selly, dice Ciarly “ha che bello”dice Mei calmo e annoiato, mentre ci da le spalle e fa uno sbadiglio. Gli lancio una scarpa in testa e si gira oltraggiato, “idiota!” Gli dico mentre zoppicando, ma con testa alta e spalle dritte lo precedo uscendo dalla stanza. Mi siedo sul divano e guardo Ciarly venirmi contro divertito,da cosa? Mi sono fatta tagliuzzare, da quella schifezza, per poi sapere che sapevano tutto, ma dirlo anche a me no, imbecilli.

Ciarly, posso avere una pasticca? “Si,ma costano tanto e sono di Mei “non me ne frega un accidenti”dico porgendogli una mano,me la lascia cadere una sul palmo e la metto in bocca “ehi! No, costano tanto”dice Mei venendo verso di me “oh,noto con piacere che almeno questo ti fa reagire,arrogante principino del cavolo”dico masticando la pasticca come fosse una caramella. “oh, ma è una delizia e cura da Dio” dico alzando una gamba e vedo la guarigione a occhio nudo. Il buco della pallottola si sta rimarginando e il sangue smette d’uscire. “Quanto mi piacciono queste pasticche e poi sapere che le paghi tu,ancora di più,dico rivolta a Mei (me lo devi,gelido e altezzoso morto vivente) “cavolo gli guarisce davvero e anche più veloce di quanto faccia a noi!”esclama Ian che per una volta non fuma,e pensare che la sua esclamazione è da ragazzino invece che da duro come vuole farsi mostrare.

Mi alzo del tutto guarita e faccio un salto “come nuova”dico divertita. All’improvviso sentiamo un bip. “ragazzi c’è un problema, c’è un messaggio del nostro bel cattivo, a quanto apre ci ha lanciato una bella sfida e d è troppo scuro di se, domani al tramonto presso la fabbrica abbandonata leggermente fuori città e ha chiesto esplicitamente la tua presenza,Selly,dice guardandomi serio “chissà,forse troveremo le risposte anche su di te,perché le pillole funzionano su di te che sei un umano e perché ti chiamano sempre sorella. Ah, poi questo messaggio è stato fatto da uno dei suoi subordinati, infatti poi dice “speriamo ci sia anche tu domani,non vediamo l’ora di conoscerti,ciao sorella”mi guardano tutti e io guardo Ciarly “oh possono stare tranquillissimi,ci sarò,sono curiosa”dico ormai divertita dalla situazione.

“Ian, mi daresti un passaggio fino a casa?” Mia madre mi ha bombardato di chiamate”dico guardando le quindici chiamate perse sul display “va bene allora….”no,oggi l’accompagno io”s’intromette Mei,lo guardo aspettandomi un “ma che sto scherzando,ma neanche per sogno”detto nel suo tono gelido e offensivo invece mi afferra per un braccio e mi tira via. Fuori dall’ufficio mi strattono e mi lascia “che ti salta in mente?Che maniere che hai, che ti credi di essere?Io l’ho chiesto a Ian, che è di sicuro più dolce e carino di te in fatto di comportamento e anche d’aspetto se devo dirla tutta e non mi parla gelido come fai tu,razza di ghiacciolo,vado a casa da sola,visto che anche se ci andassi con te sarei andata con l’autobus invece di andare in moto che è più veloce” dico passandogli davanti e dirigendomi alla fermata.

Mi prende per un braccio e mi tira a se “sentimi bene,il tuo tono non mi piace,non ti permetto di parlarmi così chiaro?”E perchè mai?Chi sei il re? No, quindi ora…ehi lasciami mi fai male, dico strattonandomi, ti ho detto di….ma mi chiude la bocca con un bacio.  Rimango immobile senza capire più niente, non mi ha mai visto a scuola, non mi ha mai voluto, non mi sopporta, è sempre glaciale nei miei confronti e anche se era per un piano, sono certa che avrebbe scelto veramente Amelia come sua partner, allora perché ora questo? Si stacca da me che sono arrossita e non capisco più niente, si volta da un'altra parte e mi pare timido e imbarazzato.

“ Perché?Io non capisco, io sono…” diversa, mi dice lui “beh, si, in effetti” dico guardandomi “non,intendo fisicamente, ma di carattere,a te  non faccio l’effetto che faccio alle tue compagne,sei diversa,mi tratti come tutti,e sei espansiva ed espressiva,non sei falsa,dici quello che pensi e fai quello che credi sia giusto,ma sei anche delicata,infantile e sei facile da ferire e sei timida anche se non sembri, cambi quando conosci qualcuno,diventi sfrontata e ….”io non sono sfrontata,dico risentita fa un sorriso che mi lascia del tutto sbalordita,il suo primo sorriso che addolcisce i suoi lineamenti, cavolo quant’è, quant’è diverso,mi dico,e molto bello. “E sei anche piuttosto, permalosa”mi dice del tutto diversa dalle persone che ho conosciuto e le ragazze che mi vogliono solo per apparire le migliori e perché sono bello. Va bene, ma  ora vorrei tornare  a casa,dico incamminandomi ancora imbarazzata e sento i suoi passi dietro di me,accidenti è cambiato all’improvviso,che devo fare?

Mi accompagna a casa e mi lascia davanti alla porta“va bene allora a domani, devo prendere a calci nel sedere quella svampita sciacquetta”dico carica d’energia “va bene ,così forse scopriamo perchè tu che sei umana e puoi ingerire cose per i morti come me “morti? Non mi sembravi molto morto prima,ma piuttosto sfacciato”dico ironica “dici?Allora che ne pensi di questo?”mi dice prendendomi per un polso e tirandomi a se per poi stringermi. Sento il suo petto contro il mio. Mi cinge la vita con le braccia e mi copre tutta per quanto sono minuta e piccola e molto fragile. Sono sorpresa e non riesco a muovermi. “Ti da fastidio tutto questo?”mi chiede “cosa?”gli chiedo con voce strana tanto che la schiarisco. “Il fatto che mi piaci e che ora ti sto abbracciando” (o mio Dio, lo ha detto davvero? È un sogno? Dov’è la telecamera?) no, non mi dispiace per niente,dico,rispondendo al suo abbraccio e diventando violentemente rossa “bene”dice staccandosi da me,mi sfiora il capo con un bacio e scende le scale. Rimango un attimo a fissarlo immobilizzata con il cuore che mi battere come un pazzo e un sorriso ebete sul volto, mentre ripenso alle sue parole e mi sciolgo, poi suono distratta il campanello ed entro e per tutto il tempo della ramanzina sul fatto che è tardi che mi fa mia madre, il mio pensiero va a lui e la ignoro totalmente.

Ceno e vedo mia madre arrabbiata una cosa che non sopporto “dai, mamma scusa, senti hai delle foto di papà?”(o cacchio tasto dolente)no perché? “niente così”le dico e cade la conversazione. Ceniamo e poi salgo di sopra e mi metto subito a letto, sono stanca e quindi crollo subito.


 

***************************************


Il giorno seguente sembra che il tempo si sia fermato. Faccio colazione e la mamma esce a fare la spesa. Esce troppe volte per i mie gusti,ma meglio così,mi lascia zona libera. Davanti alla televisione mi guardo un gioco a quiz un film poliziesco mentre mangio delle patatine e i cereali,devo farmi una cura ricostituente,poi mi viene in mente Mei,che sia stato solo un sogno? È incredibile, è cambiato in un minuto. Rimango per un po’ alla televisione poi mi leggo un libro, scrivo e penso a Mei, a come faremo, io sono umana lui è morto, e caccio un sospiro. Finalmente è ora, mi vesto con un pantalone nero e una maglietta dello stesso colore, così mi mimetizzo meglio nell’oscurità, mi lego i capelli in una coda alta e sono pronta,per colmare le numerose domande su di me,ma per ora devo cercare di non arrossire in presenza di Mei, sarebbe strano e potrebbe irritarlo.

Mi fermo davanti alla porta dell’ufficio poi suono, mi aprono “ah eccoti, pensavo non venissi più perché impaurita”dice Ian “sai ho scommesso con Ciarly,lui dice che invece saresti venuta” esatto sgancia amico”dice Ciarly divertito,Ian sbuffa e gli lancia un po’ di verdoni,però le somme sono alte,penso divertita. “comunque bambina, dimmi, che è successo ieri fra te e mister ghiacciolo?” niente, perché, che doveva succedere?Chiedo facendo la brava attrice “no, niente, ma visto come ti comporti con lui pensavo ti avesse fatto una ramanzina quando eravate da soli” (quella me l’ha fatta) no, niente del genere mi ha accompagnato a casa da bravo accompagnatore, vuoi sapere altro? “no, niente”bene, dico sedendomi. “Quando si va Ciarly?” calma, calma fra un momento, c’è Mei che si sta cambiando poi prendiamo il furgone dell’agenzia e andiamo “il furgone?” si è molto bello,tu ancora non l’hai visto mi dice Ian divertito e sembra un bambino a Natale,non un duro e mi fa sorridere.

Quando sento una porta chiudersi mi volto e vedo Mei venirci incontro. “Ehi! Voi due siete telepatici, siete vestiti di nero entrambi”dice Ian duro (è ritornato il duro con la moto, le sigarette e la montagna di gel sui capelli che sarebbero fantastici se non così impomatati come li tiene ) “va bene,andiamo,dice Ciarly e s’incammina verso la porta.
Un’ora dopo sono nel furgone dell’ufficio ,davanti c’è Ian è stato il primo a prenotarsi e anche per quest’occasione si è comportato come un bambino piccolo,e devo dire che mi ha divertito. Quindi ora sono dietro con Mei mentre Ciarly guida davanti. Sono più nervosa per il fatto che sto con Mei che per il combattimento imminente. All’ennesima buca sull’asfalto vengo fatta balzare dal mio posto e ad una sterzata brusca finisco sbattuta verso destra “ehi!Non stai alle giostre con le macchine a scontro sai?”dico faceta. Scusa cercherò di essere più dolce “si altrimenti la fanciulla qui dietro vola”dice Ian guardandomi, gli faccio la linguaccia ed a un’altra sterzata finisco contro Mei,mi alzo subito imbarazzata “scusa”gli dico a bassa voce,ma lui mi prende per la spalla e mi stringe a se,in quel momento Ian o Ciarly possono vederci o fare quello che vogliono,io sto bene così.

Arriviamo e scendiamo dal furgone, davanti a me vedo una grigia costruzione,una fabbrica abbandonata ormai rovinata. Ciarly entra e lo seguiamo. Entrati mi guardo intorno, c’è un buio immenso tagliato solo dalla porta aperta, ci sono macchine e macchine  e ganci,all’improvviso la porta dietro di noi si chiude con un botto che crea l’eco e rimaniamo un attimo nell’oscurità dove sento solo il mio cuore,porto una mano al petto pronta  richiamare Angiu, ma non serve, delle luci si accendono e compare davanti  a noi….non è possibile!

Ciao sorella vedo che sei venuta “ma tu non eri morto?”chiedo “no, cara sorella io non muoio per così poco”dice venendomi incontro e fermandosi davanti a noi, che arroganza ci sta sottovalutando, penso. Mi guarda e alza una mano per toccarmi “se mi tocchi ti giuro che ti decapito,sono stata abbastanza chiara?”chiedo, indietreggia di qualche passo e alza le mani in segno di resa “cristallina, sorella”,dice. “Basta con questa sorella e sorella, io non sono vostra sorella” oh si che lo sei, ma tu non lo puoi sapere, dice guardandomi “basta Nuar così la confondi”dice una voce che io conosco fin troppo bene e mi manda tanta nostalgia e davanti a me si mostra l’uomo dell’autobus e, anche lui si avvicina, ma non troppo spudoratamente come suo figlio come si chiama lui…

Lo guardo bene in viso e noto che ha il mio stesso colore degli occhi, mi fissa anche lui. “Ehi! che c’è Selly non ti ricordi di me?”chiede,faccio un sorrisetto gelido “oh no, mi ricordo di te papà”tutti si voltano verso di me e nei suoi occhi vedo consapevolezza. “però vedo che sei cresciuta” abbasso i convenevoli, tu che centri con tutto questo?  “ma come, la parola sorella non ti dice niente?” non vorrai dire che li hai creati tu “si sono tutti tuoi fratelli “quanti sono?” a vedo che t’interessano, sono cinque compreso Nuar “capisco e da quando crei questi non morti?” che cattiveria chiamarli così,anche se è la pura e semplice verità comunque tu sai che anche prima ero uno scienziato,ho conosciuto tua madre, a proposito come sta Milena,spero bene è da tanto che non la vedo “si sta bene ora, senza di te” ma come? Pensavo di mancarti (lo pensavo anche io,fino a due minuti fa) no affatto,sto benissimo senza di te “bugiarda,ma tanto per quello che m’importa”

“Senti, sai dirmi perché il ciondolo non mi brucia e posso usare un’arma e sopratutto perché le pillole per i morti posso prenderle anch’io che sono umana,perché sono umana vero?” si,certo sei umana,ma devo dire che se non era per te non avrei mai potuto creare i tuoi fratelli “che intendi?”Chiedo risoluta “intendo che da quando ho conosciuto uno scienziato che mi ha donato qualcosa da sperimentare e da mandare avanti e ho deciso di stare di più con te,prova a pensare al perché?”Mi crolla il mondo addosso,vedo qualcuno agitarsi dietro di me “non mi dire che mi hai…” già ti ho usato come cavia,ti somministravo sostanze studiate da me che dovevo sperimentare per la creazione di non morti e ti giuro, speravo ogni volta che tu non morissi,davvero,poi la stupida di tua madre mi ha cacciato di casa diceva che stavo troppo con te che aveva paura ti facessi qualcosa di perverso e stranamente ebbe il divorzio,ma non prima che ti ebbi somministrato l’ultimo liquido che feci, quello che ora ti fa guarisce quando assumi le pillole anche se sei umana e che non ti fa ustionare quando tocchi il ciondolo” quindi vuoi,dire che…

“Che tu non sei la partner di Mei, come pensavi tesoro del papà, ma lo era davvero Amelia che tu odi tanto, perchè più bella di te, più forte e quella con più possibilità di stare con Mei, che tu ami, lo hai scoperto solo dopo di Amelia,vieni tesoro,dice ed ecco Amelia mostrassi e mettersi al fianco di mio padre “ciao Selly come va” taci obbrobrio,dico arrabbiata,mi fa un sorrisetto e poi bacia mio padre “cacchio praticamente potrebbe essere tua figlia,che schifo e è un sciacquetta!”Urlo senza riuscire a trattenermi “no,mia cara tu sei la mia unica e vera figlia,quella biologica” già purtroppo,dico, che disgrazia.  “Ah un’atra cosa, non credere che il tuo Mei si fidi di te, sai lui è un principe, è in vita da molto, moto, molto tempo, dal 1300 se non sbaglio”.
Rimango paralizzata “su, Mei diglielo,dice mio padre guardandoci sperando in una nostra eventuale litigata o chissà cos’altro,forse vuole solo mettere zizzania. “Non vuoi parlare,ti senti una schifezza vero ad averglielo nascosto, bene ci ho pensato io,sai Selly,anche a quei tempi c’erano studi sui morti,infatti un giorno rapirono il figlio del maharaja, cioè Mei e lo sottoposero a delle prove proprio come te,e ci riuscirono,ma non sapendo come,per fortuna.

Poi è passato tutto negli anni ad altri scienziati, fino ad arrivare a me e intanto hanno fatto credere a tutti che il corpo del principe fosse stato ritrovato morto così lui non avrebbe più potuto ritornare,così il tuo caro Mei ha dovuto gironzolare fino ad ora,ha più anni di te e me messi insieme mia cara,dice divertito. Mi volto verso Mei esterrefatta “davvero è così?” mi guarda e annuisce “quindi la cosa del ciondolo non è vera?” no, infatti mi dice Ciarly che naturalmente sa tutto “allora perché era spaventato a scuola?”per il fatto che qualcuno potesse bruciarsi,ma  lo hai preso tu “ah,che  figata!”Dico sollevando il morale a Mei che temeva chissà che “scusa,il pezzo degli esperimenti e della tua famiglia,so che è stata dolorosa,intendevo… “si lo so”dice gelido come sempre,ma credo sia una barriera.

“Bene ora diamo inizio ai balli”dice mio padre e lo guardo mentre suo figlio ci viene incontro armato. Mei parte subito e incrocia le spade con lui, poi esce un altro mio fratello credo e parte Ian che fa uscire dal petto un martello gigante,alla faccia dell’arma,penso ,invece mio padre viene rincorso da Ciarly ora serio e dallo sguardo glaciale che mi fa venire la pelle d‘oca,non lo avevo mai visto così e poi parte la sciacquetta che immagino sia per me,bene ora mi diverto.

La vedo venirmi incontro “Vieni da me Angiu”dico e parto all’attacco tenendo fra le mani la mia fedele katana,le nostre lame si toccano e stridono,poi comincio a ricordare le mosse di scherma che guardavo alla televisione e che mi appassionavano tanto e cerco di usarle,la ferisco subito ad un braccio,però non me la cavo male a copiare,strano non l’ho mai fatto neanche a scuola. Intanto che colpisco e paro i suoi colpi, lancio un occhiata e Mei che se la cava alla grande,forse non si è ripreso bene il suo avversario che noto avere il fiatone. Colpisco con due mani Amelia che para, ma con un colpo che mi è venuto in mente, ruoto il polso e la ferisco all’addome, se lo tocca e si vede la mano sporca di sangue, sono certa che le katane non si usino così, ma pazienza se fanno il loro dovere, va bene anche così.

Sento un verso di dolore, mi volto preoccupata, è Mei, lo hanno colpito vedo il sangue scivolargli dalla spalla e impregnargli la maglietta. Mi distraggo e vengo ferita alla gamba da Amelia,la gamba cede e mi ritrovo a terra con la spada puntata alla gola, guardo arrabbiata Amelia per niente timorosa di quello che potrebbe succedermi. Sono troppo preoccupata per Mei e arrabbiata per la ferita che gli hanno fatto,sono di pessimo umore, così non so forse per i mie sentimenti vedo la katana risplendere di una luce bianca. Sorrido, vediamo che magia nuova ha in servo. Mentre Amelia è distratta dalla luce, rotolo su me stessa e mi alzo in piedi pronta a ripartire ignorando il dolore alla gamba e mi metto pronta a colpire.

Amelia mi corre incontro e la paro, la sua spada si spezza sotto la mia lama “cavolo”dico “che figata”è rimasta disarmata, le punto come ha fatto lei poco prima la spada alla gola. “Arrenditi,altrimenti ti dovrò uccidere” non ci penso proprio,e tu non riuscirai mai a farlo sono un umana sarebbe un omicidio,ma questo non mi blocca e gli faccio un taglietto superficiale sul collo “credi ancora che sto scherzando?” no,ma non importa,sono certa che Ciarly lo ucciderà e io senza di lui non faccio niente,quindi uccidimi,forza. Sono titubante e questo è un male, lei può sempre contrattaccare “fallo, tranquilla sei coperta dall’agenzia” mi dice Mei,ma non ci riesco, abbasso l’ara e poi gliela do di piatto sul capo facendola svenire e prima che riprenda conoscenza la lego con dei cavi di metallo che trovo per terra.

All’improvviso vedo tre non morti suppongo mie “fratelli” che corrono verso di Mei, con in pugno delle armi mentre lui è impegnato a combattere alle loro spalle e non sospetta niente,subito vado nel panico, mi ripeto una sola frase dentro di me “lo devo salvare,lo devo salvare,lo devo salvare”ed ecco che la spada si circonda di una luce marrone e ho l’istinto di poggiare la punta  a terra  ed ecco che si crea uno squarcio sul terreno e i miei “fratelli”vengono risucchiati,poi il terreno si richiude e sento qualcosa rompersi e i suoni mi fanno venire la nausea “no!!”sento urlare “da mio fratello”quello che doveva essere morto e che invece non lo è,che fregatura. Lo vedo venirmi incontro, punto la katana verso di lui che si apre in due davanti ai miei occhi, gli schizzi di sangue vanno da tutte le parti,praticamente ho squarciato lui,non  il terreno e non ha sentito niente perchè nonostante tutto non ha urlato. Rimango paralizzata davanti al corpo tagliato a metà e mi sento svenire. Indietreggio e cerco a tentoni un muro che ahimè credo sia molto distante, ma mi raggiunge Mei che mi cinge con un braccio la vita, sono rimasta sconvolta e mi stringo a lui.

“sss, è tutto apposto ora manca un tuo fratello, diciamo così, e tuo padre”alzo il capo e annuisco e vedo Mei abbassarsi e darmi un bacio sulla fronte,il mio principe indiano, e lo sapevo che era successo qualcosa fra di voi,ma ora smettetela di pomiciare,non è l’ora di fare i piccioncini e di tubare,forza a combattere o almeno date  una mano,sono sfinito. Mi metto a ridere quando noto una ragazza venirci incontro con occhi freddi e senza anima e Ian senza saperlo porta indietro il suo martello per dare potenza all’attacco e le spacca la testa uccidendola all’istante,rido anche se la  cosa è stata mostruosa “che c’è,perchè ridi? E anche tu,Mei,incredibile non ti ho mai visto ridere”si,ok risponde freddo. “Andiamo da Ciarly”propongo e Mei annuisce e lo cerchiamo, stanno in un’altra parte della fabbrica e stanno ancora combattendo. Mio padre se la cava con la katane, ah ecco di chi era e perché mi piaceva tanto, a lui piacciono le cose Giapponesi ed è un esperto nell’arte della katana. Rimango a guardalo sorpresa, molte volte lo avevo visto, possibile mi fossi dimenticata di tutto?

A quanto pare si. Guardo Ciarly che ha sul viso una maschera di sangue,lo avrà ferito alla testa,invece mio padre che ho diseredato come tale ha solo un ferita al braccio e sta benissimo,anzi si diverte. “oh che bello vedo che la mia bambina è venuta a guardarmi mentre finisco quest’inutile uomo”dice con disprezzo e questo mi fa arrabbiare molto, come osa prendere in giro Ciarly.

“Ciarly, vorrei combattere io con mio padre, ricordo che l’ho visto molte volte usare la katana, ci penso io,dovrei ricordare tutte le mosse ora”si ferma e annuisce e subentro io,mentre Mei si prende cura di lui. “Bene vuoi morire, ma così lascerai per sempre il tuo Mei, non gli farà male questo”zitto e combatti, dico gelida “come vuoi”e comincia a combattere, mi ricordo tutto e paro e attacco bene, come non poteva fare Ciarly che non consoce la disciplina, lo ferisco ripetutamente alle braccia e alle gambe, lo fa apposta o è arrugginito, penso, ma rimanendo concentrata senza distrarmi attenta, poi mi ferisce lui e mi taglia profondamente il braccio facendo cadere molto sangue a terra,lo lascio penzolare lungo il fianco,il dolore è insopportabile, ma uso l’altro,ci colpiamo a vicenda siamo tutti e due pieni di graffi dolenti e sanguinanti quando sto pronta per colpirlo e un colpo gli va addosso aprendolo  a metà. Rimango immobile. Possibile sia lo steso potere di prima? Mi volto verso Ciarly e Mei che sono rimasti sbalorditi in un angolo della stanza e alzo le spalle per dire (Bo,a quanto pare è tutto finito)troppo facile,forse non sapeva della spada,comunque evito di guardare il corpo,Mei aiuta Ciarly ad alzarsi e andiamo tutti in ufficio.

Aspetta vieni con me, voglio portarti da una parte mi dice Mei,dopo aver ingerito una pillola ed essere come nuova, mi prende per mano e andiamo alla fermata dell’autobus. Prendiamo l’autobus e ci fermiamo davanti ad una villa dalle mura bianche “questa è casa mia,io abito qui da solo” e mi porta dentro “spero che verrai di tanto intanto”dice, annuisco “hai qualcosa del passato?” si,ho ancora i mie abiti di allora,quando mi hanno rapito,vieni”dice e mi porta in una stanza. La guardo è blu e piena di mobili indiani colorati,è la sua camera “è bellissima”grazie e questo ti piacerà di più,dice portandomi  fuori sul balcone di marmo,fuori il cielo è di velluto nero e c’è una bianca luna che splende su di noi tanto romantica. “Voglio rimanere con te”mi confida, anch’io, ti amo Mei ora l’ho capito “ti amo anch’io, ti ho sempre notato perchè diversa dalle altre, ma essendo quello che sono, era impossibile stare con te, ma ora che sai tutto di me possiamo stare insieme, mi dice dolce “si,per sempre” ripeto incantata dal suo sguardo dolce e gentile e mentre mi perdo nelle profondità dei suoi occhi scuri ,guardo  il suo viso che mi avvicina al mio,fino a che le nostre labbra si uniscono,in un bacio pieno d’amore.
 

 

 
 

 
  
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