-Aspetta, Michael, la mia strada è un senso unico, non puoi passare per di qua. Tranquilli, vado a piedi, sono cento metri - dico, scendendo dall'auto. Harry scende assieme a me, e mi volto a guardarlo.
-È l'una di notte. - spiega, senza battere ciglio, e aspetta che saluti la mia amica.
-Ci sentiamo domani - le dico, sorridendo. Prendo la borsa e mi lascio accompagnare, zampettando sul marciapiede illuminato dai lampioni. Con la coda dell'occhio noto che sta guardando in alto. Ha le mani nelle tasche, ma non guarda a terra. Guarda il cielo. -Ora come torni indietro? È l'una di notte - lo prendo in giro. Sospira un sorriso, e mi osserva con gli occhi celesti.
-Mi rapiranno e mi stupreranno, e sarà tutta colpa tua - dice, simulando teatralmente una faccia terrorizzata.
-Hai insistito tu.
-Lo so - ribatte, di colpo di nuovo serio. Apro il cancello e mi giro per salutarlo.
-Ci si vede in giro? - dice. Non ha nessuna intenzione di chiedermi di uscire, di chiedermi il numero. Eppure è stata una bella serata, mi sembrava.. Ma non mi offendo. Credo che, in tutto ciò, i sorrisi che cerca di fingere c'entrino molto.
-Si. Magari ci incastrano in un altro appuntamento combinato - scherzo. Si mette a ridere.
-Buonanotte, Elise.
Mi chiudo il cancello alle spalle, e lui sparisce di nuovo nel buio.
***
-Elise! - sento, ma probabilmente è un sogno. -ELISE!!
No, non è un sogno. È la mia migliore amica che mi scuote per farmi svegliare. Mugolo, e lei sospira.
-Sono le dieci, hai intenzione di dormire tutto il giorno?
Faccio un verso di consenso e lei sospira di nuovo, anche se la sento sorridere.
-Chi ti ha fatto entrare? - protesto, farfugliando contro il cuscino.
-Tua sorella. Dovresti dirle di non aprire agli sconosciuti - blatera, e si alza dal mio letto per andare ad aprire la tenda.
-Dovrei dirle di non far entrare te - ribatto, coprendomi la testa con la coperta color ocra.
-Dai, che oggi ti porto al mare - promette. Mi trascino in bagno, mi spoglio e mi infilo sotto la doccia, mentre Lauren continua a parlare senza sosta. Quando esco mi avvolgo in un asciugamano e zampetto fino all'armadio, lasciando orme bagnate sul parquet.
Mi infilo dei pantaloncini rossi e una maglia bianca, prendo occhiali da sole e una borsa di paglia con un grosso fiocco rosso su un manico e esco, infilandomi il cellulare nella tasca. Mia sorella è già uscita, così preparo Seth e lo porto con noi.
-Allora, come stai? - chiede Lauren. Io non distolgo lo sguardo da mio fratello che gioca a rincorrere le onde sulla riva. Si è già bagnato i pantaloni e sporcato di sabbia.
-Bene Elle. Come ieri, e l'altro ieri. E la scorsa settimana. E il mese scorso..
-Va bene, ho capito! - scoppia a ridere, e io vengo contagiata dalla sua risata. Lauren è così. A lei non importa che oggi è nuvoloso e che tira anche vento. Non le importa che io sia di cattivo umore come al solito. Ha il suo sorriso stampato in faccia, e non è una maschera, come la mia, qualcosa che ti svegli la mattina e metti su per non far parlare la gente. È qualcosa di genuino. Un sorriso così guarisce da ogni male. Si lega i capelli biondi in una coda di cavallo e guarda l'orizzonte con i suoi Ray-Ban marrone chiaro. Io mi stendo sulla maglietta che ho buttato a terra, e chiudo gli occhi per godermi quella poca luce.
-Sabato sera potresti venire con me e Michael - prova a dire.
-Oh, no - rido, - l'ultima volta hai cercato di incastrarmi.
-Te l'ho già detto una settimana fa. Michael ha il cugino come ospite, non poteva mica lasciarlo a casa - dice, con una faccia innocente.
-E comunque, è bello da star male, non capisco di che ti lamenti. - continua poi. La sgrido con gli occhi.
-Sai che non mi va di conoscere nessuno.
-Ma niente ti impedisce di avere un amico - controbatte, - e poi ho la sensazione che vi.. fareste del bene a vicenda.
Sbuffo. Mio fratello viene a darmi una conchiglia e mi chiede di conservarla nella mia borsa.
-Non ha importanza, in ogni caso. Non mi ha chiesto il numero di telefono, né di rivederci. Chiaramente non è interessato.
Lauren inaspettatamente la prende come una battuta, e sorride compiaciuta.
-Allora non avrai problemi a venire sabato - risponde, alzandosi da terra. Corre contro mio fratello, e io so che ha vinto lei. La verità è che non ho smesso di pensare a quei dannati occhi azzurri da quella sera.