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Autore: Laila    24/01/2008    1 recensioni
Questa è una mia vecchia fanfiction sul titubante decollo di una famiglia. Il titolo dice tutto!
Genere: Comico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: i personnaggi non m'appartengono essendo tutte creazioni della Takahashi.
I pensieri sono tre le *stelline*
I dialoghi tra le -liniette-
I ricordi tra questi siboli §ricordo§
Detto questo buona lettura!

Per chi non conoscesse Shinnosuke (é un personaggio della Takahashi): questo ragazzo dimentica spesso cose e persone...vive nei boschi assieme a suo nonno ( a volte si dimentica pure del vecchio!) e controlla degli animali giganti con lui come guardiano.
Ora nella mia fiction é arrivato a Nerima da poco, é sposato con Nenia e ha un figlio: Daiki e nel 14cap. non in questo, scoprirete cosa ci sono venuti a fare.
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Ranma diventa papà!

13° cap. “ Tensione ”

* Sei fortunato a trovarti già in ospedale * sogghignò silenzioso Saotome.
Shinnosuke premé le palpebre verso il ragazzo appena entrato con un mazzo di fiori in mano.
- Ciao…Aaa-em… tu chi saresti? –
Mentre continuava a non capire, nonostante i visibili sforzi facciali per prender tempo, gli sciroppò un sorriso disarmante… Dove aveva già visto quel tale col codino?
- Come puoi avermi scordatolo! E’ impossibile! – Ranma lo schiaffeggiò col mazzo di margherite dategli dalla cinesina.
- Sono Ranma R-A-N-M-A!!! – Il guardiano del bosco, continuò a fissarlo incredulo eppure…niente l’aveva proprio cancellato, era una forma sconosciuta come tante altre, persa nel suo mondo interiore più che confuso. Il neo-padre sospirò cercando di contenersi verso lo smemorato:
– Tsk! Dimmi piuttosto, che ci fai qui? C’è qualche problema con tuo nonno? –
Dei tre, fu Akane la prima a dargli udienza:
- E’ venuto solo a farmi visita – non era proprio una bugia, semplicemente era solo un sorso di verità… Shinnosuke era lì sopratutto per via di sua moglie e di suo figlio.
Nenia la fissò con “gratitudine?”nel profondo, non era preparata a raccontare di Daiki anche a Saotome, o almeno non al momento.
- A beh, di un tipo come te, scommetto che si ricorda però! – sbottò Ranma verso la coniuge, come se fosse offeso più per il fatto di non essere riconosciuto, che per la gelosia verso Akane.
- Scusate – l’interruppe la solita infermiera – l’orario visite è terminato -
Con scatto fulmineo Nenia, avendo già Daiki in collo lasciò le sue rose sopra il comodino dell’amica e trascinò via Shinnosuke.
- Torneremo a trovarvi! - gridò dietro di sé, sbattendosi la porta alle spalle.
- Che gli è preso? – si grattò la testa il ragazzo col codino. Lei scosse la testa.
Ranma decise di lasciar perdere - Questi sono per te, da Shampoo e la sua combriccola – li gettò sopra un mazzo di rose.
Quella volta Nenia era riuscita a scappare in extremis…

Qualche tempo dopo Akane e Yucci, furono dimesse dall’ospedale e così cominciò la vita a tre, in famiglia Saotome…
- Le posso portare anch’io le valige – sbuffò Akane soffiando sulla propria frangetta, come una vecchia ciminiera sbuffa il pulviscolo fra le nubi.
Ranma si volse a guardarla con un’espressione schietta e ironica : P
- Tu pensa a portare nostra figlia e a non farla cadere! –
- Grrr…- com’era fastidioso quando ci si metteva d’impegno, la giovane storse la bocca in risposta…quelle battute la facevano sì sorridere, ma col procedere dei bis, la facevano anche offendere, quello d’adesso era il secondo caso.
I due litiganti si fissarono, poi i loro sguardi caddero sulla piccola Yucci che aprì di botto un pugno distraendoli comunemente, quella visione bastò per farli smettere.
La bimba dormiva serena fra il cuscino e l’amorevole abbraccio di sua madre, era già mutata d’aspetto; ora, rispetto alla nascita era più in carne, con due belle guancette tonde da morsare… i capelli erano divenuti più folti e scuri, non aveva più di due o tre graffi, eppure anche se ancora sapeva di latte e borotalco, per i genitori era cambiata veramente tanto in quel lasso, dalla prima foto che le aveva mostrato Nabiki.
Preso l’incavo della cornice, Saotome spalancò la porta scorrevole dell’entrata, incosciente di ciò che vi avrebbe trovato dentro, un po’ come quando si apre un uovo di cioccolato.
Uno scroscio di coriandoli e stelle filanti li inondarono, facendoli trasalire.
- SORPRESA!!!!!!!!!!! – il coro festoso che li accolse sulla soglia, li fece mettere in stato dall’erta...no!…UNA FESTA!!!
Ranma venne tirato via dagli amici studenti…
Akane se ne stava a bocca aperta da un pò - Su sorellina entra – la trascinò per la schiena Nabiki.
La neonata Saotome si era svegliata stiracchiandosi fra le attenzioni e le boccacce delle proprie zie.
- Non c’era bisogno di tutto questo – specificò Akane, ma Soun la prese per l’avambraccio.
- Seguimi! devi assolutamente scartare un regalo… - disse serio, mentre con l’altra mano sistemava un baffo.
Akane eseguì senza troppi complimenti, sapeva che con suo padre non servivano, aveva una testa dura quel capellone e arrivati con le sorelle al centro del salotto, vide un pacchetto rilucente e grande quanto la sua vecchia scrivania!
Strappò via l’immensa carta da regalo scoprendo una graziosa culla, in cima a questa v’era un carillon diviso a raggera, in ogni braccio sorvolava un’ape gialla-nera che, a sentir dire il padre, dovevano svolazzare assieme alle altre, attorno ad una casa del miele da cui proveniva la ninna nanna.
- Grazie papà! – Akane l’abbracciò commossa, ma non prima di aver messo Yucci fra le soffici coperte bianche, che già imbandivano il lettino.
- Vieni, lascia dormire la piccola! Ti devo far vedere il mio regalo! – la trascinò via Nodoka... le sembrava che tra Nodoka e Soun fosse nata una rivalità a colpi di pacchetti regalo. Chi gli aveva fatto il bagnetto, chi un completo in ciniglia e Akane era lì nel mezzo a subirli...solo il panda-Saotome se ne fregava ampiamente, ormai stazionato sul banchetto festivo.

Nabiki finito di vendere foto di Akane gravida a Kuno, ora era intenta a girare la sua cinepresa per la stanza e avvistò Yura, una delle inseparabili compagne dei coniugi, vestita in un velato rosa chiaro, avvicinarsi delicatamente alla culla:
- Piccina… mi sembri intelligente… ti auguro tanta felicità! – Yucci la fissò per un attimo stordita, poi sbadigliò e riprese a dormire come un angioletto.
Seguì in fila l’amica Sayuri che pareva un sempreverde, con quel gonnellino sonante che le circonda le ginocchia di campanelli:
- Yucci… diventerai sempre più bella con gli anni – le toccò le manine, ma improvvisamente fu distratta dal banchetto e si lanciò tra le pizzette e gli stuzzichini preparati da Kasumi.
Una risata malefica sovrastò il brusio generale di casa Saotome:
- Ahahahahahahahahahahahahahahah!!!!!!!!!!!!!! – una ventata di petali neri invase la stanza e dal nulla comparve la rosa nera della ginnastica ritmica, in un rigoroso ed elegante abito nero con cappello a punta, nel lato contrapposto della coda a cavallo.
- Anche se non mi avente invitata, vi onoro lo stesso della mia presenza! – squittì Kodachi avanzando.
- Tu non raggiungerai i sedici anni cara! – prese Yucci per rapirla, fra le sue proteste, infatti la piccola svegliatasi bruscamente aveva messo l’antifurto e cominciò a strillare e piangere come meglio poteva.
PATATRACK!!!
Ucchan la colpì violentemente con una palata e il fedele Konatsu si apprestò a recuperare la piccola… il giovane ninja indossava per quell’occasione un moderno kimono blu oltremare:
- Povera piccina… tu troverai l’amore per quell’età! – la rassicurò Konatsu rimettendola fra le coperte.
- Grazie! – s’inchinò Akane appena sopraggiunta assieme al marito.
- Ero troppo curiosa di vedere la figlia di Ran-chan – ammise Ukyo arrossendo.
- Sono felice di vederti – si lasciò cadere una lacrima solitaria Akane, ma la riasciugò immediata, non c’era tempo per le emozioni…
La festa lasciò solo inutili avanzi sparsi per casa, e qualche regalo.
Ad Akane aveva fatto piacere tutto sommato quella era una dimostrazione d’affetto, ma avrebbe preferito disfare le valigie e riposarsi…se solo i suoi l’avessero informata…*Ma dopo, che festa a sorpresa era?* sia auto-ammonì, mentre spazzava * Tanto ormai è andata. *

All’ora di cena, dopo nove mesi di inattività culinaria, Ranma era riuscito a telefonare per del cibo in scatola, prima che Akane avesse avuto anche solo il tempo di opporsi.
- Weeeeeeeee!Weeeeeeeee! -
- Vado io – fece la ragazza portandosi in direzione della culla mentre Saotome continuava ad ingolfarsi di ramen.
Era l’ora della poppata, quando distrutta prese la bimba fra le braccia…strano, non la ricordava così rugosa… un momento… rugosa?
- Happosayyyyyyyyy! – lo silurò fuori prima che potesse attaccarsi al suo seno.
- Dove avrà messo Yucci? – pensò ad alta voce, trovandola poi sgambettante sul tavolo.
- Povera piccina – al suo tocco, quasi fosse per magia la bimba singhiozzò un paio di volte poi si rasserenò.
Quando tornò per sedersi e mangiare, Ranma non aveva neppure sparecchiato la sua dose, preso com’era ad allenarsi all’esterno con un fantoccio, forse per scaricare la tensione accumulata.

La sera, a notte inoltrata, dopo aver ripassato da sola il programma scolastico di matematica, Akane spense la luce della lampada e si distese fra le coperte con l’intenzione di rilassarsi… beh almeno quella c’era, ma Yucci non era d’accordo.
- Weeeeeeee!Weeeeeeeeee! – piangeva ancora, doveva andare a controllare, ma era proprio stanca.
Scosse un po’ la scapola di Ranma chiamandolo.
- Mmm… che c’è? – si svegliò quello.
- Andresti a vedere di che ha bisogno Yucci? -
- Akane… ma io non ci so fare… e se poi deve essere cambiata? -
Incredibile! fosse stato un estraneo, ma quella era sua figlia! E poi cos'era quel “non ci so fare” neanche Akane era un’esperta!
GRAB! Strinse i pugni è si alzò dal letto, doveva fare da sola, gli uomini queste cose non si abbassano a farle, Ranma Saotome men che meno, che assurdità averglielo chiesto!
Akane sospirò finito di scaldarle la schiena, perché tutto quello che Ranma avrebbe dovuto fare era solo fargli uscire un po’ d’aria dalla pancia massaggiandola, la giovane mamma, poi scese quietamente al piano di sotto, verso il bagno.
S’immerse nella vasca, il fumo caldo l’evaporò su mento e guance impregnandole di rugiada, finché vinta dalla stanchezza non affondò totalmente nell’acqua, dentro quella sensazione soave che distorce tutti i suoni della casa rilasciandoli nel tepore calmo e assoluto, in un’essenza del tutto trasparente, acqua...
Preso un appiglio dal bordo risalì cullandosi ancora, voleva smettere di sentirsi sporca; un giorno aveva sentito alla televisione che le donne gravide, dopo il parto si sentono stranamente tristi e malinconiche, ne aveva riso fino a sgolarsi dicendo alle sorelle che non le sarebbe mai capitato nulla del genere, perché lei era diversa, lei sapeva dominarsi… lei ci sarebbe riusciva prima di …Ranma… Lui non la capiva più ora… scoppiò a piangere coprendosi con le mani, un pianto liberatorio, forte, privo di silenziose accondiscendenze, e continuò rarefatta com’era da quella foschia umida e tiepida, mentre la vasca assieme alle lacrime perse, andava raffreddandosi.
Chissà se domani avrebbe ancora sopportato.

Fine 13 cap. per chi aspettava che Ranma menasse le mani, il 14 cap. farà per voi^^;;;

   
 
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