11/07/2013
12 recensioniTHE TURNING POINT
“Il Signor Petrov, giusto?” Domanda una voce giovanile.
Alzo per un solo momento gli occhi, la solita routine: mi mandano il classico fighetto tirato a lucido fresco di Laurea. Li spediscono sempre da me per farsi le ossa, sarà perché non ho mai cambiato la mia versione dei fatti.
La porta si chiude alle spalle dello sconosciuto e sento i suoi passi avanzare.
“Posso chiamarla Serapion?” Chiede gentilmente, con quella nota acuta e inconfondibile tipica di tutti i leccaculo.
“Beh, è il mio nome.” Rispondo con strafottenza, sorridendo mentre sollevo il capo per studiarne la reazione. Mi accorgo che è meno giovane di come mi sembrava a una prima occhiata: sicuramente ha passato la trentina.
Occupa la sedia posta davanti a me, osservandomi.
Non parla.
Strano.
Solitamente, se non si offendono, mi crivellano con i consueti quesiti: dove, come, quando, con chi e perché.
Credono che bastino queste domande per conoscere una persona… che stronzata megagalattica!
“Serapion. – Esorta dopo un lungo silenzio. – Si trova qui da…?”
Non gli rispondo, alzo appena il braccio sinistro, le manette tintinnato leggermente quando mostro il polso dove sono tatuate quattro croci: una per ogni anno. La quarta risale alla settimana scorsa, è ancora arrossata.
L’uomo annuisce, portandosi una mano in una tasca dell’elegante giacca. Ne estrae lentamente un comunissimo oggetto. Ne sono rapito.
Cazzo, una sigaretta vera! Non come quelle schifezze trinciate che fumo qui dentro di nascosto.
“Ho studiato molto attentamente il suo caso, Serapion. – Si porta la sigaretta alle labbra, recuperando subito un accendino. – Sarebbe un ottimo elemento per la mia squadra. Molti non si trovano d’accordo con me… mi convinca che hanno torto prima che finisca di fumare.” Mi sfida, accendendosela.
Lo vedo fare una prima nota che sono ancora ammutolito. Dev’essere un fumatore abituale considerando quanto l’ha consumata.
Capisco che non ho il tempo di esitare, non me lo posso permettere!
Le mie labbra si aprono e inizio a snocciolargli l’intera faccenda: della mia famiglia, dei debiti che ci soffocavano, dei giochi clandestini, di quella sera, della pioggia battente e del peso spropositato di quella pistola… che doveva essere scarica.
Non perdo d’occhio la sigaretta che a ogni tiro si ritrae, lasciandosi dietro solo cenere. Ha quasi finito.
L’uomo prende l’ultima boccata espirando del fumo denso.
Il mio tempo è finito come la mia storia e quella sigaretta.
Il silenzio che cala mi sembra terribile, tanto perfetto che avverto il mio cuore cavalcare nel petto come un puledro impazzito.
È un rumore così assordante che quando l’altro parla quasi non lo sento. Almeno non subito. Il mio cervello, privato dell’ossigeno dalla respirazione e dal battito cardiaco bloccati assieme, ha bisogno di qualche istante per carburare come un vecchio motore Diesel.
Devo aver sicuramente frainteso. Vorrei chiedergli di ripetere, scandendo meglio le parole. Avrei mille domande da porgli che si accalcano nella mia testa come un gregge senza pastore.
Solo una in quella massa passa.
“Allora, me la offri una cazzo di sigaretta?”
Lui sorride. Io sorrido.
Assunto.
***
HOLA! ^_^
E dopo la Drabble... la Flashfic, Mister Ovvio alla riscossa! ;)
Come la precedente storia, anche questa Flashfic è scritta per il Contest a Turni “E tu chi scegli?” indetto da _Aras_.
Compito del secondo turno? Traducete il titolo per capirlo… u_u
Inoltre parte dell’ispirazione è arrivata grazie alla Challenge “La Sfida dei Duecento Prompt” indetta da msp17, con il Prompt 8) Sigaretta.
E visto che sono passata al secondo turno, la serie nascerà sicuramente! ^^
Incrocio le dita anche per il prossimo turno e spero di farmi sentire presto! ;)
ByeBye!
ManuFury! ^_^
