PROLOGO

Mi girai varie volte su me stessa, mi guardavo in torno in quella stradina deserta. Uno sbuffo d'aria sul mio collo mi fece girare immediatamente, nessuno... Ero sola in quella viuzza, ma sentivo centinaia di occhi guardarmi, osservare le mie mosse... Cominciai a camminare, a passo spedito, verso la fermata del pullman con il quale sarei tornata a casa; mi misi seduta su quella panchina malconcia, riparata dal tettuccio pieno di manifesti pubblicitari. Sentii una risatina provenire dalla strada, una strada deserta... Girai di scatto la testa dopo aver sentito l'ennesimo rumore, i miei capelli biondi mi si schiaffarono in faccia, con mano tremolante li rimisi al loro posto dietro l'orecchio. Passi, sentivo dei passi provenire da dietro di me, non osai muovermi, restavo ferma, impietrita, maledicendomi mentalmente per non aver dato retta alla mamma, lei mi aveva avvertito, mi aveva avvertito di non parlare con Loro. Io non le avevo dato retta... Mi ero persa ed avevo chiesto indicazioni a quello che, all'apparenza, sembrava umano ma che in seguito, appena si girò, capii subito di aver commesso un errore madornale: era morto, era un fantasma, ed io lo vedevo.
Questa è la mia storia, sono Lilith.