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Autore: _imliamssmile    11/07/2013    16 recensioni
Quell'estate sarà indimenticabile. Per lei e per lui. Insieme.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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In circostanze normali probabilmente avrei apprezzato una serata come quella.
A New York le luci metropolitane rendevano impossibile vedere le stelle,ma qui era l'esatto contrario.
Nonostante il velo di nebbia marina,riconoscevo la Via Lattea,mentre a sud brillava nitida Venere. Le ondre si infrangevano ritmicamente sulla spiaggia e all'orizzonte si vedevano le luci tremolanti dei pescherecci.
Ma le circostanza erano tutt'altro che normali.
Seduta sulla spiaggia,fissavo Zayn ed Harry che si facevano una canna con grande tranquillità.
Sentimmo una sirena della polizia e subito,i ragazzi,si liberarono di tutto ciò che poteva essere considerato illegale.
Gli unici con cui avevo fatto amicizia erano Zayn ed Harry. E poi c'era una ragazza.
Probabilmente la fidanzata del pakistano,che si chiamava Michelle. Eravamo diventate amiche,ma per me, lei era una stupida sottomessa a Zayn.
Non mi trovavo per niente bene lì. Ero fuori di me. Non potevo credere che mia madre mi avesse spinta a tanto. Questa volta aveva esagerato. Ma così tanto,che stentavo a crederci.
Volevo solo comprare un biglietto per New York e tornare a casa. Così avrei potuto riabbracciare Katy e passare con lei un'estate indimenticabile.
Ma era impossibile mettere in atto il piano. Non con mio padre e mia madre tra i piedi.
Tra i poliziotti,c'era un amico fidato di papà,Jhonn,che ,una volta riconosciuta,mi scortò fino a casa.
Continuavo a non crederci. Com'era possibile che mio padre avesse fatto qualcosa del genere? Ero adulta ormai,non avevo fatto nulla di sbagliato e non era neppure mezzanotte. Che problema c'era? Perché aveva dovuto ingigantire la cosa? 
Oh,certo. Dapprima,Jhonn aveva fatto sembrare il tutto come una normale  operazione di sgombero,una procedura che non aveva sorpreso nessuno,ma poi si era rivolto a me.
<< Ti riporto da tuo padre >>,si rivose a me come se stesse parlando con una bambina di otto anni.
<< No,grazie.Sono abbastanza grande da poterci adare da sola. >> ,risposi acida.
In quel preciso istante,mi era venuto in mente che fosse stato mio padre a chiedere alla polizia di ripotarmi a casa e ne fui mortificata.
Era vero,avevo avuto problemi con la mamma, e sì, di tanto in tanto avevo infranto il coprifuoco. Ma mai,neanche una volta,la mamma aveva mandato la polizia a cercarmi.
Mentre stavo lì sulla veranda il poliziotto interruppe le mie riflessioni. 
<< Vai da tuo padre. Lui,ci tiene a te. >>.
Dall'interno mi giungevano le note ovatte di un pianoforte. Feci un respiro profondo prima di aprire la porta,poi la richiusi sbattendola.
Smise di suonare e alzò la testa mentre lo fissai truce.
<< C'era bisogno di mandare la polizia? >> .
Tacque.
<< Perché lo hai fatto? Rispondi. >> 
Continuò a tacere. 
<< Non hai fiducia in me? Beh,forse non hai capito che non voglio stare proprio qui. >>
Non disse niente. Continuò a stare zitto. Odiavo questa sua debolezza. E lui lo sapeva. Ma,nonostante tutto,rimase immobile. 
Feci un segno con la testa per farlo parlare,ma lui non disse niente se non:
<< La tua camera è accanto a quella di Mike,il bagno è l'ultima stanza a destra. >>. 
Uscii dal corridoio,odiandolo.
<< Buonanotte,tesoro. Ti voglio bene. >>.

Mi sentii in pena per ciò che avevo detto;ma il rimpianto svanì fulmineo com'era arrivato. Lui si era reso perfettamente conto che ero arrabbiata,eppure lo sentii ricominciare a suonare dal punto in cui si era interrotto.
Entrai in camera,mi tolsi quei vestiti sporchi e sudati. Mi feci una doccia e andai a letto.
Iniziai a piangere. Non riuscivo a smettere.
Le lacrime rigavano il mio viso. Il trucco,ormai sbavato,mi aveva colorato il volto di nero.
Il mio cuore non poteva sopportarlo. Troppi ricordi,troppe emozioni. 
Mi accorsi che stava suonando la nostra canzone e una fitta allo stomaco si impossessò di me. 
Odiavo ricordare,perché faceva male. Tanto male. Troppo male. 
 

*flashback*
 
Eravamo in casa,avevo tre anni e mio padre già, mi aveva insegnato a suonare il pianoforte.
Volevo diventare brava come lui. Era perfetto quando suonava. Sempre al tempo giusto. Con la corretta posizione delle mani e quella sua passione che lo travolgeva e lo portava in un mondo tutto suo.
<< Adesso,prova te piccola. >>,lo abbracci.
Un po',avevo paura di deluderlo. Ma infondo,avevo solo tre anni.
Gli sorrisi. Ero felice.  Mi misi al pianoforte e iniziai con le prime note di 'A thousand years' di Christina Perri.
Adoravamo quella canzone. Era la nostra canzone.
Quel giorno,non avevo sbagliato neanche una nota. Era andato tutto perfettamente.
Appena ebbi finito,papà venne verso di me abbracciandomi.
<< Sei stata bravissima,tesoro. Sono fiero di te. >>,mi disse dandomi un bacio sulla fronte.
 
*fine flashback* 
 
 
Le lacrime scendevano ancora e ancora.
Ricordare faceva male. E ancora rimpiangevo il tempo passato insieme. Era una cosa tra me e lui. Il nostro era un rapporto speciale.
Appunto,era. Pensai.
Sentii bussare alla porta.
<< Chi è? >>, vidi entrare Mike.
<< Sorellina che cosa è successo? Ti ho sentita singhiozzare e piangere. >>,mi abbracciò.
<< Stai tranquillo,non è niente. Mi sarà entrato qualcosa nell'occhio. >>,lo rassicurai.
Si. Qualcosa era entrata di sicuro. Un ricordo.
<< Vedi che non sono stupido io,eh? Però ti lascio in pace. Buonanotte e sogni d'oro. >>,fece un cenno con la mano mentre usciva.
<< Buonanotte ometto >> ,ricambiai.
Quando uscì,provai l'ennesima fitta al cuore. Mike,era un bambino così dolce. A volte un po' rompiscatole,ma non aveva un grammo di cattiveria dentro.
E questo mi faceva rabbia. Perché non ha mai avuto la possibilità di vivere una vita serena e tranquilla. Con la madre e il padre al proprio fianco. Tutto questo non se lo meritava.
Ma,lui era forte. Era il mio piccolo-grande ometto.
E,niente e nessuno, lo avrebbe potuto cambiare.
Stavo per chiudere gli occhi, quando me lo ritrovai di nuovo ai bordi del letto. 
<< Ti manca la mamma? La nostra famiglia unita? Te,io,papà e mamma che giochiamo insieme? >>,mi sussurrò.
Ancora dolore. 
Quel dolore che non mi voleva lasciar stare. Quel dolore che evidenziava la verità di quelle innocenti parole.
<< Si,tanto. E so che anche a lei manca tutto questo >> risposi.
<< Beh,anche a me manca. Spero che adesso che non ci sono io con lei,stia bene. >>,sorrise.
<< Ne sono sicura. Come per il fatto che lei ti vuole tanto bene. >>,lo rassicurai.
Lo riaccompagnai in camera,gli rimboccai le coperte e lo guardai addormentarsi.



SPAZIO AUTRICE
Eccomi ragazzee!!
Sono riuscita ad aggiornare!
AHAHAHHA
Purtroppo Efp si è messo d'accordo con mia madre per non farmi pubblicare. LOL.
Comunque che ne dite del capitolo?
Fatemi sapere!
Vado,che sono di fretta. Scusate,appunto,gli errori.
Baci,baci.
Babby x
   
 
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