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Autore: Nistox    24/01/2008    3 recensioni
(Cross over di un'altra mia fan fiction intitolata "Kingdom Hearts") Sono passati 3 anni da quando i membri dell'Organizzazione XIII hanno riottenuto il cuore, ma il destino non vuole lasciarli vivere in tranquillità: una lettera, un nuovo nemico ed un nuovo viaggio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII, Roxas
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bene, rieccoci qua ^^
Secondo il consiglio di Otsuru (insieme alla quale ringrazio tutti coloro che hanno commentato la mia precendete Fan Fiction), rieccomi pronto a cominciare una nuova storia.
Per la gioio di coloro che hanno apprezzato "Kingdom Hearts", vi presento il primo capitolo del seguito che, vi assicuro, sarà pieno di azione e colpi di scena.
Buona lettura^^
(PS: in questa Fan Fiction, come noterete fin dal primo capitolo, ci sono dei flashback che riprendo dei video di Kingdom Hearts. A tale gioco ho giocato quel bel po' di tempo fa, e se qualcuno nota delle imprecisioni nei dialoghi di tali flashback, sarà molto ringraziato se me li fa sapere^^)



Prologo

Tre anni, tre lunghi anni erano passati dagli avvenimenti che avevano cambiato la su esistenza e quella dei suoi amici.
Esattamente tre anni prima da quel giorno Roxas si risvegliava sulla spiaggia dell’Isola del Destino circondato dagli altri membri dell’Organizzazione XIII.
Avevano giocato, gioito. Poi, piano piano, erano dovuti tornare realtà, quella realtà dalla quale si erano estraniati molti anni prima.
Non era stato facile ma, come una grande famiglia, si erano aiutati insieme dandosi una mano a vicenda.
Innanzitutto si erano spostati alla città vicino all’isola dove si erano ritrovati, e una volta li avevano cominciato a fare progetti per il futuro.
Xemnas, Vexen e Saix avevano costruito un grande laboratorio nelle quali passavano le giornate a fare numerose ricerche, ma non più sugli Heartless o sui cuori: ora ne avevano uno e non serve sapere altro.
Xigbar e Xaldin era probabilmente i due che avevano sorpreso di più gli altri quando avevano annunciato di aver aperto in società un’officina.
Lexaeus lavorava in un locale come buttafuori, di certo il lavoro più azzeccato per lui, e da quando c’era lui stranamente in quel posto non c’erano state più risse.
Luxord e Larxene, che da alcuni mesi si erano fidanzati ufficialmente scatenando il panico al pensiero di che capelli avrebbe potuto avere un loro eventuale figlio, fanno dei piccoli spettacoli di prestigio e di acrobazia tra i quali anche il lancio dei coltelli anche se, in questo caso, non era la ragazza legata al bersaglio ma l’uomo.
Axel, Zexion e Demyx, essendo i più giovani, avevano iniziato ad andare alla scuola della città ed erano rimasti a dir poco sorpresi nello scoprire che un loro professore era Marluxia assunto da poco nella stessa scuola.
Per quanto riguarda Roxas, ormai ha diciotto anni, più uomo che ragazzo soprattutto considerato il peso del passato che grava sulle sue spalle. I suoi occhi blu profondo sono gli stessi così come i capelli: l’unica differenza era la leggera barba che ormai cresceva sul suo volto e che ogni mattina si rasa.
Ha perfino trovato una ragazza: Naminè. Come lui ha gli occhi blu e i capelli biondi anche se leggermente più chiari. La loro prima volta, se mesi prima, era stato un momento che il ragazzo non avrebbe mai dimenticato: l’aveva portata all’Isola del Destino e da li erano saliti sul grande albero al centro di esso.
L’aveva condotta in una specie di culla larga appena un paio di metri creata dai rami dell’albero che aveva adornato con delle candele ed alcune coperte. Le uniche cose che gli avevano disturbati erano stati la lune piena sopra di loro ed il rumore delle onde che incontravano la sabbia.
Ma la sua vita non era stata di sola scuola e di tempo con la ragazza: era il Custode del Keyblade.
Con grande sorpresa degli altri, che avevano perso tutti i loro poteri, lui aveva mantenuto i suoi.
L’unico che non era rimasto stupito era Xemnas che si è messo invece a fargli una ramanzina dicendogli che ora aveva delle responsabilità e che fino a quando non avesse avuto una vera missione si sarebbe dovuto allenare. Pienamente conforme alla propria decisione il Superiore aveva costruito una stanza di allenamento quadrata di dieci metro di alto nella quale ogni genere di robot attaccavano Roxas con proiettili, lame e laser.

Un sospiro esce dalla bocca della Chiava del destino mentre ripensa a tutte queste cose: quel giorno aveva festeggiato con gli amici i primi tre anni della loro vera e propria esistenza ed ora, a notte inoltrata, è immobile alla finestra della sua stanza appoggiato ad esso con gli avambracci e con lo sguardo perso nella notte stellata.
È ancora sognante quando un rumore assordante proviene dal basso: un cane stava abbaiando proprio sotto di lui.
[Ssssh!!! Fai silenzio! Che se la padrona dell’appartamento si sveglia come minimo da la colpa a me!] Ma l’animale non dava intenzione di demordere e continuava ad abbaiare come se aspettasse qualcosa. [Dannazione!]Impreca il ragazzo che indossa velocemente la giacca bianca iniziando a scendere velocemente le scale fino ad aprire la porta e trovandosi davanti quel cane: è di media statura, il pelo è giallo ed il collare verde mentre le orecchie, il naso e la coda sono neri.
Una fitta alla tempia costringe Roxas ad inginocchiarsi tenendosi la testa tra le mani.
[Porca Troia un’altra volta!]

È immobile, la schiena appoggiata ad un muro. L’ultima cosa che ricordava era quell’essere enorme e nero con cui aveva combattuto. Improvvisamente qualcosa di umido lo riporta alla realtà.
Quando apre gli occhi si ritrova in un vicolo circondato da case fatte di mattoni rossi con un cane giallo che gli leccava il volto.
[Dove sono?] Chiede stanco.
Il cane lo osserva per alcuni momenti ma poi un richiamo risuona nell’aria [Pluto!!!] richiamandolo dai suoi padroni.


Odia quegli strani Flashback: quello non era il primo e Roxas sa che non sarebbe stato l’ultimo. Erano iniziati pochi giorni dopo che erano arrivati su quel mondo e Xemnas gli aveva spiegato che probabilmente erano parte dei ricordi di Sora che erano entrati in lui insieme al suo potere e che si risvegliavano man mano che visitava posti e vedeva oggetti cari all’ex Custode del Keyblade. Inutile dire quanti ne avesse avuti sull’Isola dove Sora era cresciuto: aveva visto Riku, Kairi e gli altri, persone che non conosceva ma di cui conserva il ricordo.
Lentamente si rialza ancora tendendo ancora la testa con la mano destra.
[Pluto, eh? Mi vuoi spiegare cosa diavolo…]
Ma il cane è scomparso lasciando al suo posto una lettera con uno strano sigillo.
Roxas la raccoglie e la legge all’inizio lentamente poi sempre più in fretta per poi iniziare una rapida corsa: deve parlare con Xemnas.
  
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