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Autore: Giulia23    11/07/2013    11 recensioni
A causa della sua amica Bonnie, Caroline si ritrova catapultata nel passato al fianco di Klaus, Signore indiscusso dello Hampshire. Ma un'importante ed inattesa missione la attende e dovrà rimanere al fianco del suo nemico se vorrà portarla a termine.
< Non preoccupatevi Caroline, non vi farò del male.> non era un mostro, almeno non in quel senso. < Giurate.> sussurrò lei fissandolo negli occhi quasi per voler leggervi attraverso.
Klaus si trovò a rispondere ancor prima di riuscire a capire l’importanza e lo sforzo sovrumano che quella promessa avrebbe comportato.
< Giuro.>le disse sorridendole e facendo un passo verso la sua direzione. Questa volta Caroline non indietreggiò. No, era rimasta abbagliata da quel dolce sorriso. Il primo sincero e spiazzante sorriso che la ragazza aveva visto comparire su quel volto irresistibile.
Caroline annuì.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E poi non osate dire che non vi voglio bene! =) Sono riuscita a pubblicare tra uno studio e l’altro! Spero di riuscire ad emozionarvi con questo capitolo, questo è l’intento! Spero anche di essere riuscita a farmi perdonare per la settimana di assenza, quindi fatemi sapere se vi piace o se … beh saprete dirmelo alla fine! =) Quindi non mi rimane altro che augurarvi buona lettura!
 
 
 
Come era successo? Perché si trovava lì? Un attimo, prima di tutto dov’era “lì”?
Caroline si guardò attorno disorientata. Nessun riferimento vagamento familiare riuscì a tranquillizzarla. Diamine perché c’era tutto quel bianco?
La vampira si voltò di scatto coprendosi gli occhi con la mano, la luce era davvero abbagliante in quel luogo … ma certo, un altro sogno! Bonnie si era così indebolita da non riuscire nemmeno ad evocare un luogo a loro familiare? Diamine, si trovava in una maledettissima scatola bianca!
  < Caroline.> una voce la chiamò senza farle capire da dove provenisse. Ma quella non era Bonnie.
   < Chi è?> domandò in allarme la ragazza guardandosi attorno. Nessuno.
   < Ci dispiace dover intervenire, ma la situazione è diventata troppo complicata. Il futuro comincia a scivolare dalle nostre mani, si è oscurato.> una figura eterea apparve allora davanti a Caroline.
Una splendida ragazza dai lunghissimi capelli corvini e gli occhi di un verde smeraldo disumano, si avvicinò a lei. Portava una leggera veste bianca, legata da una fibbia argentata sopra la spalla. Era a piedi nudi ed era così bella da far sentire male persino Caroline. Sembrava una divinità greca. Almeno da quello che riusciva a vedere. Maledetta luce bianca! Ma non si poteva abbassare un pochino il voltaggio?
   <  Pensavamo di fare la cosa giusta rimandandoti indietro, ma la tua amica ci sta rendendo le cose troppo difficili. Ha aggiunto incognite che non potevamo calcolare.> si spiegò con aria dolce, sinceramente dispiaciuta quella strana entità.
  <  Sei uno Spirito?> domandò scioccata la vampira.
  <  Si, uno dei tanti. Ma mi hanno mandato a parlarti, pensavano mi avresti ascoltata.> quel tono dolce ed accondiscendente suonò alle orecchie della vampira stranamente familiare.
   <  Perché dovrei dar ascolto a te?> Caroline cominciava a sentirsi davvero fuori fase. Mandarla indietro nel tempo era un conto, fare casini con il suo cervello era un altro!
Solo allora la vista della vampira sembrò abituarsi alla luce, forse era stata proprio quella ragazza a farlo. A dire il vero con ogni probabilità era stata lei. La sua vista mise lentamente a fuoco la figura mentre la luce nella stanza sembrava affievolirsi. Finalmente …
Caroline rimase senza fiato a fissare la creatura che si ergeva davanti a lei. Sentì il cuore stringersi in una morsa straziante.
 < Elena.> sussurrò senza parole la vampira. La sua amica era …morta?
Gli occhi di un verde brillante la fissarono inespressivi. L’unica nota che stonava sul volto familiare, erano proprio quegli stupendi ed innaturali occhi verdi, ma era lei …era Elena, non c’erano dubbi.
Caroline sentì le lacrime salirle agli occhi ed il respiro mancarle. Non poteva essere morta, non Elena.
 < Come?> domandò senza voce la vampira sentendo tutto il mondo attorno a lei cadere. Nulla aveva più senso se lei era morta. Quella missione non era servita a nulla.
 < Non sono la tua amica Caroline. Elena è ancora viva. Io sono Tatia.> spiegò con fare calmo la ragazza.
Elena era viva! Era viva! Una gioia immensa le riempì il cuore facendole abbassare la guardia. Un respiro affannato le uscì dalla bocca, non si era nemmeno accorta di aver smesso di respirare fino a quel momento.
 < Diamine! Potevi dirmelo prima di farmi venire un infarto!> bofonchiò irritata la vampira contro Tatia. Tatia … Perché quel nome le suonava stranamente familiare?
 < Sono stata una degli Spiriti che più ha approvato l’idea di mandarti da Klaus ma … non pensavamo il rischio sarebbe diventato così alto. Non sapevamo dell’Espressione.> continuò a parlare Tatia avvicinandosi a Caroline.
La vampira fece un passo indietro.  < Cosa c’entra l’Espressione? Cosa sta facendo Bonnie, come sta? E soprattutto cosa vorreste adesso voi da me? Voi fate i casini ed io dovrei sistemarli?>  domandò seccata.
 Tatia accennò un mezzo sorriso divertito. Poteva capire cosa Klaus trovasse di tanto speciale in quella ragazza.    <   Mi dispiace, ma devi tornare a casa. Ora.> disse lo spirito allungando una mano verso di lei.
Caroline la fissò indignata e scrollò la testa.   <   Io non verrò da nessuna parte con te! Sono vicina al mio obiettivo, Klaus sta cambiando! Klaus è cambiato! Dovete lasciarmi spiegare come stanno le cose, lui capirà! Non farà del male a nessuno, posso cambiare il futuro!>
Tatia la fissò con aria contrita, ma serena.    <  Anche io pensavo di essere riuscita a cambiarlo Caroline … ma Klaus…>
Ma certo! Tatia … la doppelganger originaria. La donna che Klaus aveva amato da umano e suo padre aveva ucciso per la sua trasformazione. Stefan gliene aveva parlato.
  <   Tu non lo conosci!> rispose secca la vampira. Non sapeva bene il perché ma, si sentiva improvvisamente ostile verso quella ragazza, spirito o quello che era!
   <  Caroline, Bonnie sta cercando di entrare in contatto con te e si è affidata all’Espressione per farlo. Lo hai detto proprio tu, c’è qualcosa di strano nell’aria … è l’incantesimo della tua amica. La sua magia è molto potente. Si sta spingendo troppo in là e non sappiamo fino a che punto può arrivare. Hai fatto il tuo lavoro amica mia, ora sta a Klaus capire e mutare.> E dicendo questo Tatia apparve all’improvviso di fronte a Caroline e le posò una mano sulla guancia.   <  Mi dispiace.> sussurrò lo spirito.
  <  NO!> gridò Caroline facendo un passo indietro che sembrò farla precipitare in uno strapiombo senza fine.
Stava precipitando nel buio più assoluto e poi … una sverzata, una scossa improvvisa e tornò a respirare.
Contro ogni aspettativa si ritrovò seduta su un letto. Il respiro affannato e la fronte sudata, si sentiva sfinita.
Dov’era?
Una mano calda scivolò lungo la sua schiena ed un bacio si posò dolce sul suo collo.
  <  Caroline va tutto bene. Era solo un incubo.> le sussurrò Klaus con aria rilassata.
Caroline voltò il viso per guardarlo e notò come il tono dolce della sua voce contrastava con la preoccupazione che gli increspava la fronte.
  < No, non lo era.> disse la vampira ancora con il fiato corto mentre intrecciava gli occhi a quelli di Klaus.
L’ibrido si portò a sedere poco più avanti e posandole una mano sulla spalla e l’altra sulla guancia la fece voltare verso di lui.
   < Cosa è successo?> le domandò preoccupato, ma perentorio.
   < Mi hai riportata indietro.> sussurrò Caroline realizzando solo in quel momento quello che era accaduto.
    < Stavi urlando, ti ho svegliata. Volevo porre fine al tuo brutto sogno.> le spiegò con semplicità l’ibrido mentre le accarezzava il collo.     <   È tutto finito, sei con me adesso.> le sussurrò dolcemente contro un orecchio.
La mano calda dell’ibrido scivolò lungo la sua schiena nuda, facendola accendere di un desiderio dirompente e mai sopito. Non quando era con lui, stramaledettamente bello e seducente seduto in quel letto enorme, a petto nudo e con un semplice lenzuolo bianco  a coprirgli distrattamente il bacino.
   <  Non vale però…> sussurrò più a se stessa che a Klaus. Doveva riflettere su quello che era appena successo, non farsi stregare nuovamente da quel maledetto Adone.
Klaus si accese in un sorriso rilassato e sarcastico mentre posava un gomito sul ginocchio alzato e la fissava con aria poco, meglio dire per nulla, innocente.
 <  Cosa non sarebbe giusto? > le domandò con aria divertita.
Caroline rispose al suo eccesso di sicurezza con una smorfia ed una mezza linguaccia, facendolo scoppiare a ridere. Dannazione doveva riflettere non mettersi a flirtare con lui!
  < Cosa è successo?> domandò l’ibrido notando l’espressione pensierosa e preoccupata della vampira. Aveva immediatamente abbandonato ogni traccia di ilarità, era divenuto in un attimo attento e protettivo.
Caroline aveva qualcosa che non andava, doveva aiutarla.
  < Non lo so … un brutto sogno forse o …> pensò ad alta voce la vampira mentre si portava a sedere poggiando la schiena contro la spalliera intarsiata del letto. Si strinse distrattamente il lenzuolo attorno al petto, un gesto più che altro abitudinario e non pudico. Non si sentiva minimamente imbarazzata quando era con Klaus, persino così. Era strano, non c’era nulla di perverso o sporco … erano solo loro due, si completavano in modo così naturale da apparire favolosamente semplice. Si stavano semplicemente amando.
Klaus si voltò a guardarla, le scostò un boccolo ribelle dal viso, portandolo dietro il suo orecchio e le sorrise. Rassicurante e dolce, così perfetto da farla sorridere a sua volta senza nemmeno accorgersene.
  < Klaus … So che ti sembrerà una domanda strana, ma … cosa sai dirmi di Tatia?> domandò senza pensarci troppo la vampira. Se lo avesse fatto, sapeva benissimo che non avrebbe mai trovato il coraggio di rivolgergli quella domanda.
L’espressione rilassata di Klaus mutò in un secondo. L’ibrido sembrò paralizzarsi l’istante preciso in cui aveva sentito pronunciare quel nome dalle labbra di Caroline. Profonde rughe di sconcerto gli segnarono la fronte contratta e dopo aver fissato con aria tesa la vampira, si passò nervosamente una mano tra i capelli sospirando.   <  Come fai a sapere di lei?> domandò con aria quasi rassegnata. Caroline sapeva evidentemente molto della sua vita, cosa a dir poco particolare. Ma la cosa che in realtà lo infastidiva era non sapere ancora nulla del come e soprattutto del perché la sua dama sapesse tutto quelle cose su di lui.
  <  Te l’ho già detto … non sono una sprovveduta.> osservò la vampira con aria seria. Sentiva lo stomaco contorcersi dolorosamente. E se stava facendo un enorme sbaglio parlando a Klaus del suo incubo? Rivelandogli troppo?
Forse il problema era un altro … non sapeva cosa fare. Non si sarebbe mai aspettata di doversi ritrovare a fare i conti con i suoi sentimenti, tanto ben repressi in precedenza, dopo aver per di più combinato un bel pasticcio. Era andata a letto con Klaus … in realtà lo era ancora!
Poteva parlargli del futuro? No, non avrebbe potuto capire, si sarebbe infuriato … e allora? Se veramente gli Spiriti volevano farla tornare al futuro come spiegare la sua imminente scomparsa a Klaus? Ah per non parlare del problema con la P maiuscola del confrontarsi con un Originale infuriato nel futuro …
“Maledizione, cosa devo fare?” pensò la vampira tra sé e sé.
  < Caroline Tatia è vissuta Cinquecento anni fa e …> non voleva delle vere spiegazioni. No, in realtà le voleva e come, ma desiderava fosse Caroline a dargliele di sua spontanea volontà. Klaus lasciò cadere la frase a metà. Non si sentiva minimamente preparato ad affrontare quella conversazione con lei. Non pensava a Tatia da tanto tempo ormai.
 < Ho le mie fonti, diciamo così.> si giustificò Caroline accennando un sorriso tirato. Non poteva continuare a dargli le stesse trite e contorte risposte, non se voleva risolvere quella situazione.
 In un istante di pieno sconforto Caroline sospirò pesantemente portandosi le mani sulle tempie e posando la testa sulle ginocchia rialzate. Non poteva farcela, no non poteva assolutamente. La situazione  si stava tramutando in un vero delirio. Aveva fatto l’amore con Klaus! L’amore!
Tyler. Un pensiero negativo aggiunto ad altri pensieri negativi gli squarciò la mente e la vampira cominciò a sbattere ripetutamente la fronte contro le ginocchia.
Aveva tradito Tyler, aveva tradito Tyler.
 “ Beh tecnicamente voi due non state più insieme!” le suggerì una vocina nella sua testa.
“ Taci e lasciami crogiolarmi nel mio senso di colpa!” la ammonì mentalmente la ragazza.
Si sentiva irritato e una spiacevole sensazione di sfiducia si era insinuato in lui nei riguardi di Caroline dopo l’ennesimo enigma, ma vederla capitolare sotto il suo sguardo non poteva non spingerlo a rassicurarla. Lei era la sua Caroline, nessuno gli avrebbe fatto del male. Doveva saperlo.
  < Caroline, andrà tutto bene. Ci sono io con te … > le sussurrò Klaus con tono amorevole mentre l’afferrava per le spalle e la obbligava a guardarlo.
 Un triste e lacerante dubbio dilaniò in cuore di Klaus.  <  Se avete ripensamenti o state male per quello che è successo questa notte … > non riusciva a trovare altre parole. Il dolore gli aveva bloccato il respiro.
  < No!> urlò quasi Caroline ritrovando la sua grinta.   <  No, e smettila di darmi del voi.> lo rimproverò col sorriso sulle labbra la vampira. Un sorriso mille volte più smagliante comparve sul volto di Klaus, abbagliandola. L’ibrido si portò di schiena contro i soffici cuscini e afferrando Caroline per la vita la fece sdraiare affianco a lui. La baciò con dolcezza, le sorrise gioviale ed allegro e la strinse con più forza contro il suo petto.
Caroline scrollò la testa sorridendo del suo folle ed innamorato ibrido e posò la testa sulla sua spalla per poterlo guardare negli occhi.
  <  È solo che … ho sognato Tatia. O meglio credo che lei sia venuta realmente, per così dire, nel mio sogno. Mi ha detto delle cose … vorrei solo sapere se posso fidarmi di lei. Tu la conoscevi … > confessò infine la vampira. Klaus meritava di sapere. Magari non tutto, tutto, ma un pochino. Che male avrebbe fatto no?
  <  Sognato Tatia? Perché mai lei dovrebbe venire a parlare …> la domanda morì sulle labbra dell’ibrido che persero le dolci increspature del sorriso. C’era solo un motivo per il quale Tatia sarebbe andata a cercare Caroline, avvisarla.
  <  Non posso dire di lei cose positive, tantomeno negative. Ne ero innamorato, con la sua dolcezza e la sua bontà era riuscita ad ammaliarmi, ma ha anche saputo tradirmi e spezzarmi il cuore. Quindi non so cosa rispondere amore, ma … quello che penso ti abbia detto è vero. Il suo sangue ha permesso la trasformazione dei miei fratelli e la mia, ma non siamo stati noi a volerlo. Ho sofferto della sua morte, ma non come il mio cuore da immortale avrebbe dovuto. Non ne ero più in grado. E come avrai ben capito non ho mai saputo reagire bene all’essere tradito dalle persone che amavo. Ho semplicemente smesso di provare qualsiasi tipo di sentimento per una persona che mi aveva ingannato e ferito andando persino a letto con mio fratello Elijah. E se lei è venuta ad avvisarti, ad intimarti di fuggire via da me … potrei capirla. Ma Caroline, tu non sei Tatia ed io ti amo come non ho mai amato lei o nessun'altra. Non sopporto l’idea di vederti piangere come potrei sopravvivere alla tua morte? E la cosa mi infastidisce e mi terrorizza allo stesso tempo. Non mi è mai piaciuto avere punti deboli ed ora … il mio unico punto debole sei tu.>  Klaus chinò il viso per guardarla con aria distesa ma provata. Le accarezzò il viso con la mano libera e si perse a fissare ogni piccolo dettaglio di quel viso angelico, il viso della ragazza che lo aveva salvato da se stesso.
  < Sai come far sentire speciale una ragazza.> scherzò con aria sognante la vampira. Si sentiva stranamente e piacevolmente in imbarazzo. Diavolo, si sentiva felice come mai prima nella sua vita.
   < Mi hai salvato da me stesso Caroline … non potrei mai smettere di ripeterti quanto unica ed assolutamente stupenda tu sia per me in tutto quello che fai, in tutto quello che sei.>  esprimendo a parole il pensiero che poco prima gli aveva scaldato il cuore.
   < Klaus … io … non so cosa dire.> confessò la vampira mentre sentiva il cuore esploderle dal petto e la testa farsi troppo pesante. Oddio, lei sapeva cosa provava per lui, ma non poteva dirglielo! Non ne era sicura e poi … quanto sarebbe riuscita a farlo soffrire dicendogli che lo amava per poi tradirlo il giorno seguente? Non che volesse farlo, ma se la situazione lo avesse imposto … Ah basta pensare!
   < Non dire nulla allora. So aspettare Caroline e per te aspetterei per sempre. > proferendo le più dolci parole che Caroline avesse mai sentito in vita sua, Klaus si chinò per baciarla teneramente prima di stringerla con ardore tra le sua braccia ed approfondire il contatto tra i loro corpi intrecciati.
   <  Aspetta, aspetta! > bofonchiò Caroline tra un bacio e l’altro.
Klaus si scostò immediatamente da lei, allentando la presa.   <  Che c’è?> domandò allarmato.
  <  Ho bisogno di spiegarti almeno qualcosa. Io voglio spiegarti, ma … ho paura di creare un bel casino, ho paura di … perderti.> ed eccola l’amara verità. Era sgorgata fuori senza che lei e ne rendesse veramente conto. Lei non voleva ferirlo, non voleva tradirlo per poi vederlo scomparire dalla sua vita.
Caroline si sollevò dal letto usando la velocità vampiresca… doveva dirgli quelle cose con dei vestiti addosso diavolo! Almeno quello!
Ma quando la vampira afferrò la sua vestaglia di seta dal divano in pelle bordeaux, su cui poche ore prima Klaus l’aveva letteralmente lanciata, la mano dell’ibrido la strinse bloccandogliela.
Caroline tentò di voltarsi per guardarlo stizzita, ma Klaus la afferrò per un fianco e con un violento strattone fece aderire il corpo della vampira al suo. La vampira avvertì contro la sua schiena, il calore della pelle dell’ibrido ed istintivamente lasciò cadere a terra la sua sottoveste.
   < Cos..?> ma la domanda si perse sulle labbra di Caroline quando Klaus scese a baciare il suo collo, scostandole dolcemente i capelli.
   < Chi ti ha mai detto che potevi scendere dal letto?> le domandò maledettamente seducente.
Caroline cercò di trattenere un gemito di piacere quando le mani ruvide di Klaus scesero voraci lungo i suoi fianchi, fino alle sue cosce. Cosa aveva in mente, farla impazzire?
  <  Klaus non hai capito quello che ti ho detto?> domandò in un sussurro la vampira mentre sentiva le mani dell’ibrido vagare lungo il suo corpo. Chiuse gli occhi sperando di riuscire a trovare la concentrazione per mandarlo al diavolo, ma era stata decisamente una pessima idea.
   <   Oh si che capito amore, e voglio ascoltare tutto quello che hai da dire. Ma non voglio che tu ti rivesta. È ancora notte, la nostra.> quel tono di voce rauco ed autoritario le fecero venire la pelle d’oca. Ah al diavolo tutto!
Caroline si voltò usando la super velocità, si scagliò  vorace contro le labbra di Klaus e con tutta la forza che sentiva scorrerle nelle vene, lo scaraventò letteralmente contro il muro.
Klaus la fissò eccitato, accennando un risolino. Era stata una frazione di secondo, a Caroline sembrò di non aver mai allontanato le sue mani dal corpo marmoreo di Klaus ed in un attimo fu addosso a lui. Selvaggia e bramosa come non lo era mai stata in vita sua, si lasciò gettare sul divano dall’ibrido mentre in un gemito di piacere sentiva affondare i suoi canini nel collo.
 < Caroline?> sentì la voce di Klaus titubante, intimidita ma stranamente speranzosa. Faceva bene ad esserlo, la cosa non l’aveva per niente infastidita.
 Klaus allontanò la sua bocca dal collo della vampira e si sollevò per guardarla con aria felice ma eccitata. Era stato un attimo di assoluto black out. Sentirla così selvaggia, desiderosa gli aveva fatto perdere del tutto il controllo. Voleva farla sua in ogni modo possibile. E a lei la cosa non dispiaceva a quanto pare.
Le offrì il suo polso, avvicinandolo alla bocca della ragazza. Non una parola, non una domanda. Quello sguardo magnetico la faceva sentire stranamente al sicuro.
Ma c’era qualcosa di più … lui voleva che anche lei potesse possedere ogni parte del suo corpo, la sua anima, il suo cuore, la sua mente. Se doveva gettare al diavolo secoli di egoismo, freddezza e solitudine … voleva farlo con lei, e voleva farlo per bene.
In un secondo Caroline affondò i denti nel polso di Klaus, lasciandosi invadere da quella stupenda sensazione. Il sangue caldo, vivo e maledettamente buono del suo ibrido.
Quando la vampira sentì i canini di Klaus affondare nuovamente nel suo collo, spinta da una bramosia che mai l’aveva invasa prima, lasciò andare il polso dell’amante e si scagliò anche lei contro il suo collo.
Fecero l’amore così … intrecciati gli uni agli altri.
 
 
 < Meno male che dovevamo parlare.> osservò con un sorrisino Caroline mentre stesa sul letto si beava della vista di un Klaus completamente nudo al chiarore del sole. L’alba era arrivata troppo presto.
Klaus indossò velocemente i pantaloni di pelle della sera precedente e si voltò per rivolgerle un sorriso complice.
  < Beh non mi sembra che ti sia dispiaciuto.> osservò scoppiando a ridere.
Caroline incrociò le braccia al petto e si sistemò diligentemente il lenzuolo attorno al corpo.
  < Disse quello che mi ha praticamente violentata! E se poi se è stato così sgradevole non preoccuparti, non vedrai mai più un solo centimetro di tutto questo.> gli rispose stizzita la ragazza.
Usando la super velocità Klaus fu subito al suo fianco e posandole leggero un dito sull’incavo dei seni le rivolse un sorriso sornione.  <  Non ho mai detto questo e lo sai … E poi non è un segreto che non riesco a resisterti.> Le sue dita scivolarono seducenti un po’ più in giù quasi a sancire la verità di quelle parole.
Un sorriso sfuggì al controllo della vampira, che voleva fare ancora per un po’ la finta offesa con lui.
  < E poi io non mi approfitterei mai di una fanciulla indifesa, sono un gentiluomo. La stessa cosa non si può dire di te, lasciami pensare … chi è stato a violentare chi, stanotte? Se mi desideravi così ardentemente bastava dirlo, sai che non ti avrei mai negato… > ma prima che Klaus potesse finire di prenderla in giro, Caroline afferrò uno dei cuscini che aveva incastrato tra la spalliera e la sua schiena e lo gettò in faccia a Klaus soffocandolo.
   < Cosa vorresti dire?> cercò di urlare Caroline mentre lottava col suo ibrido, che tentava di liberarsi dal cuscino. Difficile visto che lei si era praticamente messa a cavalcioni su di lui per tenerlo sotto scacco.
   < Sai che non posso morire soffocato vero? > bofonchiò Klaus mentre alzava le mani in segno di resa. O quasi.
  < Oh non si sa mai, vale la pena provare.> gli rispose ridendo la vampira.
  < Ah questo è troppo!> sentì dire da Klaus prima di ritrovarsi di schiena sul materasso, sovrastata dall’ibrido che con una mano teneva minacciosamente sollevato il cuscino sopra la sua faccia, guardandola con aria sbarazzina.
Caroline lo fissò spaventata, mentre Klaus le rivolgeva un sorriso da vero e proprio vincitore. Scoppiarono entrambi a ridere come due bambini mentre l’ibrido posava il cuscino al suo fianco. La sua attenzione fu catturata dalla ferita che ancora si stagliava sul collo di Caroline.
  <  Ancora non si è rimarginata, è strano.> mormorò Klaus mentre le sfiorava il collo con aria pensierosa.
  < Non fa male, a dire la verità non so più da quando non bevo un bel bicchiere di sangue. Beh intendo da quando …> un sorriso malizioso increspò le labbra della ragazza, mentre si sentiva un po’ arrossire. Klaus la guardò e le rivolse un sorriso complice e tenero, prima di tornare a guardare la ferita. Sapevano perfettamente entrambi a cosa si stava riferendo.
  < Dopo il colloquio con i miei fratelli andremo un po’ a caccia nel bosco. Non puoi ridurti in questo stato.> la rimproverò dolcemente l’ibrido.
  < Si, signor capitano.> rispose scherzando la vampira mentre Klaus si sollevava dal letto per indossare una camicia pulita.
  < Ah lo dici come se fosse vero.> disse l’ibrido prima di scoppiare in una risata sonora.
  < Quando tornerai…> Caroline lasciò in sospeso la frase, insicura se completarla o no.
  < Parleremo.> le sussurrò contro le labbra l’ibrido. Quella super velocità le stava facendo venire il mal di stomaco.  < Di tutto Caroline. È l’alba in fondo.> le disse prima di portare una mano sul suo viso e baciarla languidamente. Quando la lingua di Klaus si insinuò maliziosa e seducente nella sua bocca Caroline si costrinse ad allontanarsi da lui.
  < Va’ o non raggiungerai mai i tuoi fratelli.> sussurrò contro quelle labbra carnose e seducenti. Klaus accennò un risolino e dopo averle dato un lungo e profondo bacio si indirizzò verso la porta.
  < Sarai qui ad aspettarmi?> le domandò all’improvviso Klaus, voltandosi a guardarla.
  < Se non ci metterai troppo …> gli rispose la ragazza, facendolo sorridere ancora una volta prima di tornare ai suoi doveri.
 
 
Meglio non rimanere da sola a pensare, Caroline scese dal letto ed indossò il vestito della sera precedente. Era ancora stupendo, un po’ bruciacchiato e sporco di fumo, ma perfetto. Le ricordava vagamente il vestito che Klaus le aveva regalato la sera del ballo a casa Mikaelson, quando tutta la sua famiglia era finalmente riunita. Klaus aveva davvero riposto tanta speranza in quel ricongiungimento col senno di poi. L’ennesimo tradimento e come diceva lui, non riusciva a perdonare chi lo tradiva. Cosa che non la stava affatto rincuorando!
Caroline scrollò la testa ed uscì dalla camera di Klaus per raggiungere la sua,  doveva assolutamente farsi un bagno e sicuramente cambiarsi d’abito.
“Ok, guarda i tuoi piedi! Guarda i tuoi piedi Care e veloce come un treno …un attimo, sono un vampiro!” Caroline si diede uno schiaffo in fronte e sfruttando la sue doti soprannaturali si indirizzò come una scheggia nella sua stanza.
Ma la corsa non andò come sperato. Un giramento di testa la costrinse a chiudere gli occhi e l’attimo dopo si trovò nella gabbia d’acciaio che le braccia di Elijah avevano formato attorno a lei.
  < Oh scusate Elijah.> sussurrò imbarazzata la vampira mentre alzavo la testa per guardarlo.
  < Dove andavi così di fretta?> le domandò Rebekah che si trovava al fianco del fratello. Stavano andando all’incontro impostogli da Klaus.
Perfetto c’era anche Rebekah? Ci mancava solo Kol e tutta la famiglia al completo avrebbe saputo della sua notte passata con Klaus.
  < State bene Caroline?> le domandò preoccupato l’Originale mentre la aiutava a rimettersi dritta.
  < Oh si, un …giramento di testa. > bofonchiò la ragazza, ricambiando la gentilezza dell’amico con un sorriso.
  < Da quanto non ti nutri?> le domandò allora Rebekah posandole una mano sul braccio.
Caroline la guardò stralunata e rimase a bocca aperta a fissarla.   
  < Cosa?> domandò allora stizzita l’Originale.
 Elijah scoppiò a ridere, ma da vero gentiluomo si coprì la bocca prima di smetterla immediatamente quando entrambe le bionde si voltarono a fissarlo con astio. Quelle due si assomigliavano così tanto da riuscire a metterlo quasi a disagio.
 < Forse Caroline non si aspettava tanta premura da parte tua, sorella.> osservò allora Elijah, sperando di far tronare l’attenzione sulla questione.
 < Non è premura. Mi sta ancora antipatica, ma Nik stamattina è venuto a tirarmi giù dal letto con un enorme sorriso sulla faccia … Non lo vedevo così da tanto tempo. E poi mi ha salvato la vita, solo per questo non ho intenzione di dirle che i suoi capelli sembrano un groviglio di rovi!> sbottò Rebekah contro il fratello.
Del tutto inaspettatamente Caroline scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di Elijah e della sorella.
I fratelli di Klaus l’avevano beccata a sgattaiolare via dalla sua stanza dopo una notte di fuoco ed ora …questo! Rebekah che nel suo strano modo le diceva che le era grata … in che strana epoca era finita?
 < Io … io vado.> riuscì a dire tra le risa la vampira mentre si allontanava, reggendosi lo stomaco. Elijah e Rebekah rimasero a guardarla accennando il medesimo sorriso. Quella ragazza non poteva non attirare chiunque le orbitasse attorno.
 
 
Ok, non poteva stare tutto il giorno chiusa in camera sua ad aspettare il ritorno di Klaus! Lei non era quel tipo di ragazza, non lo era mai stata! Aveva una sua vita in fondo! Beh in quell’epoca più o meno, ma Klaus ci stava mettendo davvero tanto e a lei non andava di non fare niente. Doveva pensare.
Caroline nascose il pugnale nella sua giarrettiera e sospirando pesantemente decise di uscire dalla sua stanza per andare a fare una passeggiata negli splendidi giardini del castello. Dopo il bagno e l’attacco isterico dovuto all’atteggiamento di Rebekah era riuscita a calmarsi, ma aveva bisogno d’aria pulita, voleva camminare, correre. Non le sarebbe dispiaciuta nemmeno una cavalcata su O’Hara a dire il vero.
Aveva bisogno di riflettere. Dopo quella notte era cambiato tutto. Tutti i suoi magnifici piani erano semplicemente divenuti anacronisti. Nel giro di quanto? Due mesi?
Non poteva addormentare Klaus, lei non voleva tradirlo. Forse sarebbe riuscita a spiegargli ogni cosa, a tornare a casa e … a fare cosa?
Rincontrare Klaus dopo cinquecento anni ,trovando un futuro completamente diverso? Magari peggiore?
Non appena fu uscita dall’immenso portone principale il sole le riscaldò la pelle, doveva quasi essere mezzogiorno. Klaus ed i suoi fratelli stavano parlando da ore oramai. Sperava solo che ci fosse realmente una soluzione al problema di Mikael. Mikael …
Klaus non avrebbe mai rinunciato a diventare un ibrido a tutti gli effetti. Era questa la triste verità che le attraversò la mente, se lo avesse fatto per di più avrebbe rischiato di compromettere il futuro fino al punto che …No!
Caroline si paralizzò al pensiero che le aveva attraversato la mente. Klaus era riuscito ad uccidere Mikael aiutato dai suoi ibridi, quando lui era un ibrido a sua volta. Sicuramente più forte del padre a quel punto …
E se non attivando la sua parte di lupo latente fosse … morto? L’ennesimo scontro con suo padre, o forse il primo dopo secoli lo avrebbe portato alla sua fine senza possedere un potere maggiore, acquisito grazie alla morte di Jenna ed Elena. Grazie a quel maledetto rituale.
La vampira si portò una mano al petto per stringerlo convulsamente. Aveva cominciato a farle male, di un dolore così forte da toglierle il respiro.
Non c’era soluzione, questa era la verità.
Confessargli ogni cosa avrebbe portato solo a due intolleranti conseguenze: nel caso in cui per il bene di Caroline non avesse ucciso le sue amiche, alla morte di Klaus; e se invece non vi avesse rinunciato … Caroline non avrebbe mai potuto perdonarlo.
Non c’era via d’uscita. Caroline corse verso le stalle, non sapeva dove era riuscita a trovare le forze per fare quello scatto, a dire la verità voleva usare la sua super velocità per andare da O’Hara, ma si sentiva così stanca da non esserci riuscita.
Il suo splendido stallone nitrì gioioso non appena la vide e Caroline, dopo aver aperto il cancelletto, si gettò con le lacrime agli occhi ad abbracciarlo.
Lo stallone posò il muso sulla schiena della vampira e con uno strattone sembrò stringerla più a sé. Caroline scoppiò allora a ridere mentre le prime lacrime le solcavano il viso.
 < Tranquillo O’Hara, sto bene.> gli rispose la vampira sorridendo e stringendo la presa attorno al collo del cavallo, per abbracciarlo meglio.
Dopo un lungo abbraccio, Caroline si scostò dallo stallone e si asciugò frettolosamente le lacrime. Oddio stava morendo di fame. Si sentiva stanchissima, come non lo era mai stata da quando era diventata un vampiro. E quello strano dolore al petto …era ufficiale anche per lei lo stress aveva un limite!
 < Non so cosa fare O’Hara. È diventato tutto così complicato ed ora ci si sono messi anche gli Spiriti. Ho paura ad addormentarmi … potrebbero portarmi via. Non che io non voglia tornare a casa ma… Klaus? Come potrebbe interpretare la mia scomparsa? Forse non dovrei dirgli nulla, nel futuro lui potrebbe saper interpretare il tutto da solo. Non sarebbe la prima volta che tradisco la sua fiducia lì, forse a Mystic Falls saprebbe perdonarmi …> confessò la vampira mentre faceva scorrere le briglie sulle orecchie del suo cavallo. Allacciò per bene la sella e portò O’Hara fuori dalla stalla mentre gli accarezzava amorevolmente il muso. Vedere fino alla nausea “Via col Vento” si era rivelato più che utile alla fine, era riuscita a sellare un cavallo tutta da sola!
Caroline sorrise a quel pensiero ma dopo un sussulto, rimase paralizzata alla vista di Kol.
Era a braccia incrociate, posato contro il tronco di un albero con un sorriso sadico e sinistro sulla bocca. La stava fissando come un lupo fissa la sua preda.
  < Avete … avete finito?> domandò la vampira cercando di ostentare tranquillità. Non sapeva perché, ma si sentiva il cuore in gola.
 < Oh si, è stata una conversazione interessante.> sibilò quasi Kol, scostandosi dal suo precedente appoggio per avvicinarsi alla vampira.
Caroline riprese a camminare, portando con sé O’Hara.  <  Avete trovato qualche soluzione al problema?> non sapeva perché ma una parte di lei le ripeteva nella testa di farlo parlare.
  <  Di quale dei molti problemi che hai portato nella nostra vita parli, milady?> domandò malizioso l’Originale mentre si parava davanti a lei. O’Hara sembrò contrariato dalla sua apparizione e tentò di dimenarsi, ma Kol afferrò le redini del cavallo facendolo arretrare.
 < Scusate dovrei darvi del voi.> il tono sarcastico della sua voce la fece rabbrividire, ma Caroline sollevò fieramente il viso e lo fissò orgogliosa. Non esisteva sulla faccia della Terra che un uomo riuscisse a spaventarla!
  < Non ce n’è bisogno, mi basterà darti del tu a mia volta.> rispose piccata la ragazza.
Kol la fissò con aria furente, ma accennò un sorriso di circostanza all’angolo della bocca. “Colpito e affondato!” pensò Caroline.
 < Ora…se non ti dispiace.> la vampira strattonò le redini per toglierle dalle mani dell’Originale e fece un passo avanti, per superarlo.
Kol la afferrò rudemente per un braccio, obbligandola a voltarsi di scatto.
 < Oh non andrai proprio da nessuna parte. Il mio soggiorno forzato mi ha illuminato su parecchie cose. Sapevi che il tuo adorato Klaus non è altro che un matricida? Oh e per di più bugiardo … Tutti questi secoli di fuga quando lui era l’unico che meritava di morire.>  Con un altro violento strattone Kol la fece aderire al suo corpo, contornandole le braccia con le proprio. L’aveva completamente immobilizzata.
Caroline lo fissò scioccata. Mikael era riuscito a portare dalla sua parte Kol dicendogli la verità sulla morte della loro madre. Non poteva credere al fatto che Kol ci avesse creduto senza sforzo. Certo, era la verità ma voltare faccia così repentinamente era pazzesco persino per lui.
 < È inutile fare questa faccia Caroline, anche tu a quanto pare non sei una santarellina. Non è la mossa più intelligente del mondo confessare i propri peccati ad un cavallo. Qualcuno potrebbe sentire!> le sussurrò in un orecchio prima di scoppiare in una sadica risata.
Non aveva più voce, quella presa ferrea le stava bloccando il respiro e lo shock non la stava aiutando a reagire.
Aveva provato a liberarsi ma non era riuscita a smuoverlo di un centimetro. Si sentiva come un piccolo uccellino indifeso tra le ferree fauci di un mostro.
  <  Cosa volete fare? Tradire la vostra famiglia … per Mikael?> riuscì a sibilare Caroline in preda al terrore.
Kol la fissò malizioso e fece scorrere una mano sul suo seno e poi giù fino alle sue cosce della ragazza.
  < Oh non prima di averla fatta pagare a Klaus a modo mio.> le ringhiò contro l’Originale mentre i suoi occhi divenivano rossi ed i canini si allungavano.
Caroline tentò di urlare ma Kol la scaraventò contro il muro del palazzo, spezzandole il respiro e sfruttando la velocità vampiresca fu addosso a lei in meno di un secondo.
Le coprì la bocca con una mano, mentre con l’altra la teneva inchiodata al muro ed affondò i suoi denti nel tenero collo della vampira.
Non era stato per nulla piacevole come lo era stato con Klaus.
 Kol affondò i canini in profondità facendole oscurare la vista per il dolore e dopo uno strattone aveva cominciato a mordere e succhiare con avidità, affondando le sue fauci ad ogni movimento della ragazza. Sembrava un animale furibondo che stava squarciando il collo del proprio avversario, per ucciderlo selvaggiamente.
 Era spacciata, ma non poteva arrendersi … non lo avrebbe mai fatto nonostante si sentisse sul punto di perdere conoscenza.
Caroline provò a mordere la mano che le teneva la bocca serrata e contro ogni aspettativa ci riuscì. Kol si staccò da lei di scatto e senza alcuna delicatezza. Imprecò fissando la sua mano insanguinata mentre Caroline faceva appello a tutte le forze che le erano rimaste per urlare.
 <  Aiuto.> voleva chiamare Klaus ma … Kol sapeva di lei, del futuro. Aveva ascoltato tutto e senza un motivo del tutto razionale aveva deciso che non avrebbe voluto vedere Klaus invischiato in quel casino. Doveva farcela da sola, doveva proteggerlo. Doveva proteggere loro due e per farlo doveva proteggere il suo segreto.
Kol la afferrò per la gola l’istante dopo, strozzando il suo grido disperato che in realtà era stato un sussurro.
Le gambe le cedettero e si ritrovò senza sapere come a terra. Il dolore alla guancia le fece capire che Kol doveva averle dato uno schiaffo.
L’Originale si avventò su di lei, bloccandole le braccia sopra la testa con una mano sola.
 < Mi hai fatto arrabbiare ora Caroline. E pensare che volevo farti morire velocemente …che brutta reazione, eppure se non sbaglio stanotte con Klaus non hai fatto tutte queste storie.> le ringhiò in un orecchio Kol mentre con la mano libera le sollevava la gonna del vestito.
Cosa voleva fare?
In un attimo di panico assoluto Caroline riuscì a divincolarsi dalla sua presa, l’adrenalina le scorreva in circolo così veloce da farla sentire stordita.
Kol la fissò furente, nella mano stava stringendo qualcosa … “oh mio Dio!” pensò Caroline scioccata.
Era la sua giarrettiera, strappata.
Si voltò per seguire lo sguardo infuriato di Kol, stava fissando il pugnale che era caduto poco a pochi metri da lei. Dopo un ringhio furibondo, l’Originale si buttò contro la vampira che aveva cercato di afferrare l’arma. L’unica che sarebbe riuscita a metterlo fuori gioco per troppo tempo.
Prendendola per la gola la sollevò senza sforzo e la inchiodò al muro, soffocandola. Strinse allora le dita attorno al suo collo fino a perforarle la pelle.
Era finita, era veramente finita. Caroline sentiva le forze abbandonarla, si sentiva pesante come un macigno mentre il suo respiro irregolare sembrava bruciarla dall’interno come fuoco rovente. Tragica e violenta … questa sarebbe stata la sua morte. In un luogo dove i suoi amici e la sua famiglia non esistevano, non avrebbero potuto seppellirla, non avrebbero nemmeno avuto una lapide su cui piangere. Non era giusto.
Senza nessun preavviso la presa ferrea di Kol cessò di stritolarle la gola, Caroline precipitò a terra accasciandosi e notò che l’Originale era inginocchiato davanti a lei, con le mani tra i capelli ed una espressione più che sofferente sul volto.
La vampira sollevò il viso in direzione della strana figura che sembrava essere venuta in suo soccorso.
Becky era diritta a pochi metri di distanza da loro, con una mano sollevata verso Kol e gli occhi … i suoi occhi erano completamente bianchi. Innaturali e spettrali, così come la sua espressione vacua ed inespressiva.
 < Scappa Caroline!> le ordinò la ragazza.
La vampira sentì il respiro farsi più veloce, bruciarle lo sterno mentre il sangue pompava frenetico nelle sue vene. Era sconvolta e vicina ad un crollo ma avrebbe potuto riconoscere la voce della sua amica anche sul punto di morte.
 < Bonnie no!> urlò la vampira in direzione della giovane serva posseduta dalla strega. Kol era riuscito ad alzarsi e dirigersi veloce come una freccia contro la sua amica.
Fu un attimo, un istante in cui pensare non le era stato concesso.
Caroline afferrò il pugnale e frapponendosi tra Kol e le sue due amiche, entrambe presenti nel corpo di Becky, lo pugnalò.
L’Originale la fissò scioccato mentre le sue membra diventavano grigie e le vene del collo si gonfiavano, facendolo essiccare lentamente.
Tutto il resto accadde in una manciata di secondi, i più lunghi della sua esistenza.
Caroline avvertì il respiro fermarsi nella sua gola, soffocandola. La mano ancora stretta al pugnale, come tutto il resto di lei si bloccò dolorosamente in una morsa di pietra e fuoco. Il suo cuore ormai morto sembrò battere dolorosamente, un’ultima volta.
 “Poetico.” Riuscì a pensare Caroline mentre moriva.
Solo allora, inaspettatamente riuscì a vedere Klaus, immobile e scioccato di fronte da lei. Solo il corpo di Kol e qualche altro passo a separarli. Era un’allucinazione? Un ultimo dono concessogli dalla vita? No, lui era sconvolto.
Caroline cercò di parlare, ma la sua voce come ogni parte del suo corpo aveva semplicemente smesso di rispondere ai suoi comandi. Sentì allora le lacrime più sentite e strazianti della sua breve esistenza, cominciare a rigarle copiosamente il viso.
 Klaus non avrebbe capito, non avrebbe mai potuto capire. Era tutto finito, così. Con la sua morte. Lui l’avrebbe persino potuta odiare per il resto della sua esistenza, senza sapere … che lei lo amava.
 < Mi dispiace.> riuscì a mimare la vampira con le labbra, mentre i suoi occhi si chiudevano e capitolava a terra, morta.
Solo in quell’istante Klaus sentì la circolazione riattivarsi nelle sue membra.
 Ancora scioccato, sconvolto e assolutamente disorientato corse verso di lei. Non sapeva quando le sue gambe avevano cominciato a muoversi, ma lo avevano fatto.
Non avrebbe mai permesso che quell’esile e bellissimo corpo cadesse tra la polvere. Non avrebbe mai permesso che Caroline cadesse a terra, lui era sempre stato lì per riprenderla. Glielo aveva promesso … Solo quel pensiero era stato in grado di farlo reagire.
La afferrò tra le sue braccia poco prima che toccasse il suolo e le passò una mano sul viso, che ricadeva spento e privo di vita all’indietro. Istintivamente Klaus pulì con le dita, il rivolo di sangue che le colava dalla bocca e rimase immobile a guardarla.
 < Caroline.> la chiamò dopo un tempo che sembrò eterno.
Perché Caroline non rispondeva?
Klaus la strinse con più forza contro di lui, affondando il viso tra i suoi capelli ed assaporandone il delizioso profumo, gli occhi ormai in lacrime.    <  Caroline?> la chiamò un’altra volta con la voce spezzata dall’angoscia.
Lei non rispondeva.
Un brivido straziante attraversò il corpo di Klaus. Lei era morta,  per questo non ribatteva con un sorriso alla sua voce, per questo non ricambiava con calore e passione il suo abbraccio.
Lei era morta.
Un gemito doloroso sfuggì dalle labbra di Klaus mentre si metteva seduto e la depositava sulle sue gambe, facendole posare la testa contro la sua spalla. Fissò scioccato il corpo senza vita del fratello senza smettere di accarezzare amorevolmente la nuca della vampira, prima di tornare a guardarla.
Cercò di deglutire, cercò di uscire dallo stato di tranche che sentiva annebbiargli la testa, ma non riusciva a farlo. Continuò ad accarezzarla, senza sosta mentre sentiva il cuore sbriciolarsi, lacerando ogni lembo della sua anima. In Cinquecento anni di vita non aveva mai saputo cosa fosse il dolore. Credeva di averlo provato, di aver sofferto persino più del dovuto … che sciocco che era stato.
< Mi dispiace Care, era l’unico modo.> Il viso rigato dalle lacrime di Klaus si sollevò a guardare la giovane serva dagli occhi bianchi che aveva appena proferito quelle strane parole. L’istante seguente tornò senza esitazione ad affondare il viso tra i capelli della sua Caroline.
L’attimo dopo Becky chiuse gli occhi e cadde a terra, priva di sensi.
 
 
 
 
Ok, ok non odiatemi vi prego! =D In cambio prometto di postare davvero mooooolto presto il prossimo capitolo! Non voglio essere così cattiva! Ma non vi darò spoiler, sarebbe un controsenso … perdonatemi! Un’altra cosa, sarò in modalità off-limits nel weekend da studio quindi potrei metterci un po’ a rispondere ai vostri commenti, quindi perdonatemi in anticipo, ma lasciateli!!! Vi prego, la storia si sta facendo … diciamo contorta ed interessante vorrei tanto sapere cosa ne pensate! Magari mi date l’ispirazione giusta e pubblico non so … entro martedì ;)! Detto questo un bacione mie care e al prossimo capitolo!
  
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