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Autore: arianauhl    11/07/2013    1 recensioni
«San Diego,» spiegò «sono qui per due settimane».

«Oh» mormorai. 

«Tranquillo super star, due settimane bastano e avanzano» [...]
____________________________________________________________
«I could be staring
At somebody new
But stuck in my head
Is a picture of you.
You were the thunder
I was the rain
I wanna know
If I'll see you again[…]»
Stardust - MIKA
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz , Justin Bieber, Nuovo personaggio, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
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Lasciai le chiavi della decappottabile bianca di mia zia sul tavolo di vetro mentre urlai «sono a casa» avvisando che ero tornata. Fortunatamente era stato facile trovare il meccanico e, probabilmente, Bieber l'aveva già avvisato perché non mi fece pagare nulla. La macchina ovviamente non era già pronta, ma sarebbe rimasta lì per poco. Il simpatico e buffo meccanico mi aveva assicurato che avrebbe finito in due o tre giorni, ma comunque gli avevo lasciato il mio numero in caso finisse prima o dopo. Non mi ero preoccupata molto per mia zia dato che mi amava completamente, ero la sua nipote preferita in assoluto. Mia zia non era una di quella antiche che stanno sulla sedia a dondolo a cucire. Mia zia tra appena cinque giorni avrebbe compiuto ventisette anni. Eravamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda e, al contrario di mia madre, lei era molto più comprensiva. Pur essendo sorelle erano anche loro completamente diverse, soprattutto di carattere, mia zia diceva che mia madre era sempre stata così da quando erano piccole però, crescendo era peggiorata. La vecchiaia, brutta bestia.
Mi buttai sul divano di pelle deducendo che nessuno fosse a casa. Ovviamente non saremmo rimasti in hotel, mia nonna aveva una enorme villa a Los Angeles dove viveva con mio nonno, mia zia Susan e i miei zii Oliver, Chris, Joseph e Brandon.
Oliver e Chris erano gemelli ed erano i miei miti, avevo fatto così tanto scherzi con loro che non tenevo più il conto, erano i miei zii preferiti, avevano solo vent'anni e a mia nonna davano il tormento; poi c'era Joseph, il sollievo di mia nonna, studiava medicina e aveva ventidue anni, un genio in tutto, il figlio perfetto, il lo classificavo solo noioso. Come ultimo c'era Brandon, classificato normale, aveva trentadue anni e faceva l'avvocato ma spesso non era a casa. La nostra famiglia era un po' stile “brother & sister” o “parenthood”. Eravamo una enorme famiglia e ci volevamo tutti bene.
Mia nonna Beth aveva avuto mia madre quando era molto piccola, perciò quell'anno ne avrebbe compiuti solo sessanta. Mio nonno Harry era più grande di mia nonna di tre anni perciò da poco ne aveva compiuti sessantatré. Adoravo mio nonno, non sembrava per niente un nonno, lui si classificava un diciassettenne nel corpo di un sessantenne. La mia famiglia era unica e per questo, l'adoravo. L'anno scorso volli saltare la riunione di famiglia solo perché Oliver e Chris non c'erano e senza di loro non sarebbe stato divertente. Ancora non gli avevo visti, quando ero arrivata la stessa mattina dopo tre ore di viaggio in cui mi ero dovuta subire tutti i dischi di Bieber, loro non erano a casa. C'erano solo Susan e la nonna che avevano approfittato per fare un po' di shopping con Cher e mia madre. Io declinai l'offerta solo perché mia zia mi promise che ci saremmo andate insieme dopo, mia nonna e mia madre avevano gusti fin troppo antichi per me. Perciò mi aveva dato la sua decappottabile per fare un giro in città e be, sapete com'era finita. 
Presi il telefono e scorsi dalla home all'altra pagina fin a quando non mi venne un'idea in mente.
 Scorsi la rubrica fin a quando non trovai il numero che cercai. 
Aspettai qualche secondo prima che la voce che aspettavo mi rispose squillante.
 

«Dylan!» urlò Nicole perforandomi un timpano.

«Non farmi pentire di averti chiamata» la avvisai.
«Bhe, come va lì?» chiese ignorando il mio avvertimento.

«Una noia, niente di speciale un'oretta fa ho fatto un incidente con Justin Bieber, ma niente di che» le risposi con nonchalance giocando con le punte dei miei capelli.

«TU CHE COSA?» urlò facendomi allontanare il telefono dall'orecchio immediatamente. «Non è vero, non ci credo» affermò convinta dopo qualche secondo.

«Ho la foto» ribattei con un alzata di spalle anche se non mi poteva vedere.
«O mio dio! Com'è da vicino? È tanto bello? Dio, e la sua voce? O mio dio» Nicole continuò a confabulare velocemente facendomi ridacchiare.

«Sinceramente non so, aveva degli occhiali enormi ed era vestito in modo ambiguo come al suo solito» la informai mentre mi dirigevo in cucina. 

«Non ci posso davvero credere» continuò Nicole «l'hai già detto a tua sorella?» chiese curiosa.

«Na, penso che le farò vedere più tardi la foto» risposi mentre rovistavo tra la dispensa.

«Nicole, ora ti devo lasciare devo abbuffarmi di oreo, addio» 
«No, aspet—» chiusi prima che potesse finire e mi alzai sulle punte per cercare di arrivare alla scatola celeste dei biscotti. Concentrandomi posizionai la lingua tra le labbra e mi alzai più che potetti. Una mano da dietro li prese facilmente facendomi saltare per lo spavento.
 
Mi girai trovandomi uno dei gemelli davanti. Gli diedi uno schiaffo sul petto per avermi spaventato mentre poggiava i biscotti sul tavolo.
 

«Vedo che l'appetito non l'hai perso piccola Dy-Dy» disse Oliver, capii dalla voce e dal taglio, mentre ridacchiava. Grugnii quando mi affibbiò quel nomignolo.

«Non mi chiamare così ti prego» mi lamentai mentre lui mi aveva già avvolto in un abbraccio da orso sollevandomi da terra. 

«CHRISTOPHER» urlò e un secondo dopo il suo clone entrò in cucina alzando gli occhi al cielo.
«È inutile che urli sono qui» il suo sguardo finì su di me e sorrise prima di correre verso di me e alzarmi da terra mentre mi faceva girare.
«Dy-Dy» urlò mentre continuava a girarmi. Mi mise giù e gli sorrisi mentre affiancava il gemello.
«Ma come sei diventata carina» affermò Oliver pizzicandomi il naso.

«Decisamente troppo» continuò Chris accigliato. Sia io che Oliver alzammo gli occhi al cielo. Chris era sempre stato il più protettivo tra i due, ci mancava solo che usciva la questione del fidanzato. 

«Scommetto che sei fidanzata» affermò Oliver mentre si dirigeva al frigo.

«Oh e questo ora chi è? Nome cognome e lo voglio conoscere» continuò Chris guadagnandosi un'occhiataccia.

Afferrai la bottiglia dalle mani di Oliver e la poggiai sul tavolo accanto agli oreo «per vostra informazione non sono fidanzata» dissi mentre Oliver mi passava i bicchieri.
 
Scossi la testa quando Chris sospirò sollevato. Mi sedetti su una delle sedie di legno e presi uno dei bicchieri che aveva riempito Oliver. 

 
«Proprio chi cercavo» annunciò il suo arrivo mia nonna entrando in cucina piena di buste, seguita da mia madre, mia zia e mia sorella. I gemelli salutarono mentre io buttavo il bicchiere di plastica nel cestino. Mia nonna batté le mani per attirare l'attenzione.

«Vogliamo andare a sederci? Harry e Andrew sono andati a prendere all'aeroporto Joseph e Brandon, dovrebbero essere qui a momenti» propose mia nonna mentre lasciava le buste sul tavolo. Tutti annuimmo mentre ci dirigemmo in sala da pranzo. Mi sedetti tra Oliver e Susan mentre arrivarono il nonno, papà e zio Joseph e Brandon. Imitai gli altri e mi alzai per andarli a salutare velocemente per incominciare a pranzare, anche se il desiderio di oreo era ancora vivo in me. Appena la grande tavola di dieci persone cominciò a chiacchierare presi il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e lanciai un'occhiata alla tavola per assicurarmi che nessuno mi stesse guardando. 
Aprii l'applicazione dei messaggi e ne scrissi uno nuovo prendendone rischio e pericolo.



 
A: Justin bieber

Il tuo meccanico è un tipo buffo.



 
Ridacchiai per il messaggio che gli stavo inviando. Ovviamente avevo salvato il suo numero, chi non l'avrebbe fatto?
Quando vidi lo schermo illuminarsi impaziente lo sbloccai. 




Da: Justin Bieber
Si, lo so haha. Chi sei? 




 
Interessante il suo modo di ridere. Ancora sprecava troppa forza a scrivere di più. 
Scossi la testa ridacchiando e risposi velocemente.



 
Mi dispiace ma se ti rivelo la mia identità l'intera umanità ne soffrirà.



 
Mi morsi il labbro inferiore per non ridere a me stessa. La battuta era alquanto squallida. La risposta arrivo subito.



 
Sei strana o strano. Ma chi sei?
 




Mi guardai intorno in cerca di una bella risposta e un'idea spuntò nella mia mente. 


Non sai come rispondere ad una domanda? Cambia argomento.
 
Sai cosa fanno otto cani in mare? Un can-otto. 



 
Mi lasciai scappare una risatina attirando l'attenzione di Susan che mi beccò col cellulare ma mi sorrise e scosse la testa continuando a parlare con mia madre. Controllai il cellulare vedendo un'altra risposta. Sbloccai.
 



Pessima.



 
Aveva smesso di chiedere chi fossi? Meglio così. Sforzai il cervello per trovare qualcos'altro.



 
Cosa ci fa un gallo in acqua? Galleggia. 



 

Cambiai pagina e ma dai un messaggio veloce a Nicole con la foto delle conversazioni e quella con Bieber. Intanto il telefono vibrò segnando che era arrivato un'altro messaggio.
 



Peggio dell'altra haha. Non mi importa del resto dell'umanità vorrei sapere chi è questa persona con un pessimo senso dell'umorismo. 



 
Ridacchiai e mossi velocemente le dita sullo schermo pronta a rispondere ma un piatto fumante mi arrivò davanti, segnalando seriamente l'inizio del pranzo. Lasciai stare il telefono pensando che avrei potuto rispondere dopo e impugnai la forchetta. 

  
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