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Autore: CathCarey    11/07/2013    3 recensioni
La magia del primo amore consiste nel non sapere che esso può sempre finire.
Questa storia totalmente autobiografica racconta il mio primo amore, i fatti non sono assolutamente inventati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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E se fosse una canzone fatta solo per ricordare i momenti in cui sei stato mio..




Stavo sognando? forse non lo sapevo nemmeno io, l'unica cosa che sapevo è che quella mattina aprìì gli occhi e lui c'era.
Era come svegliarsi da un brutto sogno e realizzare che niente era successo, tutto come l'avevo lasciato.
Mi svegliai e sapevo che dovevo affrontare mia madre, con tono un po' imbronciato mi chiese con chi ero a telefono la sera prima, e io gli confessai che era Mario, gli spiegai che era ritornato che questa volta aveva intenzione serie, mia madre era arrabbiata e lo sapevo e quando una cosa non gli andava bene me lo faceva pesare, invece mio padre fu comprensivo, non era proprio felicissimo ma comunque una seconda possibilità non si negava a nessuno.
Non mi importava cosa pensasse mia madre sinceramente era l'ultimo dei miei pensieri, pensavo solamente a Mario e che dopo una settimana finalmente l'avrei rivisto.
Finalmente il pomeriggio non tardò ad arrivare e mi truccai per andare da lui, erano le tre del pomeriggio, e come al mio solito ero in ritardo, era uno dei miei difetti più grandi arrivare tardi agli appuntamenti.
Lo vidi appoggiato al muro vicino alla fermata dell'autobus, era lì con i suoi soliti occhiali da sole, e con il cellulare in mano.
Appena mi avvicinai alzai un sopracciglio, ma non mi sognai di baciarlo, ne di abbracciarlo, volevo vedere lui come si comportava.
Ci salutammo normalmente , ma dentro di me rivederlo fu la terza guerra mondiale.
Ci prendemmo per mano come se niente fosse mai accaduto, la sua mano, quanto mi era mancata la sua mano stretta alla mia.
Parlammo i primi due minuti normalmente, e poco dopo lui mi disse che avvertiva una certa freddezza nei miei confronti, e io gli dissi " Certo, ieri sera mi hai interrotto mentre guardavo quel bonazzo di Gabriel Garko, è normale che io sia arrabbiata con te"
Lo dicevo ridendo.
Lui rise leggermente e disse " Perchè vorresti dire che Gabriel Garko è più bello di me? "
" Mi sembra ovvio" risi leggermente, ma subito dopo averlo detto mi fermai e lo abbracciai stretta stretta e chiusi gli occhi e dissi con tono abbastanza smielato " Scherzo, tu sei meglio di Gabriel Garko, e mi sei mancato." ci baciammo a stampo e continuavamo a camminare mano nella mano, mi sentivo padrona del mondo insieme  a lui, sembrava che il tempo non fosse mai trascorso.
Mi ricordo che quel pomeriggio c'erano le nuvole e il cielo era abbastanza grigio e quindi ci sbrigammo ad andare al parco.
Ritornare nel parco del nostro primo appuntamento fu per me una delle gioie più immense, camminavamo su quella strada di sassi, e ci guardavamo intorno il parco era deserto.
Ci nascondemmo dentro una specie di grotta, eravamo lontani dal mondo, quel posto era solo nostro.
Parlammo, scherzammo, e ci baciavamo come non ci baciavamo da una settimana, e lo stuzzicavo, ci prendavamo a morsi, a schiaffi, ci picchiavamo e ci coccolavamo.
Gli tolsi gli occhiali da sole e per sbaglio li feci cadere per terra, era fissato con quel paio di occhiali, e lui mi minacciava ridendo che mi uccideva se glieli avessi rotti.
Mi sedetti sopra le sue ginocchia, ero avvinghiata a lui, e continuavo a baciarlo con una tale passione, il mio seno era sul suo petto.
Tra baci , morsi, e toccatine varie, prese il suo cellulare e mise un po' di musica, potevamo fare tutto quello che volevamo non c'era nessuno.
E questo lo ricordo come uno dei momenti migliori passati insieme a lui.
In quel momento scoprìì la colonna sonora del nostro amore, la canzone si chiamava " Arrivi tu" di Gianluca Capozzi.
C'era una frase di quella canzone che mi colpì " Se poi arrivi tu, a me sembra pura follia, anche un solo giorno senza te senza di te, sei tu quel brivido che nasce dentro di me, sei tu quel vuoto che c'era e adesso non c'è più, giù nelle vene così , come nessuno mai..lo sento scorrere in me l'amore che dai"
Si quella era la nostra canzone.
Passammo ore a sentire le canzoni, quando alla fine smettemmo e ci rialzammo in piedi, avevo voglia di lui, il mio corpo aveva voglia di lui, e incominciai a provocarlo, dandogli alcuni schiaffetti , e lui mi ricordo per proteggermi che mi spingeva sul muretto e all'improvviso lo fece con una tale passione, che pensai che avesse capito quello che volevo fare.
Ci baciammo profondamente e le mie mani gli accarezzavano il petto, e gli accarezzavo i pettorali, e glieli palpavo, e lui mi chiedeva che sfizio c'era a palpargli i pettorali e io gli rispondevo che mi piacevano, e lui diceva che erano meglio le mie, e dopo poco mi disse " Guarda su" e io con ingenuità guardai su, e lui mi palpò il seno e strinse leggermente.
Lo riavvicinai ancora a me e lo baciai e continuavo a strusciarmi come facevo quelle sere sotto casa mia.
Volevo che mi facesse provare piacere come le altre volte, solo che lui per dispetto non lo faceva , allora io lo provocavo sempre di più, e vidi che si stava eccitando.
Quando all'improvviso mi slacciai la cintura del mio Jeans, e lui ci infilò la mano dentro, e mi ricordo che tremai dall'eccitazione e sospirai fu una sensazione bellissima,  quando subito dopo qualche istanti dovemmo smettere perchè arrivò un signore, ma per fortuna dopo qualche breve secondo se ne andò,  odiai quel signore tremendamente.
Allora io lo guardai, ma lui niente, e allora io mi riallacciai la cintura. E dopo poco mi chiese di fare l'amore, io non gli risposi.
Subito dopo qualche istante, la sua mano andò sempre più giù e me la accarezzò, e la accarezzava e  in quel momento si mi venne voglia di fare l'amore con lui, l'avrei fatto anche lì se avessi potuto, in quel momento volevo solo farci l'amore e non mi sfiorava l'idea che fossimo in un luogo pubblico, ma ero eccitata, sentivo dentro di me, un brivido , una scossa, che non avevo mai provato, e lui lo notò, avevo gli occhi appanati dal desiderio e dovevo respirare forte per mantenere la calma, e lui mi diceva con tono calmo " Calma, rimani lucida" ma io lo desideravo come potevo rimanere lucida in quel momento?
In quel momento mi bagnai talmente tanto che lui me lo fece notare, ero leggermente in imbarazzo perchè mi bagnavo anche se non facevamo un granchè.
Dopo cinque minuti dopo ci calmammo e io tornai in me e lui me lo richiese, mi propose nuovamente di fare l'amore con lui, ma in quel momento la paura mi dominò, non ero sicura se volevo farci l'amore, era la mia prima volta avevo paura.
Lui mi disse che il giorno dopo aveva casa libera, che era un momento perfetto, non so come mi convinse ma lo fece, dissi di si, ma non ero convinta, un sacco di dubbi mi tormentavano , potevo fidarmi di lui? dissi di si per pura disperazione, erano solo due settimane che lo conoscevo come potevo donare il mio corpo, la mia verginità dopo poco tempo?
Potevo? Una parte di me voleva, l'altra parte di me no.
Gli sussurrai all'orecchio " Voglio fare l'amore con te" e allora organizzammo, eppure ero dell'idea che le cose non dovevano venire organizzate ma dovevano accadere da se, soprattutto se si trattava di fare l'amore.
Volevo e non volevo, non sapevo nemmeno io cosa volessi di preciso.
Avevo paura.
Uscimmo dalla grotta e ci fermammo vicino al laghetto dove c'erano i pesci, Mario lanciava i sassolini nell'acqua.
" Se io faccio l'amore con te come faccio a sapere che tu resterai? e se dopo aver fatto l'amore tu mi abbandoni, perchè realizzi che tra di noi non può ancora funzionare? "
E io da lì dovevo capire che era totalmente sbagliato.
" Devi correre il rischio, la prima volta è la prima volta, se al massimo ti penti ti penti, ti farai il tuo piantino a casa, ma poi realizzerai che la prima volta non è così importante"
In quel momento non ragionavo, non capivo , eppure dissi di si.
Organizzammo , domani mattina alle nove a casa sua.
Ero ansiosa, terribilmente ansiosa, io domani l'avrei fatto per la prima volta, per tanto tempo avevo immaginato la mia prima volta, e lui doveva essere il primo, doveva essere il mio primo uomo, io lo amavo, e volevo donargli tutta me stessa, ma l'unica cosa che mi metteva angoscia era il tempo, erano solo due settimane.
Andammo via dal parco, e percorremmo quella strada in discesa e continuavamo a parlare del giorno dopo, lui non vedeva l'ora di fare l'amore con me, così mi diceva, diceva che era curioso, diceva che non aveva mai fatto l'amore con una vergine.
Anche io da un lato ero curiosa, e dicevo che sarebbe andato tutto bene, era per rassicurare me stessa, lui disse poco per rassicurarmi.
Mi accompagnò alla fermata dell'autobus e mentre aspettavamo l'autobus ci baciavamo dolcemente, come amavo baciarlo, e le sue mani mi palpavano il sedere, diceva che amava il mio sedere, diceva che era piccolo, e io cercavo di fare lo stesso con lui, ma ero troppo bassa e lui era alto e non ci arrivavo.
Dopo poco discutemmo che il giorno dopo avrebbe dovuto usare il preservativo perchè se no senza non l'avrei fatto, e lui diceva che odiava il preservativo e che dovevo stare tranquilla perchè lui sapeva come fare, e potevamo farlo tranquillamente, ma io dicevo o con o niente e alla fine lui si convinse.
Arrivò l'autobus, e ci baciammo dolcemente e ci demmo appuntamento domani a casa sua.
Arrivai a casa, e intanto pensavo se stavo facendo la cosa giusta, se dovevo fare l'amore con lui, ero un po' insicura.
Raccontai a mia sorella come andò, ma non gli dissi che domani l'avrei fatto, non mi sarei mai sognata di dirlo.
La sera arrivò presto, io mi depilai con cura, e poi andai a dormire appena misi la testa sul cuscino riflettei per un po' mi domandavo se facevo bene o meno.
Ma poi sicura di me chiusi gli occhi e decisi.
Si domani avrei fatto l'amore con lui.

  
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