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Autore: itsbrie    11/07/2013    4 recensioni
[..] Il futuro è tutto da scrivere.
Il futuro è nelle tue mani.
“ Cosa mi dici del presente, Malfoy? “
Lui increspò le labbra “ Per quello c’è tempo “ osservò lui acutamente.
Forse, nella sua vita, Draco non aveva mai affrontato una discussione così profonda.
Mai, nessuno – neppure i suoi fidati amici, neppure la sua spietata famiglia - gli aveva mai chiesto lui cosa pensasse davvero.
Nessuno lo aveva mai ascoltato.
“ Ma non è vero “ protestò Hermione “ Se c’è tempo diventa futuro “
Allargò le braccia e scosse il capo.
“ Merlino, Mezzosangue, tu parli troppo per i miei gusti “
E la baciò.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Salve a tutti!
Torno con una Dramione, la prima che scrivo, quindi, vi prego siate clementi!
Dal momento che non ne ho mai scritta una, ho preferito mettere tra le avvertenze la voce “OOC” per evitare fraintendimenti o cose del genere :-)

Devo dire che mi piace abbastanza come è venuta fuori, l’ho fatto leggere a due persone ed è piaciuta, ma forse loro erano di parte.. Beh, speriamo di no!
Ringrazio anticipatamente
Chairakalove per avere letto le prime pagine e avermi detto che non facevano schifo, è stato un buon motivo per continuare! :-)
La storia mi è venuta in mente ascoltando “Madness” dei Muse, e alcune parti del testo sono incollate nel corso degli eventi.
Trovo che la canzone si addica molto a questa coppia, spero condividiate!
Ora basta chiacchiere, vi lascio alla storia!
Ah, un’ultima cosa, in mancanza della mia beta, ho provvisto alle correzioni da sola ( con l’aiuto di Word ) quindi se trovate qualche errore fatemelo sapere!
Sono qui per accogliere i vostri commenti, qualora ce ne siano!
Un immenso abbraccio a tutti!
M. Letizia
( a fine storia alcune precisazioni! )



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Or is it just madness?

 

I can’t get this memories out of my mind.
And some kind of Madness,
Has started to evolve

 


Hermi
one si aggirava per i corridoi  di Hogwarts a passo lento, guardandosi intorno.
Quell’anno, la scuola era stranamente silenziosa, non si creavano più le larghe calche nei corridoi per assistere agli esperimenti andati a male di Seamus, nemmeno c’era più quell’aria di silenziosa ammirazione quando Harry, Ron e lei varcavano la soglia della Sala Grande.
Non c’era neppure Silente che recitava agli studenti assurde filastrocche.
Tutta quella che era stata la sua vita negli anni precedenti negli anni passati era scomparsa. Dissolta.
La Guerra aveva portato la pace, ma aveva preso tutto il resto.
Le sembrava trascorsa un’infinità di tempo, eppure erano passati solo otto mesi.
Le immagini erano ancora vivide nella sua mente, la sua notte era ancora popolata da incubi.
Non si sentiva pronta ad affrontare tutto questo, specie senza Harry e Ron.
Ma per fortuna, aveva Ginny, l’unica persona in grado di comprenderla sempre.
Ormai, era diventata la sua ombra, camminavano sempre fianco a fianco, raccontandosi sempre tutto.
Ginny era ancora con la mente al Natale passato alla Tana, il primo normale dopo anni, in cui Harry le aveva chiesto di andare a vivere insieme dopo la fine dei suoi studi.
Inutile dire la reazione che tale proposta aveva suscitato in casa, ma nessuno aveva avuto nulla da dire in contrario.
Dopo tutto il tempo che avevano dovuto aspettare per stare insieme, era giusto riscattarsi così.
Così, molto spesso, si trovavano a parlare di come sarebbe stata la loro vita dopo quell’ultimo anno.
Ginny voleva continuare l’attività del Quidditch e avrebbe fatto di tutto per entrare in qualche squadra; mentre lei avrebbe intrapreso di certo una carriera al Ministero, anche se non sapeva ancora riguardo cosa.
Di solito, la vita di Hermione era sempre programmata nel dettaglio, ma stavolta, non riusciva a prevedere nulla.
Ancora troppo ancorata ad un passato che non voleva passare, si era lasciata sopraffare.
Ma era certa che si sarebbe ripresa.
In fin dei conti, aveva combattuto il male per sei anni, aveva diritto ad una pausa.
Si dedicava con tenacia allo studio, svolgeva splendidamente il suo incarico da caposcuola.
Seppure sembrava che non avesse un minuto di pausa, erano moltissimi i momenti di vuoto nelle sue giornate.
Anni fa, non ci sarebbe stato neanche il bisogno di chiedere, Harry e Ron avrebbero escogitato qualcosa, ma stavolta era tutto diverso.
All’inizio dell’anno scolastico, poi, tutta Hogwarts era entrata in subbuglio per il rientro di Draco Malfoy, che tutti credevano fuggito con la sua famiglia chissà dove.
Invece, eccolo lì, seduto al tavolo dei Serpeverde con qualche suo caro adepto, a scrutare gli altri dall’alto in basso.
Ma era cambiato tutto anche per lui.
Nessuno vedeva più in lui una persona da temere, nessuno aveva più paura di lui.
Era un semplice studente come tutti gli altri.
La McGranitt le aveva rivelato che era tornato poiché i suoi genitori erano ancora sotto inchiesta per il Ministero, e non potevano avere contatti con nessuno.
Una volta, lei stessa, vide Draco scrutare con orrore il marchio che era ancora troppo nero sul suo braccio.
Aveva provato compassione per lui.
Per lui che non aveva avuto scelta.
<< Herm, verrai con noi ad Hogsmeade con noi, più tardi? >> chiese Ginny, mentre studiavano in Sala Comune.
Lei sospirò <<  Non posso.. Ho da fare con alcune cose della scuola >>
La giovane Weasley aggrottò le sopracciglia <<  Che genere di cose? >>
Hermione borbottò qualcosa di incomprensibile, messa troppo alle strette <<  Il ministero, cose così, non posso dirti altro >>
<<  Vabbè >> convenne la rossa >>  Come vuoi, noi andremo un po’ in giro, e poi ai Tre Manici Di Scopa, se vorrai raggiungerci >>
<<  Perfetto >> disse <<  Ora è meglio che io vada o la McGranitt mi ucciderà >>
<<  Allora a dopo! >> esclamò Ginny.
<<  Certo! >>
Detto questo, Hermione si incamminò per i lunghi corridoi di Hogwarts, sapendo perfettamente quale punto della scuola dovesse raggiungere.
Il suo passo era concitato.
Per fortuna la Mappa del Malandrino era stata riconsegnata a Gazza, altrimenti..
Poi, giunta a destinazione, si fermò.
Le sue mani tremarono.
Chiuse gli occhi.

 

And now, I need to know: is this real love?
Or is it just Madness keeping us afloat?

<<  Hermione >> sussurrò una voce, proveniente dalla sua destra <<  Finalmente >>
Ignorò per un attimo il fatto di essere già in compagnia e si guardò intorno.
La stanza delle Necessità non era mai stata più tranquilla di allora, le sembrava che anche le pareti avessero cambiato il volto, avessero assunto un colore diverso.
Eppure era tutto rimasto uguale, ed anzi, quel giorno era tutto estremamente in ordine, tutto al suo posto.
<<  Hai perso la lingua? Strano >> continuò quella voce, stavolta troppo vicina alle sue orecchie per ignorarla <<  Di solito parli spesso, forse anche troppo >>
Inaspettatamente, si trovò a sorridere <<  Draco << disse sospirando <<  Stavo solo pensando >>
Lui storse le labbra <<  I figli dei babbani pensano? Questa è una notevole scoperta >>
La giovane Grifondoro roteò gli occhi e incrociò le braccia <<  Non penso che tu sia ancora degno della mia compagnia, quindi posso anche andarmene >>
Ma Draco allungò il braccio per stringerle il polso <<  Scusa >> la guardò negli occhi, quasi a perforarle la vista <<  Ma stuzzicarti è davvero troppo divertente, non posso farne a meno >>
Hermione rilassò i muscoli del viso, rivolgendo a Draco una smorfia <<  Suppongo che tu ci sia troppo abituato >>
<<  Lo sai che sono un egocentrico viziato >> gli occhi grigi della Serpe saettarono verso quelli castani della ragazza <<  Dovresti avere imparato a conoscermi >>
Quelle parole fecero visibilmente irrigidire Hermione.
Da quando lei sapeva qualcosa di Draco? Da quando erano così in confidenza?
Eppure, quando lui le prese la mano e baciò la punta delle sue dita, ricordò esattamente come tutto era cominciato.
Trovò immediatamente la risposta a quegli interrogativi da troppo tempo rimasti aperti.
Draco Malfoy avava appena passato una mano tra i suoi capelli e lei lo aveva accettato senza dire nulla.
<<  Mezzosangue, oggi mi sembra particolarmente strana >>
Osservando meglio la ragazza, gli sembrò che avesse qualcosa che non andava.
Ma non era nella sua natura interessarsi di quelle cose, non era nella sua natura chiederle come stava.
Piuttosto, avrebbe preferito iniziare a spogliarla con calma, baciarle il collo, avere il totale dominio di lei.
Ma mai le avrebbe chiesto se stava bene, perché gli bastava guardarla negli occhi per capire che qualcosa non andava, perché gli bastava baciarla per dirle che non era sola.
Non era nella natura di Draco Malfoy parlare di sentimenti, tantomeno esprimerli.
Eppure a quella Mezzasangue i sentimenti stavano così a cuore, che quando lui ignorava le sue domande, lei si chiudeva in un silenzio snervante tale da costringerlo a dire qualcosa.
Ma stavolta, non stava funzionando.
<<  Tutto questo è una follia >> mormorò con voce roca.
Non fu sicura che lui lo avesse sentito, ma attese una risposta senza aggiungere altro.
Il giovane la guardò interdetto, senza capire cosa lei volesse intendere.
<<  Che significa? >> domandò, appoggiandosi ad una colonna.
Incrociò le braccia, pronto a sentire la risposta.
Pronto a sputare veleno se fosse stato necessario.
Hermione sospirò <<  Draco, io ho bisogno di certezze, tutto questo non mi basta più >> snocciolò in fretta, pentendosi quasi di averlo detto non appena incrociò lo sguardo del Serpeverde.
<<  Ah no? >> ribattè Draco, chiudendo ferocemente i pugni.
Come una furia si avventò su di lei, ad una spanna dalle labbra, troppo vicino perché il suo raziocinio potesse intervenire.
Era così, Hermione lo aveva tramortito.
Si era impossessata della sua vita, quella lurida Mezzosangue, e lui non se ne era neanche accorto.
Aveva costantemente bisogno di lei, e non sapeva neanche perché.
Lei gli stava chiedendo certezze e lui avrebbe voluto dargliele, se solo si fosse fermato un attimo a ragionare.
<<  Draco, per favore >> lo supplicò Hermione, chiudendo gli occhi per il timore.
Quel gesto destabilizzò Draco, che fece un passo indietro per guardarla di nuovo.
<<  Che tipo di certezze vuoi, Granger? >> la aggredì di nuovo <<  Forse il sesso non ti basta più? >>
Hermione si sentì ferita nell’orgoglio, ma soprattutto, si sentì delusa da quello che le aveva detto.
Sapeva quanto lui fosse bruto e privo di sensibilità, ma le era andato addosso senza neppure sentire le sue ragioni.
Perché si era illusa? Perché aveva creduto che lui potesse cambiare?
Perché aveva creduto che lui l’amasse davvero?
<<  Se solo mi lasciassi parlare, forse capiresti >> sbottò infuriata.
La bestia nel cuore di Draco infuriava battagliera, pronta a colpire ancora.
Più i secondi passavano, più nasceva in lui l’esigenza – dannata, indomabile, impellente – di fare sua la Grifondoro.
Di potersi beare di nuovo della sua pelle perfetta e lucente, del volto delicato e degli occhi profondi come oceani – misteriosi, immensi, magnetici - .
<<  E allora, sentiamo! Sentiamo cosa ha da dire la Mezzosangue! << esclamò con aria sarcastica <<  Sono sicuro che saremmo tutti molto più lieti dopo che avrai parlato >>
Ma questa volta, fu Hermione a fiondarsi su di lui, puntandogli il dito contro <<  Non osare rivolgerti a me in questo modo >>
Ma Draco, con un semplice gesto, afferrò il braccio di Hermione e la sbattè contro il muro – con discreta grazia, per non farle male – invertendo le posizioni.
<<  Non osare tu puntare il dito contro di me lurida sanguesporco >>
Gli occhi della diciannovenne si riempirono di lacrime.
Non voleva farlo arrabbiare, non voleva minimamente che la situazione prendesse quella piega.
Voleva solo dire a Draco che lei lo amava, che era stanca di nascondersi, stanca di dover litigare con lui per tutte le incomprensioni che lui voleva lasciare in sospeso.
Voleva semplicemente mettere fine a tutta quella follia che la stava facendo diventare troppo inquieta.
Draco alla vista delle lacrime parve ammorbidirsi, ma non liberò dalla stretta <<  Perché non parli, adesso? >>
Hermione boccheggiò <<  Puoi lasciarmi per un attimo? Non riesco a parlarti se mi tratti così >>
Ma lui non aveva intenzione di mollare la presa.
Anche quel semplice contatto con la pelle di Hermione lo stava rendendo impaziente e nervoso.
Soprattutto perché lei sembrava intenzionata a non lasciare perdere la cosa.
<<  La bocca puoi usarla lo stesso, mi pare >> sibilò laconico.
Lei abbassò il capo, cercando di riunire le parole che aveva pronte fino a un minuto prima, ma che in quel momento, si erano dileguate lasciandole la gola asciutta.
<<  I-io.. >> balbettò intimorita <<  No, no non riesco >>
Cercò di divincolarsi, ma Draco le strinse la vita, ancora una volta, troppo vicino alle sue labbra.
<<  Sforzati >> disse solo.
La maga si morse la lingua e pregò di riuscire a dirgli tutta la verità.
Ma quando fece per dire qualcosa, Draco la fermò, posandole un bacio sull’angolo della bocca.
Poi dietro l’orecchio, sul collo, e di nuovo sulla bocca.
Era questo l’effetto che Hermione Granger aveva su di lui : desiderio incontrollabile di averla tutta per sé, di toccare ogni centimetro della sua pelle, di baciare le sue labbra fino a spaccarle, di essere in lei ogni attimo.
Stavolta lei glielo stava impedendo.
<<  Fermo, basta! << esclamò furente <<  E’ chiaro che inutile parlare con te di cose serie, non riesci neppure per un attimo a non pensare al sesso! Te ne rendi conto? >>
Lui sorrise appena <<  Dovrebbe essere una vergogna? >>
<<  Lo è, nel momento in cui vuoi approfittare di me! >>
<<  Mezzosangue qual è il tuo dannatissimo problema? >>
Draco mollò la presa e Hermione si allontanò per prendere aria.
E non riuscì a fermare le lacrime che copiose, iniziarono a rigarle il viso di porcellana.
Allungò la manica del maglione per asciugarle, ma continuavano imperterrite a scendere.
Amare, brucianti, come la passione che le scorreva nel sangue.
In quel sangue che Draco le rinfacciava in ogni momento; quel sangue indegno di accogliere un Purosangue come lui; quel sangue che era invaso dall’amore per lui in ogni sua cellula.
Stava soffrendo, stava bruciando all’Inferno, tra le fiamme che lui aveva scatenato.
Come aveva potuto trattarla in quel modo ancora una volta?
Si lasciò invadere dal calore del ricordo del loro primo bacio, qualche mese prima, per realizzare che un po’ di cuore lo aveva avuto anche lui.
Almeno quella volta.

Hermione aveva appena ricevuto un gufo da Harry e Ron, diceva che il loro addestramento andava alla grande, e che erano tutti felici di poterli aiutare a diventare Auror.
Loro, che avevano salvato il mondo magico.
Loro, che non si erano fermati neppure di fronte alla morte.
Loro, che avevano vinto.
Loro, che sembravano essersi dimenticati della strega più brillante della loro età.
Accartocciò la pergamena e la gettò alle sue spalle, per abbandonarsi ad un pianto disperato.
Piangeva così di rado, da quando era finita la guerra, che ogni volta che accadeva, si sentiva quasi male.
La sua testa fu invasa dai demòni del suo passato e il cuore invaso dagli strazianti ricordi.
Dalla perdita al ritrovamento dei suoi genitori, dal catastrofico viaggio alla ricerca degli Horcrux alla vittoria in guerra, dagli Avada Kevadra che hanno ucciso gli amici di una vita alle ferite sul viso di ognuno.
Le lacrime la scuotevano, la facevano tremare.
Sola, alla fine del corridoio del terzo piano non si aggirava nessuno.
Non ce l’aveva con Harry e Ron per essere partiti, non ce l’aveva con loro perché erano riusciti ad andare avanti, ce l’aveva con sé stessa per non essere riuscita ad accettarsi dopo tutti quei terribili eventi.
Ce l’aveva con sé stessa per tutte le volte che Ginny – la sua piccola Ginny – piangeva per Fred, ce l’aveva con sé stessa ogni volta che vedeva Teddy Lupin e immaginava come sarebbe stato con Remus e Nymphadora al suo fianco.
La guerra aveva portato tanta di quella distruzione che non era certa di riuscire a ricomporsi.
Ma lo sperava.
Intanto, il pianto sembrava essersi confuso con il buio della sera, e si ritrovò a desiderare – per la centesima volta – che tutto ciò potesse annullarsi.
Come se niente fosse mai successo.
Strinse le ginocchia al petto, posandovi il capo, incantandosi a contemplare quella notte senza stelle.
Dei passi alle sue spalle la fecero rabbrividire di terrore.
Possibile che ci fosse qualcun altro sveglio a qurll’ora?
Gelò, come se un vento freddo avesse soffiato.
<<  Lumos >> recitò, un attimo di silenzio e poi <<  Granger?! Che diamine ci fai qui da sola? >>
Appena vide in viso Draco Malfoy, una spinta irrazionale – del tutto infondata, biasimabile, assurda – fece alzare Hermione da terra per gettare le braccia al collo del Serpeverde.
Non aveva smesso di piangere, non lo aveva fatto neanche quando Draco aveva protestato l’assurdità di quel gesto.
Il ragazzo la fissava con una espressione a metà tra lo schifato e l’inorridito.
Per poco, si era trattenuto dall’istinto di scaraventarla contro il muro e lasciarla lì dov’era.
Quella Mezzosangue aveva anche osato
toccarlo.
Avrebbe dovuto disinfettarsi.
<<  Malfoy, scusami.. << aveva mugugnato tra i suoi crini dorati <<  Davvero, non so perché.. Io.. >>
<<  Zitta, Granger >> disse scuotendo il capo <<  E smettila di piangere, mi fai impressione >> biascicò, allontanando il suo viso da quello di Hermione.
Evitò di guardarla negli occhi.
La Grifondoro sorrise appena <<  Allora non guardarmi >>
<<  Diciamo che sono un tipo facilmente impressionabile >>
<<  Non lo avrei mai detto >>
Draco fece una smorfia, sembrava quasi sorpreso da quelle parole.
Ancora una volta, evitò il suo sguardo <<  Beh, Granger, neanche mi conosci >>
Lei annuì, accompagnata da un lungo sospiro <<  No, infatti no >>
<<  Perché piangevi? >> chiese Draco, senza mezzi termini.
Hermione si allontanò da lui.
Non era certa che lui l’avrebbe capita, anzi, l’avrebbe solo derisa.
Lui – il Mangiamorte.
Lui – il vigliacco.
Lui – che aveva sfuggito la guerra e le responsabilità.
Lui – che si era rivelato un essere umano come tutti gli altri.
 <<  Per tutto >> disse lentamente <<  La guerra, i miei amici che non ci sono, le assenze che non si possono colmare, gli errori che non si possono riparare.. >>
Draco Malfoy non provò pietà per lei, neppure gli dispiacque.
Ma in quel momento capì che erano entrambi soli.
Finalmente, ebbe il coraggio di incrociare il suo sguardo.
Due creature con un passato difficile e tortuoso, due creature così lasciate al proprio destino.
Due anime in cerca di un po’ di pace, due anime così diverse.
Perché, nel silenzio di una notte senza stelle, si stavano dicendo tutto questo?
Perché, nella calma di una notte senza stelle, si stavano guardando negli occhi senza farsi troppe domande?
<<  Granger, il passato non si può cancellare >> sentenziò acido <<  Ma se è per questo, si può che evitare che si ripeta >>
Dagli occhi di Hermione non uscirono più lacrime, la sua anima aveva smesso di urlare.
Il passato non si può cancellare.
Il passato non si può ripetere.
<<  Però il futuro si può scrivere >> aggiunse lei.
Una piccola speranza – minuscola, debole, eppure..
<<  Il futuro è nelle tue mani >> confermò Draco <<  Se il passato non deve ripetersi, devi agire sul tuo futuro >>
A chi stava dicendo quelle parole? A Hermione o a sé stesso?
Speranza.
Una notte senza stelle.
Il passato non si può cancellare.
Il passato non si può ripetere.
Il futuro è tutto da scrivere.
Il futuro è nelle tue mani.
<<  Cosa mi dici del presente, Malfoy? >>
Lui increspò le labbra <<  Per quello c’è tempo >> osservò lui acutamente.
Forse, nella sua vita, Draco non aveva mai affrontato una discussione così profonda.
Mai, nessuno – neppure i suoi fidati amici, neppure la sua spietata famiglia -  gli aveva mai chiesto lui cosa pensasse davvero.
Nessuno lo aveva mai ascoltato.
<<  Ma non è vero << protestò Hermione <<  Se c’è tempo diventa futuro >>
Allargò le braccia e scosse il capo.
<<  Merlino, Mezzosangue, tu parli troppo per i miei gusti >>
E la baciò.
La baciò sulle labbra con una delicatezza che Hermione fu certa, stupì anche lui.
La baciò sulle labbra, con una forza inaspettata.
La baciò sulle labbra perché voleva rubarle il fiato.
La baciò in una notte senza stelle.


<<  Draco, la verità è che ho bisogno che tu mi dica che cosa provi per me, perché non riesco più ad andare avanti in questo modo >> farfugliò velocemente la Grifondoro.
Ma lui sembrava ostinato a non voler capire.
Ostinato a non affrontare la realtà.
Ostinato a non affrontare il presente.
<<  Che significa in questo modo? >> la provocò, muovendosi verso di lei, come una fiera pronta a colpire.
Gli occhi colmi di bramosìa, in attesa.
Hermione non si lasciò colpire.
A testa alta, come era sempre stata.
<<  Vuol dire che non mi basta più quello che tu vuoi da me, che sono stanca dei tuoi silenzi su.. Di noi >> riuscì a dire in un soffio.
Draco non poté fare a meno di sentire il sangue gelare nelle vene.
Quel suo sangue puro, così infettato da lei.
Perché ogni fibra del suo corpo era stata toccata da lei.
Perché la sua pelle necessitava quella di Hermione come se potesse morirne senza.
Strinse i pugni.
Il suo sangue puro.
Il suo sangue babbano.
Uno sbaglio, un terribile - enorme, increscioso, irrimediabile eppure dolcissimo - sbaglio.
Avevano iniziato a vedersi così, per scherzo, per colmare i vuoti delle loro anime.
Più che scherzo che per altro.
A Draco interessava solo macchiare di peccato la schifosa Sanguesporco, e dopo un po' di tempo c'era riuscito, anche se aveva dovuto insistere.
Difficilmente si era concessa a lui, ma poi, Hermione Granger si era lasciata andare a Draco.
Totalmente assuefatta dai suoi occhi grigi, dalla sua presa salda e forte, dai suoi modi bruschi e a volte violenti.
Draco la stringeva come se fosse un oggetto, all'inizio lo detestava, perché lui non ascoltava le sue proteste, ma col tempo aveva imparato a essere più docile, a stringerla quasi con delicatezza.
Draco era la soluzione ai suoi momenti più bui, era l'unico per cui valesse la pena trascinarsi avanti in quell'oblio.
Ma perché illudersi che potesse esserci qualcosa tra loro?
Quello non era sicuramente un buon momento per innamorarsi, perché lei era troppo ingenua e debole da non essere in grado di controllarsi.
Perché era immensamente vulnerabile e triste.
Perché Draco la stava trascinando in un vortice dal quale difficilmente sarebbe riemersa.
<<  Ma noi non siamo nulla >>
Eccolo il suo veleno, ecco quella sostanza tossica che scorreva nelle vene di Malfoy.
Eccole lì, le ultime parole che avrebbe dovuto pronunciare.
Nulla come il vuoto.
Nulla come due perfetti sconosciuti.
Nulla.
Nulla come quella notte senza stelle.
Hermione scacciò le lacrime con forza, imponendo a sé stessa di mantenere la calma, di affrontare la situazione da persona matura e forte.
Non voleva che Draco scoprisse di nuovo la sua fragilità, che la spezzasse, se ne impadronisse.
Non voleva che le sue mani voraci toccassero il suo corpo senza difese.
Perché ormai le sue difese erano crollate – distrutte, infiammate, rase al suolo – dai suoi occhi grigi.
Hermione aveva
sprecato troppo tempo dietro ai sogni, dietro alla speranza che un giorno, da un momento all’altro, il suo sogno potesse realizzarsi.
Aveva sprecato troppo tempo a guardare gli altri nella speranza che qualcuno si accorgesse di lei, proprio come se anche quell’altra persona non stesse aspettando che lei.
Draco aveva sprecato troppo tempo dietro a promesse non mantenute, rotte, convinto che potessero aggiustarsi.
Aveva sprecato troppo tempo convincendoci il tempo, la fortuna, il destino, sarebbero stati dalla nostra parte.
Ed erano stati delusi, traditi, dai loro desideri più intimi.
Non è vero che il tempo aggiusta le cose, può solo cambiarne il loro volto, ma aggiustarle, ripeterle daccapo, forse? No.
E non è vero che se ci si alza in piedi e si fa in modo che le cose accadono, poi accadono davvero.
Avevano sprecato troppo tempo sperando che, un giorno, qualcosa sarebbe cambiato.
Davvero.
<<  Quindi a te non importa davvero nulla di quello che provo io? Di come io mi senta ogni volta che sono con te? >>
Le parole come fiumi in piena.
Le confessioni come mare in tempesta.
Draco si sentì avvolgere da fastidio – misto a disagio, senso di colpa.
Ma non demorse, lui non poteva provare sentimenti, tantomeno per lei.
<<  Queste sono chiacchiere da ragazzini, Granger >> disse <<  Che cosa provi quando sei con me? Io penso che tu voglia solo essere accontentata dei tuoi desideri sessuali, del resto, chi se ne frega >>
La vera domanda era, adesso, se lui quelle cose le pensasse davvero.
Perché qualcosa nei suoi occhi diceva il contrario.
<<  E allora dimmelo, Draco, dimmelo tu >>
Stavolta fu Hermione a fiondarsi su di lui, a ravvicinare la distanza tra le loro labbra <<  Baciami, toccami, dimmi cosa provi per me >>
Occhi.
Mani.
Fiato.
Draco deglutì.
Sangue.
Corpo.
Passione
.
Hermione sorrise.
Peccato.
Redenzione.
Vittoria.
Il Serpeverde prese tra le mani il volto di Hermione e la baciò.
Era un bacio violento, una punizione.
Lei lo aveva provocato, e lui doveva vendicarsi.
Con le mani, attraversò tutto il collo scoperto della Mezzosague, e dalle labbra, passò al collo.
E non un gemito, non un sospiro.
Sempre più famelico, Draco voleva farla impazzire.
Voleva che lei impazzisse, che si dimenticasse di quello stupido discorso.
Che cosa voleva sentirsi dire? E, anche se lui certe cose le avesse provate, avrebbe voluto dirgliele?
No, non lo avrebbe mai fatto.
Mentre le labbra di Draco viaggiavano febbrili dal suo viso fino alle orecchie, Hermione allacciò le braccia intorno al suo collo e si lasciò andare a quei baci.
Draco incastrò una mano tra i capelli della ragazza, impendendole ogni tipo di movimento.
Ora era nelle sue mani.
La privò del maglione, passando velocemente a sbottonare i primi bottoni della sua camicia.
Al contatto con la sua pelle caldissima, il ragazzo si fermò un attimo a guardarla.
Non seppe dire perché lo fece, ma, qualcosa dentro di sé si mosse.
Alla vista dei suoi capelli in disordine, delle labbra arrossate, di quelle mani che cercavano con forza le sue, Draco non rispose più di sé stesso.
La sollevò sbattendola al muro, lasciando che lei circondasse la sua vita con le gambe.
Era un incastro perfetto.
Entrambi avevano il fiato corto, ma la voglia – rinnovata e mai dimenticata – di scoprirsi senza abiti, di toccare ogni centimetro delle loro pelli, si fece violenta ed incontrollabile.
Ma in un attimo di lucidità, Hermione prese il controllo della situazione, impedendo a Draco di avanzare verso il letto che si trovava alle loro spalle.
Voleva che lui si arrendesse prima.
Per questo, a sua volta, gli tolse il maglione.
Attese qualche secondo, poi passò alla camicia.
Iniziò a sbottonarla lentamente, asola per asola, senza mai perdere il contatto visivo.
Quando ebbe finito, la sfilò dalle sua braccia e posò una mano sul suo petto.
Il suo respiro si era tramutato in un affanno.
Draco era bello, lo era davvero tanto.
E ai suoi occhi, appariva come un diavolo tentatore, pronta per farla peccare di nuovo.
Ma lei sapeva che non era solo questo, lei sapeva che Draco aveva un cuore e dei sentimenti.
Lo aveva capito quando l’aveva baciata per la prima volta, l’aveva capito quando, i primi tempi – prima che arrivasse la vera passione – la stava a sentire in silenzio per poi dirle che era una sciocca.
Ma lei lo sapeva che non lo pensava davvero.
I suoi baci erano diventati sempre più dolci, sempre più lenti.
Ed era questo che aveva bisogno che lui le dicesse perché.
Voleva sentirglielo dire, non le bastava più che nei suoi gesti, lui fosse diventato più affabile, aveva bisogno che Draco le dicesse con sincerità cosa sentiva per lei.
Perchè Hermione lo sapeva, se ne era resa conto già da qualche tempo, di amare Draco Malfoy.
A pensarci, era davvero una follia, un controsenso.
Come potevano due istinti così diversi scontrarsi per ritrovarsi?
Sperava davvero di non aver bisogno di lui, ma non ce la faceva, la necessità di essere sua cresceva di giorno in giorno e combattere, sarebbe stato inutile.
Perché non voleva.
Voleva amarlo con tutte le sue forze e tutto il suo cuore, non gli avrebbe permesso di andarsene senza essere riuscita a fargli dire cosa provava.
<< E allora? << mormorò Draco << Perché ti sei fermata? >>
<< Così >> rispose furba.
Lui roteò gli occhi <<  Io non ho voglia di scherzare >>
<<  Oh, se è per questo neanche io >>
Com’era possibile che dalla tempesta più nera, fossero passati all’ardore più bruciante?
La risposta era semplice: perché quando erano insieme, tutte le loro diversità e affinità si facevano strada per combattere contro l’altro.
Tutte le loro diversità finivano solo per essere il loro legame più forte.
Hermione iniziò ad accarezzare la diafana pelle di Draco, e ogni tocco, era una condanna.
Avvicinò le labbra, e sfiorò il suo torace.
Un brivido li percorse entrambi.
Il silenzio era l’angoscia peggiore.
I loro sguardi erano la conquista più bella.
Poi, il contatto si approfondì, passando alle spalle, al collo, fino a giungere alle labbra, così agognate e così desiderate.
In quel bacio la prova.
In quel bacio la certezza.
Draco rispose con leggerezza, baciando prima il labbro inferiore.
Ma poi, poi..
Racchiuse in quel bacio una miriade di parole taciute, un oceano di sentimenti.
Urla, Draco! Urla e ama perché ti è concesso.
Urla e ama perché quest’amore è una follia.
Urla e ama perché sei stato salvato.
Urla.
<< Hermione >> sussurrò ansimando << Hermione >> ripeté.
Era la prima volta che la chiamava per nome.
Lei poggiò una mano sulla sua guancia, e attese che lui dicesse altro.
Era giunto al bivio.
Draco avrebbe dovuto scegliere tra la lotta contro sé stesso e i suoi sentimenti.
Perché, lui poteva provarne?
Quando stava con Hermione, era al sicuro , non si sentiva giudicato, non indossava maschere.
Poteva essere cattivo, perché lei lo avrebbe ammonito, poteva essere quasi normale perché lei lo avrebbe accolto – comunque -  tra le sue braccia.
Poteva parlarle senza timore, poteva anche litigare con lei, ma poi sarebbero tornati sui loro passi.
Se solo pensava a quanto avevano discusso in passato, a quante se ne erano dette, a tutti quegli insulti, quella situazione gli appariva assurda.
Una follia.
Ma era con Hermione che aveva visto la luce, con lei aveva scoperto di poter rinascere.
Se non fosse stato per lei, sarebbe stato ancora il Mangiamorte rinnegato, il vigliacco, il velenoso Draco Malfoy.
Certo, era ancora tutte quelle cose, ma aveva capito di poter essere anche altro.
La baciò, perché sentiva di averne bisogno.
E capì – o forse, lo aveva sempre saputo – di avere bisogno di lei.
E se quell’amore era pazzia, voleva che durasse.
<< Avevi ragione >> sospirò.
Lei storse le labbra <<  Riguardo a cosa? >>
<<  A tutto >>
Hermione sciolse le sue gambe, ancora avvolte intorno a Draco, e ritornò in posizione eretta.
Uno strano bagliore sembrava avvolgerlo tutto.
Cos’era cambiato?
<<  Ti prego, spiegati meglio >> gli chiese con dolcezza.
Lui chiuse un attimo gli occhi <<  Io non riesco a dirti quello che provo per te perché non posso accettarlo, è troppo per me >> si prese una pausa <<  Non posso accettare di essere stato catturato da te e non avere la possibilità di liberarmi >>
Quelle parole sembrarono assuefare Hermione, che si strinse ancora di più a lui, posando la testa all’altezza del cuore del Serpeverde.
E batteva veloce.
Come il vento in tempesta, correva.
Come il mare d’inverno, s’infrangeva sugli scogli.
Come un fiume in piena, straripava da tutte le parti.
Come un amore incontrollabile, batteva.
<<  Dimmi quello che provi, Draco, dimmi tutto >>
Ogni parola era un bacio.
Ogni bacio era un sospiro.
<<  Mezzosangue, non andare troppo oltre >> ridacchiò lui, alzando le spalle.
<<  O questo o niente >> gli disse Hermione decisa <<  E tu sai cosa voglio dire >>
Una luce, brillantissima.
Una speranza, viva.
Un amore acerbo, pronto a nascere.

<<  Che cosa vuoi che ti dica? >>
<<  Guardami negli occhi e dimmi se ti faccio schifo, se vorresti ancora portarmi a letto stanotte, se vorresti rifarlo domani e il giorno dopo ancora, se vorresti stare con me quando le cose saranno cambiate, quando non si tratterà più solo di sesso >> si morse il labbro <<  Guardami negli occhi e dimmelo >>
Draco cercò la mano di Hermione e la strinse forte.
<<  Hermione  << e, con sua sorpresa, sorrise <<  Sono fottutamente innamorato di te >>
Ho bisogno di te, ho bisogno della tua presenza.
Ho bisogno che tu mi faccia sentire un uomo.
Ho bisogno di te perché mi hai aiutato a salvare me stesso.
Ho bisogno di te perché c’eri quando tutti gli altri se n’erano andati.
Ho bisogno di sporcare il tuo sangue.
Ho bisogno del tuo corpo, del tuo viso, della tua voce.

Lei non poté celare la sua euforia e gli gettò le braccia al collo.
Di nuovo, come la prima volta.
Come sempre.
<<  Ti basta? Non vorrei che t’illudessi troppo >> borbottò, un po’ contrariato.
Hermione fece cenno di no <<  Va benissimo così << abbassò il capo, leggermente imbarazzata <<  Anche io lo sono, Draco >>
Lui ridacchiò compiaciuto <<  Certo, come potresti non esserlo! >>
<<  Per un attimo ho pensato che mi avresti riposto quasi bene >> confessò Hermione con una smorfia.
<<  Quindi sei innamorata di me, Mezzosangue >>
Pronunciando quelle parole, a Draco sembrarono lontani anni luci quei momenti in cui, vedeva Hermione come una sciocca studiosa, per giunta brutta.
Eppure, adesso era lì, stretta tra le sue braccia.
Preziosa come il cristallo.
<<  Sì, è così << confermò <<  E se mi amassi, un giorno, me lo faresti sapere? *(1) >>
Il Serpeverde alzò le spalle.
Quel giorno non sarebbe stato oggi.
Ma già sapeva che sarebbe arrivato.
<<  Solo se poi dopo mi fai un regalo >> insinuò pungente.
<<  Io te lo direi >> insistette Hermione.
<<  Allora anche io, te lo prometto >>
<< Cosa potrebbe esserci di peggio, secondo te? >> chiese Hermione, posando l’indice sulla guancia di Draco.
<< Potrebbe fare molto male >> rispose secco lui.
Ma era tremendamente sincero.
Non voleva farla soffrire, non avrebbe mai voluto.
<< Ma fa già male >> *(2)
Non avrebbe saputo quella notte se era vero amore, ma aveva avuto la conferma che poteva esserlo.
Certo, la loro relazione avrebbe continuato a camminare sulla linea della pazzia.
Almeno, sarebbero caduti insieme.
Draco rise, scuotendo il capo <<  Sei proprio femminuccia sentimentale >> e poi affondò le sue labbra in quelle di Hermione.
Fuori dalla finestra, una notte placida, tranquilla.
La mezzaluna era alta in cielo, alcune nuvole si aggirano sopra le torri del castello.
Era una notte senza stelle.

 

                                                                                         And now I have finally seen the end
 I'm not expecting you to care
And I have finally seen the light
And I have finally realized
I need your Love

 

 

 

*1 libera traduzione da un verso della canzone “Violet Hill”  dei Coldplay.
*2 dialogo liberamente ispirato dal film  “Now Is Good”
- I personaggi descritti sono proprietà di J.K.Rowling, la mia è una fanfiction scritta dal mio personale punto di vista, quindi perdonatemi se i personaggi non agiscono come si aspetterebbe, ma in fondo è una fanfiction, giusto?!
- Un altro punto su cui mi soffermo è una precisazione grammaticale : io scrivo “sé stesso/sé stessa” poichè all’università mi è stato comunicato che sarebbe preferibile scriverlo così :)
- A volte troverete segnato l’accento a delle parole, non badateci, è un’abitudine recente!
- L’immagine l’ho trovata su WeHeartIt a questo link :  http://weheartit.com/entry/67482370/via/slidesaway  e non è opera mia!
A presto!

   
 
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