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Autore: AxXx    12/07/2013    4 recensioni
Un esperimento fallito porta poteri a diversi ragazzi nel mondo. L'ONU istituisce la I.S.A. (International Security Agency) E, nel presunto tentativo di fermare i nuovi terroristi Omega, cerca di distruggerli, rendendo loro legali l'uso della violenza e dell'uccisione.
In fuga da tutto e tutti, alcuni Omega si ritrovano a combattere contro criminali e forze dell'ordine, spesso anche tra loro tutti con un obbiettivo importante da raggiungere.
Salvarsi, aiutare, sacrificare, combattere: tutto si risolve in una cosa sola; fare una scelta.
Quale prenderanno?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                                Empireo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Registrazione ricerche del dottor Wolf]

Soggetto: WX01 e WY01

Argomento: effetti collaterali dei poteri derivanti dall’esposizione alle radiazioni Omega.

 

Ieri ho potuto venire in possesso di alcune videoregistrazioni riguardanti il soggetto WX01 durante uno scontro contro agenti della C.A.O.S. Ho notato una grande abilità degli scontri veloci e il suo livello evolutivo è già parecchio elevato. Da adesso dovrebbe sviluppare una resistenza maggiore contro la stanchezza e gli scontri di logoramento. Il suo punto di forza è certamente l’ottimizzazione dei suoi poteri che possono renderlo molto forte e veloce negli scontri ravvicinati e utile a distanza. Il difetto è il grande dispendio di energie. Usa troppa energia per stordire un avversario. Vorrei mettere, però, in evidenza la sua azione finale: egli ha fermato un treno caricando le sue energie sulle braccia, usando l’elettricità come uno scudo per proteggersi dall’impatto e amplificando l’intensità dei suoi neurotrasmettitori in modo da sollecitare i muscoli per aumentare la loro forza. Il che è utile, ma molto pericoloso: il corpo di un Omega resiste ai suoi stessi poteri, ma a questo stadio ‘embrionale’, se così si può dire, i loro corpi non sono ancora adatti e, in questo caso, X01potrebbe aver usato più energia di quanto possa fare. Temo che il suo corpo non reggerà a lungo, a meno che non si adatti. Ho già il sospetto che le lesioni alle sue cellule cerebrali abbiano mandato in cancrena una parte dell’encefalo bruciando, letteralmente, i collegamenti tra le singole cellule nervose.

Il secondo soggetto che sto analizzando con interesse è WY01. Il suo comportamento è violento, ma con sintomi di infantilità inquietanti. Non sono certo di cosa possa significare, ma credo che lui stia sviluppando una sorta di follia genetica patologica dovuto al trauma del veloce passaggio dallo stato di neonato all’età adulta.

Necessito di ulteriori informazioni per avere un quadro completo.

[Fine registrazione]

 

 

 

 

 

Cavolo… quando mi risvegliai ebbi la sensazione di essere stato investito da un treno che potremmo definire ‘ciò che mi è successo realmente’. Avevo un mal di testa terribile, mi faceva male ovunque e non riuscivo a mettere a fuoco le immagini. Sentivo delle voci intorno a me, ma era difficile sapere a chi appartenessero.

“Allora, mamma? Come sta?”

“Male, ma si sta riprendendo.”

“Non capisco come mai… le ferite si sono rimarginate.”

“Voglio vedere te ad essere investito da un treno.”

“Smettetela tutti e due!”

“Ha iniziato lui.”

Io non riuscivo a capirci niente: l’unica cosa che sentivo erano le voci di due donne (una era una ragazza) e di due ragazzi.

“E-elettricità…” Sussurrai a fatica. Non so voi, ma essere colpiti da un treno tende a seccarti la lingua.

Ci misi poco a riprendermi, dopo che mi misero vicino una batteria di automobile (meglio non indagare su DOVE l’avessero trovata). Assorbii l’energia elettrica e mi ripresi facilmente. Alla fine mi rinvigorii e tornai in piedi. Senza elettricità mi sentivo… difficile descriverlo. Forse la cosa più simile a ciò che sentivo era l’essere assetato. Intorno a me c’erano una donna, una ragazza (che dalla somiglianza dedussi essere la figlia) e due ragazzi, uno biondo e alto, l’altro era quello che mi voleva riempire di botte sul treno.

“Salve, amico… come mai non sono ancora morto?” Chiesi, appena potei parlare.

“Si da il caso che tu mi abbia aiutato… inoltre hai salvato delle vite e sei quasi morto.” Rispose sedendosi su un sasso.

Eravamo letteralmente accampati in un vecchio edificio abbandonato che doveva essere un magazzino, ma che, onestamente, non mi interessava. Era terribilmente polveroso e cadente. Avevano conservato i miei vestiti e i miei effetti personali, compresa la valigetta e la spada.

“Allora, ora che sono tornato tra i vivi vi saluto che ho un appuntamento.” Dissi, cercando di alzarmi.

“No! Tu ora ci spieghi che cosa ci fai con quella roba.” Mi bloccò subito WK43. Era proprio decisa a non lasciarmi andare impunito, eh? Be’ non avevo intenzione di aprirmi la strada con la forza, anche perché ne avevo poca.

Ero davvero alle strette e non era facile ragionare quando ti senti così debole, così spiegai tutto ciò che era accaduto nelle settimane precedenti. La sensazione più strana era notare come fosse passato il tempo: mi sembrava fosse passato un anno, invece di così poco e anche la mia famiglia mi sembrava lontana. Fu un racconto particolare e, ammetto, di aver un po’ ‘infiorettato’ la storia (Non avevo ancora fatto saltare carri armati, ma mi sembrava una cosa da paura), ma non mentii mai fino a livelli esponenziali. Spiegai anche il motivo per cui ero sul treno.

“Quindi ti sei rivolto alla criminalità per un po’ di soldi?” Mi chiese la ragazza, a metà tra lo schifato e il deluso. Non potevo dargli torto, ma non avevo mai considerato molte alternative: avevo agito di istinto, come al solito.

“Sì… mi dispiace, ma non me ne pento. Ho un’ultima cosa da fare, poi me ne andrò.” Risposi, sbuffando. Non mi piaceva la gente che giudica le mie azioni. Certo, capisco la sua reazione, ma, sinceramente, già sapevo dove volevano arrivare e non mi piaceva.

“Sto solo dicendo che esistono altri modi, non che hai fatto male.” Rispose lei, abbassando il capo. Difficile dargli torto e un po’ mi dispiaceva averla ferita, ma volevo difendere la mia libertà. Io credo che l’avrebbero fatto tutti.

“Be’, non so se l’hai notato, ma quello di cui ha parlato sono io e, sinceramente, non ci tengo a fare la fine del topo.” Disse mister ‘spacco tutto con le mani’ afferrandomi per la felpa.

“Ma non mi dire!” Risposi afferrando folgore. Debole o no, sarei stato pronto per il secondo round. “Mi hanno promesso un passaggio sicuro per scappare, e non ce l’ho con te. Potresti scappare e nessuno ti seguirebbe.”

“Forse, ma non mi piace la gente che pensa di poter mettere i piedi in testa agli altri senza pensare alle conseguenze.” Affermò lui battendo i pugni.

Eravamo pronti a ricominciare, pur sapendo dei rischi, ma fummo interrotti, proprio da Tiziano (Ironico che a fermare due tizi come noi sia uno senza super poteri)

“Ora smettetela tutti e due. Siamo stati messi sulla stessa barca e non possiamo farci niente. Qualcuno ci da la caccia e non ci lascerà fuggire. Io dico di non perdere la calma e, rimanere uniti per un po’, poi decideremo sul da farsi.” Disse, mettendosi tra noi due.

Coraggioso, lo ammetto. Se avessimo attaccato lui si sarebbe ritrovato in mezzo e difficilmente ne sarebbe uscito incolume. Anche Greta era pronta ad attaccare, ma, più probabilmente si sarebbe assicurata che il suo ragazzo non si facesse del male. Sua madre era tesa, probabilmente avrebbe aiutato la figlia. La cosa che mi colpì maggiormente furono gli attimi di silenzio che seguirono prima di accettare la ‘non beligeranza’ (Immagino si dica così…)

Decidemmo di raggiungere comunque Mosca, pur sapendo che ci sarebbe stata un imboscata in zona. Certo eravamo pochi, ma accettai di unirmi a loro e di collaborare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Registrazione dell’operazione firehawke. Cattura del soggetto WY01]

 

 

Alfa-3: Unità cecchini in posizione, magazzino in vista, attendiamo istruzioni.

Bravo-8: Unità d’assalto aereo pronta, caliamo le corde.

Alfa-3: Vi vediamo, Bravo-8, Bravo-5 sta scendendo sul lato opposto, usate le granate stordenti. Charlie-2 e -9 stanno entrando dal pian terreno.

Bravo-5: pronti a ingaggiare, unità robotiche di supporto pronte a entrare in azione.

Charlie-9: in posizione, attendiamo il segnale per entrare.

 

 

 

 

 

[Dal diario di WY01]

 

 

 

Non mi aspettavo un attacco in quel momento. Era un po’ che non ‘mangiavo’. Potevo sopravvivere mangiando cibo normale, ma, per essere veramente sazio, avevo bisogno di cellule staminali ed erano tre giorni che non riuscivo ad avvicinarmi ad un obbiettivo degno di questo nome.

Al’inizio i miei sensi percepirono solo lievi movimenti che mi misero in allarme, ma fui troppo lento e l’esplosione delle granate stordenti fu un vero shoc per i miei sensi ipersviluppati. Il rumore fu talmente forte che le orecchie iniziarono a fischiarmi e la testa a girare. Poi arrivarono i robot: roba nuova che non avevo mai visto e, sinceramente non ero ancora del tutto certo di cosa fossero.

Avevano l’aspetto di uno scheletro umano, completamente in acciaio e all’altezza del petto, il generatore principale che dava energia. Erano tutti armati con un mitra (fucile d’assalto M16) e una spada, simile ad una sciabola, che emetteva scosse elettriche.  

“Fatevi sotto!” Urlai, creando la mia falce, iniziando a spargere pezzi di metallo un po’ ovunque.

Massacrai quei cosi in poco tempo, ma non riuscivo a controllare bene i miei movimenti e più di una volta finii con il ferirmi. Con un violento colpo mi liberai di due robot e parai un fendente che arrivò dalla mia destra. Tolto di mezzo anche il terzo tre mi infilzarono alle spalle, provocandomi parecchio dolore, ma non abbastanza da farmi cedere. Mi liberai di loro con un calcio e, mentre cercavo di guadagnare le scale che portavano al tetto, me ne ritrovai addosso altri due che cercarono di bloccarmi.

Troppo deboli, anche se di metallo.

Riuscii a liberarmi falciandoli in due. Appena salii al livello superiore, però, alcuni colpi di fucile di precisione mi colpirono al fianco sinistro, indebolendomi ulteriormente, ma io non cedetti e continuai la mia avanzata, falciando altri due robot che cercarono di fermarmi. Alla fine riuscii a uscire allo scoperto, ma mi ritrovai sotto una pioggia di fuoco.

Soldati, elicotteri e robot mi stavano sparando contro tutto quello che avevano.

“Sotto tiro, non lasciatelo muovere!”

“Fuoco di fila, unità cecchini, mirate alla testa!”

Nonostante tutta la mia forza, nemmeno io potevo reggere così tanta potenza di fuoco, in poco tempo persi quasi completamente le mie capacità rigenerative e caddi a terra stremato.

Sentii qualcuno ordinare ad un soldati di avvicinarsi a me per controllare se fossi morto: brutto errore. Appena fu abbastanza vicino, raccolsi la mia arma e le tagliai letteralmente in due, massacrando chi gli stava attorno. Ricominciai a combattere, trucidandone almeno dieci, prima che potessero reagire, ma non avevo fatto i conti con i cecchini che, prima che potessi fuggire, mi colpirono con dei proiettili speciali.

Sentii la testa pesante e, dopo pochi secondi, svenni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Rapporto del caporale Stewart sull’operazione firehawke]

 

 

 

L’operazione si è svolta con successo, il soggetto WY01 è stato catturato e messo in quarantena nella prigione speciale di massima sicurezza per Omega, Empireo. La locazione di questa prigione mi è sconosciuta e lo rimarrà a buona parte di coloro che lo prenderanno in consegna.

Durante lo scontro l’intera legione di droidi armati è stata fatta a pezzi: ne avevamo schierati più di cento e ne sono sopravvissuti solo otto. Avevamo schierato, inoltre cinquanta unità di marines addestrati in operazioni ad alto rischio, ma alla prova dei fatti, abbiamo sottovalutato clamorosamente le abilità di Y01, dato che ne sono sopravvissuti meno della metà.

Lo scontro è durato mezz’ora e nonostante la pioggia di proiettili ha continuato a combattere per parecchio tempo e solo grazie al supporto aereo siamo riusciti a renderlo inoffensivo. Abbiamo isolato il soggetto in una camera portatile di stasi dove viene costantemente sottoposto ad un trattamento che lo costringe ad essere sotto sedativi in maniera costante. È scortato in ogni movimento da unità addestrate appositamente per affrontarlo.

Abbiamo inoltre contattato un unità di ripulitura per cancellare ogni traccia della battaglia e abbiamo isolati i pochi effetti personali del soggetto in una camion che lo accompagnerà su Empireo.

Fine rapporto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[registrazione delle considerazioni sulle operazioni contro i soggetti Omega]

 

 

 

 

I soggetti Omega più pericoloso sono stati, quasi tutti, isolati su Empireo, la nostra base più sicura: anche se prendessero il controllo della struttura, non potrebbero mai fuggire e la cosa potrebbe essere una buona soluzione.

Solo che mancano all’appello molti Omega: J01 e X01 sono ancora in libertà e con loro una serie di Omega abbastanza potenti, tra i quali WX43 e WH02 che posso considerare a pari forza, rispetto agli 01. Temo fortemente ciò che potrebbe accadere a Mosca, però…

Il governo Russo non è stato informato del nostro spostamento e un scontro armato potrebbe non essere un buon segno per i rapporti U.S.A. Russia. Il Cremlino potrebbe inasprire i rapporti e far valere la sua vecchia alleanza con altre potenze emergenti. Il rischio è alto, soprattutto se gli Stati Uniti vengono coinvolti.

 

 

 

 

 

 

 

Ci fu una bella lite per decidere COME raggiungere Mosca… o se era il caso di raggiungerla. Io la mia idea l’avevo e fu quella che fummo costretti a mettere in pratica, anche perché era l’unica. Dovetti, però, affrontare l’onestà di K07 e i dubbi di Greta (non ho ancora capito perché quel tipo non mi ha mai detto il suo vero nome).

Alla fine riuscimmo a rubare un camper nel magazzino di un concessionario. Gli ostacoli non furono difficili da superare: allarmi, antifurti, serrature. Tutte elettroniche, mi bastava controllare il flusso di elettricità e le spegnevo per il tempo necessario che ci serviva. Telecamere? Sì c’erano, anche loro elettriche. Spegnerle fu un giochetto, non dovevo nemmeno mandarle in cortocircuito. La madre di K43 si lasciò convincere solo dopo parecchie insistenze, ma, dato che eravamo ricercati, orami era inutile nascondersi. Inoltre era per una ‘buona causa’.

Durante il viaggio inizia a socializzare forzatamente con i miei compagni, soprattutto con gli altri Omega. Iniziammo a diventare amici, soprattutto con Greta, mentre K07… be’, rimase sulle sue e, nonostante iniziammo a legare. Accettò il fatto che stessi aiutando chi lo volesse morto affermando che, comunque, si sarebbe saputo difendere. La cosa strana fu la facilità con cui attraversammo le frontiere: niente controllo, nulla. Come se, dopo lo scontro al treno, chi ci volesse catturare fosse sparito.

Ero terribilmente nervoso e anche gli altri mi confidarono una certa preoccupazione.

“Hai ragione: è troppo strano che abbiano smesso di inseguirci.” Disse Greta sospettosa, quando ne parlammo.

“Non possiamo farci nulla, possiamo solo aspettare e vedere che succede… probabilmente ci stanno tendendo una trappola.” Rispose K07 facendo spallucce. A lui le sfide piacevano, soprattutto se poteva aiutare qualcun altro.

“Giusto… possiamo solo aspettare e vedere che succede?” Dissi, scuotendo il capo, mentre il veicolo procedeva lungo l’autostrada principale che collegava la Polonia alla Russia.

 

Mentre il viaggio procedeva, mi resi conto di stare legando troppo con K43… troppo davvero, soprattutto visto che lei era già ‘impegnata’. Ma non ebbero bisogno di ricordarmelo: ero abbastanza intelligente da tenermi lontano da solo. Speravo solo di potermene andare abbastanza lontano da non essere trovato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Estratto dal diario di WC04]

 

 

 

 

Quando entrai nella stanza di Edward dovetti trattenermi dal non ridere: ormai per, lui il fatto che entrassi dalla finestra, era diventato qualcosa di abituale, tanto che aveva messo un vero e proprio calendario per le accoglienze (Segnava ogni volta che arrivavo).

“Ohi! Amico! Entra, entra! Stavo giusto mettendo a punto un nuovo programma di ackeraggio, vuoi vedere?” Mi chiese portando dentro due scatoloni di pizza.

“Ok… vediamo, anche se ho una cosa da chiederti.” Risposi, sedendomi su una delle tante sedie vicino alla scrivania dove erano accesi cinque computer: due fissi e tre portatili.

“Allora prima la pizza, Superman!”  Disse porgendomi una scatola ancora calda e fumante.

Edward era un mio compagno di classe, ma nessuno, a parte me, sapeva che era uno dei migliori Acker del mondo: era scappato di casa a quindici anni, si era procurato un ID falsa ed era fuggito in Russia. Il suo appartamento era stipato di computer e apparecchiature elettroniche (tutto, appartamento compreso, a carico di grandi aziende delle quali lui aveva ackherato i conti correnti in banca). Quando era iniziato il rastrellamento di Omega mi aiutò (eravamo molto amici prima che diventassi Omega) Fu allora che scoprii tutto questo di lui. Era un grande appassionato di fumetti e prese tutto come un gioco, tanto che ormai mi chiama Superman. È grazie a lui che so che la mia famiglia è al sicuro, dato che controlla le trasmissioni militari, e che mi da informazioni sulle attività illecite della mafia locale.

Era un tipo bizzarro: il suo appartamento era stracolmo anche di fumetti. La pizza era il suo cibo preferito. Lui aveva il tipico aspetto da persona fissata con il computer: esile, magra, per nulla muscolosa, con un paio di occhiali da vista. Aveva i capelli neri corti e gli occhi verdi.  La sua forza, però, era il cervello: era incredibilmente intelligente ed era in grado di aggiustare qualsiasi cosa che gli veniva messa sotto mano.

“Allora, superman, cosa ti serve? Il tuo fido aiutante è sempre pronto a darti consigli.” Disse, dopo la terza fetta di pizza.

Io ingoiai la mia pizza e dissi: “Ieri sono stato in un magazzino e ho ascoltato una conversazione: pianificano un rapimento. Quando sono intervenuto ho cercato di saperne di più, ma non mi hanno detto nulla. Sai che…”

“Che aborri la tortura, sì lo so… bene… di certo se hanno intenzione di rapire qualcuno dev’essere una persona ricca, possibilmente facile da sopraffare… dammi un secondo e potrei dirti qualcosa.” Mi anticipò, mettendosi davanti al computer con le dita ancora tutte unte.

Praticamente fece tutto lui: aprì decine di files e io mi ritrovai a osservarlo allibito: mi consideravo una persona intelligente, ma lui superava ogni mia capacità di ragionamento. Nelle due ore seguenti il sole ebbe il tempo di calare e la notte di arrivare nella sua totale oscurità e io mi ero già addormentato sulla sedia, quando lui mi svegliò con un “trovato!!!”

Io mi svegliai di colpo e lo osservai, mentre apriva una finestra con la foto di una ragazza dai capelli biondi e lunghi con gli occhi azzurri. Dalla foto si capiva che, nonostante il corpo magro era anche parecchio allenata. Indossava una divisa di una di quelle scuole di alto rango degli Stati Uniti, in pratica, apparentemente, una figlia di papà.

“Ti presento Emile Kent, figlia di Mark Kent, sua madre, Francine bouregard è francese, mentre il padre è americano. Controllano una fetta pari a un quinto del mercato di petrolio, poco conosciuti dai comuni mortali, ma molto dalla criminalità locale.” Disse Edward, osservando con interesse la ragazza.

Anche io ero parecchio attratto, dato che solo uno stupido avrebbe detto che non fosse bella. Cavolo se lo era.

“Cosa sappiamo su di lei?” Chiesi. Nonostante la giusta attrazione, già me la immaginavo: snob e rompiscatole.

“Ti stupirà: è al primo posto come studentessa e posso dirti che nessun professore ha mai ritoccato i suoi voti. Eccelle in ogni materia e inoltre è al nono Dan di Karate, campionessa, classificata prima ai campionati nazionali di Karate degli Stati Uniti, Q.I. Estremamente elevato, genio del computer, una ragazza con un curriculum vitae degno di note, quasi quanto me.” Spiegò lui entusiasta, quasi mi avesse letto nel pensiero. Mi appuntai mentalmente di rivalutarla.

“Perché la vogliono colpire? E dove?” Chiesi, mentre apriva in anticipo una piantina della città.

“Il perché è semplice: è ricca, la sua famiglia è ricchissima. Potrebbero chiedere un milione di Euro. Il dove… è stato un po’ difficile da individuare, ma credo di averlo trovato in Via Ramenki… è particolare perché ad è abbastanza lontano dal centro, ma è obbligatorio per raggiungere la zona residenziale. Io credo che avverrà qui… in questo punto la via è poco trafficata, quindi pochi testimoni. Avverrà probabilmente alle prime ore del mattino, con poca gente sveglia è facile colpire e Emile arriverà a mosca tra poco per vedere i suoi che sono qui in viaggio d’affari. L’edificio sul lato destro ha diversi appartamenti abbandonati in posizione strategica, e dall’altro lato ci sono gli alberi. Il luogo perfetto per un imboscata vecchio stile, insomma.” Spiegò lui, indicando tutti i punti e zummando quando era necessario.

“Accidenti, fratello! Grazie, sei un genio.” Mi complimentai io sorpreso.

“Oh, semplice routine… non hai idea di quanto sia facile hackerare i computer di una scuola e nemmeno la criminalità organizzata può nulla contro Shark, il mio virus abbatti barriere. Solo una cosa ti chiedo.” Rispose lui con modestia, mentre afferrava qualcosa da una scatola vicino.

“Cosa?”

“Filma tutta l’operazione con questo, metteremo su youtube le tue imprese sotto falso nome.” Rispose fissandomi all’orecchio una specie di auricolare con montata una microcamera.

“non sarà pericoloso? Potrebbero rintracciarci.” Protestai io.

“Figurati! Useremo una delle mie ID false che risiede in Australia, non ci beccheranno. E poi con queste potrai comunicare con me in qualsiasi situazione e potrai avere supporto logistico.” Rispose prontamente lui dandomi una pacca sulla spalla, massaggiandosi, poi, la mano per il dolore.

“Ok… ci sto, grazie, fratello.” Risposi, finalmente convinto. Forse quei video non sarebbero stati così utili, ma avrebbero visto che qualcuno a cui affidarsi c’era.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ufff…. Ce l’ho fatta ha scrivere questo nuovo capitolo.

Scusate il ritardo, ma tra gli esami e la mia vacanza al mare, di scrivere non avevo tanta voglia, ma, essendo passato ed avendo finito le vacanze, rieccomi alla carica più forte che mai con questo nuovo capitolo iper lungo.

AxXx    

  
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