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Autore: Subutai Khan    12/07/2013    11 recensioni
Ve lo ricordate Hirohito, il muro del dojo Tendo? No? Vuol dire che non l'avete letto? Che brutti bastardi. Siete quasi come quelli che hanno ammazzato Kenny.
Non importa. Vi presento Akihito, il suo degno compare, e lo strabiliante spettacolo di cui è stato il solo testimone.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yawn. La mia vita è un palla mortale.
Non succede mai nulla di interessante, nulla di coinvolgente. Sempre la solita lagna: i due occupanti di questa camera si fanno vedere solo nelle ore serali, quando rientrano dalle loro scorribande in giro per sa il cazzo dove e si lasciano cadere, sfatti dalla stanchezza, sui rispettivi futon. A volte finiscono per scambiarseli, ma sono talmente buzziconi che non se ne preoccupano e cominciano a russare come un’intera batteria di panzer.
Ecco, un’altra cosa che odio. Il loro russare. È insopportabile.
Poi ok, nella mia posizione non posso ambire a molto altro. I disguidi di essere un muro. Ma questo mica vuol dire che debba essere felice di annoiarmi a morte, eh.
Davvero gente, un po’ di pepe ogni tanto. Pepe, non nitroglicerina. Non chiedo troppo.
Cheppalle.
Si sta pure facendo tardi e mi viene sonno. Sì, anche a me. Non avete mai visto un ammasso di mattoni stanco? Siete proprio dei retrogradi.
Vabbè, lasciam perdere e...
Uh?
Che succede là sotto? Perché quel cavernicolo di Ranma... sta portando in camera sua... Akane?
“Ma sei sicuro? Non mi sento per nulla a mio agio”.
“Il campo è libero, fidati. Mio padre è in viaggio di addestramento e i tuoi parenti sono via. Dai che c’eri tu sulla porta a salutarli, mica io”.
“So come funzionano le cose e dovresti saperlo anche tu. Qua spuntano fuori seccatori a ogni piè sospinto. Voglio esserne sicura al cento per cento”.
“Ora datti una calmata, maschiaccio. Al massimo puoi cacciare il fastidio con il tuo pugno da mille megatoni”.
“Se non la pianti te lo do in faccia, il pugno”.
“No no, scherzavoscherzavoscherzavo”.
Va bene va bene va bene. Qualcuno fermi il mondo, voglio scendere. Cosa stanno combinando quei due? Parlano in maniera quasi normale.
Ohi. Solo perché sono fermo dove sono non vuol dire che non conosca il funzionamento delle cose in questa casa. E in questa casa, di solito, Ranma Saotome e Akane Tendo si rivolgono la parola principalmente per insultarsi.
Non sta succedendo. Al contrario, sembrano avere una... complicità sospetta.
Come se...
...
Ragazzacci, non vi state facendo idee strane. Vero?
Sapete, anche ai muri possono venire gli infarti. Un cedimento strutturale e bram, giù tutto.
Ah, non vale come infarto? ‘Sticazzi.
Aspetta, mi accorgo solo ora di un particolare: si... si stanno tenendo per mano.
Ok. A momenti dovrebbe cominciare la pioggia di meteoriti radioattivi e ripieni di tiberium che sancirà la fine del mondo.
Sono pronto ad affrontare l’abbattimento con dignità. E un sacco di caga.
Ma, sarcasmo del menga a parte, questo è a dir poco... inconcepibile.
Quei due ragazzi, in questo momento fermi a guardarsi in maniera imbarazzata, non si erano mai tenuti per mano. Mai.
Forse non mi sono spiegato bene: mai. Realmente mai.
Se adesso lo stanno facendo dev’essere accaduto qualcosa di grosso. O hanno appena scoperto di avere contratto una malattia terminale e di poter sopravvivere ancora tre giorni, magari quattro.
“A-allora, Akane...”.
“D-dimmi, Ranma...”.
“V-vogliamo cominciare?”.
“V-va bene”.
C-che pena. No, io non balbetto davvero. Sono troppo coriaceo.
Devo tenere gli occhi aperti, anche se in effetti non è che possa fare molto altro. Ma è evidente che sto assistendo a un evento storico.
Che fissa. Akihito, il muro della camera dove Genma e Ranma Saotome dormono, è testimone di qualcosa che verrà trascritto negli annali.
E sono l’unico a saperlo. Ah, non appena lo racconterò a Hirohito morirà d’invidia, quello stronzo. “Gnè gnè, sono la parete del dojo io, sono il più figo”.
Sogna, fratello. Sogna. Tu una primizia del genere non l’hai mai vista e mai la vedrai, qualunque cosa sia.
D’altronde non sarebbe corretto nei miei confronti presentarsi con cinque o sei segni dell’apocalisse imminente e poi lasciarmi a bocca asciutta.
Le mie elucubrazioni di onnipotenza mi hanno distratto. Meglio tornare su di loro e...
...
...
...
Starete scherzando.
Sono stesi su uno dei due futon, quello normalmente occupato da Genma. Lui sotto e lei sopra.
Si stanno baciando. Un bacio profondo, non da orribile commedia americana.
Se potessi mi metterei a sudare.
Akane gli strappa la blusa. No, non gliela slaccia con fare sensuale, gliela fa togliere in fretta e furia. Nel frattempo lui armeggia con la sua maglietta.
Cari ragazzi, dove avete lasciato l’avvertimento NC-17? Nelle mutande?
Mi piacerebbe poter parlare. Vorrei chiedere loro da dove hanno tirato fuori tutta questa libido repressa e soprattutto perché non si siano spicciati un po’ prima. Io e i miei colleghi ci saremmo evitati un sacco di buchi e danni assortiti se ‘sti due minchioni avessero avuto un po' più di decisione, ecco.
“Akane... siamo davvero sicuri di quel che... stiamo per fare?”.
Saotome, sei un coglione.
“Certo che sì! Dobbiamo approfittare della solitudine finché dura. E ora taci, che se apri la bocca per dire fesserie puoi invece baciarmi”.
“Agli ordini”. E ubbidisce. Divertente sentirlo mansueto come un cagnolino, è un cambio di copione stuzzicante.
Poi qualcuno decide di alzare la posta: mentre sono ancora lì che si strusciano, cercando di levarsi i vestiti in maniera a dir poco goffa, una mano acchiappa il pacco di lui e lo stringe come se fosse una noce di cocco da spezzare.
A-h-i-a. Provo dolore per i suoi poveri testicoli.
“Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Ma sei impazzita, per caso? Mi vuoi rendere sterile a vita?”.
“Esagerato. Era solo una vigorosa presa amichevole. E poi dovevo farti pagare l’incertezza”.
...
Togliti da davanti l’immagine di Akane Tendo vestita di gomma e latex, imbecille di un Akihito. Ha solo sedici anni e per questo genere di cose è pudica come una suora cristiana.
Certo, normalmente le suore non cercano di frantumare le balle dei loro compagni di letto. Non hanno neanche dei compagni di letto, se è per quello.
Sarà una suora perversa.
Ci mettono un po’ ma finalmente gli inutili indumenti volano via. Sì, sto decisamente entrando nell’atmosfera e, a ‘sto punto, sono curioso di constatare se il gioco vale la candela.
Cacchio. Non sono per nulla abituato a vederli come mamma li ha fatti. Cioè, Ranma passa spesso di qui in boxer e poco altro ma non avevo mai avuto il piacere di osservarlo in tutta la sua scultorea nudità. Tralascerò Akane, diventerei veramente volgare.
Sì, ok. Farò finta di girarmi dall’altra parte. È vero che sono solo un muro, però è anche giusto che possano consumare in santa pace.
Divertitevi, ragazzini. E anche se prima mi sono lamentato del fatto che siete stati due insopportabili tsundere... vi meritate la vostra intimità.
Allora, vediamo di distrarci.
Quest’anno le finali del baseball sono state spumeggianti. D’accordo, al solito hanno vinto quei maledetti dei Giants, ma mi sono dovuti fare il culo a capanna per recuperare il tre a zero iniziale. Io però tifavo Kintetsu. Abbiamo capito che quelli là sono i principini di ‘stocazzo, è chiaro. Maccheduepalle.
“E quindi adesso... devo infilare...”.
“Kami Ranma, non è possibile che tu non sappia nulla di nulla. Sì, devi infilare”.
“Ma prima... io pensavo ci volessero un po’ di preliminari...”.
“E allora vedi che non sei caduto da un pero se sai che esistono i preliminari? Santo cielo, forse non sei un caso irrecuperabile”.
‘Fanculo al mio essere un muro. Vorrei andare ad Harajuku a visitare tutti e tre i Winkers della zona. Quelle due sbarbine cantano davvero bene e mi piacciono un sacco... sì, anche fisicamente. Anche se preferisco Sachiko a Shōko, devo essere onesto. E comunque Samishii Nettaigyo è proprio bella.
“Ahia! E non morsicarmi, cretino. Specialmente non... sul seno”.
“Scusa. Mi sono lasciato trasportare un po’ troppo dalla foga”.
“Lo vedo. Meno male che siamo a dicembre, altrimenti come l’avrei spiegato quel segno indossando un bikini?”.
“Chi ti butta gli occhi addosso guardandoti quella zona dovrà vedersela con me, fosse anche tuo padre”.
“... perché non riesci a essere così adorabile più spesso?”.
Awwwww. Lo so, avevo detto che non avrei spiato. Ma che ci posso fare se il sentirlo così protettivo mi scalda? Sono occasioni talmente rare che vanno apprezzate come meritano.
Passo la successiva ora a svagarmi navigando fra minchiate a profusione mentre di fronte a me Ranma e Akane scoprono le meraviglie del sesso. Mi fa ancora specie pensarli avvinghiati mentre lo fanno. È un’idea troppo strana per essere accettata con facilità. Voglio dire, passano dal tirarsi i tavoli al fornicare forsennatamente.
Mi piacerebbe poter chiedere se soffrono di personalità multiple o qualcosa di simile. Se fosse così, sono sicuro che farebbero la felicità dello zombi di Freud.
E adesso, a impresa conclusa, rimangono lì sul futon ansimanti... e abbracciati.
Porca vacca, mica mi starete diventando due fidanzatini smielati. Vi prego, mi viene la nausea a pensarci.
“Allora, mia bella signorina. Soddisfatta?” le chiede Ranma mentre le passa una mano fra i capelli e poi, a tradimento, glieli scompiglia tutti. Ecco ragazzo, bravo. Non smentirti troppo che sennò faccio persino fatica a riconoscerti.
“Bastardo! Lasciami stare!” ringhia lei di rimando, ma si vede che è felice come una bimba che ha appena ricevuto in regalo la bambola tanto desiderata. Gli fa una pernacchia, poi risponde: “Sì. Pienamente. Vedi che ne sarebbe valsa la pena, miscredente che non sei altro?”.
“Non posso contraddirti neanche volendo. Anzi, propongo di approfittare della prolungata vuotezza di questa casa per ripetere l’esperienza. Meglio ballare finché i diecimila gatti che abitano qui non ci sono”.
“Non mi starai diventando... un pervertito?”.
“Pervertito? Io? Solo perché ho espresso l’intenzione di rifare l’amore con te? Mi offendi, Akane”.
“Tanto non credere che ti chiamerò mai in modo diverso. Così come io sono il tuo maschiaccio, tu sei il mio pervertito. Pari e patta”.
“Va bene. Non ti toglierò i tuoi sfiziosi soprannomi. E sono troppo contento per contestare”.
“Ah, devi proprio ammettere che ho avuto una trovata eccezionale. Altrimenti sai che macello riuscire a farlo in pace”.
“Continuo a non poter contraddirti. Nessuno ha visto niente e nessuno, noi due esclusi, lo saprà mai”.
No beh, grazie per la stima. Mi viene da piangere dalla commozione.
   
 
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