Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: Amrita    12/07/2013    1 recensioni
"Stavo passando la giornata più noiosa della mia vita, quando mi ero ricordata di un gioco. Era semplice, me lo aveva spiegato un anziano turista giapponese in un momento di relax, durante una delle visite guidate al museo dove lavoravo. Si utilizza una bambola impossessata da un demone come compagna di giochi. L'idea è giocarci a nascondino, ma bisogna stare attenti, poiché potrebbe accoltellarti se ti trova."
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Immaginando di sentire il passo leggero di Camilla davanti alla porta del salotto, mi destai dallo stato di dormiveglia a cui mi ero abbandonata. Ma quanto tempo ero rimasta così, ferma? Alzai la testa verso l'orologio sul muro: quasi un'ora. Rabbrividii. Dovevo sbrigarmi, toglierla dall'acqua, altrimenti sarebbe stato troppo tardi.
Corsi in bagno e spalancai la porta. Mi si mozzò il fiato: era sparita.
___

Stavo passando la giornata più noiosa della mia vita, quando mi ero ricordata di un gioco. Era semplice, me lo aveva spiegato un anziano turista giapponese in un momento di relax, durante una delle visite guidate al museo dove lavoravo. Si utilizza una bambola, riempita di riso e messa in acqua, dotata di un coltello e di un nome, resa indemoniata, come compagna di giochi. L'idea è giocarci a nascondino, ma bisogna stare attenti, poiché potrebbe accoltellarti se ti trova. Soprattutto, non bisogna giocare per più di due ore, altrimenti il demone rimarrà in modo permanente.
All'inizio ci avevo riso su, insomma, era una stupidaggine. Poi, quel pomeriggio, avevo deciso di provare. Era solo una vecchia diceria dopotutto, uno di quei giochi da adolescenti creduloni e poi provare non costava nulla.
Non potevo sbagliarmi di più.
Feci tutti i passaggi che mi erano stati descritti e uscii dal bagno, pronta ad iniziare. Velocemente, andai a nascondermi nell'armadio della mia camera da letto. Aspettai impaziente che succedesse qualcosa, ma tutto sembrava silenzioso. Proprio mentre stavo per aprire le ante dell'armadio e uscire, sentii un rumore. Dei passi accompagnati da qualcosa che strusciava a terra. Inizialmente mi chiesi che cosa fosse, poi capii. Era Camilla, la bambola.
Il mio cuore accellerò i battiti, riuscivo a sentirlo come un tamburo.
"Fai che sia solo un sogno, fai che sia solo un sogno..." mormorai pianissimo.
Appena fui sicura che Camilla fosse lontana, uscii dall'armadio, alla ricerca di un posto migliore in cui nascondermi. Ero ormai fuori dalla stanza, quando mi resi conto che non esisteva un posto migliore in cui nascondermi, nella mia casa. Ero pronta a tornare indietro, quando sentii i passi lievi tornare verso di me. Cosciente che avrebbe sentito la porta e le ante scricchiolare, mi diressi silenziosamente verso il salotto.
"Dove? Dove? Dove?" mi chiesi, maledicendomi per aver deciso di sfidare la sorte. Sentendo i passi sempre più vicini, mi nascosi dietro alle enormi e voluminose tende accanto al divano.
Mettendomi una mano davanti alla bocca, per soffocare il suono del mio respiro pesante, ascoltai Camilla camminare oltre, ignorando completamente il mio nascondiglio. Sospirai piano.
Per almeno mezz'ora, rimasi nascosta lì, immobile, silenziosa e vigile. Poi, inevitabilmente, la mia attenzione calò, facendomi cadere nello stato di dormiveglia precedentemente nominato.
___

Osservai il contenitore d'acqua in cui sarebbe dovuta essere la bambola, con gli occhi sbarrati. Possibile che fossero già passate due ore? No, avevo controllato il tempo quasi maniacalmente: mancavano ancora quindici minuti. Allora dov'era?
Mi girai in preda al panico e sobbalzai. Potevo sentire i passi di Camilla farsi più vicini, sempre di più. Iniziai a guardarmi in giro con orrore, notando che non c'erano posti i cui nascondersi in quel minuscolo bagno. Improvvisamente, un senso di claustrofobia mi pervase, mentre, senza pensarci, mi sedevo nella vasca, la testa tra le mani.
Senza potermi controllare, presi a tremare forte, i passi di Camilla ormai vicinissimi. La sentii avvicinarsi alla vasca, ancora trascinando il coltello di cui l'avevo munita.
Poi, silenzio.
Esitante, sollevai gli occhi, alla ricerca del motivo della quiete.
Una lama, riflettendo la flebile luce che filtrava nel bagno, viaggiò dritta contro il mio viso e tutto svanì.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Amrita