Chi ti ama c'è sempre, c'è prima di te, prima di conoscerti
Margaret Mazzantini
Coperte aggrovigliate
C'è troppa luce.
Damon strizza le palpebre, accorgendosi dell'eccessiva luminosità della camera nonostante gli occhi ancora chiusi.
Sente il corpo stranamente immobilizzato, ma sa che la sensazione è probabilmente dovuta all'appendice supplementare – anche conosciuta come piccola usurpatrice di spazio vitale – che si presenta come Elena. Del resto ci si è abituato, dopo due mesi in cui, fortunatamente e in maniera adorabilmente dolce, si sveglia accanto a lei, ma non è mai facile staccarsela dal fianco, considerato che gli è completamente abbarbicata addosso.
Ha una gamba infilata fra quelle di lui, le braccia magre strette attorno alla sua vita e la testa inclinata nell'incavo della clavicola, in una posizione tanto scomoda quanto pazzescamente, irrinunciabilmente intima.
E Damon sbuffa, contrariato, perché vorrebbe tanto alzarsi e andare a preparare caffè pre-pancake/vasca da bagno/colazione/caffé post-pancake/varie ed eventuali sdolcinatezze mattutine da coppiette, ma se c'è un'altra cosa che vuole è lasciarla dormire. E non è sicuro di riuscire ad andarsene senza svegliarla. Sbuffa di nuovo, voltando molto lentamente il capo verso di lei.
Appoggia il mento sui suoi capelli, inspirando l'inebriante profumo di rose che la accompagna, e fissando con sguardo vacuo la piccola porzione di caviglia che riesce a scorgere, perché imprudentemente scivolata fuori dall'indistricabile bozzolo di lenzuola nel quale si è avvolta durante la notte.
Comincia, molto lentamente, a sfilare il braccio destro da sotto la schiena di Elena, tentando di non farle avvertire troppo bruscamente lo scompenso. Una volta riuscito – miracolosamente – a liberarsi senza farsi sentire, le prende le mani, allontanandole delicatamente dal suo torace e appoggiando le dita inerti sul materasso sprovvisto di trapunta – assurdo. Sono riusciti a buttare la coperta sul pavimento senza neanche infilarcisi sotto.
Il respiro regolare della vampira s'interrompe all'improvviso, bruscamente, e Damon trattiene a sua volta il fiato, temendo di averla infastidita.
Quando Elena riprende a inspirare, tranquilla e ancora dormiente, anche lui si rilassa nuovamente, prendendole con dolcezza il viso fra le mani e guidandole il capo verso il cuscino.
Finalmente può muoversi. Lentamente, Damon si solleva a sedere, tentando di non scuotere troppo il materasso.
Sorride, intenerito dal viso rilassato della donna al suo fianco, e si alza.
O, almeno, ci prova: non fa in tempo a registrare la sensazione di impedimento che si ritrova steso per terra, le gambe impigliate nel rotolo di coperte e la dignità fatta a pezzettini.
Non si libera, ancora vagamente sorpreso, e sente Elena sobbalzare e allungarsi fino al bordo del letto, fissandolo, stranita. Lui alza gli occhi al cielo, cercando di ironizzare, e lei scoppia a ridere. Una risata acuta, genuina, vera.
E Damon non si dà la pena di commentare con qualcosa di acido, non la interrompe, non si toglie dalla situazione decisamente imbarazzante.
Alcuni potrebbero scambiare il suo silenzio accondiscendente per orgoglio virile ferito, ma la spiegazione è molto più semplice: pur di sentirla ridere così, cadrebbe dal letto tutte le mattine.
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N/A - Note dell'Autrice
Hanno disdetto la giornata di pesca! L'hanno DISDETTA! Il mio fratellastro è riuscito a prendersi l'influenza, così ieri sera ci hanno chiamato e informato che oggi non ci saremmo dovuti alzare all'alba per passare un giorno intero a non fare assolutamente nulla di produttivo! **
E vi ho fatto un regalino (credo di non essere portata per gli aggiornamenti settimanali XD) ù.ù
Sapete, per festeggiare il fatto che sicuramente oggi non farò nessuna strage ^^
Ah, un'ultima cosa: se voleste passare a vedere l'ultimo mio lavoro, potete farlo cliccando qui: Tramonti (OS//DamonCentred)
A presto,
la vostra nuovamente allegra Soqquadro