~ a thousand
{years} more.
# sciarpa
Insieme a Jack, a Berk era
arrivato l’inverno. Era stato un po’ strano passare dall’ancor tiepida aria
autunnale direttamente ai cumuli di neve e ai vestiti caldi, ma non più strano
forse di tutto ciò che era successo prima.
La Morte Rossa, l’avevano chiamata, anche se in pochi l’avevano seriamente
guardata negli occhi – Hiccup sì, e aveva mezza gamba
mancante a dimostrarlo. E poi, draghi e Vichinghi che vivevano e lavoravano
insieme come un’unica grande realtà. Tutto sommato Jack Frost non era che una
piccola sorpresa in un mondo che improvvisamente girava al contrario.
Questo,
comunque, non gli impediva di trovare fastidiosa la neve che si accumulava
sulla sua già difficile strada.
La protesi era
un corpo estraneo, e tale sarebbe rimasto nonostante tutto il lavoro di Skaracchio e il suo e persino quello di Sdentato. Non lo
lasciava mai, Sdentato, era sempre al suo fianco, a sostenerlo e guidarlo come
si accompagna un bambino che muove i primi passi; Hiccup
non gliene sarebbe mai stato grato abbastanza, perché l’alternativa era
aggrapparsi al braccio di suo padre, e vedere suo padre in lotta con i sensi di
colpa era ancora peggio di com’era stato sentirlo così lontano – così tanto –
per anni e anni. Tuttavia, Hiccup aveva imparato che
ai draghi la neve non piaceva affatto.
Camminare non
era più un istinto naturale, ma doveva riuscirci, doveva. Sdentato era corso a
salvarlo, una volta, anche se senza di lui non poteva più volare – era stato
l’inizio della fine, prima della cometa
rossa e della luce dorata. Ma questo era qualcosa di diverso ancora. Anche Hiccup doveva ricominciare a muoversi senza sostegni, se
voleva essere sicuro di poter correre da lui ad aiutarlo, quando fosse stato
necessario. Glielo doveva, soprattutto adesso, adesso che grazie al suo drago –
al suo drago – Berk era piena di
draghi e Vichinghi insieme e di...
Maledetta neve.
Cadde faccia
in giù, il naso sepolto nel bianco gelido, ma dopo un istante una mano
altrettanto gelida lo tirò su a sedere.
Hiccup
respirò aria pulita, boccheggiò e si voltò a guardare Jack – nessuno aveva mani
così fredde – sperando che non percepisse il suo turbamento o, ancora meglio,
che quel turbamento fosse solo immaginario. Ma il ricordo gli bruciava ancora
sulle labbra, gli infiammò di colpo il volto, quasi sciogliendo la neve che gli
era rimasta addosso, caldo esattamente quanto le mani di Jack erano fredde.
«Ho una cosa
per te.» Jack non diede segno di aver notato nulla, ma neanche gli diede il
tempo di ringraziarlo: accovacciato di fronte a lui, tirò fuori da sotto il
mantello una lunga e spessa striscia di lana e gliela avvolse attorno al collo.
Hiccup lo lasciò fare, quindi lo scrutò da vicino.
Sorrideva. «Così la smetterai di avere sempre la faccia rossa.»
Il tessuto era
piacevolmente caldo, non di un calore imbarazzante come quello del ricordo. Se
lo sistemò meglio addosso, senza osare specificare che non sempre il rosso dipendeva dal freddo.
Quando si
rialzò sulle gambe malferme, scrollando via la neve dal suo nuovo arto
sintetico, scoprì che il mantello di Jack non era un appiglio ghiacciato quanto
le sue mani. E anche nel suo sorriso c’era qualcosa che gli ricordava il calore
di Sdentato. Ma forse era solo un’impressione, forse era solo per via della
lana...
~
Hiccup
non ha mai sofferto particolarmente il freddo, ma in giornate come questa gli
piace indossare la vecchia sciarpa che altrove Jack gli ha regalato. In
giornate come questa, qualche volta siedono insieme nella sala più grande, loro
e le ragazze, e Jack sbuffa un po’ per il suo portarsi in giro quella cosa come
un’inseparabile copertina, ma alla fine sorride sempre, e si vede.
«Hic?»
«Mm?»
«Hai di nuovo
la faccia rossa.»
Un po’
rimpiange di non poter semplicemente volare via con Sdentato, verso posti
migliori dove non si deve restare al chiuso mentre fuori nevica – dove il sorriso
di Jack è meno triste, ad esempio – però lì non è poi così male.
Non fa mai
freddo come sembra.
Spazio dell’autrice
Ma
quanto mi fanno tenerezza questi due insieme, quanto. ;w;
Anche
qui parliamo di un contesto di mooolto posteriore a
tutti i capitoli precedenti: Hiccup ha sconfitto la
Morte Rossa e, come avrete intuito, questo ha implicato un suo ritorno a Berk
dal regno di Merida e dal viaggio con Rapunzel. Ritorno che non è stato tutto rose e fiori, anzi,
perché... ops, spoiler.
Ah,
il ricordo che brucia sulle labbra di
Hiccup non è quello che pensate. Non è assolutamente
quello che pensate. Però è una delle piccole soddisfazioni che mi sono presa e,
non so, ci tenevo a piazzarlo qui come piccola anticipazione del fatto che qualcuno diventerà più o meno canon ;o;
Aya
~