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Autore: Red_Hot_Holly_Berries    24/01/2008    7 recensioni
La vendetta brucia come un fuoco, corrode ogni sentimento di bontà, ed è inarrestabile...
Kurapika lo sa bene.
Ma quando solo la vendetta può darti uno scopo, quando è solo il desiderio di farla pagare a chi ti ha fatto soffrire che ti fa rimanere attaccato alla vita... allora è davvero una maledizione?
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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x kura92: in effetti sì, è stata la brigata. ma se vuopi delle precisazioni su chi erano i due, dovrai aspettare il next chappy, temo...
x yuko-chan: davvero scrivo bene? meno male ^_^ io adoro gli angeli (anche se io dic erto non lo sono!!!)
x Keira: io odio la brigata, perchè non fare sì che quei due la sterminino?? tanto l'autrice sono io e io ho il potere!! muhaha!!
x elena +killua=love: tutti con Kurapioka, eh??? ma d'altronde, quello è talmente bonazzo che tiferi per lui cneh se fosse un super-cattivo....
x ragazzasilenziosa: sono anke appassionata di mitologia...è il mio forte!!! e il proverbio esisteva già (mi dspiace deluderti ^_^) io l'ho solo adattato!!!!
x angy92: le curiosità sui kuruta stanno tutte nel next chappy!! mi disp, ma sembra che qll ke ho appe scritto non soddisfi le domande di nessuno....vabbuò, che si poisso fà?? armatevi di santa pazienza!!!

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Decisione:

-Vendetta…-
La rabbiosa parola echeggiò a lungo tra gli alberi, come un cupo presagio di sventura.
-È una strada difficile- commentò atono Kurapika, dopo un lungo silenzio.
-Non più di quella che hai scelto tu- ritorse la ragazza, osservando gli occhi dell’altro tornare azzurri, segretamente sollevata: non aveva alcun desiderio di scontrarsi con un Kuruta arrabbiato.
-Hai ragione-
Lei sgranò gli occhi, credendo di aver sentito male: l’ultima cosa che si era aspettata da quel tipo testardo era che le desse ragione.
-Io per primo non ho i diritto di criticare la tua decisione. Dopo tutto- disse, con un sospiro amaro -anche tu hai perso coloro che amavi.-
Ora fu la ragazza ad abbassare lo sguardo, irrazionalmente arrabbiata con lui per averle fatto di nuovo pensare al compagno e al figlio morti, mentre cercava con tutta sé stessa di non pensarci.
Il dolore per la loro perdita le scorreva come fuoco nelle vene, le faceva dolere così tanto il cuore da farle sembrare che a ogni battito un pugnale la trafiggesse.
-Era il migliore guerriero maschio della tribù…anzi, era l’uomo migliore in tutto. E il mio piccolo… avevo già deciso il suo nome, sapevo che sarebbe diventato grande e forte come suo padre…-
La ragazza aveva cominciato a piangere.
Il suo non era il pianto disperato e singhiozzante che Kurapika associava sprezzante alle donne, ma un pianto quieto e silenzioso, ma proprio per questo spaventoso: era quasi…innaturale.
In quel momento il cuore di Kurapika, che lui aveva volontariamente indurito per non provare mai pietà per nessuno, si strinse, facendogli provare suo malgrado una profonda pena per quella povera ragazza, così brutalmente strappata all’innocenza della gioventù.
Come era accaduto a lui anni prima.
In lui sorse spontaneo il desiderio di consolarla, di mentirle e di dirle che andava tutto bene, che non era successo niente, che con il tempo il dolore sarebbe passato…
Ma non lo fece.
No, non poteva dirle tali falsità: non se lo meritava.
-Ascoltami- disse con voce pacata e gentile, come quella di un domatore che cerchi di ammansire un cavallo irrequieto.
Lei sollevò la testa e lo guardò fisso, asciugandosi con una manica gli occhi bagnati.
-So cosa provi…-iniziò, ma poi si interruppe, indeciso su come proseguire.
-Sì, anch’io ho visto morire le persone a cui tenevo di più. No, guardami!- ordinò Kurapika con voce ferma, vedendo che lei distoglieva lo sguardo al sentir parlare di morte.
-Guardami. Ti spaventa ciò che vedi nei miei occhi, vero? Vedi ciò che sono diventato. Adesso non sopporti affatto l’idea della morte, ma se vuoi davvero vendicarti devi abituatici. Guarda me: io vivo per la vendetta, visto che è tutto ciò che mi rimane.- Si chinò verso di lei e le afferrò i polsi per costringerla a togliere le mani dagli occhi, e continuò, implacabile.
-Il dolore per la loro morte non scomparirà mai, il tempo ti aiuterà solo ad accettarlo. “Ciò che non ti uccide ti fortifica”, si dice, ed è così: fai sì che la vendetta diventi il tuo unico scopo. Ma non dimenticare mai ciò che ti hanno fatto: se imparerai ad odiare, diventerai più forte. Se non riesci più a vivere per te stessa, vivi per i morti. Vivi perché le loro anime possano passare oltre senza rimpianti. Hai capito?-
Parlando si era avvicinato sempre di più e ormai il viso di Kurapika era a pochi centimetri dal suo, inginocchiati uno di fronte all’altro.
La ragazza sbatté un paio di volte le ali, a disagio sotto il suo sguardo inquisitore e per via della domanda, che intuiva avere un significato più profondo di quanto non sembrasse.
Davvero intendeva diventare come lui?
Un assassino.
Un essere uguale a quelli a cui dava la caccia con tanto odio.
Perché era questo che gli occhi del ragazzo, blu o rossi che fossero, comunicavano: il loro padrone non avrebbe esitato ad uccidere chi si fosse messo tra lui e le sue prede, avrebbe venduto la sua stessa anima pur di raggiungere il suo scopo.
Sempre che gli rimanesse un’anima da vendere, che il fioco che lo rodeva da anni non l’avesse già consumata.
Era questo ciò che voleva?
Ma d’altro canto, cos’altro le rimaneva, ora?
Sarebbe potuta tornare alla tribù e cercare un nuovo compagno, ma avrebbe per sempre dovuto convivere con quel peso sull’anima.
Se esisteva anche solo una possibilità di alleggerire la morsa che la serrava il cuore…
-Ho capito.- disse alla fine con un sospiro tremulo, un attimo prima di gettarsi contro il petto di Kurapika, che per riflesso la strinse a sé.
E pianse.
Pianse tutte le lacrime che le rimanevano.
Per il suo compagno, morto per difenderla.
Per suo figlio, che non aveva mai nemmeno avuto la possibilità si bearsi della luce del sole.
Per quel ragazzo a cui si stringeva con disperazione, quasi fosse l’unica ancora che le potesse impedire di perdersi in quel mare di sangue in cui era stata trascinata.
Per sé stessa, che stava per lasciarsi alle spalle ogni parvenza di umanità pur di non soffrire più.

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che ne pensate????
ed ecco che la ragazza (il cui nome scoprirete infine nel prossimo captolo....XD XD) ha prteso una decisione da cui non può più fuggire...il punto di non ritorno, insomma!!!
scusate davvero se è così corto e tragico, ma questo periodo mi gira così...sorry!!!^_^
ma fidatevi che prossimo sarà un pò più leggero!!!

  
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