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Autore: Only_a_Dreamer    12/07/2013    2 recensioni
Amicizia. Odio. Amore.
Secondo me il Destino si diverte a scambiare questi sentimenti. Far passare l'odio all'amore, l'amore in amicizia, l'amicizia in odio o amore.
E' come una ruota che gira, non puoi sapere che ti uscirà. E per divertirsi un pò di più perchè non fare un secondo giro, o un terzo, con le stesse persone. Certo da vedere è bello e divertente, ma a subirlo? Sconbussola un pò, eh?
Chi dice però che il destino noi non possiamo cambiarlo?
Basta un soffio di vento e la ruota si sposta. Bisogna solo stare attenti al lato in cui va.
***
Questa storia parla di una - non proprio comune - ragazza. Ronny.
No, non possiede poteri speciali, solo non è la solita bella ragazza che non sa di essere bella, con un faccino dolcissimo, popolare o nella media, e 'apparentemente' buona con 'tutti'. E no, non è neanche una sfigata. E' passata da timida, simpatica e sempre solare bambina a ragazza che "parla poco", asociale, che non sorride mai e troppo "nulla facente". Bene, adesso bisogna vedere cosa sia vero e cosa no. Perchè è cambiata? Centra qualcuno? Come mai da più piccola era felice?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Only a dream; or maybe not...

 

Mi trovavo sulla nostra... cioè mia piccola spiaggetta, sola, coricata a pancia in su sulla sabbia, dove mi ero buttata appena arrivata. Avevo ancora il fiato corto per la corsa e le guance bagnate per il pianto; il primo luogo che mi venne in mente come rifugio, fu quello.
Non riuscivo ancora a credere a quello che avevo appena fatto; non riuscivo a credere che fosse successo veramente, ma potevo giurare che fu come togliermi un altro peso dalle spalle.

Provai a tornare in dietro con la mente, a ricordare…
* * * * *
 
“Torna il tuo ex-fratellone sorellina!” 
Ex.
Mi rabbuiai.
“Torna Matty, non lo avrai dimenticato spero?” Mi sfidò con lo sguardo sapendo, però, di aver già vinto.
Pronunciò quelle parole felice e ingenua, come se lei non fosse l’unica a sapere del nostro litigio, come se non sapesse che io ci soffrissi ancora…

Fu la prima da cui corsi quando lui partì.
Nonostante fosse cattiva con noi, anche perché gli davano fastidio i nostri piccoli scherzetti, l’ammiravo tantissimo; ai miei occhi da bambina sembrava perfetta, andavo orgogliosa di avere una sorellona così, per i suoi premi, per la sua bellezza…
Quando mi vide correre da lei con le lacrime agli occhi, rossa in viso e tremante, sembrò intenerirsi, non sembrava più lei: mi circondò con le braccia in un caloroso abbraccio e lasciò che mi sfogassi mentre mi accarezzava i capelli, consolandomi; quando, a un tratto, mi spinse lontano da sé, come schifata, e, arrabbiata, mi cacciò via dalla sua stanza. Uscendo sentii i suoi singhiozzi soffocati da qualcosa; stava piangendo, ma non ne capì il motivo, tutt’ora non lo capivo.
Da allora… fu guerra aperta.
 
Non riuscivo a credere a quello che disse; doveva essere qualche bugia delle sue, solo per ferirmi.
Ma allora perché gli altri non la fermarono? Perché??
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma da essa non ne uscì alcun suono.
Mi sentivo a pezzi; come se la corazza che cominciai a costruire dalla sua partenza fosse crollata in un sol colpo, lasciandomi ancora una volta indifesa.
Mi guardai intorno; tutti mi fissavano aspettando una mia reazione.
Avrei dovuto gioire? Forse, ma non lo feci. Cosa si aspettavano da me?
“Sorpresa!” Urlò all’improvviso e non molto convinta mia madre, dopo aver lanciato un’occhiata ammonitrice a Jessica, la vipera, un anno più grande di me.
“Bè… sarebbe dovuta essere una sorpresa. Non ti avremmo dovuto dire niente fino al loro arrivo, questo pomeriggio…” 
Qesto pomeriggio, quelle parole mi rimbombavano in testa, come a prendersi gioco di me.
“…Ma qualcuno ti ha già svelato quasi tutto, quindi…”
Jessica. Perché?
“…Pensavamo ne saresti stata contenta…”
Non sentì quasi più le gambe, il mio viso, come se fosse possibile, impallidì ancor più…
Lui non poteva tornare proprio ora! Non poteva...
Un turbine di emozioni contrastanti mi travolse: provai rabbia, delusione, forse un pizzico di gioia nascosta…
Passai dal sentirmi come crollare a pezzi, sconfitta, a una rabbia e una delusione troppo grande, tenuta a bada per troppo tempo; come un fuoco che divampava all’improvviso, diventando incontrollabile.
Strinsi i pugni cercando di trattenere le lacrime e non piangere proprio adesso, non davanti a loro.
“Allora? ...Tesoro?” Mi incitò, vedendo che continuavo rimanevo immobile, con lo sguardo basso.
A quella parola pronunciata di nuovo da lei, scoppiai.
“N-non mi chiamare più tesoro!!” Quasi gridai alzando gli occhi in alto, lucidi. “ Non lo hai mai più fatto, pe-perché ricominciare proprio adesso?…” Continuai, stavolta con la voce strozzata.
Sentì una lacrima rigarmi il viso mentre guardavo negli occhi quella donna che chiamavo madre.
Vidi guardarmi tutti increduli; non avevo mai gridato in faccia, o risposto in quel modo ai miei genitori, mai…
Scorsi delle lacrime sul volto di mia madre, su di lei che non era stata quasi più sensibile, e si era dimostrata sempre dura e pretenziosa dopo la loro partenza.
Dal trasferimento dei Walker non cambiai solo io.
 
I miei genitori erano i migliori amici dei signori Walker, anche per questo io e…lui ci siamo conosciuti sin da piccoli diventando subito migliori amici, eravamo come due fratelli, forse anche qualcosa in più; non ci separava nessuno allora, dov’era uno trovavi sempre l’altro, con la differenza, però, che i nostri genitori continuarono a sentirsi col tempo, mentre noi… Non c’era più un noi, pensavo fossimo inseparabili e invece lui mi aveva dimenticata facilmente…
 
Scossi la testa, sarà stata una mia impressione.
Guardai ognuno in faccia; persino i miei frat…le due pesti erano rimaste a bocca aperta, solo che loro, notai, tenessero le mani davanti alla bocca, come per non correre il rischio che gli entrasse qualcosa.

Che ci facevo ancora li? Mi chiesi.
Gli occhi mi si riempirono ancora una volta di lacrime.
Scappai.
Uscì di casa correndo, senza curarmi minimamente di indossare ancora il pigiama – maglietta e pantaloncini con gli orsacchiotti-, era l’ultimo dei miei pensieri in quel momento. Corsi senza meta, non guardavo neanche dove stessi andando, mentre le lacrime venivano asciugate dal vento.
M…Lui non poteva tornare, non ora; non così senza dirmi niente e facendo finta di non conoscermi solo un mese prima! Per quanto volessi bene ai signori Walker e li considerassi come due secondi genitori, non volevo tornassero, non con il loro figlio.
Quando mi lasciò fu come se si portò con se metà della mia anima, come se si porto via quasi tutto il mio coraggio, la mia forza; lui era la mia forza.
Mi fermai di colpo, rendendomi conto solo dopo un bel po’ di corsa di quello che stavo facendo.
In quel momento ero spaesata.
Mi trovavo nel centro del mio paesino; c’era chi mi guardava curioso, chi invece mi derideva.
Ma chi se ne frega! Pensai.
Al diavolo tutti e tutto!
 
Non sapevo dove andare…
 
“Sapete che questo è un posto magico? Basta chiudere gli occhi e qui potrete diventare chiunque vogliate essere: un pirata, un mago…” Raccontava il nonno, era il secondo giorno che ci portava lì.
“Anche una fata? Possiamo volare come Peter Pan?” Chiesi speranzosa, gli occhi mi brillavano.
“Certo che potete. Quando vi immergerete sott’acqua, lì sarà come volare, vi sentirete liberi, senza pensieri…” Continuò.
“Come la canzone che cantano Pumba e Timon (1) ??” Lo interruppe il mio migliore amico.
“Ahah certo.” Ci guardò felice, i suoi occhi azzurri brillavano come riflesso dei nostri.
“Se da grandi vi sentirete soli, come se tutto vi stesse crollando addosso senza freni, o magari per pensare, venite qui e guardate il mare, ci sarò anch’io affianco a voi per darvi consigli, anche se non potrete vedermi io sarò qui, ok? Con me funzionava; fu pure mio nonno a pormi qui, questo posto mi ha sempre aiutato a riflettere…” Il nonno si perse nei pensieri.
 Noi eravamo piccoli – il mio migliore maico aveva 8 anni, mentre io ne avevo 6-, non potevamo capire, non potevamo sapere che lui sarebbe morto fra qualche anno, non potevamo…
 
Ricordai le sue parole. Il mare. Non era lontano, potevo nascondermi lì.
Ricominciai a correre; arrivai nella spiaggia più grande e corsi dal lato sinistro, percorsi un sentiero per poi scendere in un’altra spiaggia più isolata e più piccola. Arrivai davanti ad enormi scogli; non avendo una barca, li scavalcai stando attenta a non cadere, per poi buttarmi sulla sabbia, sfinita.
* * * * *


Riprendendomi dai pensieri, quasi automaticamente mi alzai, mi tolsi il pigiama, rimanendo in mutande, reggiseno e canotta, e corsi in acqua tuffandomi a pesce.
Normalmente mi sarei vergognata anche in un posto isolato come quello, non si sa mai spunti qualcuno… Ero abbastanza paranoica a volte, lo so, ma mi vergognavo del mio fisico, delle mie forme che secondo me erano un po’ troppo… evidenti. Non che fossi così in carne, non mi lamentavo per quello; avevo un fisico slanciato, si, ma invece dei fianchi mi ritrovavo due bei cuscinetti e sul petto una quarta di seno che, sinceramente, odiavo e nascondevo dietro a maglie giganti e felpone di inverno.
 In quel momento, però, cercai di non pensare a nulla, e il mio fisico si sarebbe ritrovato comunque negli ultimi posti.
Senza pensieri.
Io sono qui con voi.
Ma lui non c’è nonno. Se ci fossi ancora, non ci crederesti neanche che sono qui per causa sua… Pensai, come se potesse sentirmi.
M’immersi sott’acqua, e lì, fu come volare.
 
Stavo tornando a riva quando, all’improvviso, ebbi un crampo alla gamba. Faceva male, ma riuscì a gestirlo e a uscire dall’acqua, ci ero abituata ormai. Mi sedetti appena arrivata a riva, riuscendo a calmare il dolore; allora provai ad alzarmi e ad avanzare, ma la testa cominciò a girarmi.
Caddi sulla sabbia.
Tutta la stanchezza che avevo accumulato mi ricadde addosso, violenta. Gli occhi si chiusero da soli e non vidi più niente.
 * * *
 
Lentamente aprii gli occhi; al posto delle palpebre mi sembrava di avere due macigni. Vedevo tutto sfocato, c’era poca luce e… silenzio.
Piano piano la vista migliorò, mi guardai intorno: le pareti blu, la grande finestra alla mia destra col davanzale, la scrivania davanti a me, i libri sparsi qua e là, gli altri due lettini accanto al mio…
Era la mia stanza.
Ma come avevo fatto a ritrovarmi lì? Non stavo a mare? E il litigio?
Era già notte? I Walker non erano ancora arrivati?
Forse ho solo fatto un brutto sogno, ma era tutto così reale…  Sospirai.
Stavo per rimettermi a dormire, quando mi accorsi di due presenze ai miei lati. Nella penombra notai qualche ricciolo biondo alla mia destra, Will; mentre alla mia sinistra c’era una cresta castana, Zac.
Che ci facevano loro due qui?
Li osservai per qualche minuto, erano così carini quando dormivano, sembravano due angioletti, peccato di giorno si trasformassero.
Decisi di alzarmi e andare a sciacquarmi la faccia con un bel po’ d’acqua fresca per riordinare le idee.
Cercai di muovermi più cautamente possibile per non svegliarli, per poi dirigermi in bagno mezza addormentata, barcollando qua e là peggio di un’ubriaca.
Non feci nemmeno in tempo a uscire dalla stanzetta che sentì una piccola voce, impastata dal sonno, reclamare la mia attenzione.
Missione fallita.
“Ronny? Stupida sorellona stai bene ora?” Era Zac, sembrava preoccupato… per me.
“Si, cioè…io credo di si. Perché? Che è successo?” Chiesi, confusa più che mai.
“Matt ci ha detto di controllarti, così ci siamo coricati insieme a te, e ci ha detto, che se ti saresti svegliata, di dirti di scendere giù.”
“C-cosa? Scherzi vero?... Come ti vengono certe pensate a quest’ora della notte!” In un primo momento mi presi d’ansia, pensai dicesse davvero sul serio.
Guardai la sveglia: erano le 2.
“No no, giuro! E’ la verità, tu scendi.” Non mi convinceva, o almeno era quello che (volevo credere) credevo.
“Si, come vuoi. Ora dormi, su. Notte piccolo moccioso.” Dissi scherzando.
Stavo per aprire la porta, quando sentii ancora la sua vocina mezza addormentata chiamarmi.
“Che c’è ancora?”
“Possiamo dormire nel tuo lettino?” Chiese, angelico.
Stavo cominciando a preoccuparmi seriamente io, ora.
“Ormai che ci siete…”
Scorsi un piccolo sorriso sul suo volto; quel giorno o ero completamente stramba io, o lo erano gli altri…
 
Finalmente raggiunsi la mia agognata meta, accesi la luce e chiusi la porta senza veder niente. Riuscì a raggiungere il lavello e mi sciacquai la faccia con dell’acqua gelida, rabbrividendo, ma svegliandomi del tutto. Dopo essermi asciugata il viso, aprì per bene gli occhi, ormai abituati alla luce della lampadina, e mi guardai allo specchio: i capelli castani, lunghi e ricci  erano arruffati, ognuno andava per conto suo; i banali occhi marroni erano un po’ rossi, e la pelle chiara era leggermente arrossata, come scottata. 
Abbassai lo sguardo su ciò che mi faceva da pigiama: una maglietta nera, a maniche corte, dei Green Day, solo quella con sotto la biancheria. Cosa..?
Non era mia, e in più mi stava gigante, arrivandomi giusto un po’ più sotto il sedere.
La pelle scottata, i capelli che sembravano esser appena usciti da una centrifuga, quella maglia…
La mia testa era piena di domande e incertezze.
Di chi era la maglia? Chi me l’aveva messa? Chi mi aveva riportata a casa??! E poi Lui che diceva alle pesti di controllarmi…? Che..?
Forse sto ancora sognando, forse è solo la continuazione di quel sogno…  Mi tranquillizzai pensando che tutto quello fosse irreale.
Ma era la verità o solo quello che volevo credere?

Scesi in cucina a bere un po’ d’acqua, quando, entrando, mi accorsi che qualcuno dormiva sul divano; era agitato, non stava fermo un attimo. Mi avvicinai impaurita.
Chi era? Mi chiesi, prima di ricordarmi che era solo un sogno; era tutto a posto, non dovevo preoccuparmi.
Feci qualche passo verso il divano, mi inginocchiai davanti a quell’essere che non stava buono un secondo e, quando girò la testa verso di me, rimasi impietrita.
Era lui.
Si, proprio lui… il mio lui, no, non il mio lui, lui…lui e basta!
Che dovevo fare?...
Era solo un sogno.
Istintivamente avvicinai una mano al suo viso, accarezzandogli una guancia; sembrò calmarsi sotto il mio tocco.
Solo un sogno.
Con le dita seguì i lineamenti del suo viso; cominciai dalla sua mascella un po’ squadrata, alle sue guance appena ruvide per la barba che stava per ricrescere; dai suoi zigomi alti arrivai al naso suo naso a patata, per poi scendere verso le labbra, giusto un po’ sottili, morbide e rosee labbra. Ero intenta a seguirne il contorno, incantata, quando queste si curvarono all’insù in un dolce sorriso, mentre io sorridevo come specchio del suo umore; notai che quelle dolci e piccole fossette, che comparivano ai lati della sua bocca quando era felice, non erano scomparse.
Era solo un sogno.
Passai una mano tra i suoi morbidi capelli mossi, castani e scuri; e pensare che da piccolo era biondo. Scossi la testa, sorridendo ancora a quel pensiero.
Adesso era più calmo e sorrideva leggermente, mentre io gli accarezzavo i capelli, quando, ll’improvviso, aprì lentamente gli occhi. L’azzurro tendente al grigio dei suoi occhi abbagliò i miei, scuri. Mi alzai di scatto, indietreggiando e smettendo di giocare coi riccioli dei suoi capelli.
 Appena alzò lo sguardo e mi vide s’irrigidì, facendo scomparire quell’espressione beata e calma che aveva assunto la sua faccia.
Ci guardammo negli occhi, entrambi increduli. Deglutii.
Era solo un sogno.
Mi riavvicinai a lui, vidi le sue labbra aprirsi, forse per dire qualcosa, ma si bloccò appena mi distesi accanto a lui sul divano.
Era solo un sogno, e volevo godermelo.
Nascosi il viso sul suo petto chiudendo gli occhi, e intrecciai le mie gambe alle le sue, mentre lui si irrigidiva sempre più.
Lo sentì sospirare e circondarmi con le braccia la vita.
Stavolta fui io a star tesa, ma era solo un sogno…Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, protetta.
Mi baciò la fronte, soffermandosi un po’ troppo sulla mia pelle con le sue labbra; alcuni brividi risalirono lungo la mia schiena, mentre la mia faccia avvampava e io incominciavo a sentire caldo, molto caldo. Non importava era solo un sogno…
Mi addormentai serena, non lo sentì più divincolarsi da quando mi misi accanto a lui, come se la mia presenza bastasse per calmarlo.
Era solo un sogno; ma quelle sensazioni, quel bacio, lui… sembrava tutto così vero…

 




Bibidi, bobidì, bù!
Rieccomi qui!! Con un altro capitolo e... forse peggio di quello precendente. -.-
Inanzi tutto mi scuso tantissimo per il ritardo.
In quest'ultima settimana ho potuto usare poco il computer, in più aggiungeteci la mia poca ispirazione che andava e veniva, e il documento Word che dopo averlo scritto se nè andato e non è più tornato -_-' 

Aaallora? Che ne pensate...? Ditemi pure che non è scritto bene, o che è brutto...non mi offendo, mi aiutano solo le critiche...sempre che non siano pesanti e non costruttive.

Sarà solo un sogno tutto quello che è successo a Ronny? Matt stava dormendo davvero sul divano? Perchè? Ah, bè...se solo la nostra protagonosta sarebbe stata più attenta alle parole della madre: dopo il "...quindi..." cos'avrà detto?
Che cucciolotti i fratellini *-* Sono furbi eh? Aahah Ma loro che si mettono le mani davanti alla bocca per non far entrare le mosche, dopo aver sentito quello che disse Jess a Ronny, e non solo per questo. Vi dico solo che Ica (Ronny) ed Matt secondo loro non starebbero affatto male inseme, come amici, ovvio. (i signorini sono gelosi u.u)
Vi piacciono i ricordi col Grande capo tribù? Forza gente, voglio un applauso per il saggio, il grandioso, il fantastico nonno!! Woooo....o. :P
Come vi sembra Matt? In questo cap. lo avete conosciuto solo esteriormente e neanche...avrà una bella, almeno secondo me, sorpresa Ronny quando si sveglierà. u.u muahahah la farò patire o...arrossire....
Vi siete imbrogliate leggendo? Perfavore, ditemi un pò che ne pensate....è troppo lungo, corto? Va bene come scrivo?
Spero lascierete qualche recensione con le risposte alle mie domande.

Ringrazio chiunque stia leggendo, chi ha messo la storia tra le seguite, chi recensisce... signfica tanto per me;

Un bacione,
spero continuerete a leggere,
alla prossima, ciaooo! :*

ps. vi è piaciuto il suo risveglio?
pps.  (1) avrete visto sicuramente, o quasi, non so, il Re Leone da piccoli...Ricordate...Hakuna Matataaa!!! (per chi vuole rinfrescarsi la memoria ;P :
http://www.airdave.it/t/tv/canzoni/testo_il_re_leone_hakuna_matata.htm
ppps. sisi è l'ultimo u.u volevo solo avvertirvi che per quanto un capitolo possa essere triste, con me non resterete mai seri. c;

 


 

 

  
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