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Autore: Arsid    12/07/2013    2 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia ^^
Trama: É il secondo anno allo studio per Violetta, e arriva un nuovo compagno, Diego, che cercherà di separarla da Leon.
Anche per Angie e German le cose saranno più complicate dopo l'arrivo di Esmeralda.
La storia è narrata in prima persona da più personaggi
Dal capitolo 1:
Violetta invece era felice di andare a scuola e incontrare i suoi amici e Leon, a cui si era profondamente legata. I due si erano riavvicinati qualche giorno prima, quando lui l'aveva invitata a prendere un gelato. Non avevo mai visto Violetta tanto euforica in vita mia. La mia nipotina si stava nuovamente innamorando, e questa volta solo di Leon, dato che l'altro pretendente, Tomas, era tornato in Spagna.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Marco

 

Le sirene dell'ambulanza rimbombavano nella mia testa, non lasciandomi dormire. Mi girai nel mio letto, chissà che ore erano. La mia sveglia sul comodino segnava l'una. Pensavo a come potesse sentirsi Francesca in quel momento. Mi sentivo un mostro per averle dato del salmone; si, non potevo sapere che fosse allergica, ma fidarmi della prima persona che mi diceva qualcosa solo per fare colpo non era stata una buona mossa. Ero andato allo Studio per incontrare Violetta, la migliore amica di Francesca, di cui lei mi aveva parlato bene, e conoscere i suoi gusti per rendere perfetta quella serata. Avevo chiesto aiuto per trovare Violetta ad una ragazza dai lunghi capelli biondi, con quattro chili di trucco spalmato sulla faccia e degli abiti all'ultima moda. Inizialmente non mi aveva trattato molto bene, ma poi s'era illuminata. “Non so dove sia Violetta, ma io conosco bene Francesca, chiedimi quello che vuoi” aveva detto con una voce eccessivamente mielosa. Ed io le avevo domandato tutto, dal colore che preferiva alla musica che ascoltava. Poi le avevo chiesto del cibo. “Salmone, stravede per il salmone”, aveva affermato sorridente, come se avesse sperato che glielo chiedessi.

Ed io avevo ordinato al ristorante una specialità italiana a base di salmone, per farla sentire più a casa. “É andato tutto a rotoli”pensavo“sono stato uno stupido a fidarmi di quella ragazza”

Francesca, poverina, era quella che era uscita peggio di tutti. Dopo il primo boccone aveva iniziato a grattarsi le labbra, che stavano diventando rosse, e a ansimare, mentre io chiamavo preoccupato l'ambulanza. Poco dopo arrivò, preceduta dal rumore assordante delle sirene, che spezzò la quiete del quartiere. L'indomani mi sarei informato sulle sue condizioni, sperando che non fossero molto gravi.

 

Angie

 

Mi svegliai presto, circa verso le 6.00. Anzi, forse è più corretto dire che non mi addormentai per tutta la notte, pensando al nuovo piano per incastrare Esmeralda e rimediando solo due occhiaie terribili. Nulla che un po' di trucco non potesse sistemare.

Mi sentivo così stanca, ma anche così agitata, ero in uno stato confusionario in cui neanche io sapevo ciò che avrei voluto. Così, nell'oscurità della notte, come una persona normale NON dovrebbe fare, mi alzai e accesi la lampada della scrivania, prendendo una penna e annotando tutte le cose che volevo.

  1. Volevo Esmeralda fuori di casa

  2. Volevo una vita più tranquilla

  3. Volevo che mia nipote fosse felice con Leon

  4. Volevo dormire quella notte

  5. Volevo fidanzarmi con German

Scrissi di getto queste righe, contenenti le cinque cose che volevo di più al mondo, ma che per la versione ufficiale sono solo 4, perché l'ultimo punto lo cancellai subito con il bianchetto. C'erano cose che non si potevano scrivere con tranquillità, su un pezzo di carta che avrebbe potuto leggere chiunque. E il mio amore per German era una di quelle.

A colazione presi una brioche alla crema, che mangiai a forza e solo perché avendo passato una notte insonne dovevo recuperare energie in qualche modo. Mi massaggiavo le tempie lentamente e non riuscivo a reggermi in piedi come sempre. “Meno male che il buongiorno si vede dal mattino!”pensai, mentre cercavo di far restare aperte le mie palpebre, che si richiudevano da sole.

«Buongiorno Angie!»mi salutò Violetta contenta. Lei aveva riposato bene, era allegrissima già di prima mattina.

«Mmm...»riuscii a pronunciare io, non essendo in grado di formulare qualcosa di sensato.

«Notte in bianco?»mi chiese prendendo una fetta biscottata e aprendo il barattolo della marmellata di albicocche.

«Si...»

«Mi sono dimenticata di chiederti; ieri hai scoperto qualcosa su Esmeralda? Abbiamo una prova? La possiamo cacciare?»

Io mollai la brioche e mi presi la testa tra le mani, guardando il tavolo.«No, è stata più furba di me e mi ha scoperto. Ma non temere, presto penseremo ad un nuovo piano»

Violetta per un attimo si rabbuiò. Eravamo state certe che Esmeralda fosse la degna sostituta di Jade, una perfetta stupida. E invece ci eravamo illuse, era stata abbastanza astuta da aver capito che la stavo seguendo fin dal primo momento, e mi aveva fatto girare tutta la città a vuoto.

«Non importa, ideeremo un altro piano»disse lei, tornando a sorridere. Le faceva bene stare con Leon, la rendeva felice e le faceva sempre vedere il bicchiere mezzo pieno. Quel ragazzo era un angelo venuto per proteggere la mia nipotina, e gli ero infinitamente grata per renderla tanto piena di vita.

Uscimmo da casa in macchina, accompagnate da Roberto: nelle mie condizioni uscendo a piedi sarei solo andata a sbattere contro un palo, se avessi avuto la forza di camminare.

 

Leon

 

Era un pomeriggio noioso come tanti altri, in cui avrei potuto passeggiare con Violetta, se il padre fosse stato a qualche riunione di lavoro. E invece no, dovevo fare le prove con Florencia per l'esercizio che ci aveva dato Angie. Con Violetta sarebbe stato tutto più semplice e più divertente, e poi avremmo anche avuto una scusa per stare insieme. Ma quel Diego rovinava sempre tutto, sembrava che lo divertisse separarmi da Violetta.

Io la amo”diceva. Ma per me non era vero, per me Violetta era solo la prima di tutte le ragazze che lui aveva corteggiato che gli aveva detto “no”, e lo aveva evitato. Era una preda difficile e questo lo attraeva molto, ecco perché le andava dietro. Per fortuna lei aveva il buon senso di non cedere alla sue avance.

Suonai il campanello del condominio dove viveva Florencia, e notai che tutto l'edificio era di sua proprietà: gli altri inquilini avevano tutti il suo stesso cognome, dovevano essere parenti. Mi rispose una signora anziana, dalla voce flebile.«Chi è?»

«Buongiorno signora, sono Leon Vargas, un compagno di Florencia. Dobbiamo fare i compiti insieme e quindi sono venuto a casa sua»

«Prego entra, terzo piano»la donna chiuse il citofono e il portone del condominio si aprì. Salii le scale di marmo fino ad arrivare al terzo piano, e suonai il campanello della casa di Florencia. Questa volta aprì lei, mentre io la salutavo, non troppo entusiasta.

Lei invece era felice, e mi propose di andare in camera sua.

«Hai portato degli pentagrammi vuoti? Se te ne servono ne ho molti, in famiglia tutti suoniamo uno strumento»mi disse camminando attraverso una serie di lunghi corridoi ricchi di quadri appesi alle pareti.

«Si, li ho portati. Grazie comunque»

Entrammo nella sua stanza: era arredata bene, con le pareti color pesca e un paio di poster, raffiguranti i suoi artisti preferiti. Vicino alla finestra c'era una piccola libreria piena di grossi volumi contenenti spartiti o biografie di grandi autori musicali come Mozart, Bach e Beethoven. A sinistra c'era un grande pianoforte a mezza coda nero. Era incredibile la passione per la musica di quella ragazza. Io in camera mia non avevo tutti quei libri, tutti quegli spartiti e, soprattutto, un pianoforte a mezza coda che, ad occhio e croce, costava 14.000 euro*. Se avessi voluto mio padre me l'avrebbe procurato, questo era vero, ma non mi piaceva chiedergli tanto. E poi anche il mio pianoforte aveva un buon suono. Certo, non era uno Steinway & Sons come il suo, ma faceva la sua bella figura.

«Bel pianoforte!»dissi ammirandolo da più vicino«Posso?»

Lei annuì e io iniziai a suonare “En mi mundo” pensando a Violetta, con cui avrei tanto voluto passare quel pomeriggio.

«Suoni bene»commentò«Mi piace, l'hai composta tu?»

«No, l'ha fatto Violetta»

«La ragazza castana che è in classe con noi?»

«Si, proprio lei»

«Adoro come canta»

Bene, ora Florencia aveva aggiunto un punto alle sue qualità: le piaceva come cantava Violetta.

«Ti va di iniziare a comporre?»le chiesi mentre estraevo dallo zaino i pentagrammi e l'astuccio. Lei si sedette al pianoforte e mi chiese che ritmo avrei voluto che avesse la canzone.

«Vorrei che fosse diversa dalle altre, ecco... Che ne pensi di qualcosa che riguarda il canto?»

«Una canzone sul canto...»ripeté lei pensierosa, iniziando a premere i tasti dello strumento che aveva davanti creando una melodia«Che ne dici?»esclamò, non troppo entusiasta di quella “composizione”. Scossi la testa, e lei provò a crearne un'altra. Stavolta non piaceva a lei. La terza fu la volta buona, e finalmente trovammo una musica di base da cui iniziare a comporre.

 

Ludmilla

 

Sbadigliai dalla noia, non ce la facevo più. Ero nascosta nell'armadio di mia cugina da quasi un'ora per attuare il nostro piano, ma lei sembrava più occupata a comporre e ad elogiare Violetta che a fare la sua parte.

All'improvviso, però, proprio quando stavo per spegnere la telecamera del telefono e rinunciare a tutto, Florencia si alzò dallo sgabello del pianoforte e si avvicinò al suo letto, dove era seduto Leon.

«Posso vedere?»gli disse prendendo in mano lo spartito della canzone che avevano appena composto«Credo che oggi sia stato un giorno produttivo, abbiamo fatto un buon lavoro»

Per un po' rimasero in silenzio, non sapendo cosa fare.

«Leon...»sussurrò lei. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò di colpo, un bacio avventato, che io filmai felicissima. Il piano era riuscito alla perfezione, ora bastava solo inviare quel video a Violetta, magari con qualche piccola modifica.

E il loro rapporto si sarebbe rovinato per sempre.

 

Leon

 

Ecco.

C'era una fregatura, lo sapevo.

Florencia non mi era mai stata troppo simpatica, non sapevo esattamente il perché, ma questo gesto mi aveva dato la conferma. Sapeva benissimo, come del resto tutti nella nostra classe, che io stavo insieme a Violetta, ero felicemente fidanzato e le altre nemmeno le guardavo.

Ma aveva agito lo stesso, dandomi un bacio, un bacio strano.

Un bacio glaciale, perché non mi aveva trasmesso nessuna di quelle sensazioni meravigliose che mi trasmettevano i baci con Violetta.

E poi aveva fatto tutto lei, lei si era avvicinata, lei aveva mosso le labbra. Io ero immobile e cercavo di staccarmi da quel contatto indesiderato.

Quando riuscii a liberarmi scattai in piedi, raccogliendo le mie cose e gridandole contro.

«Ma si può sapere che ti è preso? Io amo Violetta, e tu lo sai che sono fidanzato con lei. Come ti sei permessa?»

Lei non sembrava affatto pentita.

«Sai che c'è?»continuai«Non voglio ascoltarti. Ciao»dissi sbattendo la porta della sua camera, mentre uscivo da quella casa.

Non la volevo più vedere.

 

*si, i pianoforti buoni e costosi arrivano anche a questi prezzi

 

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti!! Qui fa un caldo che non vi dico, e mi si è pure rotto il ventaglio T.T
Il capitolo non è un granché, ma è purtroppo fondamentale: qui il piano di quei tre insopportabili ha inizio, e Florencia bacia Leon. Noooo!!!! *si dispera*
Angie non dorme pensando a qualcosa per cacciare di casa Esmeralda, ma nulla, quella vipera è ancora lì. Marco è pieno di sensi di colpa, e non sappiamo nulla delle condizioni di Francesca, che naturalmente non è andata a scuola.
Come starà Francesca? Come reagirà Violetta vedendo il video? Riuscirà Angie a farsi venire un'idea per cacciare Esmeralda? La risposta a queste domande nei prossimi capitoli :D

P.S: Per chi se lo stesse chiedendo: la “Steinway & Sons” che nomina Leon esiste veramente

  
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