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Autore: moni93    12/07/2013    0 recensioni
L'amicizia è uno dei legami più belli e preziosi al mondo. Ma cosa succede se tale sentimento viene ofuscato dall'ombra del dubbio?
Aiko vuole talmente bene a Yuki, da non rendersi conto di quanto la sua insicurezza faccia soffrire l'amica.
Cosa nascondo entrambe all'altra? Di cosa hanno più paura?
In una giornata d'estate, cominciata normalmente, le due ragazze si troveranno a riflettere su se stesse e la loro amicizia. Riusciranno a ritrovarsi o sarà la fine di un legame sincero?
Tratto da una storia vera... la mia! E quella della mia migliore amica.
Non mi rimane che augurarvi buona lettura, sperando di farvi emozionare almeno un poco!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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友情– YUUJYOU, UN SENTIMENTO CHE TRASCENDE IL TEMPO E LE DISTANZE

 

A Tsubaki3, la mia amica del cuore.
“Sei troppo buona! La tua dolcezza, la tua abnegazione sono veramente angeliche; non so che cosa dirti. Mi pare di non averti mai reso giustizia né di averti mai voluto tutto il bene di cui sei degna.”
[Elizabeth Bennet rivolta alla sorella Jane, nel romanzo di Jane Austen “Orgoglio e Pregiudizio”]

 
Prologo – Questione di altezza
 
Il mio nome è Aiko Nishimura.
Sono una studentessa universitaria e frequento il primo anno all’Università di Kyoto, facoltà di scienze naturali. Ho diciannove anni, quasi venti, e il mio sogno è...
 
“Aiko, che fai?”
“UAAAAHH!!!”
Per lo spavento, sono quasi caduta dalla sedia. Anzi, togliamo il quasi. Mentre mi assicuro di avere tutte le ossa a posto, la persona che mi ha sorpreso, mi osserva con un misto di preoccupazione e compassione.
“Aiko, ma è mai possibile che tu sia così sbadata?”
Scuotendo il capo e muovendo, così, i lunghi capelli corvini, la mia compagna di banco mi porge la mano. Intimorita e imbarazzata, l’afferro e mi rialzo in piedi.
“Non... non sono sbadata! È solo che mi hai spaventato, Yuki.”
Senza nemmeno avere il tempo di terminare la frase, la ragazza che mi sta di fronte afferra il foglio su cui stavo scrivendo e, contemporaneamente, esclama: “E questo cos’è?”. Arrossisco e tento in tutti i modi di strapparle di mano quel pezzo di carta, ma è inutile. Lei è troppo alta e io troppo minuta. Inoltre, in meno di trenta secondi, ha già letto tutto il suo contenuto, scritto con grafia incerta e tremante in certi punti.
“Aiko, sei in Università e ancora non sai scrivere un tanzaku* decente?”
Saltello intorno a lei, riuscendo infine a riprendere possesso del foglio (non senza che lei me lo abbia abbassato per permettermi di raggiungerlo). Mi fisso i piedi, imbarazzata, e provo a immaginare cosa stia pensando di me in questo momento. Probabilmente, crede che io sia solo una sciocca imbranata. Per questo, tanto per riempire il silenzio, mormoro la prima cosa che mi passa per la mente.
“Lo sai che sono timida...”
La mia salvatrice osserva il soffitto, con aria parecchio scocciata, e non prima di aver corrugato le sopracciglia con fare enfatico.
“Ma quando crescerai?” dice poi, più al cielo che a me.
“Presto, spero. Bevo tanto latte per velocizzare la cosa, sai?”
Ho risposto di getto e con totale sincerità. Lei, però, continua a fissarmi con aria esausta e, sospirando, scuote per l’ennesima volta il capo.
“Non intendevo dire fisicamente.”
A quel punto, non posso fare a meno di inclinare il capo, confusa.
“Che intendi, allora?”
I suoi occhi color nocciola mi fissano ancora per un istante arrabbiati, o almeno così mi pare, ma scorgo in seguito una scintilla che conosco fin troppo bene. Subito, infatti, un sorrisetto birichino le orna il bel viso.
“Che carina che sei, quando inclini il capo! Meglio dei personaggi degli shojo manga!”
Interdetta e scioccata, m’irrigidisco e torno dritta come un fuso, mentre la risata cristallina della mia amica si diffonde per l’aula, ormai quasi deserta.
Si chiama Yuki Yamaguchi, vent’anni da poco compiuti e mia compagna di corso. Ci conosciamo dalla prima elementare, ma siamo sempre state in classi separate. La nostra amicizia si è costruita nei brevi minuti della ricreazione, tra un gioco e l’altro. Anche alle medie siamo finite in classi differenti e da lì è cominciata ad ingrandirsi la nostra prima spaccatura. Yuki, a differenza mia, è molto intelligente. È sempre andata nelle classi migliori e, anche alle superiori, non è stata da meno. Ha scelto una scuola difficilissima e impegnativa, mentre io mi ero accontentata di un normale Istituto Professionale, che poi, alla fin fine, non mi piaceva nemmeno.
Tuttavia, quando Yuki mi disse che era intenzionata ad entrare nell’Università di Tokyo, decisi di prepararmi anch’io per seguire la mia amica. Studiammo insieme tutta l’estate, ma alla fine fummo costrette a ripiegare sulla nostra seconda scelta, Kyoto. Per me è stato meglio così, Kyoto è decisamente più vicina a casa, rispetto a Tokyo. Ma Yuki è intenzionata a riprovare quest’anno e io non so cosa fare.
Mi trovo bene qui, le materie mi piacciono e i compagni sono gentili, però...
“Aiko? Aiko, sei ancora nel mondo dei vivi?”
Di nuovo, la voce della mia amica mi fa sobbalzare. Lei, però, non sembra infastidita, anzi, mi sorride.
“Dai, andiamo a mangiare un boccone? Sto morendo di fame!” aggiunge, con aria sofferente e massaggiandosi lo stomaco ruggente.
Una risata acuta mi scuote tutto il corpo. Yuki è sempre affamata, ma a differenza mia e degli altri, non ingrassa nemmeno un poco.
Questa è un’altra piccola differenza che ci separa e che me la fa ammirare ancor più. Lo so che non dipende da lei, però ogni suo dettaglio per me è motivo di adorazione.
Yuki Yamaguchi, nata il 27 Maggio. Ha lunghi capelli scuri, lucenti come l’ossidiana, ma con riflessi castani. Sebbene siano tanto belli, dice sempre che li vuole ancora più lunghi, perchè così non le piacciono. Inoltre, dice anche che li vorrebbe lisci, quando invece ha dei riccioli grandi e vaporosi come i miei, che tutti le invidiano. Gli occhi sono piuttosto grandi, nonostante sia orientale, ed il loro colore scuro risalta particolarmente sulla sua pelle candida. Questa è una caratteristica che abbiamo in comune, per mia gioia: la nostra carnagione è pallida, molto simile a quella del latte, ma io per lo meno d’estate prendo un poco di colore. Lei, invece, rimane così, diafana e perfetta.
All’opposto, ci sono io, Aiko Nishimura. Sono piuttosto grassina e col viso paffuto, per nulla paragonabile all’ovale perfetto di Yuki. L’unico aspetto che amo del mio viso sono le labbra, grandi e carnose. Peccato che tutto il resto non mi vada per niente bene. Ho gli occhietti piccoli e miopi, e senza occhiali sono cieca come una talpa. Mi consola unicamente il fatto che anche la mia amica porti gli occhiali, peccato che a lei donino molto più che a me. Ho i capelli corti e castani, ma da qualche anno me li sono tinti di rosso rubino, una tonalità che mi è sempre piaciuta. Il mio colore preferito è il blu, in verità, ma ho pensato che, forse, tingermi i capelli di blu sarebbe stato eccessivo.
Tuttavia, una delle più grandi, enormi, differenze che mi distinguono da Yuki, è...
“Toh guarda chi c’è! La strana coppia!”
Un nostro compagno di corso, particolarmente carino e burlone, ci ha viste uscire dall’aula. Oramai tutti sanno che siamo amiche del cuore, però alcuni ancora si divertono a farci notare quanto siamo diverse.
Eh sì, io, Aiko Nishimura, quasi vent’anni, al primo anno di Università, ho la miserabile altezza di 1 metro e 45 centimetri.
Yuki Yamaguchi, invece, è una modella: 1 metro e 75 centimetri.
Tra di noi c’è un abisso non solo nel carattere, ma anche nel fisico.
Mi domando se riuscirò mai a raggiungerla.
 
“Toshiro, sarai bello tu con quella faccia da ebete!!”
“Eh?! Ma che ho fatto? Dicevo così, tanto per dire...”
Ah già, dimenticavo una cosa: Yuki è molto diretta e non si fa problemi a dire in faccia alla gente quello che pensa.
“Sei un vero cretino: la tua faccia conferma la grandezza del tuo microscopico cervello!!”
Anche se a volte esagera.
 
NOTA: * Il tanzaku è un pezzo di carta in cui si scrive il proprio desiderio più grande e che, durante una particolare festa giapponese, chiamata “Tanabata” (festa delle stelle innamorate) viene appeso su un rametto di bambù in segno di buon augurio. Che cosa carina, vero? Il Tanabata si festeggia il settimo giorno del settimo mese, quindi, il 7 Luglio.
   
 
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