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Autore: Angel_15    12/07/2013    4 recensioni
Kim Jonghyun: Un cameriere che lavora nel ristorante coreano della sua famiglia, giá da un paio di anni emigrata in Italia. Questa vorrebbe rispedirlo in Corea, convinta che in quel paese sarebbe impossibile per lui trovare una ragazza coreana (Perchè pensarlo accanto a una ragazza italiana sarebbe fuori discussione) con cui sistemarsi e mettere su famiglia.
Eva Fornieri: Una semplice diciassettene. I genitori (Proprietari di una grande catena di alberghi) vorrebbero che intraprendesse una relazione con il figlio del proprietario di un'altrettanto grande catena di ristoranti. Cosicchè un giorno le due imprese possano unirsi.
***
Lui coreano, lei italiana. Due culture cosí diverse.
Niente li accomuna. Le tradizioni, lo stile di vita, le abitudini, il taglio degli occhi. NIENTE!
La sola cosa che li lega è l'autoritá di due famiglie estremamente tradizionaliste. Convinte che il bianco si sposa col bianco e il nero si sposa col nero.
Cosa accadrebbe se il destino decidesse di far incrociare due strade cosí differenti? Potrebbe nascere qualcosa da quest'enorme differenza culturale? E le famiglie sarebbero disposte a superare e accettare tutto ció?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Melodia

 
 

La signora Kim posò le due ciotole fumanti sul tavolo e tornò in cucina, senza degnare di uno sguardo o di una parola la ragazza in compagnia del figlio.

Fortunatamente però, Eva non se ne accorse. Rimase incantata a fissare il piatto che aveva davanti con uno sguardo interdetto. Jonghyun abbozzò una risata.

< Si chiama "Ramen" > Le spiegò.

< Ramen > Ribadì lei ancora un pò confusa.

< Tranquilla, è solo zuppa con noodles >

< Oh > Annuì afferrando ciò che stava alla destra del piatto.

< Emh... Non sei costretta. Se vuoi ti prendo le posate >

< No,no. Voglio provare >

Afferrò i due bastoncini e se li posizionò tra le dita come aveva visto fare a qualche cliente "esperto" due sere prima. Fece per prendere un noodles dal piatto ma proprio quando stava puntando alla bocca questo ricadde nella zuppa.

< Emh... Sicura di non volere una forchetta o un cucchiaio? >

Ci pensò un istante ma poi, senza rispondere, riafferrò le bacchette.

< Ce la faccio >

Il secondo tentantivo infatti... Andò peggio. Nel tentativo di portarsi di nuovo quel pezzo di noodle alla bocca, questo ricadde. E stavolta schizzò nella zuppa, rischiando di sporcarle la t-shirt.

Jonghyun tentò di soffocare una risata, ma non ci riuscì. Eva arrossì leggermente ma non si arrese. Impugnò i due "aggeggi", come li aveva appena soprannominati e guardandoli prima con aria di sfida, riuscì dopo vari tentativi ad assaggiare il piatto. 

Con sua grande sorpresa, le piacque. Quei filetti di pasta ondulati immersi in quella zuppa, che emanava un buonissimo odore, avevano veramente un sapore stupendo. 

< Ti piace? >

< E' veramente buonissimo > Rispose con un sorriso < Tua madre è veramente una cuoca eccezzionale >

< Mhh, in realtà il migliore in famiglia è mio padre. E' lui il capo-chef, ma... Si, anche mia madre se la cava >

< Se la cava? E' troppo... Buono! > E sorrise di nuovo. Iniziò a pensare che stava sorridendo (spontaneamente) veramente troppo per i suoi standart in una sola giornata.

< Bhe, non è un piatto così difficile. Anzì è semplicissimo >

< A vederlo non sembra >

< Perchè non l'hai mai visto e non riesci a capire come possa essere stato cucinato, perchè... Non lo sai > 

Il ragionamento non faceva una piega, Eva rimase un attimo stupita dalla spontaneità di quella logica.

< Pensa che quando sono venuto qui e ho visto piatti tipici italiani che non avevo mai visto prima, tipo le lasagne o il tiramisù, li guardavo e non riuscivo proprio a capire come cavolo facessero a cucinarli >

< Perchè ti interessava sapere la ricetta? > Chiese abbozzando una risata. Insomma non è che quando lei vedeva un piatto che le sembrava complicato, pensava a come cucinarlo. 

< Gli effetti che ti procurano l'essere figlio di un cuoco, ho sempre avuto la fissa della cucina >

< Cuoco, musicista, cantante... Cè qualcos'altro? > E ancora una volta si stupì della spontaneità appena usata. Una dote che non aveva mai avuto, figurarsi con un tipo appena conosciuto.

Jonghyun sorrise imbarazzato di fronte a quello che, per Eva, era decisamente un complimento.

< Nah, non sono affatto un cuoco. Solo che, sai, quando la tua famiglia ha un ristorante ti fai una... Cultura sul cibo >

< Mhh, ti capisco >

< In che senso? > Chiese continuando a mangiare. Era contento che quel pranzo non fosse sprofondato in un silenzio imbarazzante che, inevitabilmente, si crea di solito tra due che non si conoscono.

< Sai mio padre > Tirò un sospiro < Ha una catena di alberghi. Conosco a memoria tutte le norme, leggi, regolamenti... Insomma sono una specie di enciclopedia sugli hotel. E la cosa buffa è che... Non me ne frega assolutamente niente di quegli stupidi alberghi! >

< E allora com'è che sei così... "esperta"? >

< Indovina? Come ogni genitore che possiede un azienda, mio padre vorrebbe che un giorno prendessi il suo posto. Da piccola mi portava negli alberghi a vedere come la gente svolgeva il lavoro. Era lì che imparavo. Io non gli prestavo mai attenzione, ma mi ci portava talmente spesso che alla fine qualcosa mi è entrato in testa >

< Ah bhe, sul fatto dei genitori posso capirti >

< Anche i tuoi vorrebbero che prendessi il ristorante da grande? >

< Diciamo che, vorrebbero che proseguissi la mia carriera nel campo dei ristoranti... > "Non esattamente in questo paese però..." Avrebbe dovuto aggiungere.

< E tu, vorresti? >

< Sinceramente... Per niente! >

Sorrisero divertiti. Avevano trovato qualcosa che li accomunava e capivano perfettamente il punto di vista dell'altro.

< Ma i miei genitori mi capiscono, e hanno accettato la mia passione > Disse Lui.

< E sarebbe? >

Jonghyun lanciò uno sguardo al pacchetto, posizionato ai piedi della sedia, contenente la tastiera e guardò Eva come se le fosse sfuggito qualcosa di ovvio.

< Oh giusto, la musica! >

Jonghyun annuì.

< Ti deve piacere davvero tanto se pensi, bhe di farne... Il tuo lavoro >

< Si, sarebbe il mio sogno. Ma credo che dovrei iniziare a svegliarmi >

< Perchè? > Chiese confusa.

Quella domanda fece rendere conto a Jonghyun, che anche lui si stava comportando in modo stranamente spontaneo.

< Bhè nel mio paese, le selezioni per le case discografiche sono davvero dure. E io canto solo per... Me. Cioè non ho mai preso lezioni ho altro >

< Ma avevi un gruppo con i tuoi amici no? >

< Già... Il gruppo. Anche con loro non avevamo mai... Preso sul serio la cosa. Intendo, l'idea di debuttare come gruppo, si l'avevamo presa in considerazione. Ma poi sono partito quindi anche se dovessi tornare là ormai sarebbe troppo tardi. Dovremo ricominciare a esercitarci, prendere lezioni, fare il provino... >

< Nah, perchè dovrebbe essere troppo tardi? E poi se partecipi ad un concorso, vuol dire che sei abbastanza esperto >

< Ma in quel concorso non c'erano le selezioni. Potrei anche presentarmi sul palco e fare una figuraccia davanti a tutti > 

Jonghyun era seriamente preoccupato. In quei giorni aveva preso più volte in considerazione l'idea di ritirare la partecipazione. Ma tutte le volte si ricordava del patto che aveva fatto con i suoi genitori. "Ti permettiamo di partecipare al concorso, ma poi partì subito per la Corea". Perciò se si fosse ritirato l'avrebbero fatto partire subito e, sinceramente più tardi ci andava meglio era. Non che non gli andasse di rivedere i suoi amici, la sua città, il suo paese... Ma non aveva voglia di svolgere ciò che i genitori volevano facesse lì. Una cosa che, pensavano, potesse fare SOLO in Corea.

< Se parti in negativo non arriverai mai da nessuna parte > 

< Il fatto è che... La canzone che ho scritto. Non mi convince più di tanto >

< Non può essere tanto male, insomma il solo fatto di aver scritto una canzone, cosa che per me sarebbe impossibile, vuol dire possedere talento >

< E' questo il punto... Non l'ho ancora finita! Forse dovrei davvero ritirarmi... > "E non dire niente ai miei però" Pensò.

< No, c'è ancora tantissimo tempo. Secondo me puoi farcela >

< Non so. Te l'ho detto, è... La canzone. Non mi convince >

< Io scommetto invece che è bella >

< Non l'hai neanche sentita > Disse ridendo cercando di non metterla a disagio.

< Bhe... Me lo sento > Disse abbassando la testa imbarazzata.

Jonghyun sorrise ancora di più ed Eva confermò la sua tesi: Aveva veramente un bel sorriso. Ormai doveva ammetterlo.

< Perchè non vieni a giudicarlo di persona? >

< Mhh? >

< Se vuoi, appena finiamo di mangiare te la faccio sentire >

< E-emh... >

< Non sei costretta, cioè se non vuoi... >

< No! > Lo interruppe forse troppo forte.

< N-no mi farebbe piacere >

< Ok > Rispose ancora con un sorriso. E stavolta a Eva parve di aver sentito il cuore accellerare.

Dopo aver consumato il loro pasto si alzarono dal tavolo, Jonghyun avvisò la madre che sarebbe tornato in tempo per il suo turno e varcò la soglia del ristorante con Eva. La signora Kim li guardò uscire con uno sguardo insoddisfatto. 

SongDam assistette alla scena in silenzio pensando: "Fratellino, non fare casini".

 

La casa di Jonghyun non era molto distante, la raggiunsero in pochi minuti. Non era certo una villa come quella di Eva, ma sembrava una casa accogliente. Avrebbe tanto voluto vederne l'interno, ma il ragazzo la condusse in quello che doveva essere il garage.

Jonghyun fece alzare la porta automatica ed entrarono nella stanza dov'era posizionato, in un angolo, un tavolino di legno.

Afferrò la scatola e la scartò tirando fuori la tastiera che posizionò proprio sopra il tavolo.

< Aspettami qui, vado a prendere lo spartito in camera mia >

< Ok >

Mentre lui saliva in casa sua Eva si sedette inginocchiata a terra pensando solo ad una cosa: "Ma che cavolo sto facendo?"

Era a casa di un tipo conosciuto da appena due giorni dopo averci pranzato insieme, dopo averci chiaccherato e passeggiato. Ma la cosa più strana era che si sentiva... Serena. Si, serena. Non si sentiva a disagio o disturbata. Gli era addirittura sembrato di provare, quando lui l'aveva invitata a sentire la canzone, una sensazione che non provava a tempo. La felicità.

I suoi pensieri furono interrotti dai passi di Jonghyun che stava tornando con lo spartito in mano.

Sistemò le ultime cose per far partire la tastiera e si sedette al tavolino.

< Ok, adesso mi dirai se è così tanto bella come ti sembra. Se fa schifo però dimmelo >

Eva annui e si appoggiò con i gomiti ai bordi del tavolo.

Jonghyun posizionò lo spartito di fronte a lui e iniziò a muovere con delicatezza le dita sui tasti bianchi.

Eva rimase senza fiato in gola. Cercò di trovare dentro di se le parole per descrivere la melodia che le invadeva le orecchie, ma non le trovò. Pensò che non esistevano. Non esistevano dei termini adatti. E come potevano esistere? Come potevano esistere parole per definire un suono che ti entra nelle orecchie e si espande in tutto il corpo, facendoti provare sensazioni sconosciute?

Come poteva essere che quella melodia fosse stata scritta da un semplice ragazzo?

Poteva esistere qualcosa di più bello? La risposta arrivò non appena Jonghyun aprì bocca per intonare le prime parole della canzone:

 

Have you never seen such a beautiful night? " (Hai mai visto una notte così bella?)

 

E se prima era rimasta senza fiato, adesso sentiva le gambe cedergli. La sua voce, già stupenda solo quando parlava, che pronunciava quelle parole intonandole in una maniera perfetta. Erano il suono più bello che Eva avesse mai sentito.

 

" I could almost kiss the stars for shining so bright " (Poevo darti almeno un bacio, le stelle splendono cosi luminose)

 

Eva ringraziò che il testo della canzone fosse in inglese, cosi che potè capirne le parole.

 

When i see you smiling i go oh oh oh, (Quando ti vedo sorridere faccio oh oh oh(?)L'unica frase della canzone che non riesco a capire)

I wolud never want to miss this, (Non voglio mai dimenticarlo)                        

In my heart i know what this is " (Nel mio cuore so cos'è)

 

No! Non ci poteva credere. Non stava ne in cielo ne in terra che una sola persona potesse possedere una tale capacità. Un brivido le attraverso la schiena e il cuore prese a battere decisamente più forte.

 

" This is what dreams are made of, (Questo è ciò di cui sono fatti i sogni)

This is what dreams are made of,       

I've got, somewhere i belong (Io ho, un posto dove andare)

I've got, somebody to love, (Io ho, qualcuno da amare)

This is what dreams are made of

 

Jonghyun mosse ancora le dita, per concludere le ultime note della canzone.

Alzò lo sguardo verso Eva che cercò di assumere un espressione... "Normale".

< Allora che ne pensi? >

Ed esattamente come prima, non trovò le parole. Perchè non c'erano.

Non esisteva qualcosa che bastasse per descrivere quella melodia sensazionale.

< Fa schifo vero? >

< No! Per niente > Lo interrupe nuovamente troppo forte.

< E' la cosa più fantastica che io abbia mai sentito! >

 
 
 
Ehilà!!! xD
Mi scuso per il ritardo, avrei voluto pubblicare ieri l'altro perchè (Se per voi va bene) ho scelto il mercoledì come giorno di pubblicazione settimanale. Ma sono tornata da lavoro che avevo un aspetto peggio di uno zombie .-. E appena sono entrata in camera mia è successa questa cosa:
 
" *entra in camera e guarda il letto che la fissa con aria attraente(?)*
< Mhh... Stasera devo pubblicare ma > *riguarda il letto* < Mah si, se mi stendo 5 minuti non sarà la fine del mondo >
*si butta sul letto con la grazia di un elefante*
< Chiudo gli occhi per un pò e poi pubblico, tanto non sono così stanca da addorment.... ZZZZZZZZZZZZ > "
 
Si bhe ecco... E' andata così. >.< E la parte peggiore è che mi sono svegliata la mattina dopo STRACONVINTA di aver pubblicato *va a nascondersi per la vergogna*
Quindi (dato che finalmente mi sono rinvenuta e ho pubblicato) se tutto va bene il prossimo capitolo lo pubblicherò mercoledì... Ah dimenticavo!
Un grazie a JongTaeshipper, luna xx, stellaz e SunnyBunny per aver messo la storia tra le suguite ;-)
Alla prossima xD
 
Ps: La canzone di Jong è "What Dreams Are Made Of" (Da cui prende il nome la storia) Di Hilary Duff. Ne esistono due verioni di questa canzone: Una "lenta" a duetto e una "movimentata" ad assolo. La versione cantata e scritta da Jonghyun ovviamente è quella "lenta" del duetto solo che lui la canta da solo. Si lo so è un pò strano immaginare che l'abbia scritta lui, ma è questa canzone che mi ha dato l'idea per la FF. Vi consiglio di andarla ad ascoltare perche, oltre a potervi immaginare meglio la situazione di Jong che la canta, è veramente bella. Io non sono una fan di Hilary Duff ma ADORO il significato e le parole della canzone.
   
 
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