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Autore: casstheliar    12/07/2013    5 recensioni
Liam, a soli sei anni, sta vivendo il momento più traumatico della sua breve esistenza. Fortunatamente al suo fianco c'è il migliore amico di sempre, Zayn che saprà aiutarlo in un modo tutto suo ed inaspettato.

Zayn/Liam • kids!AU • partecipa al Fest Larry/Ziam!AU di Wanki!Fic.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AU scelto: Kids!AU

Grow old with me


Il bianco delle pareti dell'ospedale lo accecava, era costretto a socchiudere gli occhi mentre si guardava attorno. Tutto lì dentro era diventato, giorno dopo giorno, sempre più familiare. Dalla bacheca su cui si affollavano volantini medici che con difficoltà era riuscito ormai a decifrare, dalla stanzetta degli infermieri dalla quale proveniva sempre un buon odore di caffè appena fatto. Tutti lo conoscevano e lui, senza mai sbadigliare, sedeva in modo composto nella sala d'attesa. Quel giorno la loro visita era stata fortuita, Liam aveva sentito il bisogno di vedere il padre e, insieme, si erano fatti portare in ospedale. Zayn non aveva fatto a tempo in prendere uno dei suoi fumetti per la furia dell'altro, Tricia era dovuta saltare in auto e accompagnarli in fretta. Diversamente dalle altre volte, però, Zayn non riusciva a stare seduto tranquillo in quella stanza di quel bianco accecante. Si alzò di scatto e decise di andare a fare un giro per perdere tempo.
Non ricordava come fosse la sua vita prima dell'incidente del padre di Liam, erano passati sei mesi, sei mesi in cui aveva trascorso gran parte dei suoi pomeriggi in quell'ospedale, da solo. Prese l'ascensore mentre alcune persone guardavano con curiosità quel bambino che, esperto, si muoveva da solo lungo i labirintici corridoi, tutti bianchi, tutti uguali. Aveva voglia di aria fresca, era un bel pomeriggio di maggio e avrebbe tanto preferito spenderlo in un parco giochi, rincorrendo il suo migliore amico. Per quanto si sforzasse Zayn non ricordava gli occhi sorridenti di Liam, da troppo tempo la felicità pura e sincera l'aveva abbandonato. Uscì all'aperto e poco lontano notò sua madre parlare con Karen, la madre di Liam. Si avvicinò di soppiatto, senza farsi vedere, e dopo tanto tempo sentì l'adrenalina scorrergli nelle vene come mesi prima quando lui e Liam andavano a caccia di gatti al tramonto.
".. questa sera, basta ho deciso così", la voce di Karen era rotta dal pianto. Tricia le accarezzava meccanicamente i capelli, per consolarla. Zayn si avvicinò un altro po' per sentire meglio.
"Sei sicura della tua scelta?", anche la voce di sua madre era triste, più triste del solito.
"Abbiamo aspettato fin troppo, stiamo soltando prolungando la sofferenza. Sarà questa sera", Karen tirò sul col naso, sua madre trafficò nella borsa e le porse un fazzoletto di carta.
"E non dirai nulla a Liam?"
"E' troppo piccolo, lui spera ancora che suo padre si svegli.. ma da tre mesi ormai ogni speranza dentro di me è morta, insieme a lui. Quelle macchine.. stasera finirà tutto. Sono sicura".
E per quanto le parole delle due donne fossero complicate Zayn capì che stava per accadere qualcosa di brutto, delle piccole lacrime involontarie fecero capolino nei suoi occhi chiari. Le ricacciò indietro, stava per succedere qualcosa che avrebbe fatto soffrire il suo migliore amico, e lui, lui Zayn Malik in qualità di maggiore doveva proteggerlo, avvertirlo, essere forte anche per lui. Salì di corsa le scale che portavano al reparto di traumatologia, si beccò un rimprovero da parte delle infermiere stranite dal suo comportamento, ma lui non ci fece caso.
In quell'istante Liam uscì dalla stanza del padre, con un sorriso largo, sincero. Il cuore di Zayn batté più forte, forse per la corsa, forse perché da sei mesi non vedeva qualcosa di così meraviglioso. Liam lo abbracciò, "Zayn, sono sicuro sono sicurissimo che si sveglierà, questa sera..", la stretta dell'altro era forte attorno al suo corpo esile, nonostante lui fosse nato sette mesi prima di Liam era più magro, più basso, meno forte, meno forte del più piccolo che stava vivendo il momento più drammatico della sua breve esistenza.
"Sei sicuro?", tentennò Zayn.
"Sono sicuro! E papà uscirà dall'ospedale e sarà tutto come prima, anzi meglio di prima e ci porterà a Disneyland come ci aveva promesso". E per un breve istante la convinzione di Liam pervase anche Zayn che dimenticò la conversazione origliata pochi minuti prima. Se Liam era così sicuro allora doveva essere così, perché tutto quello che dice Liam è giusto, è corretto, si avvera.
"Ehi Zayn", Tricia lo chiamò, Zayn si voltò verso di lei con un ampio sorriso. Dietro di lei c'era Karen con il volto più provato che avesse mai visto, ma non ci fece caso, non volle farci caso.
"Liam - disse la donna, rivolgendosi al figlio - stasera ti va di andare a casa di Zayn? Tricia vi compra una pizza e..", il bimbo saltò tra le braccia della madre, "Davvero posso? Davvero?"
"Sì certo piccolo mio - annuì lei, carezzandogli i capelli - andate adesso, e fai il bravo mi raccomando", gli stampò un bacio sulla fronte. I due bimbi, incuranti del posto in cui si trovavano, corsero lungo i corridoi, rincorrendosi, come tanto tempo prima.

Erano stesi sul letto di Zayn, con le pance piene e gli occhi doloranti per aver giocato troppo ai videgiochi. Liam poggiò la testa sulla spalla del più grande, "E quando papà si sveglia andiamo al parco acquatico quello con gli squali..", gli occhi sognanti persi sul soffitto scuro.
"Sarà bellissimo quando il tuo papà si sveglierà, fai un sacco di cose", Liam si mosse e guardò Zayn negli occhi, "Facciamo. Vieni anche tu con noi, mi pare ovvio".
"Posso?"
"Devi, scemo", lo prese in giro il più piccolo e gli scompigliò i capelli scuri, di lì finirono col lottare amichevolmente, ridevano come matti. La madre di Zayn andò ad ammonirli un paio di volte senza venire ascoltata dai due che continuavano imperriti a tirarsi pugnetti leggeri, a farsi il solletico. Alla fine lei stessa rinunciò, li lasciò giocare finché non caddero uno accanto all'altro col fiato corto, i petti che si alzavano e abbassavano ad un ritmo frenetico. Si addormentarono uno accanto all'altro, Liam nella notte si ancorò al corpo dell'altro.

Quando quella mattina Zayn si svegliò rimase per diversi minuti a fissare Liam aggrappato al suo corpo, non voleva svegliarlo ma il bisogno impellente di andare in bagno lo dilaniava. Sgusciò via dalla sua stretta e corse verso il bagno, passando davanti alla cucina. Vide sua madre china sul tavolo da pranzo, allarmato si avvicinò a lei e le toccò la spalla, "Mamma?", la donna si voltò verso di lui con gli occhi gonfi di lacrime, "Oh piccino, buon giorno"
"Mamma che succede?", domandò Zayn, preoccupato.
"Nulla, tranquillo.. va tutto bene", tentò di calmarlo lei, fallendo miseramente, "Non va tutto bene, la mamma non piange mai così", decretò lui, fissandola con i suoi occhi grandi.
"Non si possono dire le bugie a te eh?", si sistemò meglio sulla sedia e lo prese in braccio, gli scostò i capelli dalla fronte con un gesto delicato e ricolmo d'amore, "Piccolo mio, quello che ti devo dire è molto triste - prese un respiro e poi un altro, mentre Zayn la guardava intensamente - questa notte il papà di Liam.."
"Si è svegliato vero? - la interruppe lui - devo correre a dirlo a Liam, sarà felicissimo", saltò giù dalla sedia ma la madre lo riacciuffò prima che scappasse via, "Zayn devi ascoltarmi. Il papà di Liam non c'è più, non..". Il bimbo la guardò senza capire bene o facendo finta di non capire, "Si è svegliato ed è andato via, Liam l'aveva detto. Liam sa tutto"
"Zayn, smettila - il tono di Tricia ora era severo, lui la guardò con gli occhi sbarrati - non si è svegliato, il papà di Liam.. non si sveglierà mai più.."
"Ma.. Liam.. lui era sicuro, Liam non sbaglia mai", la sua voce si incrinò ed esplose in un pianto a dirotto, che nemmeno il petto caldo e morbido della madre riuscì a calmare.

Il funerale si svolse in una grigia giornata, i colori di maggio sparirono dal suolo del cimitero e dal cielo in quel lunghissimo pomeriggio, scandito dai rintocchi secchi delle campane.
Zayn si era stretto alla gamba della madre e osservava con gli occhi pieni di lacrime Liam.
Al contrario Liam era fermo, serio, il suo volto era bagnato qualche volta da una goccia di pioggia che era riuscita a sfidare l'ombrello nero che teneva aperto su di sé. Si voltò verso di Zayn per un paio di volte, sorridendogli, voleva rassicurarlo, fargli capire che andava tutto bene.
Per diversi anni Zayn si sarebbe ricordato dei sorrisi rassicuranti di Liam, erano simili a quelli che gli rivolgeva prima di un compito in classe per il quale non aveva studiato abbastanza, erano simili a quelli che gli rivolgeva prima di salire sulle montagne russe.
Erano cresciuti insieme, Zayn l'aveva sempre guardato dal basso, aveva sempre ammirato la sua forza, la sua fermezza e ancora i suoi dolci sorrisi. E si sentiva sempre più piccolo, si sentiva come quando a sei anni invece di stargli vicino, invece di offrirgli una spalla su cui piangere, si era stretto a sua madre e aveva riversato più lacrime di tutte le gocce di pioggia che caddero in quella fredda giornata.

Erano passati dieci anni, esattamente dieci anni, da quando la madre di Liam aveva deciso di interrompere le cure per mantenere in vita il marito. Era di nuovo maggio, il secondo anno di liceo era agli sgoccioli. Diversamente da dieci anni prima, però, il sole era alto e fiero in cielo, bruciava sul bianco delle camicie delle loro divise. Dopo le lezioni, Liam e Zayn camminarono in silenzio in direzione del cimitero, il più piccolo si fermò ad un piccolo chioschetto e si fece preparare da una vecchina sorridente un mazzolino di crisantemi bianchi. Li prese tra le mani e la ringraziò con un sorriso dolce. Zayn era rimasto fuori ad aspettarlo, allentandosi la cravatta dal collo. Quel posto lo rendeva irrequieto, gli riportava alla mente ricordi dolorosi.  
Liam si chinò sulla tomba del padre e vi poggiò su il mazzolino di fiori, forzò un sorriso, Zayn gli si affiancò immediatamente, afferrandogli con fermezza la mano, decisamente troppo gelida.
Liam poggiò lo guardo sul più grande che, come dieci anni prima, continuava ad essere più basso di lui. "Perché?", gli domandò.
"Perché in tutti questi anni non ho fatto che appoggiarmi a te e tu ci sei sempre stato, nonostante soffrissi hai sempre avuto un sorriso di riguardo per me, e io ne ho approfittato. Da sempre non faccio altro che approfittare della tua gentilezza..", la voce si incrinò ma si fece forza, non sopportava farsi vedere da lui così debole. Liam accarezzò il dorso della mano di Zayn con il pollice, "Se hai bisogno di me io ci devo essere..", annuì.
"E io voglio che anche tu possa appoggiarti a me, voglio essere la tua ancora, ma sono troppo.. troppo debole per farlo. Quando tuo padre è morto.. non sono stato capace di fare nulla, non ti ho saputo dire una parola di conforto anzi sei stato tu a consolare me mentre io blateravo di Disneyland, ti urlavo che eri un bugiardo.. Come hai fatto, Liam? Come hai fatto a sopportare tutto questo?", il più piccolo sorrise, intenerito mentre una lacrima scendeva lentamente lungo la sua guancia, "Guarda che hai fatto, scemo! Mi hai fatto piangere", lo rimproverò con un sorriso, tirando su col naso.
"Sc-scusami", farfugliò Zayn mentre si ritrovò schiacciato nel torso di Liam, attorniato da due braccia forti: Liam Payne era da sempre la sua ancora, i suoi piedi erano saldi sul terreno mentre lui si lasciava trasportare dagli eventi. E anche in quel momento, come in ogni altro, Zayn si sentiva di non essere abbastanza forte, era di nuovo Liam a confortarlo. Ma mai, come allora, le dita del più piccolo percorsero il suo volto, si insinuarono tra i suoi capelli con tanta dolcezza.
"Zayn Malik devi promettermi una cosa - Liam si staccò da lui e lo guardò con serietà - devi promettermi davanti alla tomba di mio padre che passerai la vita con me, che non mi abbandonerai mai, perché è solo grazie a te, grazie al fatto che ci fossi tu da proteggere, un piccolo punto fermo nella mia vita, che sono riuscito a sopravvivere, a farcela. Tu, più di chiunque altro al mondo mi hai salvato, e se rimarrai accanto a me, lo farai per sempre. Tu mi rendi forte, Zayn."
Il maggiore alzò il volto e lo fissò intensamente, mentre i suoi occhi si andavano riempiendo di lacrime, "Io.. non sono così importante. Tu sei forte io non c'entro davvero nulla..", sussurrò, senza però smettere di guardarlo dritto negli occhi, almeno finché la vista non gli si offuscò a causa delle lacrime. Liam, inaspettatamente, gli tirò una pacca leggera sulla testa, "Non dire stronzate, Zayn. Ho mai detto bugie in vita mia? Se queste cose non le pensassi beh non le direi e basta", Liam era dannatamente serio, la fronte corrugata e le labbra serrate. Zayn concentrò il suo sguardo proprio sulla sua bocca e la trovò splendida, perfetta e una strana voglia di baciarlo lo attanagliò, scosse la testa come se quel movimento riuscisse a mandare via quel pensiero che da diversi anni lo perseguitava.
"Che ti succede?", chiese, sorpreso, Liam. Zayn seguitò a scuotere la testa, "Nulla, no nulla davvero", tirò un sorriso, dannando se stesso e il suo cervello.
"Mi devi ancora dare una risposta", Zayn lo guardò confuso, non comprendendo a fondo le sue parole, Liam scrollò le spalle, "Parlo della promessa.. Zayn mi devi prendere sul serio quando ti dico che senza di te non ce l'avrei mai fatta. Quindi, vuoi continuare a crescere con me? Io il mio futuro lo riesco a vedere solo con te.. e so che può apparire estremamente sdolcinato e gay.. Ma è quello che voglio".
Zayn lo fissò intensamente negli occhi color nocciola, avrebbe voluto urlargli contro che anche per lui era così, ma la voce e, soprattutto, il coraggio gli mancarono. Liam abbassò lo sguardo, "Ecco forse ora ti ho colto alla sprovvista e tutto questo suona come una dichiarazione d'amore e forse lo è, e sto anche venendo rifiutato.. Mio padre non sarebbe molto fiero di me", il minore si fissò i piedi. Zayn deglutì e si avvicinò a lui con uno scatto, si alzò sulle punte e poggiò la labbra su un Liam che spalancò gli occhi per l'incredulità. Dopo una frazione di secondo il più grande si staccò e si passò nervosamente una mano tra i capelli mori, scompigliandoli, "Non sono mai stato bravo con le parole.. e nemmeno con i fatti, mi sa", contrasse il viso in una smorfia scontenta, le guance rosse e bollenti.
"Era un modo tutto tuo per dirmi sì?", domandò Liam con un sorriso ingenuo sulle labbra.
"Sì..?", sbuffò Zayn, alzando gli occhi al cielo, era evidentemente in imbarazzo.
Liam gli alzò il mento con una mano e si portò ad un paio di millimetri dal suo volto, "Ti chiami Zayn Malik?"
"Eh?", il moro lo guardò confuso.
"Dovresti rispondere di sì..", decretò Liam, mentre un sorrisone stava andando a delinearsi sul suo viso. Annullò la distanza tra di loro e fece entrare in contatto le loro labbra. Lo baciò con timidezza, passò le mani nei capelli mori di Zayn che schiuse di poco le labbra invitandolo ad entrare. Si fissarono intensamente, col respiro pesante.
"Scusami, papà. Questo non avresti dovuto vederlo", disse a voce bassa Liam, rivolgendo un sorriso tutto nuovo a Zayn. Un sorriso che piano piano il maggiore inizò a vedere più spesso, un sorriso innamorato, o almeno così lo aveva interpretato. Chissà cosa vedeva Liam sul suo di volto invece, avrebbe tanto voluto saperlo.



You'll be the one
Who makes me hard who makes me strong
Make me feel like I'm feeling alive

Yeah, grow old with me
Let us share what we see
Oh the best it could be
You and I.
___
nda
allora come ho scritto sopra, questa piccola e triste os partecipa al Fest, ovviamente non miro alla vittoria o a cose del genere soprattutto perché sono venuta a sapere solo ieri sera di questa iniziativa, ma ho voluto partecipare lo stesso.
Ho plottato questa os ascoltando in loop Grow Old With Me di Tom Odell, e beh ve la consiglio, vivamente.
Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni a riguardo, accetto consigli e critiche davvero di cuore.

Vi lascio il link del mio Twitter nel caso voleste followarmi o parlarmi lì.

Grazie a tutti,
Alexa.

  
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