Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Shellyng    12/07/2013    6 recensioni
Sfoglia annoiata la pila di fogli accatastati, poi si volta dalla finestra. Le sembra impossibile essere arrivata ad essere uno dei più temuti avvocati di New York. Ma suo padre gliel’aveva sempre detto.
“Tu sarai una stella, Santana”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. Winter winds.

La galleria è piena di gente con il petto in fuori e l’aria di esperti critici di fotografia. Quinn sa che la metà di loro non ha neanche idea di che cosa sia, in realtà, la fotografia. Sono lì per vedere qualche celebrità e comparire su qualche rivista di gossip.

Scuote la testa mentre manda giù un altro sorso d’acqua e sorride verso suo marito che, imbarazzato, continua a parlare con il direttore del posto.

Quinn ama il suo sorriso timido. Il suo broncio adorabile quando lei gli propina un documentario sugli animali del centro Africa invece di lasciargli guardare al partita. Ama il suo leggero mormorio mentre dorme, sdraiato sulla pancia.

Ama molte cose, di suo marito, ma in realtà non è sicura di amarlo.

Il sospiro che le sfugge dalla gola è malinconico. Non dovrebbe pensarle certe cose, soprattutto non ora. Con una mano si sfiora il ventre coperto da quell’abito verde che risalta i suoi occhi.

Un paio di braccia la circondano e Quinn scoppia a ridere.

«Quinn Fabray. Sei sempre stata la donna del momento»

Puck le sussurra all’orecchio, solleticandole la pelle esposta, lasciata scoperta dai capelli che sono raccolti in una coda alta.

«Puck, sono una donna sposata!” borbotta Quinn voltandosi per abbracciarlo. Le grandi mani di Puck si chiudono intorno ai suoi fianchi mentre le sfiora la guancia.

«Non è mai stato un problema per me, tesoro»

Si becca una gomitata giocosa, mentre Kurt e Sebastian raggiungono Quinn per complimentarsi dell’evento.

«Quinn, sei sempre stata l’unica con un senso artistico decente»

«Grazie Kurt, detto da te è davvero un complimenti» i due ragazzi si abbracciano. Quinn saluta Sebastian, che piacente si congratula per l’ottimo lavoro, per poi tornare a prendere la mano di suo marito trascinandolo in lungo e in largo per la galleria.

Puck scuote la testa, mentre un braccio ambrato si fa spazio sulle sue spalle. Santana sbuca dietro di lui e sorride, rilassata. I suoi occhi incontrano quelli di Quinn che si morde le labbra, impacciata.

«E’ davvero grandioso Fabray. Devo congratularmi con te»

«Grazie, Santana»

 

Il sorriso che si scambiano è così genuino, che Puck sente immediatamente di essere di troppo in quella scena. Lentamente si defila, scusandosi con le due ragazze, portandosi accanto ad una giovane donna intenta a fissare una delle fotografie esposte.

Nel frattempo, Santana si è fatta più vicina, porgendo a Quinn un calice di champagne. La bionda ride e scuote la testa.

«Non posso San»

L’altra aggrotta le sopracciglia, stupita. Poi il leggero movimento della mano di Quinn sul suo torace le fa capire. E la sensazione di felicità mista a tristezza si allunga in tutte le sue membra.

E’ felice per Quinn. Come, davvero felice. Ma nello stesso tempo, quel piccolo gesto ha sancito la loro fine.

«Sei incinta»

Non è una domanda.

E quella di Quinn non è una risposta.

«Già»

***

Ted arriva in salotto con il fiatone e il viso rosso. Ha gli occhi lucidi e per un attimo Quinn pensa che sia successo qualcosa di grave alle loro famiglie, ma poi vede tra le mani un pezzo di carta.

Non ha idea, di cosa sia. O meglio, spera che non sia quello che sta pensando.

«Che cos’è? » chiede, lentamente.

Ted aggrotta la fronte, per poi posare la lettera sul tavolino basso.

«E’ Santana vero? E’ sempre stata Santana” »

Quinn sospira. Sapeva che sarebbe successo, prima o poi. Tenere quella lettera lì, dopo tutti quei mesi. Si era sentita fortunata tutti i giorni, fino a quel giorno.

Fino a quel momento.

Ted si siede accanto a lei, le mani intrecciate e il respiro pesante.  Ha gli occhi chiusi, e Quinn vorrebbe fare qualcosa, ma in realtà sa che qualsiasi cosa lo renderebbe solo più triste e deluso.

Quella lettera, scritta da Santana la stessa sera della mostra, le aveva donato l’ultimo vero, momento di felicità in quei mesi.

“TI amo Quinn e lo farò per sempre. Mi dispiace”

Se solo avesse avuto il coraggio di lottare, anni prima. Se solo non fosse stato tutto così complicato tra di loro. La loro relazione era stata costruita su una base ipotetica fatta di se e di ma. Ed era crollata, come un castello di carte viene spazzato via da una folata di vento.

E ora non avevano niente.

O meglio lei stava aspettando una bambina da un uomo che era convinta di non meritare. Ted era troppo  sin troppo buono. Meritava qualcuno che lo amasse con la stessa intensità con cui lui era capace di amare.

E quel qualcuno non era Quinn.

«Quando ci siamo conosciuti, in Francia, anni fa, avevi gli occhi tristi e mi hai raccontato di qualcuno a cui non riuscivi a smettere di pensare. Era Santana? »

Quinn annuisce leggermente, le lacrime che bruciano dietro le palpebre.

«Va da lei Q.. »

Quinn apre la bocca per rispondere, ma lo sbuffo infastidito di Ted la interrompe.

«Cos’è che mi hai sempre detto? Che bisogna essere coraggiosi? E perché sei ancora qui? Ho sempre pensato di non essere abbastanza per te»

«Ted.. »

«Quinn non posso tenerti incatenata in un matrimonio che non vuoi.  Voglio solo che ricordi una cosa.. »

La ragazza accenna un sì con il capo, e poi si massaggia la pancia, coperta da una leggera camicia lilla.

«Lo so che è tua figlia Ted. Non potrei mai dimenticarlo. Sarai parte della sua vita e della mia, se lo vorrai»

Le sue braccia forti si stringono intorno a Quinn, mentre lui le posa un leggero bacio tra i capelli biondi.

«Mi dispiace Ted»

«Va tutto bene»

***

Il coraggio di presentarsi a casa di Santana, Quinn lo trova solo mesi dopo quella discussione, dopo aver visto una di quelle commedie romantiche e drammatiche in tv, davanti a una vaschetta di gelato.

Ted va a trovarla regolarmente una volta a settimana, e contro tutte le loro aspettative, il loro rapporto è rimasto quasi immutato. A parte, bè, a parte il lato fisico ovviamente.

Quinn si nasconde nella giacca e arriva a casa di Santana che il sole ha già iniziato a scomparire, colorando il cielo di un rosso intenso. E’ estate e il suo pancione è ora ben visibile.

Bussa per quella che le sembra un’eternità. Ma non c’è nessuno dall’altro lato della porta ad aprirle. Sta per gettare la spugna quando una voce roca alle sue spalle non la sorprende.

«Quinn? »

Santana ha i capelli raccolti, un top e un paio di pantaloni da corsa. L’addome contratto e una leggera patina di sudore sulla pelle.

«Ehi.. »

Si guardano per un attimo, poi Santana si fa spazio e apre la porta, invitandola ad entrare. L’interno è abbastanza spazioso e illuminato. E anche abbastanza disordinato.

«Io.. mi dispiace per il disordine»

Quinn accenna una risata.

«Come se ti fosse possibile fare altrimenti»

«Ehi» risponde l’altra, offesa pizzicandole un fianco. Quinn alza le spalle e si accomoda sul divano in pelle nera al centro del soggiorno di fronte al camino spento.

«Ti prendo qualcosa da be-»

«San»

«Dovrei fare una docc-»

«Santana. »

Quinn la interrompe nuovamente, le mani incrociate posate sul ventre rotondo. Santana sbuffa e si lascia cadere sul divano, chiudendo gli occhi.

«Non so se voglio chiederti perché sei qui» borbotta a bassa voce, senza guardare la ragazza accanto a se.

Quinn rotea gli occhi, pur sapendo che l’altra non può vederla. Si issa sul divano e si schiarisce la voce.

«Sono venuta qui per parlarti. Per cui sta zitta e ascoltami»

Santana rimane immobile ad occhi chiusi, con la fronte leggermente aggrottata.

«Ho lasciato Ted»

Quinn la vede sbarrare gli occhi di colpo e boccheggiare qualcosa.

«Mi disp-“

«Santana, quale parte di ‘sta zitta’ non ti è chiara? »

«Scusa» mormora.

«E’ successo qualche mese fa.  Ha trovato la tua lettere e prima che tu possa dire qualcosa, no, non è stata colpa tua. Non mi ha lasciata perché tu hai scritto quella lettera Santana. Mi ha lasciata perché l’ho tenuta. »

Santana si morde le labbra e si muove scompostamente sul divano, evidentemente a disagio.

«Merita qualcuno che lo ami più di quanto possa fare io San. E io non posso farlo per colpa tua. Perché non ci riesco. MI sei entrata nel cervello e hai staccato i fili, Santana. Sei COSI fastidiosa. »

Santana abbozza un sorriso, guardandola negli occhi per la prima volta da quando l’ha trovata sulla soglia di casa. Allunga la mano e la posa su quelle di Quinn, giocando con le sue dita.

«Ho lasciato tutto di nuovo, Santana. E prima che tu decida qualsiasi cosa, voglio che ci rifletti. Sto per avere una bambina e non ho intenzione di farti entrare nella mia, nella nostra vita, se non ne sei sicura. Non mi romperai di nuovo Santana, non stavolta»

Santana manda giù il groppo di lacrime che le si è fermato in gola, deglutendo a vuoto per un paio di volte. Vorrebbe dirle che le dispiace e che, da quel giorno di tanti anni prima, non ha mai smesso di pensarci ma Quinn non le da la possibilità di spiegare qualsiasi cosa perché si alza e le sfiora la fronte con le labbra avviandosi verso l’uscita.

Quando il rumore della porta che sbatte riempie la casa Santana si alza.

Non ha bisogno di decidere, ha già deciso.

Da sempre.

***

A Dicembre di quello stesso anno, in un ospedale vicino la nuova casa di Santana, mentre il vento invernale soffia sulle finestre, Quinn da alla luce la piccola Sawyer, mentre sua madre le tiene la mano e le accarezza i capelli.

Santana e Ted, gettati sulle scomode panche della sala d’attesa si tormentano le mani, osservando l’arredamento come se da un momento all’altro potesse inghiottirli.

Hanno entrambi lo sguardo attonito e stralunato e quando Puck entra per dare loro la notizia, ci mettono un po’ a capire che è tutto finito.

Santana salta in braccio al suo migliore amico, mentre Ted strilla qualcosa in francese e agita in aria i pugni.

Quando entrano nella stanza, Santana si precipita al fianco di Quinn sfiorandole le labbra con le proprie e sussurrandole qualcosa all’orecchio mentre Ted coccola la piccola, infagottata tra le coperte.

Santana guarda negli occhi la sua ragazza e mormora qualcosa. Qualcosa che fa fermare tutti quelli che sono lì in quel momento.

«Sposami Quinn»

Quinn sgrana gli occhi e boccheggia.

«Hai sempre avuto un pessimo tempismo. Ho appena fatto una figlia, sai»

«Chissene frega. Sposami»

La risposta non arriva, perché Santana la bacia e il sorriso sulle labbra di Quinn è l’unica conferma che le serve.

Intreccia le dita con quelle della sua ragazza e sospira, baciandole la fronte e osservando la signora Fabray e Ted giocare con quella che è anche un po’ sua figlia. Sorride e si morde le labbra, sentendo una lieve eccitazione invaderle il corpo. Una sensazione piacevole e spaventosamente felice.

Guarda Quinn, mezza addormentata sulla sua spalla e sorride.

Non la lascerà scappare, non di nuovo.

Non stavolta.

 

Angolo degli alcolisti anonimi.

No gente, vi ho messo paura eh?
Io sono ancora sconvolta dal fatto che ho fatto finire qualcosa in maniera carina e tenera e non in tragedia. E’ tipo UN EVENTO PER ME.
Siamo tutti d’accordo su questo vero? Il primo che dice qualcosa su Ted si becca un calcio rotante di Chuck Norris. Don’t.
Vi svelerò un segreto *abbassa la voce* a me il capitolo non piace, però SH.
Per il resto ringrazio VERAMENTE tutto per aver letto/recensito/seguito/qualsiasicosa-ito. Vi amo tutti. *Sparge amore e giuoia*

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Shellyng