Albuquerque, 25 gennaio
2008
Caro Diario,
sono sempre io, Sharpay....
Oggi è stata un’altra di quelle giornate che dovrebbero essere totalmente
cancellate dalle pagine della storia…come tutte, ultimamente.
Non so che sta succedendo alla
mia vita, so solo che mi sembra che niente vada per il verso giusto. Questa
mattina, ad esempio, ho preso l’ennesimo brutto voto in filosofia. Quella
materia non fa proprio per me, è troppo, troppo astratta per una come me… È
dall’inizio dell’anno che colleziono D e F ma mai nessuno mi ha detto nulla, né
dato una mano. Vorrei che i miei genitori mi sgridassero, che mi punissero o
che mi costringessero a prendere ripetizioni
ma no. Si limitano a firmare i voti senza nemmeno guardarli e questo è
peggio di qualsiasi castigo.
Poi c’è mio fratello,
ovviamente. Mio fratello sempre perfetto in tutto quello che fa. Mio fratello
che vale cento volte me e che accetta comunque di vivere alle mie spalle come
un’ombra semplicemente perché mi vuole bene. Peccato sia l’unico a volermene davvero.
Mi piace sapere che Ryan mi
ama, non c’è nulla di più confortante per me, ma lui ha la sua vita e non può
sempre essermi vicino, lo capisco. Mi piacerebbe solo avere un amico…
Non intendo, però un amico
come Emma o come Jakie, più affezionate alla mia carta di credito che a me, no.
Io voglio un amico vero, uno da poter chiamare alle due del mattino solo perché
mi sento triste, uno che mi ascolti, che mi consigli e che si fidi di me. Il
problema è che la Regina di Ghiaccio un amico così non lo può avere.
Io sono chiusa, non rivelo mai
i miei sentimenti… faccio fatica persino ad accettarli, a volte. Che io sia in
grado di tenere un diario è già di per sé un miracolo… ma senza conversazione,
senza fiducia, l’amicizia non esiste e questo è un bel problema.
Non so cosa fare, Diario! Tu
che mi suggerisci? Parlare con Ryan? Provare a comunicare con i miei? Non lo
so, non lo so, non lo so!
So solo che mi sento
inadeguata e stupida, qualsiasi cosa faccia e che a volte vorrei solo chiuderla
qui, sparire… magari fare i pure un favore a tutti quelli che a scuola mi
odiano… e sono tanti, credimi!
Non sono una molto credente,
non lo sono mai stata, ma ora mi sento che la cosa giusta da fare è dire una
preghiera… perciò ti prego, Dio, Gesù, Fatina dei denti o chiunque tu sia…
fammi trovare qualcuno che mi sopporti, che sia disposto ad essermi amico,
perché io così non ce la faccio più.
Beh, Diario, ora ti lascio…
spero di portarti migliori notizie, domani.
Un bacio,
Pay
Kelsi chiuse il libricino, sentendosi immensamente in colpa per quello che aveva fatto.
Aveva capito subito che quel quadernetto rosa che aveva trovato abbandonato dietro le quinte del teatro non poteva essere altro che il diario di Sharpay, ma lo aveva letto comunque.
°Che ci sarà mai scritto?° Aveva pensato. °Il suo problema più grande è scegliere quale vestito si intona meglio ai suoi capelli!°
Mai avrebbe pensato che dietro quell’inchiostro rosa potesse nascondersi tanto dolore…
Non aveva mai veramente considerato Sharpay come un essere umano uguale agli altri… con sentimenti al seguito, ma ora comprendeva che quella ragazza era forse più sensibile di tante altre e proprio per questo celava i propri sentimenti dietro chili di abiti firmati e tacchi a spillo.
Ryan le aveva parlato più volte dell’indifferenza dei suoi genitori nei loro confronti, di come soffriva quando nemmeno uno dei suoi successi scolastici e teatrali veniva riconosciuto ma mai nemmeno una volta l’aveva sfiorata l’idea che anche la gelida sorella del suo ragazzo stesse male a causa di quell’indifferenza.
Avrebbe davvero voluto aiutarla… dopotutto, era solo “grazie” a quella ragazza che lei e Ryan avevano lavorato a Everyday insieme, l’estate prima…ed Everyday era la canzone che aveva fatto nascere tutto ciò che c’era tra loro, quindi la sua felicità attuale era anche un po’ merito di Sharpay… non poteva lasciarla sola, ma non sapeva cosa fare.
“Buongiorno, Nielsen.” La salutò la prof di filosofia, passandole accanto.
“Salve, prof….” Rispose lei, con il cervello già da un’altra parte.
Forse c’era, dopotutto, un modo per aiutare la Regina di Ghiaccio a sciogliersi un po’….
Kelsi lasciò cadere sul tavolo della biblioteca dove Sharpay stava sonnecchiando una considerevole quantità di libri e quaderni, facendo sobbalzare la bionda.
“Ma che accidenti…”
“Ciao, Pay.” Salutò la pianista, sedendole accanto, mentre l’altra la guardava stranita.
“Che vuoi, Nielsen? Ho da fare.”
“Vedo. Ma per quanto il sonno abbellisca la pelle, al memento non è ciò di cui hai più bisogno.”
“Senti, ma tu non dovresti essere da qualche parte arrampicata addosso a mio fratello o roba simile?”
“Ryan può sopravvivere senza di me per un po’. Allora, da dove vuoi cominciare?”
“Cominciare cosa, Kelsi?” Chiese Sharpay, stizzita.
Per tutta risposta, Kelsi prese il primo quaderno della pigna e lo aprì alla seconda pagina, sulla quale il titolo Talete, scritto con un pennarello arancione, faceva bella mostra di sé.
“Io direi che è meglio se cominciamo dall’inizio. Sai com’è,
melius abundare quam deficere.”
“Che cosa?”
“Lascia perdere…”
“Senti, io non ho capito cosa stai cercando di fare, ma se il tuo obiettivo è farmi tirare su il voto di filosofia, lascia perdere, è una causa persa.”
Kelsi si chinò a cercare qualcosa nella sua borsa, per poi riemergere poco dopo con il diario di Sharpay stretto in mano.
La bionda impallidì.
“Dove lo hai preso? Te lo ha dato Ryan? Giuro che io…”
“Ryan non c’entra. L’ho trovato sul pavimento a teatro… deve essere scivolato fuori dal tuo zaino e… lo so che non si dovrebbe fare, ma… l’ho letto…”
“CHE COSA???” Esplose Sharpay, arrossendo fino alle punte dei capelli. “Come ti sei permessa, tu, brutta, inutile…”
“Ho sbagliato, lo so benissimo.” Rispose Kelsi con lo stesso tono. “Ma sto cercando di rimediare. Voglio aiutarti, Sharpay, ma se tu non me ne dai l’occasione sto solo perdendo tempo. Per cui, se anche solo una parola tra quelle che ci sono scritte lì dentro è vera, ora tu prendi questo quaderno, lo apri e mi dici che cosa non ti è chiaro, così io te lo spiego.”
Sharpay strabuzzò gli occhi alla vista di quella ragazza che le sembrava quasi di non conoscere. Non poteva essere la stessa timida, insignificante bambinetta che passava tutti i pomeriggi a fare chissà che in camera con il suo gemello…
Non aveva mai visto Kelsi sgridare così qualcuno… nemmeno pensava che ne fosse in grado, a dirla tutta, e forse fu proprio per questo che le sue parole la colpirono così tanto.
“Ok… ehm… credo che dovremo fare una revisione generale.”
“Del tipo?” Domandò Kelsi, sorridendo, incoraggiante.
“Del tipo… che accidenti è l’archè?” (l’archè è il primo concetto che si studia in filosofia n.d. Tempe)
TRE GIORNI DOPO
“… e quindi, secondo Platone, la conoscenza è semplicemente ricordo di ciò che l’anima ha visto prima di cadere nel corpo.” Concluse Sharpay, raggiante, per poi voltarsi e fare l’occhiolino a Kelsi.
“Non so, signorina Evans.” Iniziò la professoressa, sorpresa. “O ha fatto una cura particolare oppure il Signore ha guardato giù.”
“Diciamo che mi hanno dato una mano.” Rispose la bionda.
“Beh, se la faccia dare più spesso, questa mano, perché funziona benissimo! B pieno, signorina, B pieno!”
“Ma che hai fatto a mia sorella?” Chiese Ryan a Kelsi, seduta accanto a lui, mentre Sharpay tornava a sedere al proprio posto.
“Ha fatto tutto lei, Ry. Io le ho solo dato una strigliata per convincerla a ingranare la marcia.”
“Sembra più che altro che tu le abbia fatto ingoiare un’enciclopedia!”
“Stupido….” Commentò la pianista, sottovoce, mentre strappava un pezzo di carta dal proprio quaderno e iniziava a scriverci.
Una volta finito, piegò il biglietto in quattro e lo lanciò sul banco di Sharpay, che non aspettò un secondo, prima di aprirlo.
Albuquerque, 29 gennaio
2008
Caro Diario,
oggi è una giornata da
festeggiare! Ho preso B in filosofia! Io! Io una B! Persino Ryan fatica a
raggiungere quel livello! Non credevo che un voto potesse rendere tanto felici!
Ed è tutto merito di Kelsi! In
questi tre giorni ho imparato a conoscerla e non è assolutamente male, come
tipo. Cioè, è vero, a prima vista sembra una a cui piace stare sulle sue, una
non molto divertente, ma poi si rivela completamente diversa!
Kelsi è un uragano di idee,
non sta ferma un secondo e mi ha persino insegnato un metodo per studiare bene
senza passare ore sui libri.E poi quell’urlata che mi ha dato l’altro giorno,
in biblioteca… nessuno mi aveva mai parlato con quella franchezza…è stato come
prendere un pugno in pieno stomaco… un pugno che, però, è riuscito a
svegliarmi.
Non so se io e Kelsi siamo
amiche, ancora… però di certo farò di tutto perché questi giorni non siano
stati inutili e, ora che ho trovato qualcuno disposto a sopportarmi, non me lo
lascerò di certo scappare.
Oggi, dopo l’interrogazione,
Kelsi mi ha mandato un biglietto con uno stralcio di canzone. Me la ricordo,
quella canzone, l’ha scritta Ryan e io gli ho sempre detto che era una
schifezza… ma scritte in quel contesto, le sue parole hanno assunto un
significato che non avevo mai considerato…mi hanno fatto sentire come parte di
un qualcosa di più grande, mi hanno fatta sentire accettata… ed è una
sensazione bellissima!
Ecco qui il biglietto… lo
incollo sulle tue pagine, così sono sicura di non perderlo!
Ciao
cognatina! Sei stata bravissima! Hai visto, gliela abbiamo fatta vedere noi, a
Platone!
Volevo
dedicarti una cosa, in memoria della nostra vittoria sui malvagi filosofi
greci… guarda un po’ se la riconosci…
È la dura
legge del gol
Gli altri
segneranno però
Che
spettacolo quando giochiamo noi
Non
molliamo mai
Loro
stanno chiusi ma
Cosa
importa chi vincerà?
Perché in
fondo lo squadrone siamo noi!
Tvb,
Kelsi
Hai visto, Diario? Forse ce
l’ho fatta… forse, e dico forse, non sarò più sola….beh… almeno lo spero!