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Autore: _Nat_91    13/07/2013    4 recensioni
{Sequel de La mia vita sei tu!}
Giugno 2012, l'estate è alle porte.
Bill ed Elisabeth sono ancora insieme, più innamorati che mai. I Tokio Hotel sono prossimi alla partenza del nuovo tour e le ragazze seguiranno i loro compagni. Ma durante questo viaggio una serie di eventi che causeranno molta sofferenza a molte persone...
Una nuova lunga storia d'amore, ricca di colpi di scena e new entry che causeranno molto scompiglio nelle vite di Bill ed Elisabeth.
La tempesta della vita si abbatte contro le rocce del cuore mettendo alla prova la resistenza di un Amore...
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giorno ragazze,
eccomi qui con il penultimo capitolo di questa lunghissima storia. Uno dei capitoli più attesi, quello dedicato alla nascita di Cristal.
Mi sono documentata molto su ciò che riguarda gravidanza, travaglio e parto quindi spero che ciò che leggerete corrisponda anche alla vostra realtà e che sappia regalavarvi quellìemozione che ho provato anch'io nello scriverlo e nel rileggerlo....

Vorrei ringraziare:
- memy881, mimimiky, PiccolAngy e Seryfenice per aver commentato il precedente capitolo.
Ringrazio anche coloro che hanno letto soltanto o che mi seguono su facebook!
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia. E che vi piacciano anche le immagini che inserirò alla fine; ovviamente sono senza scopo di lucro e fatte da me.
L'ultimo capitolo arriverà sabato e spero sarete tutte con me per la fine di questo lungo viaggio...
Un bacio,
Nat
 
...Buona lettura...
 
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Il Destino del nostro amore

 
 
 
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69. Benvenuta Cristal!

 
 
 
 
13 marzo 2013
Un pallido sole illuminava quella giornata di metà marzo; ormai la primavera era quasi alle porte e questo regalava un clima più mite, ben più gradito dalla popolazione, stufa delle rigide temperatura di quel gelido e piovoso inverno.
 
Quel mercoledì pomeriggio i parchi erano tornati a rianimarsi con le voci allegre dei bambini che giocavano tra di loro mentre le madri si rilassavano leggendo qualche libro o parlando con un'amica.
 
Anche Elisabeth aveva deciso di uscire, stare sempre ferma o chiusa in casa era diventato stressante e l'aver già superato il termine della gravidanza l'aveva resa ancora più nervosa quindi aveva approfittato di quella quiete per fare una passaggiata e prendere un po'' d'aria fresca e Simon aveva insistito per accompagnarla.
Dopo aver girato per qualche minuto all'interno del parco, si erano seduti su una panchina per rilassarsi ed avevano iniziato a chiacchiere.
 
- Quindi il tuo lavoro all'azienda sta andando bene? -gli chiese la mora felice.
 
- Sì -annuì lui orgoglioso- Ormai so come destreggiarmi ed il mio amico a volte mi lascia il comando quando è via per viaggi d'affari.
 
- È una splendida notizia vicepresidente -affermò lei con enfasi- Avrai fatto anche conquiste immagino.
 
Simon attese qualche secondo prima di risponderle.
- Sì, ho conosciuto altre ragazze ed una in particolare ha colto il mio interesse ma... -esitò un po' prima di continuare- Ma ho ancora bisogno di tempo.
 
Elisabeth capì subito cosa volesse dire ed annuì semplicemente senza dire altro, provando un certo imbarazzo ripensando a ciò che c'era stato tra loro fino a diversi mesi prima.
 
- Comunque credo che con lei potrà funzionare quindi non preoccuparti -le sorrise rassicurandola- Ma ora dimmi come ti senti e se vuoi ancora stare qui o tornare a casa.
 
- Tralasciando che ho una palla da pallacanestro al posto del ventre e che sto bollendo come una pentola a pressione, va tutto alla grande -gli rispose con una lieve nota di sarcasmo.
 
- Povera piccola -esclamò l'austriaco sorridendo- Sei più nervosa di quanto tu abbia fatto credere. Hai paura per la visita di sabato?
 
- Non posso nasconderti proprio niente -si arrese sospirando- Sì, un po' lo sono. Potrebbero indurmi il parto e non sono molto tranquilla.
 
- È normale, ma pensa solo che tra qualche anno sarai qui come tutte queste madri a far giocare tua figlia -le disse indicando le varie donne presenti.
 
Elisabeth sorrise poi si guardò un po' intorno prima di alzarsi per avviarsi verso casa; erano già le 18 inoltrate e doveva ancora prepararsi per poter uscire di nuovo tutti insieme. Infatti Tom aveva proposto di passare una serata al circuito, di mangiare là e gareggiare con i gocart ed i ragazzi avevano accettato entusiasti. Anche lei era contenta di uscire e svagarsi quindi, appena rientrarono, andò subito a prepararsi per la serata.
 
 
 
Nel frattempo Bill era in cucina e stava sistemando la spesa insieme a Jason finchè non entrò Simon e chiese loro se avessero bisogno di aiuto.
 
- No grazie -negò il vocalist- Come è andata la vostra passeggiata?
 
- Bene, Elisabeth si è sgranchita un po' le gambe ed ora si sta preparando perchè vuole rilassarsi ancora.
 
- La faremo distrarre questa sera -affermò il biondo guardando gli amici- E poi ho intenzione di far vedere a Tom che non è il migliore.
 
Tutti e tre sorrisero e decisero di coalizzarsi per battere il chitarrista nella sfida che avevano organizzato; il loro discorso fu interrotto dal suo del campanello. Bill andò ad aprire e fu subito salutato dal caloroso abbraccio di Katie ed il raggiante sorriso di Hannet e Peter.
 
I Johnson erano arrivati ad Amburgo una settimana prima ed avevano deciso di andare a stare da Simone e Gordon per non creare ancor più confusione nella casa dei ragazzi ed a nulla erano servite le proteste di Elisabeth che alla fine aveva accettato.
 
- Buona sera ragazzi -salutò l'uomo seguito dalla moglie e dalla figlia- Come state?
 
- Bene grazie ma accomodatevi -li invitò il vocalist portandoli nel soggiorno- Posso offrirvi qualcosa? Per te, Katie, ho già fatto una scorta del tuo the alla fragola -aggiunse guardando la ragazzina che gli sorrise grata.
 
- Per noi niente, grazie -rispose la donna gentilmente- Elisabeth?
 
- Sta finendo di vestirsi zia -disse Jason sedendosi sul bracciolo accanto a lei- Scenderà tra pochi minuti.
 
I genitori della mora annuirono ed iniziarono a parlare dei programmi per quella serata e di alcuni progetti a cui Hannet stava lavorando da un po' di tempo. Qualche minuto dopo Elisabeth fece il suo ingresso nella stanza ed andò subito ad abbracciare calorosamente i suoi familiari che no persero tempo ad accarezzarle il pancione. Si sedette vicino a loro ed iniziò ad ascoltare i loro discorsi ignorando una piccola contrazione che le causò un lieve fastidio al ventre poi si lasciò coinvolgere nella conversazione lasciando che il tempo trascorresse in un clima sereno.
 
 
 
 
 
Verso le otto i Johnson si congedarono dai ragazzi e lasciarono Katie con loro affinchè potesse divertirsi ma prima le raccomandarono di comportarsi bene e fare attenzione. La mora sorrise poi abbracciò la sorella e le baciò i capelli, era molto legata al suo piccolo terremoto e riusciva a trasmetterle una tenerezza ed un'allegria infinita.
 
Dopo essersi organizzati per il viaggio, con le loro macchine si recarono al cattodromo pregustando già il sapore di una divertente serata; arrivati a destinazione, si diressero subito in pizzeria per mangiare. Mentre aspettavano le pizze, Bill e Tom andarono a prenotare un paio di corse e durante la cena tutti i ragazzi cominciarono a fare delle scommesse su quelli che sarebbero stati i vincitori. Le risate, le battute e le provocazioni non mancarono mai e li accompagnarono fino al momento in cui infilarono le tute ed i caschi e salirono a bordo delle loro mini-vetture.
Le ragazze si accomodarono negli spalti e cominciarono a seguire con trepidazione quella corsa ed a incitare Jennifer, l'unica ad aver avuto il coraggio di mettersi in gioco con gli altri sei ragazzi.
Fu una corsa molto avvincente e battagliata che si concluse con un bel duello tra Bill e Simon che si concluse a favore del vocalist che vinse per pochi millesimi di secondo. Anche la corsa successiva fu molto combattuta soprattutto tra i gemelli e Jennifer che, alla fine, approfittò di un loro errore per aggiudicarsi la vittoria.
 
- Jen, non è valido! -esclamò Tom seccato togliendosi il casco.
 
- È corretto amore mio -gli rispose lei sorridendo divertita- Ti sei distratto e hai perso ma non è questo a farti rodere il fegato. Ti brucia il fatto che sia stata la tua ragazza a farti le scarpe -concluse dandogli dei leggeri schiaffi sulla guancia.
 
Tutti quanti scoppiarono a ridere mentre il chitarrista assottigliò lo sguardo minaccioso prima di sorriderle in una maniera preoccupante e di sfidarla un'altra volta.
 
Le due ore successive trascorsero così, tra una corsa ed un'altra, ed alla fine tutti riuscirono ad andarsene portandosi a casa almeno una vittoria; l'euforia li accompagnò fino alla meta dove continuarono a discutere animatamente davanti una bella tazza di cioccolata calda.
 
- L'importante è aver dimostrato a Tom che non è imbattibile -affermò allora Gustav dando una gomitata all'amico.
 
- Beh, sei l'hai battuto pure tu, allora è proprio una schiappa -ribattè Georg guadagnandosi un'occhiataccia da entrambi.
 
- Gustav, che dici, lo ammazziamo insieme? -propose il chitarrista che non aveva digerito quelle prese in giro.
 
- Mmm -il batterista si passò una mano sotto il mento poi si volto verso di lui- No, direi di dargli una bella tagliatina ai capelli.
 
- Ragazzi azzardavi ad avvicinarvi ai miei capelli ed io... -minacciò il bassista prima di essere interrotto da Elisabeth tornata in soggiorno in quel momento
 
- Voi non farete niente di niente invece -affermò incrociando le braccia sotto il seno- Katie si è addormentata e voglio lasciarla riposare.
 
- Forse è meglio che andiamo tutti a dormire -suggerì allora Bill alzandosi e lasciandosi abbracciare dalla mora.
 
Tutti concordarono con il vocalist e, dopo i saluti, si avviarono verso le rispettive case mentre loro due e Simon e Jason si recarono nelle loro stanze.
Elisabeth si addormentò poco dopo essersi sdraiata a letto quindi Bill rimase per diversi minuti a guardarla ed a accarezzarla.
Era bellissima, era così piccola e fragile ma anche così forte; lei era la sua donna, la sua metà, la sua anima.
Lei era semplicemente il perno della sua vita!
E fu con questo pensiero che Bill si addormentò con le sue dita incrociate a quelle della mora.
 
 
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14 marzo 2013
Durante la notte il vento si era alzato facendo sbattere alcuni rami contro la ringhiera del balcone, ma non era stato quel rumore a svegliarla.
Elisabeth guardò l'orologio e vide che non erano neanche le sei e mezza del mattino ma era certa che non sarebbe più riuscita ad addormentarsi. Si alzò per andare in bagno però, a metà corridoio, si fermò a causa di una nuova forte contrazione, la causa che l'aveva svegliata.
Prese dei profondi respiri poi continuò il suo cammino e si chiuse in bagno; si appoggiò al lavandino e si guardò allo specchio.
Era leggermente pallida quindi decise di darsi una rinfrescata in seguito tornò in camera e si sdraiò a letto. Vide Bill rigirarsi nel letto e pregò di non averlo svegliato; per fortuna lui si distese sull'altro fianco, dandole la schiena, quindi lei si tranquillizzò e provò a rilassarsi. Eppure sembrava essere tutto inutile, quel giorno le contrazioni erano più frequenti e dolorose del solito ma stando stesa su un fianco le percepiva più leggere.
 
Quando sentì l'odore di caffè si voltò verso il comodino e scoprì che erano già le otto passate e che ormai non sarebbe più riuscita a chiudere occhio.
Si alzò e prese un cambio d'abiti ma una voce la fece voltare verso il letto prima che lei potesse uscire.
 
- Buon giorno piccola -la salutò Bill con voce ancora roca dal sonno- Dove stai andando?
 
- Buon giorno amore -gli rispose chinandosi fino a baciarlo a fior di labbra- Vado a farmi una doccia ed a fare colazione. Se vuoi dormi ancora un po', è presto.
 
- No, ora mi alzo anche io -negò sedendosi e stiracchiandosi- Jason voleva vedere una cosa nella macchina e se gli piace poi andiamo a comprarne una simile per la sua.
 
- Uomini -affermò la mora sospirando alzando gli occhi al cielo prima di salutarlo ed uscire dalla camera.
 
Si chiuse in bagno e si spogliò, regolò la temperatura dell'acqua ed entrò nella doccia sentendosi subito meglio sotto quella pioggia bollente. Ma una nuova contrazione la costrinse ad appoggiarsi al muro ed a respirare profondamente; si posò le mani sul pancione cominciando a massaggiarlo appena.
Una volta passati i dolori, si sciacquò in fretta ed uscì dalla doccia vestendosi in fretta; scese in cucina e trovò Jason e Marie che si baciavano appoggiati alla penisola. Sorrise a quella scena così dolce poi fece percepire la sua presenza; i due ragazzi si allontanarono subito e la salutarono chiedendole cosa volesse per colazione. Il volto della mora si illuminò quando vide dei muffin al cioccolato e ne mangiò subito uno gustandolo con immenso piacere.
 
- La mia dolce cuginetta è affamata eh? -le chiese Jason ridendo.
 
Elisabeth stava per rispondere ma un'altra contrazione le fece andare di traverso il dolce e cominciò a tossire; il biondo le battè subito sulla schiena e le chiese se stesse bene.
 
- Tranquillo, mi sono semplicemente strozzata -gli rispose lei minimizzando tutto.
 
Jason annuì e la lasciò mangiare tranquillamente; la mora nel frattempo chiese di Simon e Charlotte e scoprì che il ragazzo aveva portato la madre a fare dei giri per i vari negozi di souvenir di Amburgo.
Una decina minuti dopo Bill entrò in cucina già lavato e vestito e si diresse verso la macchina del caffè, se ne riempì una tazza poi disse al biondo che era pronto per mostrargli l'impianto della sua auto. Lui lo ringraziò annuendo ed attese che finisse poi lo seguì in garage lasciando Elisabeth intenta a sistemare la cucina e Marie al telefono con la madre.
La mora lavò le poche tazze presenti nel lavandino e poi passò alla pulizia dei mobili del soggiorno; aveva bisogno di distrarsi e di non pensare a quelle dannate contrazioni che ormai da ore le stavano infliggendo sempre più dolore.
 
- Elisabeth se non posi immediatamente quella pezza te la vedrai con me -le ordinò Marie perentoria con le braccia incrociata al petto- Ti lascio sola pochi minuti e tu ti dedichi ai lavori domestici, incredibile.
 
- Ok ok Marie, ho capito -disse infine la mora arrendendosi- Allora porto il mangiare a Scotty, quello non è certamente stressante.
 
- Brava, nel frattempo io vado a sistemare la nostra stanza -la informò sparendo lungo le scale.
 
Allora lei tornò in cucina, riempì la ciotola ed uscì in giardino chiamando il cane che trotterellò subito ai suoi piedi; lo accarezzò un po' mentre mangiava poi si avviò verso casa.
 
- Ah!
 
Elisabeth si fermò immediatamente appoggiandosi al poggiamani e si toccò il pancione, il dolore che l'aveva colpita quella volta era stato il più forte che avesse mai sentito; provò a salire i scalini per rientrare in casa ma una nuova forte contrazione le trafisse il ventre prima che un liquido caldo le bagnasse le gambe.
 
- Oh mio Dio! -esclamò quando capì quello che era successo.
 
Non appena riuscì a muoversi, salì i pochi gradini che la separavano dall'ingresso ed entrò in casa chiamando il vocalist ma l'unica cosa che sentì in risposta fu un chiacchiericcio sommesso farsi più vicino.
 
- Bill!
 
Questa volta lo chiamò con più forza e pochi secondi dopo il vocalist apparve dietro l'angolo insieme a Jason ed entrambi le corsero incontro quando la videro sofferente appoggiarsi al muro.
 
- Che succede Elisabeth? -le chiese subito il compagno.
 
- Mi si sono rotte le acque -gli rispose guardandolo negli occhi respirando affannosamente.
 
Bill rimase in silenzio qualche secondo ma appena comprese a pieno il significato di quelle parole cercò di mantenere la calma nonostante l'agitazione che si era impadronita di lui.
- Ok -annuì riflettendo e avvicinandosi a lei poi si voltò verso il biondo- Jason, vai a prendere il borsone che c'è davanti l'armadio per favore. Io la porto in macchina.
 
Il giovane dottore corse subito al piano di sopra mentre Bill aiutò Elisabeth a prendere posto nel sedile anteriore.
 
- Mi raccomando amore, respira -le disse accarezzandole la fronte e salì a sua volta in auto.
 
Pochi secondi dopo Marie e Jason si accomodarono nei sedili posteriori ed allora si avviarono verso l'ospedale.
Durante il tragitto, il biondo chiamò sia Simon che Tom per avvertirli e poi cercò di rendersi utile quando la cugina aveva delle contrazioni.
Arrivati a destinazione, Bill chiamò due infermieri che raggiungero l'auto con una sedia a rotelle su cui fecero sedere la mora, la condussero in una camera e invitarono il vocalist e gli altri ad attendere momentaneamente fuori.
 
- Jason -lo chiamò lui- Assisterai durante il parto vero?
 
- Secondo te me ne sto qui con le mani in mano? -gli chiese retorico- Certo che no! Ora parlerò con il suo ginecologo e mi preparerò.
 
Bill annuì e cominciò a camminare avanti ed indietro lungo il corridoio, era molto nervoso e quei pochi minuti di attesa sembravano lunghi ed interminabili; afferrò allora il cellulare e chiamò Tom.
 
- Ehi fratellino -disse il chitarrista rispondendogli- Siamo già qui vicino. La mamma e Gordon sono nella macchina dietro di noi insieme ai genitori di Eli.
 
- Ok noi stiamo aspettando che ci facciano entrare -si voltò verso la camera e vide un'infermiera uscire- Tom devo lasciarti, devo andare.
Chiuse la chiamata e raggiunse subito la donna che li avvisò di aver preparato la mora per il controllo ginecologico.
 
Il dottor Bernard arrivò poco dopo ma Jason lo fermò prima che potesse entrare e gli disse di voler assistere al parto della cugina. L'uomo gli sorrise ed accettò e diede ordini alla sua assistente affinchè lo preparasse, poi entrò nella stanza seguito a ruota da Bill.
 
- Buon giorno cara -la salutò il dottore avvicinandosi al lettino- Finalmente la signorina si è decisa a uscire.
 
Elisabeth sorrise appena ed annuì stringendo la mano del vocalist, in piedi al suo fianco; l'uomo prese in mano la cartella dell'infermiera e controllò i parametri del monitoraggio ed i primi rilevamenti del partogramma poi si avvicinò alla mora e dopo essersi infilato i guanti sterili controllò se fosse dilatata.
 
- Signorina -esordì alzando lo sguardo su di lei- Da quante ore ha le contrazioni?
 
Lei guardò l'orologio appeso al muro poi il dottore.
- Da circa tre ore -rispose infine.
 
- Cosa? -chiese il vocalist incredulo- E non mi hai detto niente?
 
- Negli ultimi giorni ho avuto spesso le contrazioni, lo sai -gli rispose tranquilla- E non volevo svegliarti inutilmente.
 
- Ha fatto bene a stare a casa -si intromise il dottore mentre Jason entrava nella stanza- Stare in un ambiente più confortevole aiuta molto e lei, signorina, era già entrata in travaglio senza essersene accorta. È già dilatata di tre centimetri.
 
- Bene, allora sta procedendo tutto secondo la norma -affermò il biondo guardando la cartella della cugina- Potremmo anche procedere con l'epidurale se lei è d'accordo.
 
Il dottor Bernard annuì e guardò la mora in attesa di una risposta, lei acconsentì e l'infermiera uscì dalla stanza per andare a prendere il farmaco richiesto.
 
Nel frattempo Jason si avvicinò a Bill per comunicargli l'arrivo delle loro famiglie; lui lo ringraziò ed attese che facessero l'iniezione alla mora prima di uscire dalla stanza.
 
- Allora? Come sta mia figlia? -gli chiese subito Hannet prendendogli le mani.
 
- Sta bene, tranquilli -rispose lui rivolgendosi a tutti- Le hanno fatto l'epidurale ed è già un po' dilatata. Ora è più tranquilla, Jason è con lei. Se volete potete entrare un po' alla volta.
 
I genitori della mora annuirono ed entrarono insieme a lui ed alla piccola Katie, si avvicinarono al letto dove la ragazza era ancora adagiata su un fianco.
 
- Tesoro mio, come stai? -le chiese Peter accarezzandole i capelli.
 
- Mi sento molto meglio ora, papà -gli rispose sedendosi- Ma ho bisogno di stare un po' in piedi. Jason ha detto che è meglio così e che faciliterà la discesa della bambina.
 
L'interpellato annuì agli zii poi prese la cugina per un braccio e l'aiutò ad alzarsi; Bill invece la sostenne dall'altro lato e l'accompagnò alla porta. Quando gli altri la videro le si avvicinarono chiedendole come si sentisse o se avesse bisogno di qualcosa, lei negò e camminò un po' davanti alla stanza per poi tornare a sedersi sul letto.
 
 
Le ore successive passarono lentamente e le due famiglie e gli amici si alternarono per stare nella stanza; cercarono di distrarre Elisabeth il più possibile soprattutto quando veniva colta da qualche contrazione più forte delle altre.
Verso mezzogiorno e mezza, lei riuscì a convincere tutti ad andare a mangiare qualcosa ma Bill non la abbandonò nemmeno un secondo, continuò a stare seduto sulla sedia posta accanto al letto ed a stringerle la mano coinvolgendola nei suoi discorsi.
 
Ad un certo punto la mora lo fermò e chiamò Jason.
- Jay, fa malissimo adesso -gli disse cominciando a respirare velocemente- Le contrazioni sono troppo forti.
 
Il biondo controllo gli ultimi parametri del partogramma poi si si sedette davanti al letto e controllò la situazione.
 
- Infermiera -disse infine chiamando la donna che gli si avvicinò subito- Avvisi il dottor Bernard che ci siamo, la dilatazione è completa e la signorina Johnson è ormai pronta per il parto.
 
L'infermiera uscì subito dalla stanza mentre il biondo tornò a concentrarsi sulla cugina che, dopo l'ennesima contrazione, gli disse di non riuscire a resistere e cominciò a spingere.
Bill le strinse con forza la mano e cominciò ad incitarla; in quell'istante entrò il dottor Bernard seguito da altre quattro infermiere che cominciarono a prepararsi per il lieto evento.
 
- Ok ragazza mia, ci siamo -le disse il ginecologo guardandola con attenzione- Quando te lo dico io o quando ne senti tu il bisogno, spingi con tutta la forza che hai.
 
Elisabeth annuì e respirò a fondo prima di riprendere a spingere; il vocalist le diede un bacio sulla fronte e la invitò a continuare ed a non arrendersi.
 
Il tempo passò lentamente tra spinte e consigli del dottore, tra il dolore della mora e la preoccupazione del vocalist.
Dopo l'ennesima spinta, Elisabeth si accasciò sul letto esausta, respirando con affanno.
 
- Dai scricciolo -la esortò Jason- Manca davvero poco, vedo già la testa. Forza, spingi adesso.
 
Lei fece come gli aveva chiesto nonostante la stanchezza, il  dolore ed il bruciore che la stavano attanagliando in quel momento.
 
All'improvviso un pianto si diffuse nella stanza e la mora si abbandonò sul letto ormai priva di forze ma con gli occhi colmi di lacrime, Bill invece si chinò commosso su di lei e la baciò più volte.
 
- Liz -la chiamò Jason avvicinandosi al letto- È bellissima!
 
Elisabeth prese il fagotto che lui stringeva tra le braccia e se l'appoggiò sul petto; il cuore le scoppiò di gioia ed amore non appena i suoi occhi incrociarono per la prima volta quelli di sua figlia.
L'emozione di quel momento era troppo grande per trattenere quelle lacrime di felicità che le rigarono il volto; con un tenero sorriso lasciò che la bambina le stringesse un dito.
 
- Ciao Cristal -la salutò dolcemente.
 
Poi la mora si voltò verso Bill e lo vide sorridere commosso, con gli occhi che gli brillavano; con un po' di fatica, gliela avvicinò finchè lui non la prese in braccio. All'inizio si mosse un po' impacciato ma ogni cosa svanì quando vide sua figlia guardarlo con quegli enormi occhioni azzurri; un sorriso gli nacque spontaneo sulle labbra mentre una moltitudine di emozioni si accendeva dentro di lui.
 
- È meravigliosa Elisabeth! -le disse sedendosi vicino a lei per poi sussurrare ancora incredulo- È nostra figlia.
 
Elisabeth li guardò intenerita poi strinse una mano del vocalist ed in quell'istante capì che avrebbe fatto un incredibile errore a privarlo di sua figlia.
 
- Ragazzi -li chiamò Jason avvicinandosi- Tantissimi auguri di cuore. La piccola Cristal Kaulitz sembra in forma perfetta. È alta 48 centimetri e pesa tre chili e duecentocinquanta grammi.
 
I neo genitori ringraziarono lui e tutti gli altri medici poi lasciarono loro la bambina affinchè potessero svolgere tutte le procedure necessarie. La mora si sdraiò nuovamente sul letto e chiuse gli occhi, esausta; il vocalist la baciò a fior di labbra poi si alzò ed uscì per andare a comunicare la lieta novella.
Tutti si alzarono in piedi quando lo videro avvicinarsi a loro sorridente.
 
- È la bambina più bella che io abbia mai visto -disse semplicemente prima di essere abbracciato da Tom e dagli altri.
 
- Congratulazioni ragazzo -gli disse Peter emozionato- Ma dimmi come stanno mia figlia e mia nipote.
 
- Cristal sta benissimo ed è in ottima forma -gli rispose con ancora gli occhi che gli brillavano- Elisabeth è praticamente distrutta e si sta rilassando un po' mentre i dottori la stanno visitando. Credo che potrete entrare tra pochi minuti.
 
L'uomo annuì poi strinse a sè la moglie che piangeva di gioia e non vedeva l'ora di vedere la sua nipotina; Bill invece si lasciò abbracciare dalla madre, anche lei emozionata e con un sorriso raggiante.
Qualche minuto dopo, Jason uscì dalla stanza ed assicurò che la cugina stava bene e che ora potevano vederla ma chiese loro di non farla stancare molto. Entrarono in silenzio nella stanza e videro la mora sdraiata sul letto con gli occhi chiusi; il vocalist le sfiorò una guancia e lei si voltò verso di lui e gli sorrise poi salutò gli altri. Hannet e Peter andarono subito ad abbracciare la figlia ed a farle gli auguri insieme a Katie; anche Simone, Gordon e Tom la strinsero calorosamente lasciando poi il posto agli amici.
 
- Allora mammina -la canzonò il chitarrista ridendo- ho saputo che non sei riuscita a far cadere il neo papino a gambe all'aria ma non fa niente, ora voglio sapere dov'è la mia bella nipotina.
 
Il vocalist scosse la testa ridendo, suo fratello non sarebbe mai cambiato.
 
- La porteranno qui a momenti -gli rispose sistemandosi meglio sul letto.
 
I neo genitori parlarono a lungo delle emozioni che avevano provato quando avevano visto Cristal, poi si strinsero in un tenero abbraccio finchè non sentirono bussare e non videro un'infermiera entrare spingendo una culla.
 
- Credo che questa bella signorinella abbia un po' di fame -affermò sorridendo la donna prendendo la bambina e dandola in braccio alla madre.
 
Elisabeth strinse a sè sua figlia che le sorrise con tutta la sua innocenza; sia Bill che i neo nonni che tutti gli altri le si avvicinarono e non riuscirono a non emozionarsi di fronte a quel viso dolcissimo ed a quegli occhioni vispi.
 
- È bellissima! -esclamò Tom sfiorandole la manina- Ha il nostro stesso colore dei capelli.
 
- E gli stessi occhi di mia figlia -continuò Hannet perdendosi in quelle iridi azzurre.
 
Sia Bill che Elisabeth sorrisero senza mai staccare gli occhi di dosso dalla figlia, incantati dalla bellezza di quel piccolo esserino che il loro amore aveva generato. Subito dopo però la bambina cominciò ad agitarsi e la mora capì che era arrivato il momento della prima poppata quindi chiese agli altri se potevano lasciare la stanza il tempo necessario per farla mangiare.
Quando lei ed il vocalist rimasero soli, si sbottonò la camicia e liberò un seno avvicinandolo alla bocca della figlia che cominciò a succhiare avidamente poggiandovi anche una manina; la giovane madre sospirò sollevata dal fatto che le si fosse attaccata subito e continuò a guardarla.
Una volta sazia, Cristal si staccò dal suo seno e cominciò ad agitare un po' le braccine; dopo qualche minuto Bill si sedette sul letto ed iniziò a cantarle la ninna nanna e ben presto la bambina si addormentò tra le braccia di Elisabeth.
 
I neo genitori si guardarono negli occhi e lui le posò una mano sulla guancia prima di baciarla, infine tornarono ad ammirare loro figlia tranquillamente addormentata e sorrisero stringendosi la mano.
 
Finalmente quel giorno, dopo nove mesi, l'amore che li univa da anni si era concretizzato con la nascita di Cristal, con la nascita di una vera piccola famiglia, la piccola famiglia Kaulitz.
 
Continua



 
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Eccoci qui. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento. Finalmente Cristal è nata cambiando per sempre la vita di Bill ed Elisabeth, regalando loro una gioia immensa. Mi sono commossa di nuovo mentre rileggevo questo capitolo e ho deciso di immortalare il momento più bello per Elisabeth: quello in cui prende per la prima volta sua figlia in braccio e lei, con la sua piccola manina, stringe un dito della madre. E' la mia immagine preferita.

 


E' con immensa gioia che vi presento la piccola Cristal Kaulitz!


 
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