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Autore: arwen5786    25/01/2008    13 recensioni
Asuma Sarutobi faceva il pilota da una vita: era stato naturale arruolarsi nel prestigioso corpo militare britannico, e diventare presto uno dei piloti di punta della Royal Air Force.
I migliori piloti, i migliori aerei.
A trentacinque anni non aveva famiglia, ma non se ne doleva: in fondo, non l’aveva mai desiderata. Amava follemente le donne, le belle donne: uno dei massimi piaceri della vita.
Ma nessuna era riuscita a legarlo veramente a sé. Asuma era inquieto e libero. E nessuna aveva mai trovato il modo di prendere le redini del suo cuore.
Del resto, ancora non aveva incontrato Kurenai Yuhi.

[Breve one shot ambientata durante la seconda guerra mondiale; l'idea nasce grazie alla splendida raccolta di bambi88, "Memories of the last war",dove oggi stesso viene pubblicata una sorta di spin off di questa:volendo si possono leggere da sole, ma la cosa migliore è insieme: buona lettura a tutti.]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuma Sarutobi, Kurenai Yuhi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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PER TUTTA LA VITA




Asuma contemplò soddisfatto il suo potente Spitfire, uno dei caccia più prodigiosi che l’aviazione britannica avesse mai messo a disposizione dei piloti della RAF: ottima resistenza aerodinamica, potenza e leggerezza.
Dopo i primi anni di rodaggio il velivolo era stato perfezionato, e Asuma era certo che i tedeschi non avrebbero potuto competere contro quello.
Lo dimostrava il fatto che, da quando era iniziata la Battaglia d’Inghilterra, moltissime erano state le perdite tedesche, impreparati alla controffensiva britannica; la loro “Operazione Leone Marino” stava rivelandosi un fiasco totale, e Asuma sperava che entro pochi mesi si sarebbero arresi.
Si accese l’ennesima sigaretta, circa la trentesima della giornata, e andò a salutare i compagni.
“Io ho finito, ci vediamo al pub stasera. Non fatemi aspettare troppo.”
“Come se non trovassi nulla da fare…”sogghignò divertito uno dei due.
Asuma sorrise, cogliendo perfettamente le allusioni alla sua movimentata vita sentimentale.
No, non sentimentale.
Sessuale.
Fece loro l’occhiolino, e se ne andò alto e imponente.
“Hasta noche.”

Asuma Sarutobi faceva il pilota da una vita: era stato naturale arruolarsi nel prestigioso corpo militare britannico, e diventare presto uno dei piloti di punta della Royal Air Force.
I migliori piloti, i migliori aerei.
Ed anche i rischi maggiori.
Ma Asuma non temeva la morte. La sua filosofia era chiara e semplice: vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo.
E quindi tutto era lecito. Donne, fumo, alcol. Che senso aveva non godersi la vita se avrebbe potuto morire da un giorno all’altro? La sua vita se l’era scelta, e la morte non l’avrebbe colto con rimpianti o impreparato.
Di padre inglese e madre spagnola, aveva decisamente ereditato più i tratti mediterranei: alto, pelle ambrata e occhi scuri, ma soprattutto spaccone e allegro come tutti i latini.
A trentacinque anni non aveva famiglia, ma non se ne doleva: in fondo, non l’aveva mai desiderata. Amava follemente le donne, le belle donne: uno dei massimi piaceri della vita.
Ma nessuna era riuscita a legarlo veramente a sé. Asuma era inquieto e libero. E nessuna aveva mai trovato il modo di prendere le redini del suo cuore.
Del resto, ancora non aveva incontrato Kurenai Yuhi.

La vide subito, come evitarlo del resto: in quella stamberga di locale spiccava come una gemma tra le rocce.
Alta, il corpo sinuoso costretto in abiti castigati e severi. Probabilmente era l’istitutrice di un collegio.
I capelli castani che ricadevano oltre le spalle, e poi gli occhi: incredibili, con una sfumatura tizianesca mai vista prima. Le si avvicinò all’istante, per una volta senza intenzioni allusive: cosa diavolo ci faceva una donna del genere lì?
“Posso aiutarla in qualche modo, signorina? Non dovrebbe girare da sola, sa che Londra è sotto bombardamento…e rifugiarsi qui non è il posto migliore per una come lei, temo.”
Lei lo guardò di scatto, sorpresa: un uomo così vicino era certo sconveniente in un posto del genere, ma sembrava cordiale, e quindi sorrise.
“Beh…Mi sono persa. Avrei dovuto incontrare le mie colleghe in questa via, ma è evidente che ho sbagliato indirizzo…”
“Facciamo così. La accompagno io a cercare le sue colleghe, garantito, a patto che lei prima venga con me a fare un giro lungo le sponde del Tamigi. Una mezzora, non chiedo più.”
Gli occhi fiamma di lei si socchiusero. Certo che ne aveva di faccia tosta: sicuramente non era inglese, non aveva proprio nulla dei pallidi e timidi ufficiali che aveva incontrato da quando era iniziata la guerra. Nonostante l’accento perfetto, sicuramente aveva origini latine.
“Lo sa che è davvero sfacciato? Cosa le fa credere che le possa dire di sì?”
Asuma sorrise, spense la sigarette e le fece un lieve inchino.
“Il fatto che io sia assolutamente irresistibile, mi querida.”
Kurenai arrossì ancora(spagnolo, aveva visto bene), ma qualcosa la spinse ad accettare: forse il fatto che fosse tanto affabile, o il sorriso sghembo, o quell’aspetto così imponente e protettivo.
“E sia. Ma solo una breve passeggiata.”
Il volto di Asuma si rischiarò in un luminoso sorriso, e le baciò dolcemente la mano.
“Non chiedo altro.”


Quella notte Kurenai non andò mai a incontrare le sue colleghe di lavoro.
E quella notte Asuma capì di aver incontrato la donna della sua vita.
Mentre le accarezzava il viso perlaceo al chiaro di luna, lei timidamente abbassò lo sguardo.
“Dovrei tornare al collegio, non posso passare la notte fuori…”
“Tu non hai capito che da oggi non ti lascio più andare. Ma proprio più.”
Lei lo guardò sorpresa, e scoppiò in una bellissima risata, accoccolandosi tra le sua braccia.
“Che pazzia…sono una donna di trent’anni e mi sto comportando come una ragazzina…E non so nulla di te, nulla…”
“Kurenai, ti basti sapere che finita la guerra io ti sposerò.”
Lei sgranò gli occhi.
“Ma…ma sei impazzito?! Ma come puoi dire queste cose?”
“Non sono mai stato sicuro come adesso, fidati. Finita questa maledetta guerra e annientati i tedeschi, io e te formeremo una bellissima famiglia.”
“Ma…mi conosci appena!”
Lui la baciò con ardore.
“A volte basta poco per capire che hai incontrato la tua anima gemella. Io ti amo. Non avevo mai pensato a una famiglia. Se tu mi susciti questi pensieri, qualcosa vorrà pur dire, vero?”
“Ma…”
“Niente ma, Kurenai. Se potessi ti sposerei in questo istante, ma è troppo pericoloso: siamo in un momento cruciale della battaglia, i tedeschi si arrenderanno, e noi piloti non possiamo permetterci di smettere di incalzarli. Ma…è questione di mesi…poi sarà tutto finito. Nel mentre, voglio passare ogni singolo mio istante libero con te.
Voglio viverti.”
Lei fissò quel volto abbronzato e virile, così appassionato, e suo malgrado sorrise.
“Non so cosa mi sta succedendo, ma mi stai convincendo, Asuma…”
Lui la prese in braccio, facendola volteggiare.
Voy a amarte para toda la vida, mi princesa.
Kurenai scoppiò a ridere.
“E questo che vuol dire?”
“Che ti amerò per sempre, principessa.”


Due mesi dopo, le forze aeree inglesi sconfissero definitivamente la già provata aviazione tedesca: fu il primo vero fallimento della macchina da guerra di Hitler, nonché la conferma della leadership della Gran Bretagna tra gli Alleati.
Kurenai era in casa sua, febbrile, in attesa che lui arrivasse, come sempre, dopo ogni battaglia.
Finalmente avrebbe potuto dirgli del bambino senza alcun timore.
La famiglia che avevano sognato, i progetti che in questi due mesi avevano coltivato…tutto stava per prendere forma e realizzarsi.
L’ufficiale che invece si presentò non fu Asuma. Con gli occhi lucidi, le porse un telegramma.
“Kurenai-san…io…io…Asuma…”
In quell’istante, senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro, lei capì. E istintivamente la mano le corse sul ventre.
Sotto gli occhi costernati dell’uomo, represse un grido di dolore, l’istinto di accasciarsi al suolo.
Con un enorme sforzo di volontà, aprì gli occhi, già umidi per le calde lacrime che le solcavano il viso.
Un sorriso tristissimo e straziante le dipinse il volto mentre fissava il pacchetto di sigarette che lui aveva come sempre dimenticato sul tavolino.
Non vedrai crescere tuo figlio, Asuma. Non mi vedrai mai invecchiare. Ma ricorda…para toda la vida...eterno amore.




Una breve one-shot che è collegata alla fic "Memories of the last war" di bambi88: la raccolta di roberta era senza questa coppia e mi sono offerta di scriverla visto che avevo avuto questa idea improvvisa. Robi, questa fic è ovviamente per te, colgo l'occasione per ricordarti che ti voglio bene!
Che dire, è un Asuma-Kurenai insolita, ma volevo cercare di rappresentarli in appunto un contesto differente, e spero che sia stata apprezzata. Qualsiasi commento è ben accetto, baci a tutti, Camilla.
  
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