Una
Cerva Meravigliosa.
Sedeva su
una sedia trasandata. Appoggiato su di essa, come se stesse per cadere,
pensieroso scrutava un punto indefinito del vuoto. I suoi erano pensieri
tristi, annoiati; Ma soprattutto pensieri su una ragazza. Pensieri non
associabili ad un Serpeverde.
“Dannazione,
devo smetterla!” pensò con la voglia di urlare; Al posto suo risuonò un ululato
stridulo.
Si alzò,
spaventato. Sfoderò la bacchetta e guardò attorno a sé. Nulla.
Ricadde su
quella sedia, che cigolò sotto il suo peso.
“Perché il
tuo profumo mi perseguita? Perché ti ho dovuto incontrare? Sei una Mezzosangue.
Sei una Grifondoro! Dannazione non è possibile! Mi faccio schifo…E ora ci
mancava solo questo!”
Guardò la
bacchetta, rigirandosela tra le mani. “Se non fosse stato per Potter non sarei
riuscito a tornare qui…” pensò più pacato.
Continuò a
guardare la bacchetta, cercando in lei il suo più piccolo segreto, ma non lo
trovò.
Sussurrò
qualcosa sottovoce, indicando con la bacchetta un punto vuoto della stanza e, un
foglio con accanto una piuma d’oca apparve dal nulla, completamente sospesi in
aria.
“Sarà la
decima volta che ti scrivo…” Pensò. E la piuma si mosse insieme ai suoi
pensieri, scrivendo ciò che gli era stato dettato.
“Ieri ho
scoperto il tuo caro amico Potter con i suoi tre amici stupidi, qui, nella
Stamberga.” La piuma si fermò al cessare dei suoi pensieri, e come i pensieri
del padrone, sembrava essere terrorizzata.
“Non so cosa
stiano tramando, ma lo scoprirò. Intanto devo ringraziarli perché mi hanno fatto scoprire l’entrata, per niente
facile, di questo luogo…E almeno qui potrò esercitarmi, così magari saprò
difendermi da quei tuoi amici” Si alzò di scatto, furente. Mosso da una voglia
di rendersi libero. Sfoderò in alto la bacchetta. L’agitò in modo deciso e
urlò: “Expelliarmus!”.
“Eh…Lily,
quanto vorrei essere così deciso anche con te. Con i miei sentimenti. Con
Potter. Con mio padre. Con Malfoy. Qui tutti sembrano maltrattarmi, ma io non
voglio fare la vittima. Non lo sono e non lo sarò. Mi dispiace però, perché i
miei sentimenti per te, i miei ripugnanti sentimenti non mi portano da nessuna
parte. Tu, fondamentalmente, appartieni a lui. Ma il mio dolce ricordo
riesci ad essere solo, e solamente tu.” Si riabbassò, stanco, sulla sedia.
Distrutto. Dentro. Nel cuore.
“E’ colpa
tua!” urlò con foga, puntando con forza i piedi a terra. Il suono riecheggiò
nella stanza e in tutta la Stamberga Strillante. “Perché? Perché sei il mio
unico pensiero felice? Perché Lily?” pensò. “Per la barba di Merlino, è
colpa tua se adesso mi vergogno di me!” era furioso. E la piuma d’oca, servile,
continuava a scrivere ogni singola parola, ogni singolo pensiero.
“Dannato il
giorno che ti ho incontrato, Mezzosangue”.
Si corresse subito, puntò la bacchetta verso la piuma e quell’ultima parola
scomparve.
“Io non sono
così. Io non sono un Serpeverde. Ho sempre finto di detestare i Babbani. Non
sai quanto avrei voluto avere io due genitori come i tuoi. E i Mezzosangue,
sai, mi sono indifferenti! Tutti tranne te. Perché ti amo.”
“Già, Lily, ti amo. Ed per questo che mi è
successo questa cosa orribile. E mi vergogno. Perché TI AMO. Ma io sono il tuo
migliore amico…E non può accadere a me. Cosa ti racconterò quando lo vedrai?
Cosa spiegherò agl’altri? Ognuno ha un motivo, anche io!, ma non posso
raccontarlo a nessuno. Perché? Perché sono il tuo migliore amico e nient’altro.”
Si alzò
dalla sedia. Lo sguardo ostile. Pensieri orribili in testa. “Vorresti sapere
cos’è, vero? Sta a vedere…” Si tranquillizzò. Evitò ogni pensiero triste. E ricordò
i suoi occhi verdi. Il suo sorriso splendente. I suoi capelli rossi. Il suo
corpo così piccolo. Lei, così bella. Lei, con la quale aveva passato i momenti
più felici. Lei, che era tutto. Lei, che era ogni cosa. Respirò a fondo. Alzò
la bacchetta e, con quei pensieri che gli frullavano nella testa, riguardanti
lei, urlò: “Expecto Patronus”. Dalla bacchetta fuoriuscì una luce argentea che
successivamente si trasformò in una Cerva meravigliosa che iniziò a
trotterellare per la stanza. Severus la guardò meravigliato. Era bellissima. Bella
come Lei.
“Ecco perché
mi vergogno, Lily. Perché tu per me sei davvero tutto. Sei anche il mio Patronus.” Meravigliato com’era non si accorse dei
vari rumori che si erano susseguiti nella Stamberga. Continuava, senza perderla
un attimo, a guardarla saltare di qua e di là. Non poteva non amare anche lei.
Bella. Felice. Agile. Tutto ciò che era lei. Dolce. Simpatica. Coraggiosa.
Tutto ciò che, invece, non era lui. Ma tutto ciò che poteva essere grazie a
Lei.
“Mi hai
cambiato, Lily. Sin da quando ti conosco. Ma, comunque, riesco lo stesso a
farti del male. E tu mi perdoni sempre. Mi perdonerai in eterno, vero?” La
piuma sembrò vibrare sulla carta, come se fosse emozionata da ciò che scriveva.
“Lily, mi
hai cambiato. E lo puoi vedere anche dal mio Patronus. E’ una Cerva. Il simbolo
che mi ricorda Te. Tutto ciò che di splendido può esistere su questa Terra
siete Te e Lei. Ma perché, allora, una cosa così meravigliosa deve appartenere
a me? Non lo merito, sporco come sono…”
I suoi
pensieri si bloccarono di colpo. Dietro di lui comparve una figura. Severus,
dal cigolio del pavimento, se ne accorse e si girò. Divenne, di colpo, rosso in
viso.
-Severus…Ma
cos’è quella Cerva?- Lei. Lily. Era lì. Guardava incuriosita la Cerva argentea,
che saltava a destra e a sinistra, e non aveva la minima idea che quell’animale
così bello, fosse tutto, o forse solo, ciò che Severus Piton poteva avere di
Lily Evans.
The End.
Allora, cosa
ne pensate? Fatemi sapere!^^
Cry90.