Buon
compleanno, SunliteGirl!
Sempre
Parte 1: Naruto
<<
No, Hinata, no! >>
La
voce di Naruto, straziata, esplose nell’oscurità. Il
ragazzo, che aveva esaurito la modalità Chakra della volpe,
guardava il corpo
inerme di Hinata, in ginocchio. Accanto a lui c’era Sakura, la
quale tentava di
rianimare la ragazza, senza successo.
<<
Kurama, per
favore, aiutami! >> pensò Naruto, rivolgendosi alla
Volpe dentro di
lui. Ma, nella sua mente, il giovane vide il suo compagno scuotere la
testa
davanti ai suoi occhi disperati.
<<
Dammi un po’
del tuo chakra! Posso aiutare Sakura e… >>
<<
No! >>
Naruto
interruppe il dialogo con Kurama e, in ginocchio
sulla terra, meditava su cosa potesse fare per salvare Hinata. Gli
venne in
mente che la Vecchia Chiyo, per salvare Gaara, aveva utilizzato una
tecnica
medica di risurrezione. Stava per dirlo a Sakura, quando si
ricordò che
l’anziana donna aveva dovuto sacrificarsi la sua vita per
riportare il suo
amico indietro. Il ragazzo rimase zitto e cominciò a guardare i
suoi compagni,
che si erano riuniti attorno a loro. Sasuke, con il viso ricoperto di
tagli e
il braccio sinistro sporco di sangue. Il maestro Kakashi, con
l’occhio sinistro
chiuso, senza più lo Sharingan, e dal volto segnato dal dolore.
Gaara, con i
segni di una grave ferita al petto che Tsunade era riuscita a curare
prima di
svenire per l’esaurimento del chakra. Il maestro sopracciglione e
Lee, che
guardavano la scena atterriti, insieme a suo padre e agli altri Kage.
Ma i
volti più affranti erano quelli di Kiba, Shino e Hiashi.
Quest’ultimo era come
pietrificato, e sperava che tutto fosse un sogno. Sua figlia…
sua figlia era…
Quando
la consapevolezza di ciò che era accaduto lo colse,
il padre urlò e cadde in ginocchio disperato.
<<
Obito… parlava… di questo, Naruto >>.
Una
voce conosciuta emerse dall’oscurità. Tutti si
voltarono, e videro Madara che stava cercando di rialzarsi. Gli
tremavano
braccia e gambe, ma il tono era sempre tronfio e beffardo. Quando fu in
piedi,
guardò verso di loro. Si vedeva solo l’unico Sharingan
ipnotico che gli era
rimasto, quello nell’occhio sinistro. Con il sigillo che era
appena stato
eseguito, aveva perso il Rinnegan e l’occhio destro, ma non
voleva arrendersi.
<<
Questo è il mondo. Non ci sono speranze, e i sogni
ti portano solo sulla strada della sofferenza. Lo Tsukuyomi infinito
avrebbe
risolto tutto, adeso non sareste lì a soffrire... >>
Naruto
impallidì, mentre le parole di Obito gli tornavano
in mente. Kiba, invece, strinse i pugni e si gettò sul redivivo,
ignorando gli
…. di Akamaru.
<<
Taci. Bastardo! >> urlò, mentre si preparava
a colpirlo. Madara, sorridendo, focalizzò su di lui lo sguardo,
e del sangue
cominciò a colargli dall’occhio sinistro.
<<
No, Kiba! >> urlarono Shino e Kakashi,
temendo di vedere la morte di Kiba. Minato, però, fu più
veloce e, senza
ricorrere alla Dislocazione istantanea, colpì in viso
all’Uchiha con un
Rasengan. Amaterasu non si attivò, mentre arrivarono anche gli
altri tre
Hokage.
<<
Pensavo che fosse stato sigillato anche lui…
>> disse Tobirama, mentre posizionava le mani insieme al
fratello, a
Hiruzen e al Quarto Hokage. Dopo poco, la Barriera delle quattro fasi
lunari fu
attiva.
<<
Avete sigillato il Susanoo e il chakra di
Hashirama che avevo in corpo >>, riprese Madara, rialzandosi,
<< ma
avete fatto un errore di calcolo >>.
<< Cioè?
>> chiese il Secondo Hokage, stupito e irritato.
<<
Il chakra di Hashirama mi ha reso estremamente più
potente, e il chakra del Susanoo perfetto è aumentato. Inoltre,
con il
Rinnegan, stavo assorbendo il vostro chakra, nella speranza di
annullare il
Sigillo del vortice. Ve l’ha insegnato Mito, non è vero?
>>.
Madara
si voltò verso Hashirama, puntando su di lui
l’occhio sinistro.
<<
Anche questa volta, sei stato più forte. Il tuo
chakra è veramente incredibile. E i sigilli di Mito si sono
rivelati nuovamente
una seccatura, come nella Valle dell’epilogo. Anche se senza il
mio aiuto non
avreste potuto sigillare Obito e il Decacoda. Dovete ammettere che le
mie
tecniche e il mio Chibaku Tensei… >>
<<
Chiudi la bocca >> gli ordinò Tobirama, che era
pronto ad eseguire il sigillo insieme agli altri Hokage.
<<
Aspettate un momento, prima di sigillarmi per
sempre >> disse Madara, distogliendo lo sguardo dal primo Hokage
e
rivolgendosi nuovamente a Naruto. Il ragazzo era rimasto impietrito da
quando
l’Uchiha gli aveva parlato, e non aveva cambiato espressione.
Madara,
nascondendo il suo compiacimento, assunse un’espressione seria.
<<
Naruto, ti ricordi? Ora conosci la disperazione?
Lei e tantissime altre persone sono morte per sigillare Obito e il
Decacoda.
Non torneranno più. Lei, quella che prima ti aveva dato la forza
per non
cedere, ormai è sparita per sempre. È solo un
ricordo… >>
<<
Chiudi. Quella. Bocca. >>
Naruto,
improvvisamente rinsavito, strinse i denti e si
alzò. I suoi occhi esprimevano rabbia.
<<
Tu. Stai. Sbagliando. >>
Madara
rise forte, mentre Naruto si avvicinava alla
barriera. Quando fu vicino al redivivo, lo guardò negli occhi
attraverso il
velo blu della barriera. Gli occhi di Naruto erano addolorati, mentre
rivedeva
Hinata cadere al suolo, e non muoversi più. Mentre cadeva, la
ragazza aveva gli
occhi rivolti verso di lui, e Naruto non sapeva se fosse stato per caso
o
perché lei avesse voluto vederlo per l’ultima volta, nel
momento in cui posero
fine alla guerra.
<<
Tu e Obito mi fate… compassione >>.
Il
redivivo rise un’altra volta, mascherando stavolta la
delusione per non aver ferito Naruto e il fastidio che aveva provato.
Qualcuno provava
compassione per lui?
<<
I miei genitori… sono morti. Il mio maestro è
morto. Neji è morto. Hinata è… >>
Naruto
deglutì e rimase in silenzio per un momento. Non era
ancora in grado di pronunciare quella parola riferendola a Hinata.
Aveva
abbassato lo sguardo, triste, ma poi lo aveva rialzato, guardando
Madara.
<<
Hinata mia ha dato la forza quando stavo per
cedere. Ha combattuto per me, ha rischiato la vita. E’ un eroe. E
ora… >>
Alcune
lacrime cominciarono a scorrere sulle guance di
Naruto, che non le asciugò.
<<
E ora è morta >> concluse Madara, beffardo.
Naruto
annuì. << Sì. Ed è devastante >>.
<<
E allora? Sei tu a fare compassione a me, non il
contrario. Io ho provato a porre fine a questa storia dolorosa, mentre
voi la
farete continuare. Finché vivremo, ci sarà sempre la
possibilità di fare del
male, e di conseguenza le persone soffriranno… >>
<<
No >>. A Naruto tornarono in mente le parole
di Hinata, dopo la morte di Neji. << La vita di Hinata non era
più solo
sua. Ha combattuto per noi, perché si costruisse una vera pace.
Ha combattuto
per me… perché mi amava. E il mio unico rammarico
è di non averle detto subito
che anch'io… >>
Il
silenzio calò tra Naruto e Madara. I Kage li guardavano,
e Minato si sentì colto dal dolore per suo figlio.
<<
Ho sempre ritardato… >> continuò Naruto,
mentre le lacrime scorrevano e rivedeva Hinata che combatteva contro
Neji, che
si lanciava conto Pain, che lo riconosceva nonostante la
Modalità chakra. La
rivedeva mentre gli accarezzava il volto, dopo la morte di Neji,
incoraggiandolo
a non lasciarsi vincere dalla disperazione. Quando aveva cominciato a
provare
qualcosa per lei…?
<<
Naruto, io sono qui >>.
Il
ragazzo, sorpreso, sgranò gli occhi e si voltò.
<<
Cosa?
>> pensò, mentre vedeva Hinata sorridergli e porgergli la
mano destra. Era
vestita con l’abito da combattimento, la tuta blu e il giubbotto
verde tipico
dei ninja della Foglia.
<<
Naruto… non piangere. Ora lo so >>.
Naruto
taceva e piangeva, mentre Hinata si avvicinava a lui,
sorridendo.
<<
Rimani con qui, con me… >>
<<
Madara, la
tua crudeltà non ha limiti >>.
Una
voce profonda, dalle profondità della mente di Naruto,
dopo aver parlato, ruggì. Dopo aver tremato per qualche istante,
l’illusione
svanì nel nulla.
<<
Ahahaha! >> Madara era divertito. <<
Ah, Naruto, sei patetico. Il tuo dolore ti consumerà…
>>
<<
No, Madara. >>
Naruto
si voltò nuovamente.
<<
Ah no? >> Madara era incredulo e irritato.
No, avrebbe lasciato qualcuno dietro di sé, a continuare la sua
opera. Naruto
sarebbe stato consumato dal dolore, e il progetto dell’occhio
lunare un giorno
sarebbe stato portato a compimento. Poi, però, gli tornarono in
mente la
promessa fatta a suo fratello, e sentì la delusione invaderlo.
Non aveva
protetto nessuno. Aveva fallito.
<<
No, Madara. Non succederà. E sai perché? >>
La voce di Naruto era meno tremante di prima.
<<
Grazie,
Kurama >> pensò il ragazzo, asciugandosi le lacrime.
<< Perché
io ho la speranza. Tu non l’hai mai avuta. E me l’hanno
data i miei genitori,
il mio maestro, i miei amici, e Hinata >>. Naruto chiuse gli
occhi.
<< Lei sarà sempre con me. Lei è con me >>.
Madara
tacque, serio. La giovane Forza portante riaprì le
palpebre, e con i suoi occhi azzurri guardò il redivivo di
rimando. L’Uchiha vedeva
insieme il dolore, la speranza e la serenità. Erano luminosi, e
Madara provò
invidia per un attimo. Quando si era spenta quella luce nei suoi occhi?
C’era
ancora una scintilla di speranza dentro di lui, o l’aveva
soffocata quando
aveva abbandonato il Villaggio?
No,
semplicemente la speranza non c’è. Come avrebbe potuto
esistere? L'unica speranza era stato lo Tsukuyomi infinito. Ora tutti
sarebbero rimasti nel dolore, nel suo stesso dolore. Naruto era
solo un illuso.
<<
Addio, Madara >>.
La
voce di Hashirama riportò Madara alla realtà. I due si
guardarono un’ultima volta, mentre le mani venivano posizionate e
il corpo di
Madara cominciava a frammentarsi. Hashirama provò dispiacere nel
vedere la fine
di colui per il quale aveva provato amicizia, per cui avrebbe
combattuto. Ma,
alla fine, le loro scelte avevano portato a quell’esito. Il primo
Hokage,
mentre vedeva la luce che richiamava l’anima di Madara, si
domandava cosa
provasse Madara, se anche lui fosse dispiaciuto per come erano andate
le cose.
<< Mpf! >>. L’ultima smorfia dell’Uchiha fece
stringere il cuore ad Hashirama. Il corpo della risurrezione impura si
sfaldò
completamente, e l’anima di Madara fi visibile per qualche
secondo. Tutti lo videro
posare gli occhi su Naruto e sorprendersi.
<< Cosa? >> disse Madara, incredulo.
Lo stupore colse i presenti, mentre Madara abbandonava per
sempre il mondo, con l’immagine di una ragazza dai capelli lunghi
e dagli occhi
chiari affianco a Naruto.
Parte 2: Hinata
Hinata
aveva sentito il colpo arrivare
potente su di lei, ma non aveva chiuso gli occhi. Quando fu sbalzata
via, non
si rese subito conto che la vita la stava abbandonando. Si sentiva
arrabbiata
perché aveva fallito quel tentativo, ma subito pensò che
doveva rialzarsi e
correre di nuovo ad affrontare la Forza portante del Decacoda. Per
Naruto, per
tutti… Mentre cadeva, aveva rivolto lo sguardo proprio a Naruto
e, per un attimo,
le era sembrato che lui avesse incrociato i suoi occhi. Era stata la
sua
immaginazione?
Quando
aveva toccato il suolo, l’aria
le era uscita dai polmoni, lasciandola stordita e dolorante. Dopo aveva
perso
sangue dalla bocca, e il Byakugan le si era disattivato.
<<
Oh, no! >> aveva pensato la ragazza. Poi, si era
resa conto
che non riusciva più a muoversi. Qualcosa le si era spezzato. E
lei non avrebbe
potuto fare nient’altro.
La
giovane Hyuga aveva chiuso gli occhi,
sentendosi inutile. Inutile come era sempre stata: un peso per tutti,
debole. Lei
ci aveva messo tutto l’impegno, ma non era servito a niente.
Aveva sentito qualcosa di
caldo scorrere dalle sue orecchie e dal naso, scendendo da
quest’ultimo sulla
bocca.
Sangue.
<<
No… >>aveva pensato Hinata. << io devo combattere… devo dimostragli la mia forza,
dimostrargli che
lo amo. Perché sono così debole. E, papà, dove
sei? Hanabi? Neji! >>
La
ragazza, percependo il suo cuore
perdere battiti, si era disperata.
<<
Scusatemi, ragazzi. Non sono mai stata all’altezza.
Perdonatemi… non
sono diventata forte>>
<<
Smettila di deprimerti! Sei fin troppo forte! >>
la voce di
Naruto le aveva riempito la mente e il cuore, mentre sentiva le lacrime
scorrere dai suoi occhi.
<<
Naruto, quando mai sono stata forte? Io ho fallito, io sto
per… >>
<<
Tu mia salvato. Ti ricordi,
contro Pain? Ti sei gettata a capofitto nella lotta… >>
<<
E ho perso >> aveva detto Hinata, interrompendo
quella voce
nella sua mente, così simile a quella di Naruto. Perché
quell’allucinazione?
Dentro di lei, però, la voce aveva continuato a parlare.
<<
Non ti sei arresa davanti ad un avversario più
forte, solo per me. Hai
accettato di affrontare il dolore e fronteggiare cose molto più
forti di te. La
vera forza è il vero coraggio, non il Rinnegan o l’Arte
del Legno. Tu nei sei
piena, Hinata. >>
Quella
voce… Hinata l’aveva trovata
confortante e fastidiosa al tempo stesso, e non aveva capito il
perché. Ma quel
dialogo s’interruppe presto. Per caso, - o era stato il destino?
– i suoi occhi
avevano potuto vedere il Decacoda venire sigillato e fatto sparire in
un’altra
dimensione con lo Sharingan del maestro Kakashi. Avevano potuto vedere
Naruto,
che aveva esaurito la Modalità chakra dopo l’ultimo
attacco, con i suoi occhi
azzurri. Esprimevano la felicità e il sollievo per la vittoria,
e la ragazza si
era rammaricata di non poterne prendere parte insieme a lui e ai suoi
amici,
insieme a suo padre e a suo cugino. Ma almeno aveva avuto la
possibilità di
vederli. L’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stata la
vittoria del ragazzo
che amava, felice di aver portato la pace. Chissà se esisteva un
Aldilà da cui
avrebbe potuto vederlo diventare Hokage, coronare i suoi sogni…
La
ragazza aveva chiuso gli occhi, pensando
a Naruto vestito da Hokage, davanti a tutto il Villaggio, con il vento
che gli
soffiava sui capelli e gli muoveva la veste. Sorrideva, e salutava
tutti. E aveva immaginato
lei, in piedi, accanto a lui.
<<
Naruto… >>
La
ragazza aveva chiuso gli occhi,
mentre una voce familiare, maschile, la chiamava. Hinata aveva avuto
l’impressione
che si trattasse di Neji. Perché la chiamava ad allenarsi con
lui?
<<
Cosa? >> disse Madara,
osservando lei e Naruto. Questo non poteva accorgersene, però,
quindi non seppe
mai che l’Uchiha era incredulo davanti a loro
due, non solo a lui. L’anima di Madara svanì. La
guerra era finita. Tutto adesso
sarebbe andato meglio. Prima o poi, tutto si sarebbe sistemato.
Mentre
Naruto guardava il punto dove Madara
era sparito, Hinata vinse la sua solita timidezza e gli mise una mano
sulla
spalla. Si appoggiò a lui con a testa, desiderando essere viva.
Poi, invece, lo lasciò andare, con la tacita promessa di
rimanergli sempre
affianco, dall'Aldilà. La promessa di vegliare sempre su di
lui.
Sì,
per sempre.
Sempre.
Spazio
Autore
Dopo
il mio lunghissimo silenzio
stampa… Nuovamente salve a tutti! E Buon compleanno,
SunliteGirl! Spero che
questa fic ti piaccia. Mi ci sono messo d’impegno, anche se forse
ne è uscito
solo un disastro. Questa è l’unica idea che mi è
venuta in mente, e mi è
piaciuta. Ho cercato di mettere dolore e speranza, di più
personaggi (Hiashi, Hashirama,
Madara) ma come protagonista sempre il NaruHina. Spero proprio che ti
piaccia
soprattutto la parte che riguarda Hinata. Io, nel punto in cui Neji la
chiama,
mi sono commosso mentre la scrivevo – non voglio sembrare
ultrasensibile, ma è
vero XD -. Io non sono riuscito a inserire la tua data nella storia,
né a fare
un banner… però spero di
aver fatto un
buon lavoro. Volevo fare una fic “originale”, inizialmente,
ma non mi veniva
proprio niente…. Però, almeno, spero di ringraziarti per
quando mi hai aiutato,
perché so di essere talvolta indeciso e insicuro, e per gli
aiuti informatici
che mi dai –, per fare un esempio, sono su EFP per merito tuo
– XD.
Ora
parlo in generale: la fine della
guerra e il modo in cui Obito e Madara sono stati sconfitti sono
assolutamente
immaginari. Spero almeno di averli resi coerenti con la storia. Non li
ho
accennati molto, però, perché ero comunque concentrato su
Naruto e Hinata.
Beh,
che dire? Continua a scrivere e a
impegnarti sempre! Buon compleanno!!!
FuyuShounen